lunedì 12 febbraio 2018

L'arte della disciplina e le pillole magiche

Ci penso da parecchio tempo, da quando il mio profilo Instagram è letteralmente invaso da foto come quella che vedete qui accanto: tanti, troppi Signor Nessuno che - sostengono - hanno perso facilmente peso "mangiando e senza sacrifici" e sono pronti a farti "cambiare vita".
Gente senza lauree specialistiche, studi specifici, formazione medica di qualche genere (qualifiche: lifecoach, mamma (!), influencer, lifestyler...).
Gente, semplicemente, sponsorizzata da produttori di "bibitoni", di (discutibili) "integratori brucia grassi" e di millantati "prodotti naturali al 100%".
A colpirmi, però, non è tanto l'abbondare di questi guru improvvisati, né i loro annunci quasi sempre sgrammaticati (qual'è, perdere K - ma che è? Velocità di navigazione?, rinuncie...). No. A colpirmi sono le centinaia di risposte di persone - uomini e donne, indistintamente - che chiedono informazioni e sono disponibili a partecipare al programma.
Prendetevi 5 minuti e date retta a una - malata cronica da vent'anni - che ha perso 50 kg.
Disfunzioni tiroidee (ce l'ho!) e problemi farmacologici (ce l'ho!) a parte, la ricetta per perdere peso è una sola: disciplina.


Mangiare sano e fare attività fisica è l'unico modo per tenersi (o rimettersi) in forma senza brodaglie, pilloline magiche o integratori miracolosi.
Non è una novità: lo sappiamo tutti, da decenni. Altrimenti, se i metodi miracolosi funzionassero, saremmo tutti perfettamente in forma, no?
Attenzione, però: non sono qui per dirvi come dovete mangiare e quali e quanti sport dovete praticare. Lungi da me. Non sono mica un medico, io.
Sono qui solo per dirvi di stare alla larga dai ciarlatani e di affidarvi a medici nutrizionisti, dietologi e preparatori atletici seri. Professionisti. Punto.
Ne va della vostra salute, e con la salute non si scherza.

Lo so bene, io, che ieri sono riuscita a fare un giretto in bici dopo tre settimane, e una bella passeggiata nel bosco con i miei amici dopo non so più quanti giorni da reclusa.
Una delle mie malattie croniche, e sono tante, è in fase acuta (prevista, per un necessario cambio di terapia farmacologica) da più di due mesi. Questa appartiene alla categoria delle M.I.C.I.: Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali. Alias, RCU e Morbo di Crohn. E, fidatevi di una che ne soffre da vent'anni, qui c'è poco da fare gli spiritosi e assumere bibitoni.
Ieri - la giornata mondiale del malato - ho lottato (perché sentivo di potercela fare, decidendo di non arrendermi alla debolezza e al dolore) per portare a casa dei risultati. Ci sono riuscita.
Ho fatto attività fisica, sono stata all'aria aperta, mi sono divertita.
Oggi non potrò farlo, perché da mezzanotte (e sono appena le 8 di mattina) ho già avuto qualcosa come venti coliche e al momento i dolori sono francamente insopportabili.

Eppure, li sopporto. Senza antidolorifici o antinfiammatori, che non posso assumere da ormai vent'anni.
Li sopporto con l'unico strumento che funziona quando non puoi assumere un banale cachet, la disciplina.
figuriamoci una "pillola magica":
La disciplina è ciò che mi permette di andare avanti.
L'ho imparata a caro prezzo.
L'ho esercitata nell'arco dei miei tredici ricoveri ospedalieri da malata cronica.
L'ho appresa ciarlatano dopo ciarlatano, raggiungendo il Sacro Graal del malato cronico: la capacità di distinguere un bravo medico da uno che vende aria fritta.
C'ho messo vent'anni, e ho pagato a caro prezzo le scelte sbagliate.
Vi ho già raccontato una parte di questa storia.
Oggi voglio raccontarvi l'unica parte che conta davvero: prendetevi cura di voi stessi, sempre.
Ma fatelo consapevolmente: non esistono scorciatoie, né per la salute né per altro.
O meglio: esistono, ma una volta imboccate vi potrebbero portare a gravi conseguenze.
Conseguenze irrimediabili.

Perciò, date retta a una che ha provato sulla propria pelle un'infinità di ricette sbagliate: affidatevi solo a professionisti, e anche fra i professionisti imparate a riconoscere le persone preparate da quelle che non sanno di cosa stanno parlando.
Perché se spendete 130€ per una prima visita con una nutrizionista molto in voga, le portate la documentazione di tutte le vostre patologie croniche e le segnalate ogni intolleranza alimentare per poi ricevere un piano nutrizionale che le contiene TUTTE, magari mettetevi l'anima in pace sui soldi spesi e cambiate aria.
Perché sbagliando s'impara, e quando si tratta della vostra salute, gli sbagli hanno un peso specifico davvero molto importante.
Disciplina significa anche questo: darsi delle regole ferree per impedire che altri ciarlatani si mettano a pasticciare con la propria vita.
Con la mia, di vita, l'hanno fatto per molti anni. Quando ho sviluppato la prima malattia cronica autoimmune ero solo una bambina. Terrorizzata dall'enormità dell'etichetta "malata cronica" che mi era appena piovuta addosso.

Ho commesso molti errori, affidandomi alle persone sbagliate, ma non posso rimediare.
E non posso nemmeno biasimarmi: ero giovane, le cure e la diagnostica erano al livello in cui erano, vent'anni fa. Ho avuto sfortuna. Capitolo chiuso.
Ora, però, non sono più una ragazzina. Ho imparato dai miei errori, da quelli dei medici che affermavano di curarmi mentre facevano solo danni irreparabili e ho capito due cose.
Due cose che tutti i malati cronici, e tutte le persone che abbiano affrontato una malattia lunga e importante, sanno benissimo: 1) non esiste nessuna pillola magica, non esiste nessuna scorciatoia.
E: 2) nella malattia come nella preparazione atletica, nel percorso verso un migliore stato di salute come in quello verso condizioni fisiche migliori, c'è solo una cosa che funziona davvero: la disciplina.
Sarete voi a stabilire la vostra. A seguirla, modificarla e aggiornarla anno dopo anno.
Sarete voi, a doverla seguire... E sarete voi, e soltanto voi, a raccoglierne i frutti.

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