tag:blogger.com,1999:blog-17099624329201856002024-03-02T09:03:06.349+01:00Il blog della PoleeGiornalista specializzata in serie tv, maniaca seriale, scrittrice, appassionata di cucina, bipede di riferimento di tre cagnolone bionde.
Sì, certo: mi pagano per guardare la TV.
E' un duro lavoro, ma qualcuno deve pur farlo!Chiara Polihttp://www.blogger.com/profile/17688180410147827961noreply@blogger.comBlogger369125tag:blogger.com,1999:blog-1709962432920185600.post-31978230966970872582019-02-19T09:50:00.001+01:002019-02-19T09:50:06.890+01:00Del mio compleanno. Dell'epocale cambiamento in arrivo. Di cagnolini e buone cause.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhc7xxzio-YmAz0cLb3-V4A5nNz-uiDG6jqNA64rUUbCPqonfe5qIGA-cX4nbJR_b6xg-RPFC_fQhXKoLBBpPIDyJFpnOPR82mRsMK9dErExNVBNpkhwUt4I05xEf3oCj8msM8GfEDLqv0/s1600/image1.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1444" data-original-width="1125" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhc7xxzio-YmAz0cLb3-V4A5nNz-uiDG6jqNA64rUUbCPqonfe5qIGA-cX4nbJR_b6xg-RPFC_fQhXKoLBBpPIDyJFpnOPR82mRsMK9dErExNVBNpkhwUt4I05xEf3oCj8msM8GfEDLqv0/s320/image1.jpeg" width="249" /></a></div>
L'ultima volta che ho scritto qualcosa, qui, è stato dopo la morte di Patata.<br />
Poi non sono più riuscita nemmeno e pensare di produrre un contenuto che non fosse per lavoro.<br />
In un certo senso, ho messo da parte tutto il resto.<br />
Da quando è mancata lei, le cose sono cambiate.<br />
Siamo tutti più tristi, incluse le altre due Bionde.<br />
Forse non me ne faccio una ragione perché è stata una brutta morte - una pancreatite così fulminante che il mio veterinario, di vasta esperienza, non ne aveva mai vista una del genere.<br />
Forse torno a scrivere perché l'unica cosa che non mi pesa mai sono le buone cause, e ne ho appena trovata una.<br />
<a href="https://paypal.me/pools/c/8clPUfYt9F" target="_blank">Raccolta fondi per Animalibera (canile di Grignano). In memoria di Patata</a><br />
O forse, è perché ho una cosa importante da raccontarvi.<br />
O magari due o tre...<br />
<br />
<br />
<a name='more'></a><b>Primo</b>: giovedì sarà il mio compleanno. <b>Facebook</b> mi propone una raccolta fondi, ma fra le associazioni selezionabili non c'è quella che avrei scelto io.<br />
Così, sperando di aver fatto tutto giusto, ho creato una <b>Money Box su PayPal</b>.<br />
Perché il mio compleanno, questo compleanno, porti qualcosa di buono a tante brave persone che dedicano tutto il loro tempo libero e le loro risorse ai canetti più sfortunati.<br />
Canetti come la mia Patata, che grazie a loro è stata con me per 1 anno, 10 mesi e 20 giorni che hanno cambiato le nostre vite. La sua, la mia e quella della mia famiglia.<br />
<b>Secondo</b>: questo non sarà un compleanno qualunque.<br />
Sarà un compleanno triste, per molte ragioni che non sto a elencarvi.<br />
Soprattutto, sarà una data storica. Sarà <b>il compleanno spartiacque</b>.<br />
Giovedì 21 febbraio 2019 compirò 44 anni e <b>passerò il confine</b>.<br />
In quel giorno preciso, avrò passato 22 anni da malata cronica e altri 22 con uno stato di salute che non mi condizionava la vita.<br />
<br />
Da venerdì, la mia vita "da malata" sarà ufficialmente più lunga di quella "da sana".<br />
Non è una cosa che capita tutti i giorni.<br />
Voglio dire, dà da pensare.<br />
Ho imparato tanto, in questi 22 anni ed è su questo che cercherò di concentrarmi.<br />
Ma è anche inevitabile pensare - magari solo un pochino - alle cose che non ho potuto fare, o avere.<br />
<br />
<b>Figli</b>, per esempio.<br />
Quando ti rivolgi a un'agenzia per le adozioni con una cartella clinica come la mia, ti ridono in faccia.<br />
O, almeno, lo facevano vent'anni fa (e anche ventinove).<br />
Ho sempre pensato che dare una casa con due - ribadisco <b>due</b> - genitori amorevoli a una creatura sfortunata sarebbe stato meglio che non dargliene affatto una, ma evidentemente mi sbagliavo.<br />
Così mi sono lanciata sui cani. Sono sempre creature sfortunate, in fondo, e per quelli - almeno - i volontari fanno un'eccezione. Lo<b> sanno</b> che se tu stai male, c'è qualcun altro a occuparsi di loro.<br />
Certo che c'è da riflettere, su queste cose.<br />
Oggi le cose saranno diverso, immagino. Ma non ne sono poi così sicura.<br />
<br />
<b>Il lavoro</b>, per esempio.<br />
Mai avuto un contratto a tempo indeterminato, in vita mia.<br />
Non avrò una pensione.<br />
Non conoscerò mai l'emozione di una tredicesima (né di una sicurezza: precaria in tutto e per tutto, come la salute).<br />
Sono preparata. Mi sbatto, per il mio lavoro.<br />
Se non fossi malata, immagino che avrei fatto carriera.<br />
Ma devo limitarmi a immaginarlo.<br />
<br />
<b>La vita sociale</b>, per esempio.<br />
Ora sto meglio e posso permettermi qualche gitarella vacanziera, ma per molti anni sono stata costretta a starmene tappata in casa. Tutto il santo giorno.<br />
Da sola, mentre mio marito lavorava. E facendo a mia volta un lavoro solitario.<br />
La solitudine è molto diminuita grazie all'avvento dei social - che io, visto che conoscete la mia data di nascita lo sapete - ho vissuto in prima linea.<br />
Ma fa comunque parte della mia vita. E ne farà sempre parte.<br />
Credo sia la cosa più dura da accettare.<br />
Si pensa che siano il dolore e il malessere, ma non è così. Piuttosto, si tratta di ciò di cui ti privano.<br />
<br />
Tutte queste cose, alle quali ho dovuto rinunciare, hanno a loro volta delle conseguenze.<br />
Ancora una volta, non sto a elencarvele: sarebbe noioso per me e per voi.<br />
Ma non ho finito. Ho ancora qualcosa da dirvi.<br />
Siate gentili. Siate compassionevoli. Sorridete alle persone che incrociate per strada.<br />
Aiutate chi è in difficoltà.<br />
Fermatevi.<br />
Se avete la salute, siete davvero liberi.<br />
Usate quella libertà per rendere il mondo un posto migliore, anche solo un pochino.<br />
Io e tutti gli altri, tutti quelli rinchiusi negli ospedali e bloccati nei loro letti, ve ne saremo grati.<br />
Insieme a tutte le anime libere rinchiuse in una gabbia da chi, quella gentilezza e quella compassione, non ha mai saputo trovarle.Chiara Polihttp://www.blogger.com/profile/17688180410147827961noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-1709962432920185600.post-68663229534576771642018-11-14T09:51:00.001+01:002018-11-14T10:07:18.879+01:00Ciao Patata<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDIUy2riCNR-sTkDKOmNZka0fKat9lB3JJlU8Rzr0IRZda3uH6WWg46mNZvJUyg-pJf9LWhsLwHiag7fDqnEWc_5kaOZAG1-BD215d5eBSvR7UM6zlKUTW2nC5RE0oqs8eCW7gwZqvIcs/s1600/image1.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1600" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDIUy2riCNR-sTkDKOmNZka0fKat9lB3JJlU8Rzr0IRZda3uH6WWg46mNZvJUyg-pJf9LWhsLwHiag7fDqnEWc_5kaOZAG1-BD215d5eBSvR7UM6zlKUTW2nC5RE0oqs8eCW7gwZqvIcs/s400/image1.jpeg" width="400" /></a></div>
Sei arrivata nel pomeriggio del <b>22 dicembre 2016</b>.<br />
Le ragazze di Animalibera, quegli<b> angeli </b>che ti avevano fatta arrivare dal canile lager in cui stavi morendo, ti hanno portata da noi dopo averti fatto un bagnetto, infilata in un maglioncino rosa nuovo di zecca, per tenerti al caldo.<br />
Perché eri quasi senza pelo, divorata dalla dermatite.<br />
Sei stata abbandonata, picchiata, massacrata. Tanto da perdere un occhietto.<br />
Sei stata in una casa, e poi randagia, e poi rinchiusa. Per crimini mai commessi.<br />
Sei arrivata terrorizzata, timidissima.<br />
Hai sofferto tanto la <b>fame</b>.<br />
Sei sopravvissuta al cancro, alle botte, alla paura.<br />
Hai<b> cambiato</b> le nostre vite.<br />
Ci hai dimostrato quanto sia importante <b>adottare i cani anziani</b>, quelli che nessuno vuole perché sono "difettati".<br />
In te avevo riposto il mio cuore. La mia forza. Le mie speranze per un futuro migliore.<br />
Un anno, dieci mesi e diciannove giorni dopo il tuo arrivo, <b>sei morta</b> fra le mie braccia.<br />
Dopo mezza giornata di sofferenze atroci.<br />
Ti hanno strappata al mio amore, nel giro di <b>6 ore</b> il mio mondo è crollato.<br />
Mi manca il fiato.<br />
Mi mancano i nostri piccoli grandi<b> rituali</b> quotidiani. Le coccole continue.<br />
Mi dicevano che ti viziavo troppo.<br />
Certo che lo facevo: avevi passato i primi 11 anni della tua vita senza amore, e dovevamo <b>recuperare</b>.<br />
Sono contenta di averti viziata.<br />
L'avrei fatto ancora di più, sapendo che il nostro tempo insieme sarebbe stato così breve.<br />
Sono ancora incredula.<br />
La nostra separazione forzata è stata improvvisa, inattesa, fulminea.<br />
Non riesco a non pensare che forse avrei potuto guadagnare un'ora, anche se non sarebbe cambiato nulla.<br />
Non riesco a non pensare che forse non ti ho protetta.<br />
Non riesco a non pensare che forse è stata colpa mia.<br />
Non riesco a smettere di <b>pensare a te</b>.<br />
Un piccolo, grande cane saggio. Che stava imparando di nuovo a fidarsi delle persone, ad amare le passeggiate, a prendere confidenza con il parco.<br />
Un piccolo, grande cane che la vita mi ha portato via troppo presto, e in modo troppo doloroso.<br />
<b>Ciao Patata</b>.<br />
Sei stata il mio amore grande.<br />
Grandissimo.<br />
Lo sarai per sempre.<br />
La tua mamma bipede.Chiara Polihttp://www.blogger.com/profile/17688180410147827961noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-1709962432920185600.post-57739215116349761722018-11-03T13:15:00.001+01:002018-11-03T13:15:23.230+01:00Quando la realtà morde<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0lwdyi1sT-PHIet-Ec-ke3q0bgCjtQMzlvYA5Yo6Bmz1DfaWiujs52b9ptlJ4Mv2laBF33Tdy0I_6P6PY2vRWDDcOSqTQPmMhDob2zP0c7FuHovY4O8TQpegQMmvPvuq9yoioXU7Ok74/s1600/6ecd3f23-dfbd-4af1-af0e-9540bcb3422a.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1175" data-original-width="1189" height="197" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0lwdyi1sT-PHIet-Ec-ke3q0bgCjtQMzlvYA5Yo6Bmz1DfaWiujs52b9ptlJ4Mv2laBF33Tdy0I_6P6PY2vRWDDcOSqTQPmMhDob2zP0c7FuHovY4O8TQpegQMmvPvuq9yoioXU7Ok74/s200/6ecd3f23-dfbd-4af1-af0e-9540bcb3422a.jpg" width="200" /></a></div>
Sono a letto da un po', con una bella recidiva.<br />
La salute non è il mio forte, non è una novità. Ma per la prima volta, ho pensato al modo in cui ha influenzato la mia vita. Senza "incolparla" per ciò che non ho mai potuto fare.<br />
Mi ha fatto solo pensare...<br />
Ed è successo grazie a un<b> film</b>.<br />
Stavo facendo zapping e mi sono imbattuta in <b>Reality Bites</b> (Giovani, carini e disoccupati: un affettuoso "shame on you" al traduttore del titolo).<br />
Era l'estate del 1994.<br />
Mi stavo diplomando e avevo appena capito cosa volevo fare nella vita: studiare Cinema.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
All'epoca non c'era ancora un corso di Laurea specifico, si trovavano soltanto indirizzi e specializzazioni nel settore in qualcuno fra i corsi tradizionali.<br />
Il più vicino era a Milano, nel corso di laurea in Lingue dell'Università Cattolica.<br />
E proprio a Milano, andai al cinema a vedere l'esordio di<b> Ben Stiller</b> alla regia di un lungometraggio.<br />
Lelaina (Winona Ryder) sta girando un<b> documentario</b> sui suoi amici. Le loro storie, quelle di un gruppo di giovanissimi neolaureati, parlano di tutto ciò che contava all'epoca, indipendentemente dalla nostra nazione d'appartenenza.<br />
Il sogno di una<b> carriera </b>che ci rendesse felici e al tempo stesso ci garantisse l'<b>indipendenza </b>economica, la<b> paura</b> delle malattie sessualmente trasmissibili, le difficoltà di raccontare ai nostri genitori e ai nostri amici la nostra <b>vera identità</b>.<br />
Tematiche universali, per i twenty-something di tutto il mondo. Me inclusa.<br />
In <b>Reality Bites</b> - io l'ho sempre chiamato così, perché il titolo italiano non era solo sciocco, era anche furbescamente fuorviante - c'era tutto questo.<br />
Il <b>tradimento </b>dei sogni da parte del mondo reale. La<b> cultura giovanile </b>basata su certi film e certi letture, e nella quale la mia generazione si riconosce pienamente. La <b>musica</b> - avevo comprato la colonna sonora e la conoscevo a memoria - e un gruppo di giovani attori che rispecchiavano ciò che volevamo essere, e ciò che assolutamente <b>non </b>volevamo diventare.<br />
Noi eravamo la MTV generation, ma non sapevamo che il mondo ci stava già trasformando in qualcosa di completamente diverso.<br />
In un prodotto commerciale, vendibile, che non raccontava più i valori universali della musica, dell'amore e dell'amicizia nei quali ci identificavamo, bensì la <b>frenesia</b> del consumismo, lo spettro del <b>fallimento</b>, la mancanza di ideali e il senso di <b>smarrimento</b> di chi non sa davvero quello che vuole.<br />
Non a caso, Reality Bites è questo: il titolo del documentario di Lelaina una volta passato nelle mani della TV commerciale che si rivolge proprio a quei giovani.<br />
Quello che il network aveva preso,<b> rimontato</b> ignorando ore e ore di girato e selezionato dal<b> suo </b>punto di vista, non erano i nastri del documentario di Lelaine: erano le nostre vite, i nostri sogni e tutte le nostre aspirazioni.<br />
L'ho saputo con certezza, appena iniziato a rivedere il film dopo vent'anni.<br />
I miei, di sogni. La mia, di vita. Le mie amate aspirazioni.<br />
Sapevo cosa volevo fare, ma non sapevo ancora che la malattia me l'avrebbe impedito.<br />
Oggi - proprio oggi, in questo momento - mentre la malattia mi sta impedendo, di nuovo, di fare ciò che vorrei, ho capito una cosa.<br />
La mia vita è andata come doveva andare.<br />
Non sono una che crede che "Dio" - o chi per esso - ci sottoponga solo prove che siamo in grado di affrontare. Però penso che ciò che affrontiamo - perché<b> scegliamo noi </b>di farlo, anziché intraprendere vie più facili - ci renda <b>le persone che siamo</b>.<br />
E io - oggi, in questa brutta giornata - ho avuto <b>un'illuminazione</b>: le mie malattie croniche e la loro pressoché totale influenza sul mio destino personale, lavorativo e famigliare, sono la ragione per la quale io sono io.<br />
Già.<br />
La bella notizia? Sono <b>fiera</b> di me stessa, tutto sommato. Piuttosto fiera.<br />
E magari, da oggi - proprio in questa brutta giornata - ne sarò maggiormente <b>consapevole</b> e troverò nuova forza per sopportare le altre brutte giornate.<br />
Perché la realtà morde... Ma ogni morso ci rende<b> più forti</b>.Chiara Polihttp://www.blogger.com/profile/17688180410147827961noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1709962432920185600.post-15492508466228736942018-06-23T20:46:00.000+02:002018-06-23T20:47:04.211+02:00Ipocrisia, porta(te)li via: lettera aperta a quelli che non si fermano<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyl7uBinGAgH8BEIq15PK5iHx1rEpcNwvqcBjgS1pT3Jqb9_fNuDNuWsKaEd6dIFTJxeOgmc6apXZM-AY32YODzuQGDUGMy6L6udcjm-7o1_65iOSblrjqrZ7X_vUHhWcYy4L82UtxNE0/s1600/image1+2.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="480" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyl7uBinGAgH8BEIq15PK5iHx1rEpcNwvqcBjgS1pT3Jqb9_fNuDNuWsKaEd6dIFTJxeOgmc6apXZM-AY32YODzuQGDUGMy6L6udcjm-7o1_65iOSblrjqrZ7X_vUHhWcYy4L82UtxNE0/s200/image1+2.jpeg" width="150" /></a></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-stretch: normal; line-height: normal;">
Ammetto che è un po' lunga, questa lettera. Necessita di qualche premessa ma ci arrivo, al punto, se avete voglia di seguirmi.</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-stretch: normal; line-height: normal;">
Cominciamo.</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-size: 12pt;">Questo cagnolino anziano e un po’ confuso in foto era in giro oggi, vicino a una strada trafficata dove raramente si rispetta il limite di velocità.</span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-size: 12pt;">Ovviamente, <b>nessuno</b> fra i molti automobilisti, ciclisti, runner e passanti si è fermato per leggere la targhetta che aveva al collo e impedire che finisse sotto a una macchina. Nessuno, tranne noi. Io e il coniuge.</span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-size: 12pt;">Il numero era illeggibile, il piccolo terrorizzato - ringhiava e abbaiava, non si faceva avvicinare - e a forza di aspettare abbiamo trovato un signore a passeggio col suo cane che lo conosceva. Si trattava di un altro di quei cagnolini abitualmente in giro da soli, con buona pace di proprietari poco attenti. Per non dire altro.</span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-size: 12pt;"></span></div>
<a name='more'></a><br />
<div style="font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-family: "helvetica"; font-size: small;">Risolto l'enigma, abbiamo aiutato una signora che si era persa e ci siamo fermati - noi, e solo noi - per controllare che un bambino piccolo </span><span style="font-family: "helvetica";">apparentemente</span><span style="font-family: "helvetica"; font-size: small;"> solo <b>non fosse realmente solo</b> (mamma si faceva beatamente i cazzi suoi al cellulare svariate decine di metri prima, mentre il piccolo si avvicinava all'attraversamento pedonale: l'avrebbero visto arrivare? Si sarebbe fermato? Sarebbe finito sotto un'auto? Fortunatamente, <b>non abbiamo dovuto scoprirlo</b>).</span></div>
<div style="font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-family: "helvetica"; font-size: small;"><br /></span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-size: 12pt;"><b>Morale della favola</b>: io e il coniuge finiamo per dare una mano a qualcuno - dal ciclista incapace di cambiarsi una camera d’aria al piccione ferito, dal cane abbandonato o smarrito alla runner che si perde i documenti - almeno una volta alla settimana. Per tutto l’anno.</span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-size: 12pt;">Ora. Statisticamente parlando, sapete questo cosa significa?</span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-size: 12pt;">Facile: che <b>c’è sempre qualcuno</b> - persona o animale - <b>da aiutare</b>.</span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-size: 12pt;">Basta uscire di casa, per vederlo. A volte nemmeno quello: si sente chiamare aiuto anche stando in casa.</span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-size: 12pt;">Andando in giro, naturalmente, le "opportunità" sono di ogni genere. Se ne vedono di tutti i colori. </span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-size: 12pt;">Come quella insegnante, minacciata con una siringa insieme ai suoi due bambini, nella via principale di Seriate, che <b>chiedeva disperatamente aiuto</b> senza che nessuno si fermasse. <b>Risultato</b>: tanta paura e la sua auto rubata. In mezzo alla gente.</span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-size: 12pt;">Ma <b>chi se ne frega</b>, no?</span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-size: 12pt;">Voglio dire: mica era la vostra auto. Mica erano i vostri bambini, quelli terrorizzati. Tutto bene, dunque.</span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-size: 12pt;">Se non fosse che poi, però, volete <b>aprire i porti</b>.</span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-size: 12pt;">Andate a <b>manifestare</b> perché migliaia di sconosciuti vengano fatti entrare nel Paese, curati, assistiti e alloggiati fino a che le pratiche per l’asilo politico saranno espletate (in 90 casi su 100 con esito negativo, e dopo qualche anno).</span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-size: 12pt;">Allora no. Manifestare è un diritto, certo. Ma in questo caso, non di chi non si ferma. Non di chi <b>non aiuta</b> qualcuno a un palmo dal suo naso.</span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-size: 12pt;">Sapete perché volete aprire i porti? Per un solo, semplicissimo, banale motivo.</span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-size: 12pt;">Perché <b>non dovete occuparvene voi</b>, di quelle persone. Ci penserà qualcun altro.</span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-size: 12pt;">Così come <b>qualcun altro </b>si occuperà (?) delle donne e dei bambini in pericolo, dei cagnolini abbandonati, delle anziane in difficoltà e degli animali feriti.</span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-size: 12pt;">Del resto, viviamo in un Paese in cui le donne - è capitato ripetutamente, a Milano come a Roma - vengono stuprate in pieno giorno senza che nessuno muova un dito. </span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-size: 12pt;">Regola numero uno: farsi i fatti propri e tirare dritto.</span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-size: 12pt;">Poi, però, volete aprire i porti...</span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-size: 12pt;"><br /></span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-size: 12pt;">A manifestare per aprire i porti, avrebbero dovuto esserci<b> gli operatori delle Onlus e i volontari </b>che li assistono, quelli che arrivano dal mare.</span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-size: 12pt;">E non certo chi, fra voi, non si ferma per degnare di uno sguardo neanche donne e bambini in difficoltà a cui passa davanti. Fingendo di non vederli.</span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-size: 12pt;">Statistiche alla mano, purtroppo chi fra voi si comporta così è... La stragrande maggioranza.</span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-size: 12pt;">Ecco quindi la proposta.</span></div>
<div style="font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-family: "helvetica"; font-size: small;">Invece di farneticare di porti aperti, come veri ipocriti, impegnatevi davvero. Mostrate di essere </span><b style="font-family: Helvetica; font-size: 12pt;">solidali, virtuosi e altruisti </b><span style="font-family: "helvetica"; font-size: small;">con qualcosa di serio: </span><b style="font-family: Helvetica; font-size: 12pt;">fermatevi</b><span style="font-family: "helvetica"; font-size: small;"> per chi ha bisogno proprio davanti ai vostri occhi.</span></div>
<div style="font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-family: "helvetica"; font-size: small;">Smettetela di pensare che "si fermerà qualcun altro", perché lo fanno quasi tutti.</span></div>
<div style="font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-family: "helvetica"; font-size: small;">Quasi, per fortuna.</span></div>
<div style="font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-family: "helvetica"; font-size: small;">Ma se il numero di chi si ferma aumentasse, ne trarremmo un enorme beneficio: aumenterebbe il numero di brave persone in giro. </span></div>
<div style="font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-family: "helvetica"; font-size: small;">Così brave che, quando sarete voi che tirate dritto, ad averne bisogno, si fermeranno anche per voi.</span></div>
<div style="font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-family: "helvetica"; font-size: small;">Il mondo si cambia un giorno alla volta. Nel nostro piccolo.</span></div>
<div style="font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-family: "helvetica"; font-size: small;">Evitando di gettare i rifiuti per terra. Scegliendo consapevolmente cosa consumare. Regalando una parola gentile e due chiacchiere all'anziano che si sente solo e ci "attacca bottone". E, soprattutto, fermandoci per aiutare chi è in difficoltà. Chiunque sia. E a qualsiasi <b>specie animale</b> appartenga...</span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; font-stretch: normal; line-height: normal;">
<span style="font-size: 12pt;">#iomifermo</span></div>
Chiara Polihttp://www.blogger.com/profile/17688180410147827961noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-1709962432920185600.post-71275881262058508022018-04-13T10:35:00.001+02:002018-04-13T10:39:39.836+02:00Camminare, passeggiare, portare a spasso il cane: GIURO, si può (e deve) fare senza smartphone<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdjqafFHkt8mgW4ruwr5V9O11PpkEWU4EUh7kZpoPThzhCL5E2N14WG5C8_IpPkbqi5gYMtOh6aUK1owcNOCfgNNZgH75cicqB4kTVtAAHSDa4MfVm5RM3mqa95ApV6DLm12T2rKRO1tU/s1600/image1+2.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="960" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdjqafFHkt8mgW4ruwr5V9O11PpkEWU4EUh7kZpoPThzhCL5E2N14WG5C8_IpPkbqi5gYMtOh6aUK1owcNOCfgNNZgH75cicqB4kTVtAAHSDa4MfVm5RM3mqa95ApV6DLm12T2rKRO1tU/s200/image1+2.jpeg" width="200" /></a></div>
Ho iniziato a farci davvero caso quando, grazie al drastico cambiamento nella mia cura, la mia vita è cambiata tanto da consentirmi di trascorrere molto tempo all'aperto.<br />
In bicicletta o a piedi.<br />
Forse l'ho notato dopo anni <b>costretta in casa</b>, anni in cui anche solo un giretto in centro città diventava un'impresa titanica. O forse ci faccio caso perché, ancora oggi, la <b>bellezza</b> dei luoghi che mi circondano mi stupisce. Chissà.<br />
Fatto sta che ci penso da un po': non vedo altro che gente - intenta a passeggiare, camminare (più o meno sportivamente) e portare a spasso il cane - con gli occhi incollati sullo smartphone.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
Mi ha colpita molto una ragazza, la settimana scorsa, che mentre il suo cagnolino<i> tirava disperatamente</i> per avvicinarsi a un albero e annusarlo - senza riuscirci perché il guinzaglio non glielo consentiva - non si accorgeva di nulla, impegnata a fare chissà cosa con il telefono.<br />
Ero in giro anche io con i miei cani e, mentre loro salutavano un "collega" al guinzaglio, l'ho tenuta d'occhio: la scena si è prolungata per almeno 5 minuti prima che lei rivolgesse al cane la sua attenzione.<br />
<br />
Così ho pensato a cosa faccio io quando porto a spasso i cani: <b>porto a spasso i cani</b>.<br />
Il che significa - cosa che a me pare assolutamente normale, ma evidentemente non è così per tutti - che presto loro attenzione. Anzi, sono completamente concentrata su di loro perché è il loro momento, la loro passeggiata, la loro preziosa uscita quotidiana.<br />
Quindi <b>non li perdo mai di vista</b>: non sono una che può "non accorgersi" che il suo cane ha sporcato, fingendo indifferenza e lasciando il ricordino in bella vista. Io raccolgo. Sempre. Da diciassette anni. E <b>gradirei moltissimo </b>che tutti facessero altrettanto. Mi parrebbe giusto il minimo, incivili zozzoni che non siete altro!<br />
<br />
E ancora: se c'è un odore particolare che attrae i miei cani, io consento loro di esplorarlo.<br />
Ripeto, in caso non fosse chiaro:<b> sto portando a spasso i cani</b>, e i cani non hanno solo bisogno di muoversi, hanno anche bisogno di annusare in giro, di arricchire la loro "collezione" di odori, di salutare gli altri cani che incontrano. Si chiama <b>socializzazione</b>.<br />
Certo: non si può andare d'accordo con tutti, ma con molti sì. Quindi almeno una fase esplorativa andrebbe fatta. A meno che l'altro bipede non abbia fretta, o paura, e trascini il suo cane via dai miei. Poco male: io sto comunque portando a spasso i cani...<br />
Impartisco loro i comandi necessari, sto attenta se vedo che s'innervosiscono perché sta arrivando un altro cane minaccioso, cerco di prevenire i comportamenti da evitare.<br />
Ma sono una della poche. Non l'unica, grazie al cielo.<br />
<br />
Fatto sta che, sulle ciclabili, quando sono in bicicletta devo sempre dare una voce a quelli che camminano in mezzo - <i>perché esistono solo loro</i> - e non mi vedono arrivare poiché stanno guardando il telefonino...<br />
La stessa coda mi succede anche a piedi: sono<b> io</b> che devo stare attenta a evitare quelli che vanno storti perché sono troppo presi dallo smartphone.<br />
Ho già scritto, in passato, di questa mania di non guardarsi più in giro, ma torno sull'argomento perché mi sta a cuore.<br />
Passeggiare all'aria aperta è così bello che, anche quando lo si fa solo per uno spostamento necessario (che so, per lavoro o per qualche impegno che non ci fa impazzire, tipo andare dal dentista), è l'occasione per guardarsi intorno. Indipendentemente da dove ci troviamo, ma a maggior ragione se siamo in centro, o in Città Alta a Bergamo - dove si può godere sempre di uno splendido panorama - o su una ciclabile in mezzo al verde.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikYcLil8q0HFkNTTZ_jdHqrrdltG2PetH01CAXwDW4q6DtbIqu_LGRPqH-oXMqFvaTx6u00WKZtiLLCsM25tk19p5DIc0ZQmw820VjVOmIEF1wxXDV6xhNcqf8SloVd0ZuO-mUgjnVGE4/s1600/image1.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="640" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikYcLil8q0HFkNTTZ_jdHqrrdltG2PetH01CAXwDW4q6DtbIqu_LGRPqH-oXMqFvaTx6u00WKZtiLLCsM25tk19p5DIc0ZQmw820VjVOmIEF1wxXDV6xhNcqf8SloVd0ZuO-mUgjnVGE4/s320/image1.jpeg" width="320" /></a></div>
Intendiamoci: non voglio lamentarmi di chi vive con gli occhi incollati a uno schermo. E poi <b>io ce l'ho sempre, il telefono, quando esco</b>. Sempre. Per sicurezza. Per aggiornare le amiche che mi raggiungono per camminare, o mio marito che mi sta venendo incontro. Per essere reperibile sempre se qualcuno ha bisogno di me. E per la sua funzione principale durante le uscite all'aperto: scattare foto degli splendidi panorami che posso ammirare. Le foto sono irrinunciabili.<br />
<br />
Voglio solo ribadire due concetti che ritengo fondamentali:<br />
1) Se state portano a spasso il vostro cane, o passando del tempo con i vostri bambini, <b>sarebbe fantastico</b> se li guardaste. Sia i cani che i bambini. Per loro, ma anche per voi. Evitereste di farmi inchiodare perché, mentre voi giocate a CandyCrush, il vostro bambino di tre anni è corso avanti di cinquanta metri e sbuca da una curva, contromano, mentre io arrivo in bicicletta. Tanto per fare un esempio.<br />
2) Non capirò <b>mai </b>cosa vi spinga a non guardarvi in giro. Forse siete fortunati e non siete mai stati malati, quindi non sapete cosa voglia dire non potervi godere l'aria aperta, l'odore della pioggia o il tepore del sole. Forse state vivendo una situazione difficile sulla quale vi state tenendo aggiornati - e ci sta - ma non potete trovarvi <b>tutti </b>in queste condizioni. Magari sta giocando la vostra squadra mentre siete "obbligati" a passeggiare coi bambini sulla ciclabile la domenica, ma anche in questo caso c'è un'alternativa: la vecchia, cara, mitica radiolina vi permette di guardarvi in giro.<br />
Insomma: se state guidando, state guidando. Dovete prestare attenzione e mettere da parte lo smartphone. Ma vale anche se siete in giro a piedi, o con un cane al guinzaglio: non solo vi perdete qualcosa, ma state anche compromettendo la passeggiata per chi è con voi.Chiara Polihttp://www.blogger.com/profile/17688180410147827961noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-1709962432920185600.post-10171016075922945202018-02-12T08:34:00.000+01:002018-02-12T08:35:11.247+01:00L'arte della disciplina e le pillole magiche<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyAgooe8naw8AAa5YS-UwwG8B_YNqECe6C3PQFpElObq0RV_HNb4425Et-lpo6ao18vsO_BiiW7wNcg6SBZ8vyWvEMiNgmPfohA4ySuKieo2CM41Cg3Kf-Zr-1Fbw23-0D8hX9Do8Supc/s1600/image1.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1079" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyAgooe8naw8AAa5YS-UwwG8B_YNqECe6C3PQFpElObq0RV_HNb4425Et-lpo6ao18vsO_BiiW7wNcg6SBZ8vyWvEMiNgmPfohA4ySuKieo2CM41Cg3Kf-Zr-1Fbw23-0D8hX9Do8Supc/s320/image1.jpeg" width="215" /></a></div>
Ci penso da parecchio tempo, da quando il mio profilo Instagram è letteralmente invaso da foto come quella che vedete qui accanto: tanti, troppi <i>Signor Nessuno</i> che - sostengono - hanno perso facilmente peso <b>"mangiando e senza sacrifici"</b> e sono pronti a farti <b>"cambiare vita"</b>.<br />
Gente senza lauree specialistiche, studi specifici, formazione medica di qualche genere (qualifiche: lifecoach, mamma (!), influencer, lifestyler...).<br />
Gente, semplicemente, sponsorizzata da produttori di <i>"bibitoni"</i>, di (discutibili) <i>"integratori brucia grassi"</i> e di millantati <i>"prodotti naturali al 100%"</i>.<br />
A colpirmi, però, non è tanto l'abbondare di questi <b>guru improvvisati</b>, né i loro annunci quasi sempre sgrammaticati (qual<b>'</b>è, perdere <b>K</b> - ma che è? Velocità di navigazione?, rinunc<b>i</b>e...). No. A colpirmi sono le centinaia di <b>risposte </b>di persone - uomini e donne, indistintamente - che chiedono informazioni e sono disponibili a partecipare al programma.<br />
Prendetevi 5 minuti e date retta a una - malata cronica da vent'anni - che ha <b>perso 50 kg</b>.<br />
Disfunzioni tiroidee (ce l'ho!) e problemi farmacologici (ce l'ho!) a parte, la ricetta per perdere peso è una sola: <b>disciplina</b>.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
Mangiare sano e fare attività fisica è l'unico modo per tenersi (o rimettersi) in forma senza brodaglie, pilloline magiche o integratori miracolosi.<br />
Non è una novità: lo sappiamo tutti, da decenni. Altrimenti, se i metodi miracolosi funzionassero, saremmo tutti <b>perfettamente in forma</b>, no?<br />
Attenzione, però: <b>non sono qui per dirvi</b> come dovete mangiare e quali e quanti sport dovete praticare. Lungi da me. Non sono mica un medico, io.<br />
Sono qui solo per dirvi di<b> stare alla larga dai ciarlatani </b>e di affidarvi a medici nutrizionisti, dietologi e preparatori atletici seri. <i><b>Professionisti</b></i>. Punto.<br />
Ne va della vostra salute, e <a href="http://chiarapoli.blogspot.it/2015/04/con-la-salute-non-si-scherza.html" target="_blank">con la salute non si scherza</a>.<br />
<br />
Lo so bene, io, che ieri sono riuscita a fare un giretto in bici dopo tre settimane, e una bella passeggiata nel bosco con i miei amici dopo non so più quanti giorni da reclusa.<br />
Una delle mie malattie croniche, e sono <i>tante</i>, è in fase acuta (prevista, per un necessario cambio di terapia farmacologica) da più di due mesi. Questa appartiene alla categoria delle <b>M.I.C.I</b>.: Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali. Alias, RCU e Morbo di Crohn. E, fidatevi di una che ne soffre da vent'anni, qui c'è poco da fare gli spiritosi e assumere bibitoni.<br />
Ieri - la <b>giornata mondiale del malato</b> - ho lottato (perché <i>sentivo</i> di potercela fare, decidendo di non arrendermi alla debolezza e al dolore) per portare a casa dei risultati. Ci sono riuscita.<br />
Ho fatto attività fisica, sono stata all'aria aperta, mi sono divertita.<br />
Oggi non potrò farlo, perché da mezzanotte (e sono appena le 8 di mattina) ho già avuto qualcosa come venti coliche e al momento i dolori sono francamente insopportabili.<br />
<br />
<i>Eppure, </i>li sopporto. <b>Senza</b> antidolorifici o antinfiammatori, che non posso assumere da ormai vent'anni.<br />
Li sopporto con l'unico strumento che funziona quando non puoi assumere un banale cachet, <b>la disciplina</b>.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQO_TevG-mr_hp0Xom12v4uIjaGc8PtS49ZRgvU110BOtEFJbdMtGP6g7OwLKaFdbug759XqgFalEbGmRf1Yj4_rgJXeR9gVBTl5wnvs2sw8eeNWvVqLLmE1ba11aFyQ8XVbokQOWYyl8/s1600/image2.jpeg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1280" data-original-width="811" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQO_TevG-mr_hp0Xom12v4uIjaGc8PtS49ZRgvU110BOtEFJbdMtGP6g7OwLKaFdbug759XqgFalEbGmRf1Yj4_rgJXeR9gVBTl5wnvs2sw8eeNWvVqLLmE1ba11aFyQ8XVbokQOWYyl8/s320/image2.jpeg" width="202" /></a></div>
figuriamoci una "pillola magica": <br />
La disciplina è ciò che mi permette di andare avanti.<br />
L'ho imparata a caro prezzo.<br />
L'ho esercitata nell'arco dei miei tredici ricoveri ospedalieri da malata cronica.<br />
L'ho appresa ciarlatano dopo ciarlatano, raggiungendo il Sacro Graal del malato cronico: la capacità di distinguere un bravo medico da uno che vende aria fritta.<br />
C'ho messo vent'anni, e ho pagato a caro prezzo le scelte sbagliate.<br />
Vi ho<a href="http://chiarapoli.blogspot.it/2017/10/7-anni.html" target="_blank"> già raccontato</a> una parte di questa storia.<br />
Oggi voglio raccontarvi l'unica parte che conta davvero: <b>prendetevi cura di voi stessi, sempre</b>.<br />
Ma fatelo <b>consapevolmente</b>: non esistono scorciatoie, né per la salute né per altro.<br />
O meglio: esistono, ma una volta imboccate vi potrebbero portare a gravi conseguenze.<br />
Conseguenze <b>irrimediabili</b>.<br />
<br />
Perciò, date retta a una che ha provato sulla propria pelle un'infinità di ricette sbagliate: affidatevi solo a professionisti, e anche fra i professionisti imparate a riconoscere le persone preparate da quelle che non sanno di cosa stanno parlando.<br />
Perché se spendete 130€ per una prima visita con una <b>nutrizionista molto in voga</b>, le portate la documentazione di tutte le vostre patologie croniche e le segnalate ogni intolleranza alimentare per poi ricevere un piano nutrizionale che le contiene TUTTE, magari mettetevi l'anima in pace sui soldi spesi e cambiate aria.<br />
Perché sbagliando s'impara, e quando si tratta della vostra salute, gli sbagli hanno un <b>peso specifico</b> davvero molto importante.<br />
Disciplina significa anche questo: darsi delle regole ferree per impedire che altri ciarlatani si mettano a pasticciare con la propria vita.<br />
Con la mia, di vita, l'hanno fatto per molti anni. Quando ho sviluppato la prima malattia cronica autoimmune ero solo una bambina. Terrorizzata dall'enormità dell'etichetta "malata cronica" che mi era appena piovuta addosso.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEflftx6M6AqkL-J9twXNAV90qL6miorXxE92kcgJukXbw6afElqCIjmIPzzXFkdq5hhpFd3szaiy3aETQ40bX-pb0XWaE4H2Aab28EurahiVsQDHaZMA6JHsvhVRAs1IyzgxW-JUUVcY/s1600/image3.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="966" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEflftx6M6AqkL-J9twXNAV90qL6miorXxE92kcgJukXbw6afElqCIjmIPzzXFkdq5hhpFd3szaiy3aETQ40bX-pb0XWaE4H2Aab28EurahiVsQDHaZMA6JHsvhVRAs1IyzgxW-JUUVcY/s320/image3.jpeg" width="193" /></a></div>
Ho commesso molti errori, affidandomi alle persone sbagliate, ma non posso rimediare.<br />
E non posso nemmeno biasimarmi: ero giovane, le cure e la diagnostica erano al livello in cui erano, vent'anni fa. Ho avuto sfortuna. <b>Capitolo chiuso</b>.<br />
Ora, però, non sono più una ragazzina. Ho imparato dai miei errori, da quelli dei medici che affermavano di curarmi mentre facevano solo danni irreparabili e ho capito <b>due cose</b>.<br />
Due cose che tutti i malati cronici, e tutte le persone che abbiano affrontato una malattia lunga e importante, sanno benissimo: 1) non esiste nessuna pillola magica, non esiste nessuna scorciatoia.<br />
E: 2) nella malattia come nella preparazione atletica, nel percorso verso un migliore stato di salute come in quello verso condizioni fisiche migliori, c'è solo una cosa che funziona davvero: la disciplina.<br />
Sarete <b>voi </b>a stabilire la vostra. A seguirla, modificarla e aggiornarla anno dopo anno.<br />
Sarete voi, a doverla seguire... E sarete voi, e soltanto voi, a <b>raccoglierne i frutti</b>.Chiara Polihttp://www.blogger.com/profile/17688180410147827961noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1709962432920185600.post-51845853161546161412018-02-02T08:45:00.001+01:002018-02-02T08:45:29.958+01:00Inquinare, meglio<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0NOmrwr0oBWkg3DP6ZrOi-0NE_kHAcre5k_HchlG6gRcjWj5pP9u2WGhktsr998LPNc5Rpd_9SETwLnIoiWqibbIQdQ3tmNDkRjoZ4V2inIYMV1BjgLu9aQ9EihYgfo6AWSq8SBApUB4/s1600/27066793_10212655153508531_7135541107504963221_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="960" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0NOmrwr0oBWkg3DP6ZrOi-0NE_kHAcre5k_HchlG6gRcjWj5pP9u2WGhktsr998LPNc5Rpd_9SETwLnIoiWqibbIQdQ3tmNDkRjoZ4V2inIYMV1BjgLu9aQ9EihYgfo6AWSq8SBApUB4/s320/27066793_10212655153508531_7135541107504963221_n.jpg" width="320" /></span></a><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Se mi seguite, sapete che la politica non è esattamente il mio argomento preferito... Ma anche che quando un post a riguardo ci vuole, <b>ci vuole</b>.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ho taciuto di fronte allo spiritoso manifesto elettorale che diceva "basta" alle polveri sottili, diffuso da chi le ha fatte aumentare a dismisura.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Sono stata zitta e buona al cospetto delle "sparate" su giornali e TV relative all'<a href="http://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/legambiente_smog_39_citta_fuorilegge_mal_aria_roma_salva-3514600.html" target="_blank">inquinamento lombardo</a>, che sarebbe (<i>adesso</i>, in campagna elettorale, <i>mica prima</i>) il risultato di una gestione regionale disattenta. Quando i dati indicano in altri la responsabilità.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ma stamattina, trovandomi a leggere l'ennesima uscita insensata relativamente all'acquisto di un'<b>auto ibrida</b>, ho deciso di fare una riflessione.</span><br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ho sempre amato <b>Bergamo</b>, la mia città. Ci sono nata e cresciuta.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Come molti miei concittadini, amo fare la tradizionale passeggiata sulle Mura la domenica, amo girare in bicicletta per Città Alta e, soprattutto, adoro vedere ogni giorno un panorama che conosco a memoria, e respirare l'aria <b>frescOHWAIT!</b></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ma <b>non c'è più</b>, l'aria fresca!</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Bergamo ha visto peggiorare drasticamente la qualità dell'aria, <a href="https://www.ecodibergamo.it/videos/video/legambiente-2017-altro-anno-nero-per-la-qualita-dellaria_1035176_44/" target="_blank">nel 2017</a>.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Cosa potrà mai essere successo (oltre ovviamente ai cambiamenti climatici<i> causati </i>dall'inquinamento stesso)?</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ve lo spiego subito, perché è stato facile. Sono bastate <b>3 semplici mosse</b>. Dalla più "innocua" alla più deleteria.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">1) Il sindaco Gori ha deciso di dare <b>accesso h24, 7 giorni su 7</b>, a Città Alta a tutte le moto e i motorini (indipendentemente dalla cilindrata).</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Poca roba, direte voi.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Trovatevi in bicicletta una domenica mattina, con la strada chiusa al traffico ma avvolti dalle esalazioni di una trentina di moto d'epoca, poi ne riparliamo.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il passaggio negli orari di chiusura al traffico, prima di Gori, era consentito solo ai cinquantini. Pensate alla <b>quantità</b> di motociclette in più che transitano h24 sulle Mura grazie a questa trovata geniale, incluse appunto quelle più inquinanti.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">E questo dopo aver girato in città con la sua brava bici elettrica per tutta la campagna elettorale, salvo poi - se non ricordo male, ma andrò a verificare - togliere gli incentivi (di una legge regionale...) per l'acquisto delle e-bike una volta eletto.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">2) Dopo anni di stop, dopo una frana nel 2008, dopo una discarica abusiva con condanne che non si capisce bene perché non abbiano portato a rimediare alla situazione, il sindaco Gori ha ripreso in mano il vecchio progetto (oggi a nessuno sarebbe mai venuto in mente di partorire una simile idea) del <b>parcheggio alla Fara</b>.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Trovate tutti i dettagli sulla lunga vicenda un po' ovunque, dai <a href="http://bergamo.corriere.it/notizie/opinioni/17_novembre_19/parking-via-fara-ne-valeva-davvero-pena-4243720a-cdd3-11e7-a3ca-40392580f143.shtml" target="_blank">quotidiani locali</a> a quelli <a href="http://www.repubblica.it/cronaca/2017/09/15/news/bergamo_ancora_problemi_per_il_parcheggio_della_fara_sorge_su_una_discarica_abusiva-175607594/" target="_blank">nazionali</a>.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Vi basti sapere che i lavori stanno scavando nello stesso punto in cui ci fu la frana, che perfino Sgarbi è <a href="https://www.youtube.com/watch?v=GbOgToeFW34" target="_blank">intervenuto più volte</a> pubblicamente per cercare di fermare questo scempio, che il parcheggio avrà circa 500 posti auto, che di fatto IMPEDIRANNO l'usuale chiusura al traffico di Viale Vittorio Emanuele e di Porta San Lorenzo, aumentando drasticamente il traffico in Città Alta.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Da sempre, o almeno da quando sono nata io, la chiusure al traffico rappresentano l'occasione per salire in Città Alta con i mezzi pubblici (su tutti la funicolare), in bicicletta o a piedi.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ma tutto questo sta per finire. Con buona pace di <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/09/12/bergamo-un-maxi-parcheggio-in-citta-alta-pessimo-biglietto-da-visita-per-gori/3850219/" target="_blank">Bergamo Parcheggi</a>, società a maggioranza privata.</span><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZXcPnoGPIBJwcwTKVA6cX7o5_sZGmmp7QZ7t5wG2rvMBlEVxlMNf9ptIXB0Rfl1MVldUM_N9GVD2sHSZQLiAewiOO6d00PcajvpKJ9Sda8q01WatecREAujy-30BYC86_gSRDpX3WLRw/s1600/26231699_10212523410215031_4521081760436054808_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="960" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZXcPnoGPIBJwcwTKVA6cX7o5_sZGmmp7QZ7t5wG2rvMBlEVxlMNf9ptIXB0Rfl1MVldUM_N9GVD2sHSZQLiAewiOO6d00PcajvpKJ9Sda8q01WatecREAujy-30BYC86_gSRDpX3WLRw/s320/26231699_10212523410215031_4521081760436054808_n.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il cielo prima di Gori. Il cielo dopo Gori</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">3) L<b>'aeroporto di Orio al Serio</b>, diventato di fatto in questi anni il terzo scalo milanese, macina record su record. Abbiamo superato i 12 milioni di passeggeri nel 2017 ed è stato approvato un ampliamento per la bellezza di 15.000 metri quadri.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il sindaco Gori è intervenuto direttamente, con le famigerate "nuove rotte" che non solo hanno intensificato il traffico aereo (un aereo - e ne parte uno ogni due minuti, basta guardare - inquina come 600 auto non catalizzate. SEICENTO), ma soprattutto hanno interessato aree ben distanti dall'aeroporto.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ora, cosa mai successa prima, il rombo degli aerei fa tremare i vetri delle abitazioni dall'altra parte della città. Dalle Mura è praticamente impossibile scattare una foto al panorama senza riprendere anche un aereo. </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">C'era un motivo se prima non volavano sopra il centro della città. C'era un motivo se il prezzo delle abitazioni era influenzato dalla vicinanza all'aeroporto, e quelle distanti non godevano di questo "sconto". C'era un motivo se l'aeroporto, costruito nel 1937 (c'è sempre stato, puta caso sta devastando la città solo dopo l'arrivo di Gori), è diventato <a href="https://www.ecodibergamo.it/stories/hinterland/aerei-crescono-i-passeggeri-48il-primato-a-ryanair-orio-terzo-scalo_1239062_11/" target="_blank">il terzo scalo italiano</a> per numero di passeggeri.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlbEPxpq2Wq_imJtwrat48JrwfCrlhlf-iNlsyls_W0KWCir-UQeky7c_KvDmtySKQwH9cSsQldyadFKz6oai2ON5XgseUy4Y72s7-_A7k5GUjmZkFsCgu-8AxuQaOUs_5vJKNFW2AWDs/s1600/27503732_10215674068752910_1003735178799862817_o.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="900" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlbEPxpq2Wq_imJtwrat48JrwfCrlhlf-iNlsyls_W0KWCir-UQeky7c_KvDmtySKQwH9cSsQldyadFKz6oai2ON5XgseUy4Y72s7-_A7k5GUjmZkFsCgu-8AxuQaOUs_5vJKNFW2AWDs/s320/27503732_10215674068752910_1003735178799862817_o.jpg" width="180" /></a><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ora. Mi fa molto piacere che il sindaco abbia ordinato <b>un'auto ibrida</b>, sebbene - e i Paesi del Nord Europa l'hanno capito già da un pezzo - l'unica direzione possibile è quella di <b>ELIMINARE le auto dalle città</b>.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mi farebbe anche molto piacere se, una volta ritirata l'auto ibrida, <b>evitasse</b> di <a href="http://www.oggi.it/people/vip-e-star/2014/03/10/giorgio-gori-parcheggia-sul-posto-disabili-la-gaffe-e-le-scuse/?refresh_ce-cp" target="_blank">parcheggiarla sui posti riservati ai disabili</a>.</span><br />
<br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il nostro cielo è diventato fra i più inquinati d'Italia, grazie a queste geniali mosse.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Fare campagna elettorale per la corsa alla Regione Lombardia millantando i dati allarmanti sull'inquinamento, francamente, è un pochino troppo. Anche per <a href="https://www.bergamonews.it/2011/11/01/giorgio-gori-dietro-al-manifesto-di-renzi/152833/" target="_blank">l'uomo dietro Renzi</a>. </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Ricordatevene</b>, se avete a cuore la vostra salute.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Al di là dei colori politici, per me conta una sola cosa: l'ambiente. Perché la nostra casa, la Terra, sta morendo. E non è peggiorando il problema che guadagneremo del tempo.</span>Chiara Polihttp://www.blogger.com/profile/17688180410147827961noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-1709962432920185600.post-52623759456296625452018-01-05T09:18:00.002+01:002019-08-11T17:01:13.630+02:00Questione di apparenze<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjR3fjvG9FIdsu8gnxmR0IO6hs5A4IDJO57CcnYspVL9wQ_K4bRfYQkBiUeb11z7Orewsi1CaanfpmDU-i_6b6OweeGgfYj55ffOOK3Xp53Gptk52LXRFvO33KrvogP6GY9G1Sy-8bL97c/s1600/IMG_2643.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1600" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjR3fjvG9FIdsu8gnxmR0IO6hs5A4IDJO57CcnYspVL9wQ_K4bRfYQkBiUeb11z7Orewsi1CaanfpmDU-i_6b6OweeGgfYj55ffOOK3Xp53Gptk52LXRFvO33KrvogP6GY9G1Sy-8bL97c/s320/IMG_2643.JPG" width="320" /></a></div>
<i>Premessa: sono stesa da un virus gastrointestinale (perché una recidiva della mia M.I.C.I. non bastava...) quindi sto dettando questo post tramite il telefono. Siate magnanimi e perdonate eventuali refusi.</i><br />
Stamattina Facebook mi ha proposto un ricordo di svariati anni fa, otto per la precisione.<br />
Una foto insieme ai miei amici che risale all'epoca del dosaggio criminale (fatemelo dire) di 150mg di cortisone al giorno.<br />
Ho scoperto recentemente che non si danno mai dosaggi così alti, perché non servono (se non a farti venire gli attacchi di panico e a non farti dormire per tre mesi, oltre a mettere su una vagonata di chili, s'intende).<br />
Ma non è questo il punto. Il punto è un altro: ero io. Ero sempre io.<br />
Io, che non riuscivo ad allacciarmi le scarpe e a chinarmi per infilarmi i pantaloni.<br />
Io, che vivevo seduta o sdraiata perché camminare era un martirio.<br />
Io, che mi facevo settimane ricoverata in ospedale a digiuno e tornavo a casa con due chili di più.<br />
<br />
<a name='more'></a>Io, che avevo raggiunto (non in questa foto, ma poco ci mancava) il peso record di 140 chili e non riuscivo più a muovermi.<br />
Io, che mi sentivo dire che era per via dell'ipotiroidismo cronico autoimmune (ma, puta caso, ce l'ho ancora e non sono più gravemente obesa...).<br />
Ero io, sì.<br />
Io che, dopo aver messo su quasi 80 chili nell'arco di un anno mi vergognavo a uscire di casa.<br />
Io, che venivo additata dai bambini, intenti a guardarmi con gli occhi sgranati.<br />
Io, che non ho mangiato un gelato per anni perché l'idea di farmi vedere mentre mangiavo - in quelle condizioni di peso - mi faceva stare male.<br />
Io, una trentenne che non era più autosufficiente esclusivamente per una questione di peso.<br />
Io, che stavo a dieta e non perdevo un etto. Anzi: ingrassavo.<br />
Io, che continuavo a ripetere al mio gastroenterologo di allora: "Dottore, così però continuo a ingrassare. Non riesco più a muovermi" e mi sentivo rispondere: "Eh, lo so ma io devo tenere sotto controllo il Crohn. Quello è prioritario".<br />
Io, che sono passata nelle mani di un ciarlatano dopo l'altro, inclusa una che mi proponeva addirittura un ricovero in una clinica per disturbi alimentari (non avrei perso un etto, cretina! Era il cortisone!).<br />
Io, che ci sono andata di mia spontanea volontà, quando avevo iniziato a ingrassare, in un centro per disturbi alimentari.<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9WjNb0A0Sl2V4lFCS7vL70kX8KubRIYODPo9-oNTC6BSRsJoKSZilCeW4GocQkRKLS2O6fO9Pfhu9f6eGeWVzd-4x1QZHMRxuWqyaBlla3SrQXIyF6bEHEQ_1hRUGaM-0oMjbt9VZUwE/s1600/IMG_2639.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1600" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9WjNb0A0Sl2V4lFCS7vL70kX8KubRIYODPo9-oNTC6BSRsJoKSZilCeW4GocQkRKLS2O6fO9Pfhu9f6eGeWVzd-4x1QZHMRxuWqyaBlla3SrQXIyF6bEHEQ_1hRUGaM-0oMjbt9VZUwE/s320/IMG_2639.JPG" width="320" /></a>Circondata da ragazzine giovanissime che si rifiutavano di mangiare, sottoposta a svariati test con la conclusione: "Tu non hai nessun disturbo alimentare, grazie per essere venuta ma non tornare più. Non possiamo aiutarti".<br />
Io.<br />
Io, che ho passato l'inferno quando - da un giorno all'altro - mettevo su talmente tanto peso che alzandomi i piedi mi facevano male da impazzire: non erano pronti a sopportare una mole del genere.<br />
Io, che mi sono distrutta le ginocchia e le anche.<br />
Io, che almeno ho imparato a circondarmi di chi non mi giudicava per il mio aspetto (alla faccia di chi mi faceva pesare "Guarda quanto sei ingrassata eppure io ti parlo ancora"...).<br />
Io.<br />
Io, che da vent'anni di dolore, di cure sbagliate, di medici incompetenti e brutta persone, ho imparato a fare una cosa infinitamente preziosa: a non giudicare le persone dal loro aspetto.<br />
Per questo sono qui a raccontarvelo: per spingervi a fare lo stesso.<br />
Insegnate ai vostri figli a non fissare le persone obese, soprattutto se sono giovani e insicure.<br />
Non sappiamo perché sono ridotte in quello stato.<br />
Non possiamo sapere contro cosa stanno combattendo.<br />
E vale per tutti: grassi, magri, belli e brutti.<br />
Facciamo fruttare i miei anni di martirio: impariamo a non giudicare il libro dalla copertina.Chiara Polihttp://www.blogger.com/profile/17688180410147827961noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1709962432920185600.post-38230241718479246222017-12-30T07:27:00.000+01:002017-12-30T07:27:05.908+01:00Il mio augurio per il nuovo anno <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizwCSkZHShsd0pYj88LVZinVMmmrTMXEZ9bR2WY3NLIu_9S0kRVW4P80zzux9tZNDFnWcGafHNdmlf_PVv1u-5W9AOdcq0oiTLcJ78JEMf3CIdG7QwjNgo-jKB8NRXj__2-dRItrPouag/s1600/IMG_9948.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;"><img border="0" data-original-height="1512" data-original-width="1512" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizwCSkZHShsd0pYj88LVZinVMmmrTMXEZ9bR2WY3NLIu_9S0kRVW4P80zzux9tZNDFnWcGafHNdmlf_PVv1u-5W9AOdcq0oiTLcJ78JEMf3CIdG7QwjNgo-jKB8NRXj__2-dRItrPouag/s320/IMG_9948.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
Io finirò il 2017 come avevo finito il 2016.</div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
E inizierò il 2018 proprio come avevo iniziato il 2017: con la peggiore fra le mie malattie croniche in fase acuta.</div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
Ma con molte differenze.</div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
Quest’anno è stato<b> il primo</b> senza cortisone dopo 17 anni consecutivi in cui sono stata massacrata dagli effetti collaterali di un farmaco che nessuno dovrebbe prendere ininterrottamente per un periodo così lungo.</div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
È stato anche il primo anno in cui ho combattuto con rinnovato entusiasmo, spingendomi dove non ero mai arrivata prima: ho fatto <b>sport in fase acuta</b>, ho contribuito al mio benessere con un anno intero da <b>vegana</b> (e gli esami del sangue lo dimostrano senza possibilità di equivoci), mi sono ripresa la mia<b> libertà</b> - gli attacchi di panico erano causati dal cortisone, abbiamo scoperto - e ho <b>imparato</b> moltissimo.</div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
Così, ho pensato di dedicarvi questo post di fine/inizio anno.</div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
Con la speranza di poter essere<b> utile</b> a qualcuno che si trova in difficoltà.</div>
<div style="font-family: Helvetica;">
<a name='more'></a></div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
Sforzatevi di non dare mai nulla per scontato, a cominciare dalla vostra <b>salute</b>: è il bene più prezioso che possedete.</div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
Quello che vi permette di stabilire degli obiettivi e di raggiungerli. Ma anche se la salute non è il vostro forte, come non è il mio, potete fare dei progetti.</div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
Ogni giorno in cui avrete avuto la meglio sulle malattie che state combattendo, sarà stato un <b>successo</b>.</div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
<br /></div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
Siate <b>gentili</b>. Un sorriso, un “grazie” e un “per favore” non costano nulla.</div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
Lasciate passare avanti la persona che ha pochi acquisti in mano, alla cassa del supermercato. Cedete il posto a una persona anziana sull’autobus. Aiutate una mamma con il passeggino tenendole aperta la porta del negozio o dandole una mano con gli scalini (in attesa che le barriere architettoniche scompaiano...).</div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
Non sottovalutate il potere della gentilezza. Avrete contribuito a rendere <b>migliore</b> la giornata di queste persone. E anche la vostra. </div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
<br /></div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
Date valore alla<b> compassione</b>.</div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
La compassione ci rende persone migliori. Siate compassionevoli con chi è meno fortunato di voi. Siatelo verso gli animali.</div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
Non tirate dritto vedendo qualcuno - persone o animali - in difficoltà. Fermatevi. Aiutatelo. <i>Esercitate la compassione</i>.</div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
Imparate a rispettare ogni vita. Perché ogni vita conta.</div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
E fa la differenza, nel suo e nel<i> vostro</i> cammino.</div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
<br /></div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
Imparate il <b>rispetto</b>.</div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
Tenete da conto ciò a cui tenete come ciò che è di tutti. Non gettereste mai una cartaccia in mezzo al vostro salotto: non fatelo nemmeno per strada.</div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
Portate via i vostri rifiuti dopo un picnic o una gita. Non inquinate. Prestate attenzione alle vostre scelte, dalla spesa all’alimentazione, rispettando il pianeta.</div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
Comportatevi come se foste ospiti in casa si qualcuno: <b>lo siete</b>.</div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
Siete ospiti nella casa di tutti.</div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
<br /></div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
Imparate a<b> volervi bene</b> davvero.</div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
Circondatevi delle persone che amate e che vi fanno stare bene. Allontanate chi vi fa soffrire. Solo chi vi ama vi tratterà con rispetto. E se voi amate voi stessi, vi rispettate e non permetterete a nessuno - uomo o donna che sia - di farvi deliberatamente del male.</div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
Non possiamo proteggerci dagli incidenti, dalla cattiveria gratuita e dalla malvagità altrui. Ma possiamo amare noi stessi, riducendo i rischi. Impedendoci di restare accanto a chi non ci vuole davvero bene. </div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
<br /></div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
<b>Buon anno</b>, amici miei.</div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
Vi<b> auguro</b> con tutto il cuore che il 2018 sia per voi ricco di salute, serenità e amore.</div>
<div style="font-family: Helvetica; text-align: left;">
Ma soprattutto di compassione, rispetto e gentilezza.</div>
Chiara Polihttp://www.blogger.com/profile/17688180410147827961noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1709962432920185600.post-40468586441857641362017-12-12T20:23:00.001+01:002017-12-12T20:23:47.214+01:00La notte più magica dell'anno<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyy_5F8N5l0JtucC2qXHMeC3l0CuFrYeFZ6Ojuk8bNvrA6ohnqr-D7kUu35PQ065AAY7uYnTugh6BE0hOwIohyM-sqQkIQES4gXb3sWUk2Y5n5jsOjZBBOE-UOwNdgfTzN68HsU1a-VdI/s1600/santalucia23.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="250" data-original-width="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyy_5F8N5l0JtucC2qXHMeC3l0CuFrYeFZ6Ojuk8bNvrA6ohnqr-D7kUu35PQ065AAY7uYnTugh6BE0hOwIohyM-sqQkIQES4gXb3sWUk2Y5n5jsOjZBBOE-UOwNdgfTzN68HsU1a-VdI/s1600/santalucia23.jpg" /></a></div>
La notte fra il 12 e il 13 dicembre è <b>la notte di Santa Lucia</b>.<br />
Nella mia città, e in molte altre del Nord Italia, Santa Lucia è una figura magica: mentre i bambini dormono - se sono stati bravi durante l'anno - porta loro i doni che hanno chiesto.<br />
Con largo anticipo, i bambini scrivono<b> la letterina</b> a Santa Lucia, elencando i loro desideri. Da noi si porta la letterina nella chiesa dedicata alla Santa, in centro città, al cospetto della sua figura distesa in una teca di vetro.<br />
La tradizione vuole che Santa Lucia arrivi in ogni casa con il suo asinello: per questo, prima di andare a dormire, i bambini lasciano il latte per l'asinello (o il fieno, se mamma e papà sono stati previdenti) e i biscotti per Lucia.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
Vengono mandati a dormire presto e la mattina seguente, se l'avranno meritato, troveranno ciò che hanno richiesto. Diversamente, riceveranno del <b>carbone</b> (dolce) come monito per comportarsi meglio.<br />
Fin qui, la storia è più o meno uguale per tutti.<br />
Ci sono variazioni sul cibo da lasciare, sulla storia della protettrice dei non vedenti e sulla letterina da scriverle.<br />
Ciò che importa davvero, però, è <b>la magia</b> che questa notte porta con sé. Una magia che dura <b>per tutta la vita</b>.<br />
Pur avendo scoperto presto la verità - svegliandomi di notte per i rumori mentre i doni venivano sistemati fuori dalla mia stanza - il <b>rituale del 13 dicembre </b>è rimasto intatto per molti anni.<br />
Non sempre scrivevo la letterina, ma puntualmente ricevevo i giocattoli che sognavo.<br />
Una volta, lo ricordo come se fosse ieri, ho trovato anche del carbone... E posso dire che ho imparato la lezione.<br />
<br />
Da piccola vivevo con la mia mamma e mio fratello in una casa molto grande, disposta su quattro piani.<br />
Ogni anno, Santa Lucia cambiava il luogo in cui disponeva i regali per me - che ero la piccola di casa - e il risveglio prevedeva la caccia ai doni.<br />
Qualche volta arrivavano in taverna, due piani sotto la mia camera, altre volte al piano inferiore - in salotto - oppure nel salottino fuori dalla mia stanza, il mio rifugio personale.<br />
Per scoprire dove si era fermata, la mattina del 13 dicembre trovavo sempre una pista di caramelle e cartelli appesi alle pareti di tutta casa con la scritta "Santa Lucia" e una freccia che mi indicava la direzione da seguire. Ricordo che le scritte erano sempre in rosso, per spiccare sulle pareti.<br />
Man mano che avanzavo raccoglievo le caramelle, sempre più emozionata.<br />
Infine, <b>la magia diventava realtà</b>: tutto ciò che avevo sempre desiderato si parava di fronte ai miei occhi, pronto per essere scartato, usato, amato. Ed era mio.<br />
<br />
Quando la mattina di Santa Lucia era feriale,<b> a scuola</b> non si parlava d'altro che dei doni ricevuti e si contavano i minuti che ci separavano dal ritorno a casa per usare i nuovi giochi.<br />
I più fortunati ricevevano i doni anche a casa dei nonni, o degli zii. E la giornata passava fra il risveglio più emozionante dell'anno, l'attesa durante la scuola e il pomeriggio a girare fra le case in cui era arrivato qualcosa per noi.<br />
Perché Santa Lucia è<b> talmente speciale</b> che passa anche nelle case in cui non vive nessun bimbo, ma ci sono degli adulti che vogliono bene a dei bambini.<br />
All'epoca - e sia chiaro: se non trovo nulla la mattina del 13 dicembre ci resto <i>malissimo</i> - non c'erano gli smartphone, né le fotocamere digitali, e a nessuno veniva in mente di fotografare i regali prima di scartarli.<br />
Eppure, la mia memoria è <b>piena d'istantanee</b>: la pista di caramelle, i cartelli, i miei giochi preferiti, il mio primo orologio...<br />
Ma soprattutto la certezza che avevo fatto il mio dovere: ero stata una<b> brava bambina</b>, quell'anno. E mi meritavo un bel premio.<br />
Un premio che arrivava alla fine della <b>notte più magica dell'anno</b>.<br />
<div>
<br /></div>
Chiara Polihttp://www.blogger.com/profile/17688180410147827961noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1709962432920185600.post-71469348434091802842017-11-02T20:06:00.002+01:002017-11-02T20:06:54.226+01:00Resilienza<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixcJ90p-uOxAs2Dkk6jWb57yqTveeVXjc7IKKlc4thO7Y8oq4x3DObFrrry9QFiea7EJFa_iTFfriLQs6IkQ3fXEyUxnUJ9MIypLl0sB4XvnuPJ8HDXT5UXqCdKHmrG1d3nVbGFXdb9Ag/s1600/22519512_10211818901802761_431356614929151798_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="960" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixcJ90p-uOxAs2Dkk6jWb57yqTveeVXjc7IKKlc4thO7Y8oq4x3DObFrrry9QFiea7EJFa_iTFfriLQs6IkQ3fXEyUxnUJ9MIypLl0sB4XvnuPJ8HDXT5UXqCdKHmrG1d3nVbGFXdb9Ag/s200/22519512_10211818901802761_431356614929151798_n.jpg" width="200" /></a></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-indent: 27px;">
<span style="-webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">La prima cosa che mi viene in mente è il <b>Sole</b>. C’è sempre il sole, nelle mie giornate no. Le giornate in cui faccio spola fra il letto e il bagno, con una colica dietro l’altra e dolori insopportabili fra l’una e l’altra.</span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-indent: 27px;">
<span style="-webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Quel tipo di dolori che t’impediscono di dormire, ma anche di stare sveglia.</span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-indent: 27px;">
<span style="-webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Io lo chiamo <b>oblio</b>.</span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-indent: 27px;">
<span style="-webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Un luogo senza tempo, né memoria, ma soprattutto senza alcuna utilità. Non combini mai niente di buono, nell’oblio: ti limiti a far passare il tempo. A restare viva. A lasciare che la tua mente spazi da un pensiero all’altro senza un filo logico, senza uno scopo e certamente senza alcun risultato.</span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-indent: 27px;">
<span style="-webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"></span></div>
<a name='more'></a><br />
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-indent: 27px;">
<span style="-webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Sono le giornate peggiori, e io ne ho avute tante. Quasi sempre col sole. Non piove, nelle mie giornate no. Non ci sono mai quegli acquazzoni che ti fanno venir voglia di rintanarti sotto le coperte per il resto della giornata. Sarebbe troppo facile, così. </span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-indent: 27px;">
<span style="-webkit-font-kerning: none;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Non ci sarebbe gusto, nella <b>sfida</b>.</span></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-indent: 27px;">
<span style="-webkit-font-kerning: none;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">E la sfida, in quei momenti, è resistere. Resistere fino alla prossima giornata di sole in cui potrai uscire, respirare aria fresca, magari anche fare un bel giro in bicicletta.</span></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-indent: 27px;">
<span style="-webkit-font-kerning: none;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Il pensiero di quei momenti ti dà la forza di sopportare tutto. Ma il vero segreto è <b>accettarli</b>. Accettare ore, giornate, settimane, mesi e addirittura anni di vita trascorsi in un letto senza contribuire in alcun modo al proprio benessere o a quello degli altri.</span></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-indent: 27px;">
<span style="-webkit-font-kerning: none;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Anni con gli occhi chiusi ad ascoltare il silenzio.</span></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-indent: 27px;">
<span style="-webkit-font-kerning: none;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Anni a guardare il mondo <a href="http://chiarapoli.blogspot.it/2014/01/il-mondo-dalla-finestra.html" target="_blank">attraverso una finestra</a>.</span></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-indent: 27px;">
<span style="-webkit-font-kerning: none;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Anni ad ascoltare persone che si professavano esperte, che affermavano di sapere ciò che stavano facendo.</span></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-indent: 27px;">
<span style="-webkit-font-kerning: none;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Persone che, per mestiere, avrebbero dovuto aiutarmi a stare meglio. E invece, spesso, hanno incasinato tutto.</span></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-indent: 27px;">
<span style="-webkit-font-kerning: none;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">La <b>resilienza</b> è la </span></span><span style="background-color: white;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">capacità di resistere e di reagire di fronte a difficoltà, avversità, eventi negativi.</span></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-indent: 27px;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Come ogni altra cosa, la resilienza si acquisisce con la pratica. E se c'è una cosa che non manca, a chi è malato cronico da vent'anni, è la pratica.</span></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-indent: 27px;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ridefinire le priorità. Imparare l'arte (magica) della pazienza. Smettere di arrabbiarsi, perché la situazione - che tu sia arrabbiato o no - non cambia.</span></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-indent: 27px;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="background-color: white;">Scrivo nella speranza che le mie parole possano essere utili a qualcuno. Rassicurare che sì, s'impara a convivere con le giornate no. Anche quando sono tante. Anche quando fanno male.</span></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-indent: 27px;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="background-color: white;">E sì, certo: laddove non arriviamo a lavorare su noi stessi dal punto di vista fisico, perché non possiamo guarire da malanni cronici, possiamo però plasmare il nostro cuore e la nostra mente. Renderli adatti a resistere. Farne strumenti di resilienza. E condividerli con gli altri.</span></span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-stretch: normal; line-height: normal; text-indent: 27px;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="background-color: white;">Perché se la pratica rende perfetti, l'unione fa la forza.</span></span></div>
Chiara Polihttp://www.blogger.com/profile/17688180410147827961noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1709962432920185600.post-50251584158038412912017-10-12T11:33:00.000+02:002017-10-12T11:33:29.930+02:00Io, Polar, lo sport e quelli che non mollano<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOzSpcP2AKtXhzv-AoF-RHPs3PNNGuJYx3mgOyC2tFA-IWW2QxKU_3WwLbMe6oXlFMmeSxvK14ZpIKYN4j_YkYk_GV-PAtXMche2ALphhm9RFlzcp5jqtQtqorKY0ErR5379h93ORPZRQ/s1600/Faticare-il-triplo-degli.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="353" data-original-width="650" height="173" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOzSpcP2AKtXhzv-AoF-RHPs3PNNGuJYx3mgOyC2tFA-IWW2QxKU_3WwLbMe6oXlFMmeSxvK14ZpIKYN4j_YkYk_GV-PAtXMche2ALphhm9RFlzcp5jqtQtqorKY0ErR5379h93ORPZRQ/s320/Faticare-il-triplo-degli.jpg" width="320" /></a></div>
Da diverso tempo - oltre due anni, se la memoria non m'inganna - uso i fitness tracker di <a href="https://www.polar.com/it" target="_blank">Polar</a>.<br />
Ho provato un po' di tutto, prima di arrivarci: Garmin, Fitbit, Misfit... Ma nessuno per me è mai stato efficiente quanto i Polar.<br />
Mi sono affidata al V650 per la <b>bici </b>e a due<b> fitness tracker</b>: A360 prima e M400 poi.<br />
Monitorare costantemente il battito cardiaco, per chi come me ha problemi di salute non indifferenti, è fondamentale. Soprattutto durante il <b>nuoto </b>(e i miei Polar sono gli unici che ci riescono senza fascia cardio).<br />
Ormai tutta la mia "vita attiva" è su<b> Polar Flow</b>: ogni attività, ogni (timorosa) pesata mattutina, ogni <b>obiettivo</b>.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
Proprio dal Flow ho fatto un giro nei <b>gruppi</b>: community create per incoraggiarsi a vicenda, supportarsi con consigli e commenti, seguire obiettivi comuni.<br />
Ce ne sono moltissimi. Quelli che vanno per la maggiore sono per i <b>runner</b> (Io <a href="http://chiarapoli.blogspot.it/2017/08/corro-perche-posso.html" target="_blank">corro perché posso</a>, non corro "davvero"...), ma ce n'è per tutti i gusti.<br />
I più frequentati, ovviamente, sono quelli americani.<br />
Ci sono anche molti gruppi creati<b> in Italia</b>, ma mi sono sembrati per la maggior parte molto "specifici": alcuni creati appositamente per un gruppo di amici (cosa fra l'altro bellissima, secondo me), altri per determinate associazioni o determinati sport.<br />
Accidenti, mi piacerebbe molto avere <b>un gruppo Polar.</b><br />
Così... <b>Ne ho creato uno</b>.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8j1yMRNbixIOxD5eMViokhjoJiLHjvk5xOzt4WsLNC9iLcRIlSM_SCg50n4A8QUKBCGnJzeY2AG6OuJ4RMXFUfB0bs_frcd4b-IjbQOyFxPBCxUjfrCwL3xNstMdxSFg3x0EzgWJ0uBk/s1600/21616520_10211623787725031_870964442467421820_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="960" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8j1yMRNbixIOxD5eMViokhjoJiLHjvk5xOzt4WsLNC9iLcRIlSM_SCg50n4A8QUKBCGnJzeY2AG6OuJ4RMXFUfB0bs_frcd4b-IjbQOyFxPBCxUjfrCwL3xNstMdxSFg3x0EzgWJ0uBk/s320/21616520_10211623787725031_870964442467421820_n.jpg" width="320" /></a></div>
Uno con una defininzione chiara (di nome e di fatto):<br />
<span style="background-color: #f2f2f2; color: #262626; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;">Malata cronica da vent'anni, combatto le mie (molte) malattie croniche autoimmuni con lo sport. Soddisfattissima owner di Polar V650, M400 e A370. Per chi ha difficoltà, grandi o piccole, ma non si arrende. Per chi lotta in silenzio, ogni giorno.</span><br />
L'ho chiamato <b>Polar Italia: per tutti quelli che NON mollano!</b><br />
Si tratta di un gruppo aperto, rivolto ovviamente<b> non solo</b> a chi ha problemi di salute e pratica vari sport.<br />
L'idea è quella di riunire chiunque abbia voglia di far parte di una comunità di persone che usano lo sport come <b>strumento per stare meglio</b>. A prescindere dall'obiettivo o dallo sport specifico.<br />
Mi sono chiesta - me lo chiedo spesso, quando faccio sport - quanti altri uomini e donne come me ci siano, in Italia, intenti a <b>combattere ogni giorno</b> contro qualche malattia cronica, contro un infortunio, contro il tempo che non passa mai quando non si sta bene.<br />
Me lo sono chiesta perché ho provato sulla mia pelle tutto ciò che, probabilmente, hanno provato loro: l'immancabile voglia di mollare che ti mette i bastoni fra le ruote, l'immensa soddisfazione di raggiungere un traguardo personale, il dolore e la fatica, la delusione di dover rinunciare quando la tua mente spinge ma il tuo corpo frena.<br />
Sono tutte sensazioni che chiunque abbia o abbia avuto problemi di salute ha provato, nel fare qualcosa. E sicuramente nel fare sport.<br />
Perciò, eccoci qui: il gruppo è <b>appena nato</b>. Pochi minuti fa.<br />
Spero che possa crescere, col tempo.<br />
Spero di trovare altra gente che NON molla, a prescindere dai suoi obiettivi e dalle sue difficoltà.<br />
Lo sport, si sa, unisce.<br />
La malattia non sempre ci riesce.<br />
Ma io sono un'ottimista...<br />
<br />
<br />
<br />Chiara Polihttp://www.blogger.com/profile/17688180410147827961noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1709962432920185600.post-89360711776086987452017-10-01T10:54:00.003+02:002017-10-01T10:55:40.323+02:007 anni<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiH3D3bOsFDOvMscR7aA1_b39fc28RYGTpyZde14HTIEIoo3bguWyoeCahY6JglmjMCQCs-BA9gKkJ4IE5bYXSTCRJMwZHNgTC3TJf4kUl3gXJ6vyVszHVXVTSbnr0C2r8BzNPUZX1xNus/s1600/image1.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1600" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiH3D3bOsFDOvMscR7aA1_b39fc28RYGTpyZde14HTIEIoo3bguWyoeCahY6JglmjMCQCs-BA9gKkJ4IE5bYXSTCRJMwZHNgTC3TJf4kUl3gXJ6vyVszHVXVTSbnr0C2r8BzNPUZX1xNus/s320/image1.JPG" width="320" /></a></div>
7 anni. Ma avrebbero potuto essere 2.<br />
7 anni. 3 ricoveri gratis. 45 chili in eccesso causati da un farmaco di troppo.<br />
7 anni. 3 medici. 2 cure sbagliate.<br />
7 anni oggi, fra la me che vedete a sinistra e la me di destra.<br />
7 anni in cui ho imparato l'unica cosa che avrei voluto imparare molto prima: mai, <b>MAI fidarsi </b>ciecamente<b>, </b>quando si tratta della propria vita.<br />
<br />
<a name='more'></a>Io sono cresciuta col <b>sacro rispetto</b> dei medici, tramandato da mia madre.<br />
Tramandato perché - giustamente - il nostro medico di famiglia era<b> il miglior medico del mondo</b>, e anche<b> la migliore persona</b>.<br />
Ci ho messo un po', quindi, a capire che non tutti quelli con una Laurea in Medicina erano come lui.<br />
Ho provato sulla mia pelle la differenza fra i medici veri, quelli la cui prima regola resta - dal giuramento di Ippocrate - <b>"Non nuocere"</b>.<br />
Ho buttato al vento quasi <b>17 anni </b>di cure <b>su 20 </b>di malattie.<br />
Sono tanti, vero? Troppi.<br />
Ne pagherò<b> le conseguenze</b> tutta la vita. Le pago ogni giorno. E probabilmente saranno loro a uccidermi. Più di tutte le mie malattie.<br />
Mi sono fidata di ciò che mi dicevano i medici sbagliati, per anni.<br />
Ho preso i farmaci che mi prescrivevano, ho seguito le diete che mi imponevano, ho ascoltato le "verità" che mi insegnavano. E ho preso delle cantonate mostruose.<br />
Soprattutto, <b>ho giocato con la mia vita</b>.<br />
Senza saperlo.<br />
<br />
Ho passato mesi in ospedale, mesi di troppo.<br />
Ho ascoltato gente che non sapeva ciò che diceva, ma indossando un camice si sentiva autorizzata a dire qualsiasi cosa.<br />
Poi, un giorno, <b>ho detto basta</b>. Meglio tardi che mai, come si dice.<br />
All'ennesima provocazione, all'ennesima umiliazione, all'ennesimo "altro che non nuocere...", mi sono ribellata.<br />
Ho firmato per uscire da quello stesso ospedale in cui mi vedete ricoverata nella foto di sinistra.<br />
Sono tornata a casa che stavo peggio di prima, non avevo più uno specialista per la principale fra le mie malattie, non avevo più una terapia.<br />
Ma finalmente, dopo<b> tanti ciarlatani</b> (e ciarlatane), <b>ho avuto fortuna</b>. Ho incontrato il medico che mi avrebbe restituito la mia vita, la mia libertà, la mia voglia di tornare a combattere.<br />
Perché di questo si tratta, cari miei: <b>di fortuna</b>.<br />
Probabilmente è capitato anche a voi, e sicuramente a qualcuno che conoscete: tutti, prima o poi, c'imbattiamo nel ciarlatano di turno. Quando va bene, i suoi errori ci costano un po' di tempo e un pochino, solo un pochino, di salute.<br />
Quando va malissimo, la gente muore.<br />
Non è rassicurante pensare che si tratti di fortuna, dunque, ma <b>è la verità</b>.<br />
Ecco perché sono qui a raccontarvi di 7 anni di stupidaggini, di ricoveri insensati, di esami inutili, di farmaci non solo inutili ma anche dannosi. Gravemente dannosi.<br />
Sono qui a raccontarvelo per dirvi che sì, si tratta di fortuna, ma di <b>una fortuna alla quale possiamo contribuire</b>.<br />
<br />
<b>Non accontentatevi</b> mai, quando si tratta della vostra salute. Mai.<br />
Non ascoltate <b>un solo</b> parere. Non date retta al primo "professorone" che vi hanno consigliato.<br />
<b>Parlate</b> con i vostri amici e i vostri parenti.<br />
<b>Cercate </b>informazioni sui medici a cui affidate le vostre vite.<br />
<b>Confrontatevi </b>con gli altri pazienti.<br />
<b>Verificate</b> le diagnosi. Fate domande. Chiedete spiegazioni.<br />
Non prendete per oro colato tutto ciò che esce dalla bocca di uno che, a differenza vostra, si è laureato in Medicina: vi basta leggere i giornali o guardare la TV, per sapere che non basta una laurea per ottenere un bravo medico.<br />
<b>Rispettate </b>i medici che si sono guadagnati il vostro rispetto e non abbiate paura di "offendere" quelli sbagliati, smettendo di farvi curare da loro.<br />
C'è in ballo la vostra vita.<br />
Io ho avuto la sfortuna di ammalarmi quand'ero molto giovane. Ascoltare i medici di cui tutti parlavano bene (per poi scoprire che molti ne parlavano male, ma troppo tardi...) è stata una sorta di scelta obbligata.<br />
Ho sprecato 17 anni di terapie mediche su 20 <b>per molte ragioni</b>: la ricerca era indietro (allora non si sapeva che le mie malattie erano tutte autoimmuni); i medici erano impreparati (non c'era modo, per il paziente di vent'anni fa, di informarsi a dovere e soprattutto di entrare in contatto con tanti altri pazienti dello stesso medico o con molte altre persone affette dalle stesse malattie); ero giovane, e pensavo - illudendomi - che tutti i dottori fossero come il grande uomo che mi curava quand'ero bambina...<br />
Sono tanti i motivi per cui, ormai, è andata così.<br />
<br />
<b>Non posso</b> recuperare il tempo perso.<br />
<b>Non posso</b> rimediare ai terribili danni che questo ha causato.<br />
Ma posso condividere la mia esperienza. Posso garantirmi ADESSO la migliore qualità della vita possibile, compatibilmente con la mia condizione.<br />
Posso dirvi, dal profondo del cuore, di NON fidarvi mai, a meno che non ne abbiate validi motivi.<br />
Non accontentatevi. Non credeteci, quando vi dicono che dovete per forza stare peggio, per poi migliorare. Non è sempre vero.<br />
Io sono qui per <b>testimoniarlo</b>.<br />
Per raccontarvi dei 7 anni che hanno separato due vite diverse.<br />
Dei 20 anni che mi hanno resa la persona che sono oggi, nel bene e nel male.<br />
Sono qui per dirvi che ho imparato a non mollare, ma che non è stato facile.<br />
Sono qui per raccontarvi che <a href="http://chiarapoli.blogspot.it/2017/08/corro-perche-posso.html" target="_blank">io corro, perché posso</a>.<br />
Sono qui per me, e sono qui per voi.<br />
E per tutti i moltissimi <b>bravi medici </b>che prendono seriamente il loro lavoro. Cambiando le nostre vite. Restituendoci speranza.<br />
Ridandoci la libertà.Chiara Polihttp://www.blogger.com/profile/17688180410147827961noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1709962432920185600.post-51238766732525227702017-09-21T06:47:00.000+02:002017-09-21T06:47:25.437+02:00Di cani, di rituali mattutini e di lunghi addii<div class="" style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: 'Helvetica Neue'; line-height: normal; margin: 0px;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg18-k0aZ0No55eDadIPYeBTNm6EqoRh8IbXfPbYBu0l_0U_HC432Ajm5ubPTTEBKUtFNxIkwLCUono0ylymQpLe6UxMr0y1LFGoxqWgDT5C-Ui5RNDNnaqpynChyPM7S1S0rC7RsX5CdY/s1600/21462397_1439621659465996_8550774337573604799_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="959" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg18-k0aZ0No55eDadIPYeBTNm6EqoRh8IbXfPbYBu0l_0U_HC432Ajm5ubPTTEBKUtFNxIkwLCUono0ylymQpLe6UxMr0y1LFGoxqWgDT5C-Ui5RNDNnaqpynChyPM7S1S0rC7RsX5CdY/s200/21462397_1439621659465996_8550774337573604799_n.jpg" width="199" /></a><span style="-webkit-text-stroke-width: initial;">I cani sono creature abitudinarie. Come noi, del resto.</span></div>
<div class="" style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: 'Helvetica Neue'; line-height: normal; margin: 0px;">
<span class="" style="-webkit-font-kerning: none;">Se avete un cane - o <b>tre</b>, come nel mio caso - lo sapete benissimo: il risveglio è un momento fatto di rituali.</span></div>
<div class="" style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: 'Helvetica Neue'; line-height: normal; margin: 0px;">
<span class="" style="-webkit-font-kerning: none;">I rituali mattutini, in casa mia, prevedono:</span><br />
- L’arrivo irruento della <b><a href="http://chiarapoli.blogspot.it/2016/03/acquistate-acquistate-le-bionde-son.html" target="_blank">Pimpa</a></b>, corredata da ciabatta rubata a me o al coniuge, che salta sul lettone - calpestandoti perché ti trovi in mezzo al suo rituale mattutino, stupido bipede - per farsi fare le coccole del buongiorno.<br />
- Le corse pazze su e giù per il corridoio da parte di <b><a href="http://chiarapoli.blogspot.it/2017/04/piccola-storia-sullamore.html" target="_blank">Patata</a></b> che, a oltre otto mesi dal suo arrivo nella nostra famiglia, ancora non si capacita di questa assurda idea di dover prima scendere a fare pipì, rimandando di ben <b>tre minuti </b>l’ora dell’agognato pasto.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
- Le attese impazienti della povera <b><a href="http://chiarapoli.blogspot.it/2010/08/un-agosto-controcorrente.html" target="_blank">Dharma</a></b>, che si aggira per casa ansimando in attesa di essere portata in giardino dopo aver controllato che in casa sia tutto in ordine (non a caso è soprannominata “Il capocantiere”).</div>
<div class="" style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: 'Helvetica Neue'; line-height: normal; margin: 0px;">
<span class="" style="-webkit-font-kerning: none;">I<b> rituali mattutini</b> non cambiano mai. Mai. Nemmeno il sabato e la domenica.</span></div>
<div class="" style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: 'Helvetica Neue'; line-height: normal; margin: 0px;">
<span class="" style="-webkit-font-kerning: none;">Hanno un bel dire, gli etologi, che i cani <b>“non hanno il senso del tempo”</b>.</span></div>
<div class="" style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: 'Helvetica Neue'; line-height: normal; margin: 0px;">
<span class="" style="-webkit-font-kerning: none;">Lo sanno benissimo, quando sono le 7 ed è ora di alzarsi, di scendere per fare pipì e soprattutto di essere nutrite, anche quando la sveglia non suona.</span></div>
<div class="" style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: 'Helvetica Neue'; line-height: normal; margin: 0px;">
<span class="" style="-webkit-font-kerning: none;">Hanno la precisione di un orologio svizzero, hanno.</span></div>
<div class="" style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: 'Helvetica Neue'; line-height: normal; margin: 0px;">
<span class="" style="-webkit-font-kerning: none;">Ricordo che <a href="http://chiarapoli.blogspot.it/2016/07/11-luglio-2016-ciao-asia.html" target="_blank">Asia</a> - ora è più di un anno che non c’è più - si metteva dal mio lato del letto e</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span class="" style="-webkit-font-kerning: none;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvTLQGJ7v-Y70l8LSFuUwVWESWwzafdDalXsMzkK6LGP7pr7QMjvQRGcz-r3kqDeEY_k98E0wSMalV9agl_7PEvdZCcAVx_Fk3bbqFHo1IGz0lwJviEsGUYIUXyQtNAke6iRIg_JOieBA/s1600/13697292_10207942826663305_3949403421547452511_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="959" data-original-width="959" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvTLQGJ7v-Y70l8LSFuUwVWESWwzafdDalXsMzkK6LGP7pr7QMjvQRGcz-r3kqDeEY_k98E0wSMalV9agl_7PEvdZCcAVx_Fk3bbqFHo1IGz0lwJviEsGUYIUXyQtNAke6iRIg_JOieBA/s200/13697292_10207942826663305_3949403421547452511_n.jpg" width="200" /></a></span></div>
<span class="" style="-webkit-font-kerning: none;"> <b>mi fissava</b>, in silenzio, finché non mi svegliavo. A quel punto iniziava a scodinzolare e correva davanti alla porta, in attesa di scendere. Poi saliva le scale di corsa (quando ancora riusciva a farle da sola) e mi aspettava davanti alla ciotola. </span></div>
<div class="" style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: 'Helvetica Neue'; line-height: normal; margin: 0px;">
<span class="" style="-webkit-font-kerning: none;">Il suo rituale del mattino si è ripetuto <b>ogni giorno per quattordici anni</b>.</span></div>
<div class="" style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: 'Helvetica Neue'; line-height: normal; margin: 0px;">
<span class="" style="-webkit-font-kerning: none;">Poi, nell’ultimo anno della sua vita, ha avuto bisogno che il coniuge - il suo adorato bipede “paterno” - la portasse in braccio in giardino e la riportasse in braccio a cuccia, dove le veniva servito il pasto.</span></div>
<div class="" style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: 'Helvetica Neue'; line-height: normal; margin: 0px;">
<span class="" style="-webkit-font-kerning: none;">Aveva ancora tanta voglia di vivere.</span></div>
<div class="" style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: 'Helvetica Neue'; line-height: normal; margin: 0px;">
<span class="" style="-webkit-font-kerning: none;">Poi, un giorno, ci ha fatto capire che era pronta.</span></div>
<div class="" style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: 'Helvetica Neue'; line-height: normal; margin: 0px;">
<span class="" style="-webkit-font-kerning: none;">I cani non hanno il senso del tempo, ma <b>sanno benissimo</b> quando è ora di mangiare, di fare la passeggiata e di giocare.</span></div>
<div class="" style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: 'Helvetica Neue'; line-height: normal; margin: 0px;">
<span class="" style="-webkit-font-kerning: none;">I cani non parlano, ma <b>sanno benissimo</b> come fare a farci capire quando sono stanchi, chiedendo il nostro aiuto per addormentarsi per l’ultima volta. Chiunque ci sia passato lo sa bene.</span></div>
<div class="" style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: 'Helvetica Neue'; line-height: normal; margin: 0px;">
<span class="" style="-webkit-font-kerning: none;">Aiutare i nostri fedeli amici a quattro zampe ad andarsene è una delle <b>decisioni più difficili</b> che ci troviamo a dover prendere.</span></div>
<div class="" style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: 'Helvetica Neue'; line-height: normal; margin: 0px;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4r7tXcrPzpw-3_B1XxqkSkDftT46-8_X_NjwFlZ4BljS0VS8AI1fR44IEL5abg1SQzf2tqMWsyDIXv4PiuTqzyUCByUVf67-JsUsGXayWKzPgAhyphenhyphenVHnSW8wUd7Whomi-GvV_obcHbRqs/s1600/13600293_1042133392548160_6140063669668025175_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="720" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4r7tXcrPzpw-3_B1XxqkSkDftT46-8_X_NjwFlZ4BljS0VS8AI1fR44IEL5abg1SQzf2tqMWsyDIXv4PiuTqzyUCByUVf67-JsUsGXayWKzPgAhyphenhyphenVHnSW8wUd7Whomi-GvV_obcHbRqs/s320/13600293_1042133392548160_6140063669668025175_n.jpg" width="240" /></a></div>
<span class="" style="-webkit-font-kerning: none;">Al tempo stesso, è il più grande<b> atto d’amore</b> che possiamo rivolgere a chi, per tanti anni, ha scandito le nostre giornate con i suoi rituali, con la sua presenza discreta e consolatoria, con il suo amore incondizionato.</span></div>
<div class="" style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: 'Helvetica Neue'; line-height: normal; margin: 0px;">
<span class="" style="-webkit-font-kerning: none;">Stamattina Facebook mi ha riproposto il ricordo della nostra ultima vacanza insieme, con Asia nella sua “carrozzina”, tutta felice di riuscire ad andare in giro (a prendere coccole, ma anche insulti. Di questo abbiamo<a href="http://chiarapoli.blogspot.it/2014/12/gara-dintelligenza-sgomitano-in-troppi.html" target="_blank"> già parlato qui</a>) pur senza reggersi sulle zampe.</span></div>
<div class="" style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: 'Helvetica Neue'; line-height: normal; margin: 0px;">
<span class="" style="-webkit-font-kerning: none;">Quella foto ha scatenato in me il ricordo di <b>quindici anni di rituali</b>, mattutini e non, e di considerazioni su come la mia vita sia scandita dalla presenza dei miei cani.</span></div>
<div class="" style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: 'Helvetica Neue'; line-height: normal; margin: 0px;">
<span class="" style="-webkit-font-kerning: none;">La <a href="http://chiarapoli.blogspot.it/2015/07/vita-quotidiana-di-una-categoria-rischio.html" target="_blank">salute non è il mio forte</a> e ho passato molto tempo in casa, costretta a letto. Ma non sono mai stata sola. <b>Mai</b>. Nemmeno quando mio marito era al lavoro.</span></div>
<div class="" style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: 'Helvetica Neue'; line-height: normal; margin: 0px;">
<span class="" style="-webkit-font-kerning: none;">Nemmeno quando la mancanza di un figlio - non posso averne e con la mia cartella clinica le agenzie di adozione, a tempo debito, mi avevano praticamente riso in faccia. Oggi magari le cose sono cambiate, anche se non ne sono così sicura. Lo spero. Perché avrei tanto voluto prendermi cura di una creatura sfortunata - si faceva sentire.</span></div>
<div class="" style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: 'Helvetica Neue'; line-height: normal; margin: 0px;">
<span class="" style="-webkit-font-kerning: none;">Ebbene, posso comunque farlo. Posso <b>aiutare a distanza </b>le persone (gli immunosoppressori sono controindicati con il volontariato, in ambienti chiusi e affollati). Ma la prima cosa che mi dissero i medici, prescrivendomi entrambi gli immunsoppressori che assumo ogni giorno, fu: “Non si preoccupi, i cani <b>non sono un pericolo per lei</b>. Non possono trasmetterle virus influenzali o altre malattie “umane”, come le persone”.</span></div>
<div class="" style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: 'Helvetica Neue'; line-height: normal; margin: 0px;">
<span class="" style="-webkit-font-kerning: none;">Non mi preoccupavo, no. Sapevo già che non condividiamo le stesse malattie, se non quelle trasmesse da fattori “esterni” (come punture di insetti, per esempio).</span></div>
<div class="" style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: 'Helvetica Neue'; line-height: normal; margin: 0px;">
<span class="" style="-webkit-font-kerning: none;">Non mi preoccupavo e pensavo che, alla fine, potevo prendermi cura in prima persona di qualche <b>creatura sfortunata</b>. Creature a quattro zampe, che <b>non sono figli</b> - i cani devono essere riconosciuti come tali, con le loro peculiarità e le loro esigenze - ma restano pur sempre <b>membri della famiglia</b> a cui badare.</span></div>
<div class="" style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: 'Helvetica Neue'; line-height: normal; margin: 0px;">
<span class="" style="-webkit-font-kerning: none;">E da cui farsi coccolare, nel momento del bisogno. A cominciare dai rituali mattutini.</span></div>
<br />Chiara Polihttp://www.blogger.com/profile/17688180410147827961noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1709962432920185600.post-11750007055942278452017-08-30T12:11:00.000+02:002017-08-30T12:11:12.155+02:00Corro. Perché POSSO.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUzb457n_a4egnNWYTg9rRA_AFB2mE3roudLFDhU-1uG0nkXFfK-uHp-8cupN5XNa0TSH_OYDmmpExHNdkEWSaDuNv3z9bxOq6wgDi1QURR1x2Kk3AcbmsJ-wvazqaJR6d2dYk-LO53gI/s1600/image1.PNG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="360" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUzb457n_a4egnNWYTg9rRA_AFB2mE3roudLFDhU-1uG0nkXFfK-uHp-8cupN5XNa0TSH_OYDmmpExHNdkEWSaDuNv3z9bxOq6wgDi1QURR1x2Kk3AcbmsJ-wvazqaJR6d2dYk-LO53gI/s200/image1.PNG" width="112" /></a></div>
Corro.<br />
Col naso rotto.<br />
Con le ginocchiere e con la trocanterite all'anca destra.<br />
Corro.<br />
Con la debolezza per l'ipotiroidismo che da qualche tempo non è più sotto controllo.<br />
Con due immunosoppressori in corpo.<br />
Corro.<br />
Con l'artrite e l'artrosi, dopo diciassette anni ininterrotti di cortisone.<br />
Con tutte le mie malattie autoimmuni.<br />
Corro.<br />
Corro... Perché <b>POSSO</b>.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
Un anno e mezzo fa, mio zio si sentì male mentre era a pranzo qui, dalla mia mamma.<br />
Mio marito chiamo l'ambulanza e io andai in fondo alla strada ad attenderla.<br />
La sentivo passare, avanti e indietro, nelle vicinanze.<br />
Non trovava l'accesso alla nostra via.<br />
Poi, finalmente, passò davanti a me e io mi misi in mezzo alla strada per segnalare all'autista dove svoltare, sbracciandomi.<br />
<i>"In fondo alla strada, a destra"</i>, gli dissi quando rallentò per chiedermi indicazioni.<br />
E poi, tornai indietro. A piedi.<br />
Camminavo, sempre più veloce.<br />
<b>Volevo correre</b>.<br />
Ci provai... Senza riuscirci.<br />
<br />
Nessuno di voi, probabilmente, avrà vissuto la stessa situazione.<br />
Spingere al massimo, dire al proprio corpo: <b><i>"Corri" </i></b>e non riuscirci.<br />
Perché sei troppo grassa. Perché sei troppo debole. Perché non hai muscoli.<br />
Perché i tuoi esami del sangue mostrano che sei da buttare via.<br />
Sei anemica, senza vitamina D, con tutti gli indici infiammatori sbagliati.<br />
E da tanto, tanto tempo, non riesci più a correre. Nemmeno quando vorresti.<br />
Nemmeno quando <i>dovresti</i>.<br />
Una delle mie malattie croniche è l'ipotiroidismo autoimmune.<br />
Pensavo - perché sembrava logico - che il continuo ingrassare fosse dovuto a quello.<br />
<b>Sbagliavo</b>.<br />
Era dovuto al <b>cortisone</b>, che impediva al farmaco per la tiroide di farla funzionare il minimo che sarebbe bastato non a dimagrire, ma almeno a non mettere su ulteriore peso.<br />
<br />
Qualche anno fa, quando un'incosciente mi prescrisse 150 mg di cortisone al giorno, arrivai a pesare 140 Kg.<br />
Non riuscivo più ad<b> alzarmi dal divano</b>, all'improvviso, perché ero ingrassata talmente in fretta - parliamo di un paio di settimane al massimo - che i piedi mi facevano troppo male: non erano in grado di sostenere quel peso spuntato dal nulla.<br />
Di conseguenza, non mi muovevo quasi più. Qualche sporadica, breve passeggiata col cane sotto casa.<br />
Un quarto d'ora, con le pause, per fare tre piani e mezzo di scale. Soffrivo di attacchi di panico e non prendevo l'ascensore.<br />
Solo recentemente, quando sono passati, abbiamo scoperto che era sempre lui, <b>il cortisone</b>, a farmi venire gli<b> attacchi di panico</b>.<br />
Uscire era diventato un <b>tormento</b>: a mezz'ora di passeggiata "da turista" seguivano dolori atroci.<br />
Ai piedi, alle gambe, alla schiena, alle ginocchia.<br />
<br />
Scalando il cortisone - troppo in fretta - da 150 mg a 0 in dieci giorni! - gli attacchi di panico <span style="text-align: center;">. Drasticamente.</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvK_NdVFj2CL5Nq5dA6HcfiAp76wQzu5SPmSNZzLLG-mFBw1kWwJdXn1kjqmAO4gjl54j_4ku1CftfV-2vzrxN1kZfIWDCO8GW2eRL8y5fbgAxuq68aHHs0lst9YJ_BHeZhGWsuEaeUPM/s1600/Video.MOV" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="568" data-original-width="320" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvK_NdVFj2CL5Nq5dA6HcfiAp76wQzu5SPmSNZzLLG-mFBw1kWwJdXn1kjqmAO4gjl54j_4ku1CftfV-2vzrxN1kZfIWDCO8GW2eRL8y5fbgAxuq68aHHs0lst9YJ_BHeZhGWsuEaeUPM/s320/Video.MOV" width="180" /></a></div>
peggiorarono<br />
Finì che non lo presi<b> solo per un giorno</b>, e poi dovetti ricominciare (a 30 mg). Per molti altri anni.<br />
Però non funzionava più. Non come prima, per la colite ulcerosa. O il morbo di Crohn. Ancora non avevano deciso qual era esattamente la patologia, ma poco importava: la cura era la stessa.<br />
Prendevo il cortisone, il maledetto, lo prendevo. Ma <b>non funzionava più</b>. Così mi misero sotto immunosoppressori.<br />
Farmaci devastanti, all'inizio. <i><b>Devastanti</b></i>.<br />
Ciononostante, la malattia non era ancora sotto controllo.<br />
Cambiai medico. Non miglioravo. Cambiai medico. Niente. Cambiai medico di nuovo. Mi prescrisse la stessa cura.<br />
Mi diede farmaci antiquati, ignorò il fatto che continuavo a ingrassare - con tutte le conseguenze del caso.<br />
Otto anni dopo, <b>mandai al diavolo quel medico</b>, firmando per uscire dall'ospedale in cui mi aveva ricoverata senza curarmi affatto.<br />
E<b> la mia vita cambiò</b>.<br />
<br />
Il nuovo gastroenterologo mi disse che continuare a prendere il cortisone dopo tutto quel tempo era <b><i>da pazzi</i></b>. (Finalmente! Uno sano di mente!).<br />
Mi disse che mi avrebbe cambiato la terapia, eliminando prima il cortisone e inserendo poi un altro immunosoppressore. Un <b>farmaco biologico</b>.<br />
Nonostante le numerose precauzioni - quasi 6 mesi per eliminare il cortisone, che era già a un dosaggio bassissimo in partenza - ovviamente, il mio intestino decise di impazzire.<br />
La malattia era fuori controllo come non lo era mai stata.<br />
Avevo oltre trenta scariche di sangue al giorno, dolori atroci, febbre.<br />
Il nuovo medico mi teneva sotto stretto controllo. Mi diceva di tenere duro, che sarebbe passata.<br />
Mi spronava.<br />
E quando i tempi furono maturi, mi iniziò alla nuova terapia.<br />
Dopo quasi<b> tre mesi a letto</b>, con le coliche, stremata e senza vedere la luce in fondo al tunnel, <b>la luce arrivò</b>.<br />
Infusione dopo infusione, stavo sempre meglio.<br />
E già da quando avevo sospeso il cortisone dimagrivo. In fretta. Facilmente.<br />
Nonostante l'ipotiroidismo.<br />
Quando ero ai massimi dosaggi di cortisone, il mio peso era <b>a tre cifre</b>. E avevo un 14 davanti al terzo numero. Un QUATTORDICI. Ora il mio peso è a due cifre. E davanti c'è un <b>7</b>.<br />
Non sono magra, certo, ma sono un'altra persona. Non la ragazza che pesava 55 chili, prima della tiroide e del cortisone. Ma un'altra persona.<br />
<br />
La tiroide ultimamente sta facendo i capricci, e il peso si è assestato.<br />
Se mangio una pizza, una sola, una volta al mese, aumento di due chili.<br />
Ci stiamo lavorando: l'endocrinologa mi ha aggiustato i dosaggi.<br />
Fra qualche mese faremo un controllo per verificare la situazione, ma <b>non è questo il punto</b>.<br />
Il punto è quel 7, dopo il 14.<br />
Il punto è andare in MTB, nuotare, fare pilates e usare l'ellittica.<br />
Il punto è camminare almeno un'ora con i miei cani, tutti i giorni.<br />
Il punto è <b>correre</b>, per strada o sul tapis roulant.<br />
Con cautela, perché il cortisone s'è mangiato la mia cartilagine - non ce n'è più - e mi ha distrutto i tendini.<br />
<b>Non dovrei correre</b>. Quindi faccio solo dei pezzetti di corsa durante le camminate.<br />
O corro dieci, venti minuti al massimo sul tapis roulant, intervallando qualche secondo di camminata. Con il tappeto ammortizzato, le scarpe giuste e tutte le accortezze possibili.<br />
Tutte le accortezze però <b>non possono restituirmi</b> ciò che il cortisone mi ha tolto.<br />
<b>Non dovrei correre</b>, lo so. Me lo ripetono tutti i miei specialisti. E sono tanti.<br />
Però <b>corro</b>. Con moderazione.<br />
Corro perché<b> ci riesco</b>, finalmente.<br />
Corro. Perché <b>posso</b>.<br />
Corro per dimostrare a me stessa, e a tutti gli altri, che i malati cronici non guariscono mai, ma possono <b>stare meglio</b>.<br />
Corro perché tutti quelli che mi hanno presa in giro quando ero una "balena", quelli che mi hanno discriminata, quelli che pensavano che fossi una persona pigra che passava il suo tempo a divorare pizza fregandosene della propria salute, correndo, <b>me li lascio alle spalle</b>.<br />
Corro per aumentare la distanza fra me e loro.<br />
Corro per ricordarmi che sono <b>migliore</b> di loro - sì, <b>lo sono</b> - perché io<b> capisco</b> cosa significa non riuscire a fare una cosa.<br />
Io so cosa vuol dire avere <b>paura</b>, senza alcuna motivazione plausibile, ed essere schiavi degli attacchi di panico. Me lo ricordo fin troppo bene.<br />
Io <b>so</b> cosa vuol dire essere malati e cercare di mantenere una dignità.<br />
Ecco perché corro, anche se non dovrei: perché è una<b> rivincita</b>. Perché è <b>dignità</b>. Perché è <b>vita</b>.<br />
La <b>mia</b> vita.Chiara Polihttp://www.blogger.com/profile/17688180410147827961noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-1709962432920185600.post-74993225176187357322017-07-25T11:14:00.000+02:002017-07-25T11:14:13.722+02:00Donne vs. donne<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8KPXJZsXbVPGqeTeyYJRQOxKExi-kUMI8lC8mIAovoNArw1kLZ-jSYWTvTibp-8Yq-daSxOe4NVw_-NPkmg36-yqo1y8R6313NOqgatMTut331A-MkhKH9Nx-thrBg35ra2HxtUmCk1k/s1600/Unknown.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="173" data-original-width="240" height="230" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8KPXJZsXbVPGqeTeyYJRQOxKExi-kUMI8lC8mIAovoNArw1kLZ-jSYWTvTibp-8Yq-daSxOe4NVw_-NPkmg36-yqo1y8R6313NOqgatMTut331A-MkhKH9Nx-thrBg35ra2HxtUmCk1k/s320/Unknown.jpeg" width="320" /></a></div>
Nell'<a href="http://chiarapoli.blogspot.it/2017/05/la-polee-bookaholic-i-libri-dellinverno.html" target="_blank">ultimo Bookaholic</a> avevo recensito il libro del Signor Distruggere (<a href="http://ilsignordistruggere.com/index.php/2015/12/07/il-libro-di-vincenzo-maisto/" target="_blank">Vincenzo Maisto</a>) che, grazie all'aiuto di una "vipera" infiltrata, aveva avuto accesso a un gruppo le cui conversazioni avrebbero fatto <i>sbattere la testa contro il muro</i> al povero Charles Darwin.<br />
<div>
Disgraziatamente per noi, ma fortunatamente per Darwin che non è qui ad assistervi, di gruppi come quelli sul web ce ne sono <i>centinaia</i>.</div>
<div>
Gruppi da cui <b>il Signor Distruggere</b> - se non lo conoscete, <a href="https://www.facebook.com/ilsignordistruggere/?fref=ts" target="_blank">rimediate subito</a> - continua a prelevare delle <b>perl</b>e. Conversazioni che fanno<b> ridere fra le lacrime</b> (sono ridicole, ma c'è anche da piangere a pensare che chi le anima si aggira fra noi. E <i>vota</i>. Un minuto di silenzio per il suffragio universale, grazie).<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
Sorvoleremo sul dubbio gusto dei <b>gioielli di placenta</b> e <b>latte materno</b>, e naturalmente sugli adorabili <b>cuscini che partiriscono </b>(citando l'immortale <i>Parenti serpenti</i>: "Un oggetto con stile per gente di classe").<br />
Tralasciamo, e per carità ci mancherebbe anche, le discussioni sull'opportunità dell'uso dell'<b>antibiotico</b> ("Ormai ha la febbre a 40 da 4 giorni, cosa faccio?" chiede la solerte mammina anziché chiamare il pediatra) e, vivaiddio, fingiamo anche di non sapere nulla della nuova, imperdibile perla del "<a href="https://www.facebook.com/ilsignordistruggere/?hc_ref=ART1Dmnwou0mmCSGNvin6d2ijhTaUUf-6ZtsV7qeH6HeiN5s-3YMkR8ica-44MLByic&fref=nf" target="_blank">bimbo speciale</a>". </div>
<div>
Facciamo finta che le discussioni sui <b>vaccini </b>non esistano, e che quelle sulle <b>recensioni a una stella</b> ai ristoranti perché <i>"il proprietario non ha voluto che facessi fare la cacca a **** nel vasino sotto il tavolo, gli altri clienti si lamentavano per la puzza, ma è una cosa naturale</i>" siano inventate.<br />
<b>Fingiamo tutto ciò </b>e <b>concentriamoci</b> sul vero problema: <b>donne vs. donne</b>.<br />
<br />
Quelle che cercano una "ragazza volenterosa" per pulire la casa di montagna per due pomeriggi, postando foto di bagni che manco le latrine della stazione nei lontani anni '80. Ricompensa: 20 grassi euro per le due giornate.<br />
<br />
Quelle che pretendono che le cameriere del ristorante "facciano un po' giocare il bambino", così loro mangiano "in santa pace". Ricompensa: 5 grassissimi euro. Trovando il tempo durante il turno di lavoro, s'intende. "<i>Poi dicono che i giovani non lavorano, per forza</i>".<br />
<br />
Quelle che "<i>Madonna ma hai visto che piedi? Avrà avuto il 47uahuahuah! Ma che schifo!</i>" appena esce una (educatissima, fra l'altro) cliente anziana dal negozio. Davanti alle altre clienti (io).<br />
<br />
Quelle che quando vai a fare jogging, dall'alto della loro tutina <i>superfaiga</i> con top griffato, camminano in senso opposto e ti squadrano dall'alto ai piedi mentre sputi i polmoni e fai ballare tutta la ciccia, per poi dire all'amica (convinte che tu non le senta): "<i>Ma invece di ridurti così, provare a mangiare di meno?</i>". Segue risatina con grugniti da parte di entrambe. Non abbiano mai l'ipotiroidismo, non abbiano, e non si sparino mai delle malattie croniche, non si sparino. Per carità.<br />
<br />
Quelle che fanno 19 manovre per uscire dal parcheggio con la Smart, e proprio mentre tu stai già attraversando sulle strisce concludono la manovra 19 e senza guardare nello specchietto sgommano verso di te, inchiodano e ti suonano perché "<i>Ma levati da in mezzo alla strada</i>".<br />
<br />
Quelle che commentano l'ennesimo omicidio di una donna da parte del compagno geloso con un <i>"Eh ma cazzo anche tu, ad andare con quelli lì...</i>".<br />
<br />
Quelle che <i>"Io sono liberale, per carità, ma due ragazze che si baciano in pubblico anche no, che ci sono i bambini"</i>.<br />
<br />
Siccome non bastano (certi) uomini a deridere, insultare in auto, fare battutacce sconce e squadrare, ci mancano anche le donne.<br />
Tante.<br />
Molte più di quante avrei voluto vedere/leggere/incontrare/sentire.<br />
La cara, vecchia, ormai mitologica <b>solidarietà femminile</b> non esiste più.<br />
Con quelle della nostra età è sempre e solo tutta una questione di <b>competizione</b>.<br />
Sempre.<br />
Mio figlio è più bello, io sono più magra, lei è più bionda, quell'altra è più ricca.<br />
<b>Non se ne esce</b>.<br />
<br />
Il Signor Distruggere mi fa spanciare dalle risate, sì.<br />
Ma mi fa anche pensare a quante<b> riflessioni di questo genere</b>, che non fanno certo piacere, si risparmierebbero ogni giorno se le persone, e in particolare <b>le donne sui quaranta</b>, imparassero a pensare agli altri come individui e non come metri di paragone. O mezzi da sfruttare. O cassonetti da deridere. O supergnocche da invidiare.<br />
Quante, quante riflessioni.<br />
Quanto inadeguato sfruttamento di neuroni, amiche mie...</div>
Chiara Polihttp://www.blogger.com/profile/17688180410147827961noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1709962432920185600.post-20489356760332799422017-06-26T12:47:00.000+02:002017-06-26T12:48:10.716+02:00Un grosso, enorme problema culturale<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNeoGrmqKOwoUPUpz4S7JIEqVzZqRdlnEiTDyLycuOfe1B1GpTYKxE2sM-6dpAmuaq-jo0evYx42hM1h_GihqC_pISxOCJkjHy1TliWOYVd8LoqBzcgVY4w36Xik-2n6pczxMl8HLEp-4/s1600/medium_170406-153011_to060417spe_141_MGTHUMB-INTERNA.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="276" data-original-width="414" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNeoGrmqKOwoUPUpz4S7JIEqVzZqRdlnEiTDyLycuOfe1B1GpTYKxE2sM-6dpAmuaq-jo0evYx42hM1h_GihqC_pISxOCJkjHy1TliWOYVd8LoqBzcgVY4w36Xik-2n6pczxMl8HLEp-4/s320/medium_170406-153011_to060417spe_141_MGTHUMB-INTERNA.jpg" width="320" /></a></div>
Senz'ombra di dubbio è un <b>problema culturale</b>.<br />
Un <b>grosso</b> problema culturale.<br />
Ci rifletto da molto, e credo sia arrivato il momento di portarlo all'attenzione di tutti: l'Italia ha la stramaledetta<b> sindrome di Paperino</b>.<br />
Quando le fa comodo, naturalmente.<br />
L'Italia - l'avevo <a href="http://chiarapoli.blogspot.it/2014/03/le-persone-famose-non-fanno-cazzate-mai.html" target="_blank">già accennato qui</a>, ma è meglio ampliare il concetto visto che non è cambiata una virgola - <b>dimentica, accantona, mette da parte</b>.<br />
L'Italia <b>ripete gli stessi errori.</b><br />
L'italia<b> perdona</b>. Anche quando non dovrebbe.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
Solo quando ci guadagna qualcosa, s'intende. Siamo italiani, no? Maestri, ma che dico, <i>campioni del mondo</i> d'<b>opportunismo</b>.<br />
Oppure, semplicemente, brave persone che pensano che <b>l'empatia</b> sia fondamentale. Ma che, puta caso, tirano fuori quell'empatia solo con la gente in vista.<br />
Così, quando un <b>personaggio famoso</b> finisce su tutti i giornali perché ha evaso le tasse, noi perdoniamo.<br />
Quando un personaggio famoso investe un povero pensionato con una manovra da delinquente, noi perdoniamo.<br />
Quando un personaggio famoso <b>ammazza qualcuno perché guida drogato</b> - infrangendo il divieto di guidare perché già gli avevano <b>ritirato la patente</b> dopo averlo beccato alla guida drogato - noi perdoniamo.<br />
Per carità: la punizione deve arrivare, la giustizia farà il suo corso, ma insomma l'umana pietà per questo povero Cristo non può mancare.<br />
Eh, no.<br />
Umana pietà <b>un par di palle</b>, cari miei.<br />
<br />
Perché <b>non leggo</b> giustificazioni, comprensione o solidarietà per quei poveri cristi che si addormentano al volante dopo turni di 18 ore e investono qualcuno, uccidendolo?<br />
Perché <b>non trovo</b> i social network invasi da sentimenti di umana vicinanza quando una persona comune commette un errore causando gravi danni a qualcun altro?<br />
Ve lo dico io: perché non frega niente a nessuno. A meno che quella persona non sia <i>famosa</i>.<br />
Allora sì, tutti a predicare la fiducia nella giustizia (che "farà il suo corso") e a condannare un atto criminale, ma poverino dai poteva capitare a tutti.<br />
<b>Giustizia un corno.</b><br />
Per l'omicidio stradale - nonostante la nuova legge - non si paga. Non come dovrebbe succedere in un Paese civile.<br />
Per la corruzione, l'evasione, la falsificazione non si paga, <b>se si è famosi.</b><br />
I politici condannati continuano a prendere il loro bravo<b> stipendio</b>, pagato coi soldi di noi<i> pirla </i>onesti e rispettosi delle leggi.<br />
I vip che hanno commesso azioni deplorevoli continuano a essere gli idoli del Paese, a essere amati e venerati oltre ogni limite.<br />
Gli assassini <b>evadono durante i permessi premio</b>, perché dai - accidenti - sarai pure uno che ha ammazzato della gente, ma santiddio, un po' d'<b>umana pietà</b>! Vai a farti un giro, caro, prego, però torna eh! Ti aspettiamo per le otto...<br />
<br />
<b>Questo è il nostro Paese</b>, questo è diventato,<br />
Un Paese in cui <b>ci si accanisce </b>sui pensionati a cui si chiede di vivere con 200 euro al mese, portando loro via la casa se non pagano l'affitto.<br />
Un Paese in cui ai <b>disabili</b> vengono decurtati i già scadenti e inadeguati servizi e stanziamenti per pagare i vitalizi a qualcuno che si è fatto 50 giorni in Parlamento e ha diritto a una cifra mensile con la quale faremmo vivere dignitosamente decine di pensionati.<br />
Un Paese in cui qualcuno è riuscito a <b>farci credere</b> con tanta convinzione che essere <b>politicamente corretti</b> significa perdonare, capire, comprendere, essere solidali.<br />
E noi, imbecilli, ci siamo cascati.<br />
"Ah, non giudicare, sono cose che potrebbero capitare a chiunque".<br />
No, belli miei. <b>Chiunque un cazzo</b>. Perdonate il francesismo.<br />
Io non mi metto al volante dopo aver bevuto.<br />
Io non guido senza patente.<br />
Io non evado le tasse.<br />
Io non allungo una mazzetta a qualcuno per ottenere qualcosa in cambio.<br />
Io non falsifico documenti.<br />
Io non metto i collant nel rimborso spese della regione.<br />
<b>Chiunque un cazzo.</b><br />
<b><br /></b>
Bisogna <b>smetterla</b> di <b>fare i comprensivi</b> con quelli che ci piacciono (i vip, per dire) e <b>sparare contro</b> quelli che ci stanno antipatici (i poveri cristi, sempre per dire).<br />
Bisogna, soprattutto, <b>finirla</b> - ma davvero - di pensare di "conoscere" i pensieri degli altri, magari solo perché sono famosi, li vediamo in TV e abbiamo l'illusione di sapere per certo che sono brave persone.<br />
Ho una rivelazione: i delinquenti, i criminali, i ladri, i corrotti e gli assassini <b>sono ovunque</b>.<br />
Anche fra le persone famose.<br />
Ma in Italia godono di una <b>posizione privilegiata</b>.<br />
Perché in tutti gli altri Paesi la <b>certezza di un reato</b> corrisponde all'assenza di giustificazioni (e alla successiva caduta in miseria), com'è giusto che sia.<br />
Si dice tanto che gli americani siano ignoranti (<i>"Ma guarda te, queste capre, hanno eletto Trump"</i>).<br />
Vero. Saranno anche<b> ignoranti </b>(come la maggioranza di quelli che scrivono sui social network non facessero errori di grammatica da quinta elementare...), ma hanno un <b>profondo senso comune della giustizia</b>.<br />
Negli Stati Uniti, se ti beccano a evadare le tasse, sei un <b>delinquente</b>. E se sei famoso, i tuoi fan (in gran parte) ti voltano le spalle. Qualche irriducibile resta, ma sono più quelli che hanno strappato dalle pareti i poster di O.J. Simpson di quelli che hanno continuato ad amarlo, per intenderci.<br />
Negli Stati Uniti, se infrangi la legge, hai <b>sbagliato</b>. Punto.<br />
<b>Qui</b> ci sono i "mah, eh, però, bah".<br />
<b>Qui</b> c'è la stramaledetta "comprensione", come se tutti i casi fossero uguali e la meritassero a prescindere.<br />
<b>Qui</b> quelli che ammazzano sono "uno di noi, non giudichiamo".<br />
<b><i>Uno di noi un cazzo</i></b>, ripeto.<br />
<br />
Ci sono <b>due modi </b>di vivere la propria vita: onestamente e no.<br />
Onestà significare rispettare le leggi perché si ha <b>rispetto degli altri, della società, della comunità in cui si vive</b>. Una comunità che, guarda caso, sarebbe molto più sicura, piacevole e amabile se tutti rispettassimo le leggi.<br />
Ma ci mancherebbe: <b>non siamo tutti uguali</b>. Ci sono le persone cattive. Esistono. Ci sono i delinquenti, per piacere o per necessità. Per volere o per dovere. Ci sono anche loro.<br />
Ecco perché <b>esistono le leggi</b>. Ecco perché abbiamo creato le regole. Ecco perché chi giustifica, spiega o esprime vicinanza a uno come<b> Domenico Diele </b>sbaglia.<br />
Un conto è provare pena e umana pietà (sì! Quella!) per un <b>genitore che dimentica il figlioletto</b> addormentato sul sedile posteriore dell'auto, causandone la morte.<br />
Un altro paio di maniche è compiere azioni <b>deliberate</b>, che la "giustizia" ti aveva già imposto di non ripetere.<br />
L'umana pietà <b>è giusta</b> quando la situazione lo richiede.<br />
In tutti gli altri casi, viene da persone che evidentemente hanno <b>un'idea distorta</b> dell'importanza del rispetto della legge. Ma soprattutto, della vita altrui. E del<b> dolore </b>di chi perde qualcuno perché un altro, <b>deliberatamente</b>, infrange quella stessa legge.Chiara Polihttp://www.blogger.com/profile/17688180410147827961noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1709962432920185600.post-70145433687416134122017-06-05T17:40:00.005+02:002017-06-05T17:40:55.558+02:00Tutta questione di culo (donne, bici e fondelli)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfD2tBk34QePzLhiYFM8Pk_8g3Vpu3E79yYpurWa7jN9w3typVCXgRobhQu-M10qNYXbVBG_Myv1M8Z1uk8alk7ofk-w6LwL6GYLArRMdFc98hQF3kAr_aZv3ny4U7uFHpyLgXYn25oCE/s1600/IMG_5459.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfD2tBk34QePzLhiYFM8Pk_8g3Vpu3E79yYpurWa7jN9w3typVCXgRobhQu-M10qNYXbVBG_Myv1M8Z1uk8alk7ofk-w6LwL6GYLArRMdFc98hQF3kAr_aZv3ny4U7uFHpyLgXYn25oCE/s200/IMG_5459.JPG" width="150" /></a></div>
La vita, si sa, è tutta <i>questione di culo</i>.<br />
Un po' in ogni campo, non fingiamo di non saperlo, ma in particolare se sei <b>donna</b> e vai in <b>bici</b>.<br />
Più in particolare, se sei donna, sei <i>supersupercicciona</i> e dopo 30 anni ti capita di rimettere le<i> chiappe </i>sulla sella di una bicicletta: tempo 6 chilometri, coi tuoi bravi pantaloni della tuta alla zuava, e per i successivi 3 giorni non riuscirai più a sederti. Finendo per essere costretta a inventarti assurde e complicatissime posizioni per guardare la TV mentre prendi appunti sul computer. Ma questa è un'altra storia.<br />
Restiamo alla <i>questione di culo</i>, che come dicevamo è fondamentale.<br />
Da quel giorno e da quei 6 chilometri sono passati<b> 13 mesi e 30 chili</b> (oltre al radicale cambiamento di terapia farmacologica per le mie <a href="http://chiarapoli.blogspot.it/2015/07/vita-quotidiana-di-una-categoria-rischio.html" target="_blank">affezionatissime malattie croniche</a>, che ha portato appunto alla massiccia variazione di peso).<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
Da quel giorno, in cui mi toccava andare in bici coi jeans o la tuta perché non trovavo uno straccio di pantaloncino imbottito che mi entrasse,<b> è cambiato tutto</b>.<br />
Un paio di mesi dopo quel giorno mi trovavo ampiamente rifornita di <b>pantaloncini con fondello</b>, perché va bene tutto ma lavorare scrivendo al computer sdraiati su un fianco è <i>scomodo</i>.<br />
Unico problema: tutti i pantaloncini imbottiti di cui disponevo erano <b>da uomo</b>. Ergo, infinitamente scomodi per una donna (e <i>non </i>imbottiti nei punti giusti).<br />
Senza contare le bretelle, che quando sei bella bardata con 3 strati di vestiario perché inizia a fare freddo e ti scappa la pipì subito prima di uscire in bici è <i>un vero casino.</i><br />
Poi, un paio di settimane fa, il miracolo: ho indossato il mio <b>primo pantaloncino da ciclismo da donna</b> (e da allora uso solo ed esclusivamente quelli, <i>che ve lo dico a fare</i>).<br />
Il <a href="https://www.bianchi.com/it/home/home.aspx" target="_blank">"signor Bianchi"</a>, oltre che adorato creatore della mia amatissima bici, è anche produttore del migliore abbigliamento da ciclismo. E di marche ne ho cercate/provate/valutate <i>davvero tante</i>, visto che avevo problemi a trovare le taglie.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKOHaAL6RpkZSFIu61J3l3TwgtSFjtmGL0bRv4UhTDp8FiJKGvj_-tYscLzy1NIn1xnf2q53E5ynfkD8b4qXQm8K5g_Ijb16ZCyV41x0NFiL2vdU4v6WRqtCO9mlPER9DM3aGNSRzsetk/s1600/IMG_2052.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKOHaAL6RpkZSFIu61J3l3TwgtSFjtmGL0bRv4UhTDp8FiJKGvj_-tYscLzy1NIn1xnf2q53E5ynfkD8b4qXQm8K5g_Ijb16ZCyV41x0NFiL2vdU4v6WRqtCO9mlPER9DM3aGNSRzsetk/s200/IMG_2052.JPG" width="150" /></a></div>
Il signor Bianchi, inoltre, è così bravo che è fra i pochi - se non l'unico - a considerare il fatto che ci sono <i>tante</i> donne che amano il ciclismo. Tante donne, di <b>tante forme</b>. I suoi pantaloncini tecnici infatti vanno <b>dalla XS alla XXL</b>: ce n'è per tutte le donne. <i>Davvero </i>per tutte.<br />
La stragrande maggioranza degli altri produttori, invece, si limita a tre taglie: S, M, L.<br />
E in gran parte dei casi, con "L" intendono in realtà dire <i>"magra impiccata"</i>.<br />
Ma non lui. Così, il signor Bianchi mi ha cambiato la vita. Di nuovo.<br />
Ancora me lo ricordo, il primo giro col <b>fondello da donna.</b> Senza bretelle. E con la giusta<b> lunghezza</b> di pantaloncino: le taglie da supersupercicciona, essendo da uomo, finivano sempre per essere lunghe.<br />
I pantaloncini che dovrebbero arrivare a metà coscia mi arrivavano puntualmente sotto il ginocchio.<br />
E vi assicuro che quando fa caldo, pedalare con la gamba "libera" è <i>tutta un'altra cosa</i>.<br />
Va bene, direte voi a questo punto: buon per te, ma a noi che importa? A noi che rientriamo da sempre nelle taglie "normali", che cosa viene in tasca? Ve lo dico subito: <b>informazioni fondamentali</b>.<br />
a) Se siete donne e comprate i pantaloncini da uomo perché vi è capitato di trovarne di bellissimi, o perché vi è capitato che la "L" da donna magra impiccata non vi entrasse, <i>smettete immediatamente</i>. Il signor Bianchi ha tutto anche per voi.<br />
b) Se siete ciclisti, che abbiate una bici da strada o una mountain bike, dovreste sapere a quale marchio rivolgervi per ottenere il meglio della tecnologia e del design. E ora<i> lo sapete.</i><br />
c) Se siete il signor Bianchi (o qualcuno che fa parte della sua grande famiglia), dovete assolutamente saperlo: voi <i>fate felici</i> le persone. Soprattutto le donne. E in particolare <i>questa </i>donna.<br />
Niente male, no?Chiara Polihttp://www.blogger.com/profile/17688180410147827961noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1709962432920185600.post-87241014318554074952017-05-31T09:00:00.000+02:002017-05-31T09:00:04.274+02:00La Polee Bookaholic: i libri dell'inverno 2016 e della primavera 2017<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMyuKwvrnn4I-Xq9AQXM6a_XvA7XqxM02XEy7IC6U1lryHKnea-592bpSOCCVDkeeKtaKHEr6iPMrIy7RNVXAxONtYeP-MZTKuXxAp_BI6TvkeCTa8xNBDvn-W8fGZlD_ThZogmJOZhds/s1600/500_1984comparison.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="764" data-original-width="500" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMyuKwvrnn4I-Xq9AQXM6a_XvA7XqxM02XEy7IC6U1lryHKnea-592bpSOCCVDkeeKtaKHEr6iPMrIy7RNVXAxONtYeP-MZTKuXxAp_BI6TvkeCTa8xNBDvn-W8fGZlD_ThZogmJOZhds/s200/500_1984comparison.jpeg" width="130" /></a></div>
Se seguite il mio blog lo sapete: quest'inverno me la sono vista brutta. Un drastico cambio di terapia (drastico ma necessario) mi ha messa k.o. per quasi <i>tre mesi</i>. Sono stata malissimo, a lungo. Non ho lavorato, non ho letto, non ho nemmeno guardato la TV. Me ne stavo a letto, inebetita, cercando di resistere in attesa di stare meglio. E ora <b>sto meglio</b>.<br />
I tempi "tecnici" per smettere alcuni farmaci e introdurne di nuovi sono passati e io mi sento un'altra. Ciononostante, ho notevolmente<b> trascurato la lettura</b>: non appena ho iniziato a sentirmi meglio, lo capirete, ho pensato bene di trascorrete tutto il tempo possibile fuori casa.<br />
Quindi il numero di libri letti in questi mesi è inferiore, di molto - davvero di molto - ai miei abituali ritmi di lettura. Ma sono contenta ugualmente: la lettura, ora, ha di nuovo trovato il giusto spazio nella mia vita. Dandomi il consueto sollievo.<br />
Ecco quindi <b>recensioni e consigli </b>nel nuovo Bookaholic.<b> </b>Enjoy!<br />
<a name='more'></a><br />
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<b>Le otto montagne di Paolo Cognetti</b><br />
L'ho letto per lo stesso motivo per cui, probabilmente, l'avrete letto anche voi: tutti ne parlavano.<br />
Premettendo che il romanzo mi è piaciuto, che l'ho trovato ben scritto e che ritengo coinvolgenti le descrizioni del rapporto del protagonista con la natura più che con gli altri personaggi, mi è mancato qualcosa. Forse quella "magia" che mi aspettavo da un libro sul quale avevo aspettative altissime.<br />
Ma temo sia proprio questo il problema dei "casi" editoriali: ti rubano un po' il gusto della lettura, lasciandoti in attesa - pagina dopo pagina - di qualcosa di completamente fuori dall'ordinario che molto probabilmente non arriverà mai. Come in questo caso. Credo ci sia stato un fraintendimento, però: è proprio il modo ordinario in cui l'autore narra questa storia, la semplicità con cui descrive la propria famiglia e quella del suo "amico della montagna", l'immediatezza del suo rapporto con il padre, con gli alberi, con i boschi e con l'acqua, a farne un libro godibile.<br />
Lo consiglio? Sì, certo. Lo considero un libro meraviglioso, imperdibile e poetico? No. Come ho già detto, è stata la sua "normalità" a conquistarmi. Spero che ribadirlo possa aiutarvi ad accostarvi all'opera di Cognetti con il giusto atteggiamento, senza rimanere delusi e senza aspettarvi sconvolgenti colpi di scena.<br />
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<b>1984 di George Orwell</b><br />
<i>"Big Brother is watching you"</i>. Parole che non mi sono levata dalla testa per più di vent'anni. Parole che mi hanno tormentata a lungo. Parole che - per mia fortuna - erano già impresse nel mio cuore e nella mia testa prima che il Grande Fratello diventasse una trasmissione televisiva.<br />
Ho letto questo grande classico di Orwell nell'estate dei miei diciassette anni. L'ho letto in inglese, per questioni scolastiche, e l'ho amato moltissimo.<br />
Ho deciso di rituffarmi in quel futuro distopico e spaventoso da adulta, e di farlo di nuovo in inglese - riesumando ricordi e sensazioni - per capire cosa fosse cambiato. Ebbene: non è cambiato nulla. Spesso, rileggere un libro che hai amato a distanza di molti anni può deluderti, o rinvigorire la tua passione con nuove chiavi interpretative. Stavolta non è successa nessuna delle due cose: io e il Grande Fratello siamo sempre rimasti in contatto. Ci siamo sempre voluti bene. Siamo l'uno parte della vita dell'altra.<br />
L'atmosfera claustrofobica e ossessiva, la speranza data da uno sguardo sfuggente, la voglia di libertà implicita in ogni gesto e in ogni comando eseguito: tutto, nella storia di Smith, è rimasto invariato.<br />
Non perché non abbia nulla di nuovo da dirmi, anzi: perché, di fatto, mi aveva già detto tutto allora.<br />
E l'ha fatto di nuovo, oggi.<br />
Fatevi un regalo: leggete questo romanzo almeno una volta, nella vita. Almeno una.<br />
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<b>Io SuperVeg - 100 ricette vegane per diventare un supereroe in cucina di Andrea Arquà</b><br />
Fortuna che c'è Andrea Arquà. Se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo.<br />
Premessa: per problemi di salute, circa sei mesi fa sono passata da vegetariana a vegana. I miei esami del sangue - e parlo da malata cronica con ben sei malattie autoimmuni - ora sono i migliori di sempre. Sono più in forma che mai e ho scoperto che la cucina vegana non è difficile: si possono replicare i propri piatti preferiti con delle semplici sostituzioni e qualche accorgimento.<br />
Accorgimenti e sostituzioni che ho ritrovato - esposti in modo chiarissimo - nel libro di Arquà <i>"Io SuperVeg: 100 ricette vegane per diventare un supereroe in cucina".</i><br />
Un libro prezioso perché nella parte iniziale, con una semplicità sorprendente, l'autore ci spiega cosa significa essere vegani. Sfatando inoltre il mito del "vegano mangia-erba" e i pregiudizi sui "nazvegani", lontanissimi dal suo modo di pensare, di vivere e di esprimersi.<br />
Dopodiché, si passa alle ricette. Non solo basta guardare le foto per avere l'acquolina: basta anche seguire le istruzioni, chiare e semplici, per replicare pietanze perfette. Di solito devi dare qualche aggiustatina, quando provi a cimentarti con le ricette di un libro. Stavolta a me non è successo.<br />
E c'è di più. Qualcosa che, secondo me, dà a questo ricettario una marcia in più rispetto ai molti altri sul genere: gli ingredienti "speciali". Nemmeno io, che bazzico la cucina vegan ormai da un po' e mi sono ampiamente documentata, li conoscevo tutti. Nei primi libri di ricette che sfogliavo mi sembrava di essere pazza: ingredienti mai sentiti trattati come comunissima materia prima, ma per me difficili da comprendere. Ebbene: Arquà ha evidenziato ogni ingrediente di questo tipo nella cucina tradizionale e gli ha dedicato una scheda nel libro, in modo che ciascuno possa imparare a conoscerlo. Una cosa non da poco.<br />
Ecco perché io consiglio questo libro per approcciarsi a una nuova filosofia di vita e di cucina: il migliore punto di partenza per tutti coloro che hanno deciso di scegliere l'alimentazione vegana.<br />
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<b>Un delitto quasi perfetto di Jane Shemilt</b><br />
Il titolo è piuttosto ingannevole e per me, amante delle sorprese (raramente leggo la quarta di copertina, o la trama di un libro che attrae la mia attenzione), la sorpresa è stata davvero piacevole.<br />
La protagonista, una dottoressa inglese che si trasferisce con la famiglia in Africa per il lavoro del marito, è una grande narratrice. Descrive minuziosamente ogni aspetto di quel "salto nel buio" che rappresenta trasferirsi in un Paese straniero, cambiare radicalmente vita e abitudini, lottare per cercare di rendere questo passaggio il più indolore possibile per i propri figli.<br />
Non voglio dirvi altro sulla trama, se non che - sebbene il finale sia affrettato e decisamente deludente nella risoluzione del caso - la lettura è un viaggio affascinante insieme a Emma Jordan, ai suoi pensieri, ai suoi timori, al suo dolore e alla sua gioia. Con un finale diverso, sarebbe stato davvero... Un libro quasi perfetto. Invece, nonostante una tecnica di scrittura che ho trovato nettamente superiore, il risultato è inferiore alla precedente opera della Shemilt, "<i>Una famiglia quasi perfetta"</i>, che avevo <a href="http://chiarapoli.blogspot.it/2016/09/la-polee-bookaholic-i-libri-dellestate.html" target="_blank">recensito qui</a>.<br />
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Il cervello affamato - Come riconoscere i falsi stimoli del cervello e imparare a controllare la fame nervosa di Stephan J. Guaente<br />
Premessa: non l'ho ancora completamente finito, ma sono all'80% della lettura quindi mi sento pronta a recensirlo. Il titolo mi ha attratta per la questione "fame nervosa", di cui ho sofferto tutta la vita. Non pensavo certo di trovare la ricetta magica per combatterla (grazie al cielo ho trovato da sola il mio metodo). Però non mi aspettavo nemmeno di trovare un trattato medico così specifico e così esaustivo. Sono quindi rimasta piacevolmente sorpresa - tolta la massiccia parte di descrizione degli esperimenti sui topi da laboratorio, che naturalmente mi ha fatta arrabbiare - e ho imparato moltissime cose. Su come funziona il nostro cervello, sul centro della sazietà, sui meccanismi chimici e biologici che regolano il nostro rapporto col cibo.<br />
Se cercate un libro "psicologico" sulla questione della fame nervosa, questo non fa per voi. Se cercate il rimedio "magico" per vincerla, lasciate perdere e cercate da soli il metodo più efficace per voi (che sia fare sport, bere acqua, mangiare carote o altro). Se invece siete curiosi e volete imparare qualcosa di più sul funzionamento del vostro corpo e del vostro cervello, e siete disposti a metterci un po' d'impegno, questo è decisamente il libro giusto.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7u6ADcs3bexJHsKFYplEoTU0bM-hFYPLEwMmVYiMvgdL49GT8lsQoDykr_nZnDotj3KK426xiKkLzyXecXVMPXxxA1vofeptTeC369d_GYbGi9yjGxbZ3WHkdtn00o4gU_X_kI8NseiA/s1600/cover.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="992" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7u6ADcs3bexJHsKFYplEoTU0bM-hFYPLEwMmVYiMvgdL49GT8lsQoDykr_nZnDotj3KK426xiKkLzyXecXVMPXxxA1vofeptTeC369d_GYbGi9yjGxbZ3WHkdtn00o4gU_X_kI8NseiA/s200/cover.jpeg" width="123" /></a></div>
<b>Breve storia dello Stato d'Israele: 1948-2008 di Claudio Vercelli</b><br />
Credevo di conoscere la storia dello Stato d'Israele. Mi sbagliavo. Sui libri scolastici non c'è tutto ciò che Vercelli racconta e ricostruisce in questo suo interessante trattato storico.<br />
Interessante e anche coinvolgente perché, al di là dei fatti storici e della cronologia degli eventi, a farla da padrona è l'atmosfera dell'epoca e del posto. L'atmosfera vissuta dai nuovi arrivati e dai precedenti abitanti, l'aria difficile da respirare per tutti, i tentativi d'adattamento riusciti e falliti.<br />
Leggere questo libro è stato come guardare un documentario: potevo vedere i volti dei personaggi descritti e ammirare la maestosità dei luoghi. Forse perché amo la storia, da sempre. Forse perché ero davvero curiosa di scoprire i retroscena della nascita di un nuovo Stato ma soprattutto di un conflitto senza tempo, che oggi come allora tormenta due popoli. Forse perché la scrittura di Vercelli è scorrevole e precisa. Fatto sta che ho amato questo libro. Lo consiglio, ma solo a chi è appassionato di storia e vuole davvero tuffarsi in qualcosa che non conosce: c'è tanto da imparare, il che rende la lettura impegnativa. Ci vogliono tempo e attenzione. Passate la mano, se preferite un libro "leggero" in questo momento, e mettete via il consiglio per il futuro.<br />
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<b>La grande via di Franco Berrino e Luigi Fontana</b><br />
L'ho acquistato e letto due giorni dopo l'uscita, memore di come <i>"Il cibo dell'uomo"</i> (<a href="http://chiarapoli.blogspot.it/2016/12/la-polee-bookaholic-i-libri-dellautunno.html" target="_blank">recensito qui</a>) mi avesse illuminato. Questo libro, in parte, tratta gli stessi argomenti. Più una parte sulla meditazione e altre tecniche di rilassamento che a me hanno interessato poco. Ciononostante, Berrino non delude mai: ampia documentazione scientifica e statistica, affermazioni basate su un'esperienza pluridecennale, racconto di molti casi di cui si è occupato. Tutte informazioni utilissime a chi vuole continuare a studiare l'alimentazione dal punto di vista medico, traendone le giuste conclusioni. Consigliato. Ma solo dopo aver letto <i>"Il cibo dell'uomo"</i>, molto più esaustivo sotto diversi punti di vista.<br />
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<b>C'era due volte il barone Lamberto di Gianni Rodari</b><br />
Da bambina era il mio libro preferito. Lo leggevo e rileggevo. Miracolosamente, ho ritrovato quel libretto ingiallito e consumato (nell'edizione che vedete in foto).<br />
Non ho resistito e l'ho riletto: è stato come fare un salto indietro nel tempo.<br />
Mi sembrava di sentire le voci che ripetevano "Lamberto, Lamberto, Lamberto...". Ho percorso di nuovo i corridoi del castello, ho visto il giardino, ho esplorato il lago.<br />
Tutto è rimasto invariato, negli anni. Gli stessi volti che immaginavo, la stessa magia.<br />
Un libro che tutti - grandi e piccini - dovrebbero leggere. Consigliatissimo.<br />
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<b>Mamme vegane contro l'invidia di Vincenzo Maisto</b><br />
Il Signor Distruggere colpisce ancora. Eccome, se colpisce. Infiltrandosi sotto pseudonimo fra le mamme di un gruppo su Facebook. E parte il delirio.<br />
Da vegana, ho avuto i brividi perfino io. Anzi, forse di più. Fra invidie, recriminazioni, cuggginate (e quante), leggende metropolitane e accuse di tradimento, il Signor Distruggere ha squarciato il velo su un mondo sommerso che un po' diverte e un po' inquieta. Ce n'è per tutti i gusti. Ma anche per parecchio disgusto.<br />
Non metto in dubbio che l'autore lo stia facendo di nuovo, in qualche altro punto oscuro dei social network: aprirci gli occhi su realtà che sappiamo esistere, ma che preferiamo <i>fingere </i>di dimenticare...<br />
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<b>Dolci vegolosi. Piccolo manuale di pasticceria vegana: tutte le basi e tante facili ricette</b><br />
Confesso che mi aspettavo di più da questo libro. Seguo il sito Vegolosi e, sebbene abbia provato a replicare solo le ricette del libro e mai del sito, ci ho sempre trovato spunti interessanti.<br />
Le torte con le quali mi sono cimentata non sono venite un granché: buone, ma non tanto da convincere marito e amici a mangiare i miei dolci vegani. Forse per la necessità di sostituire alcuni ingredienti "difficili" che non si hanno in casa al momento in cui si decide di preparare uno di questi dolci, per quanto si possa avere una dispensa ben fornita.<br />
Il difetto, insomma, è quello molto comune a libri di questo genere: usare ingredienti di difficile reperibilità, ma soprattutto ingredienti che la gente non conosce e non ha mai usato.<br />
Credo che lo scopo principale di un libro come questo debba essere l'esatto contrario: dimostrare che anche la pasticceria vegana può soddisfare il palato (e anche la vista), al pari dei dolci tradizionali. Semplicemente. Quindi, in definitiva, mi sento di consigliarlo solo come fonte di spunti per creare ricette inserendo le varianti che preferite. Premettendo che è ben scritto e ben confezionato, ma insufficiente per quanto mi riguarda.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3NjaI5iGesJquALkqrRl-hmyMXPIrY1Dt-CWB0Ee3BSLUqRNHIT4tvd0MTQpyHbMj2UzzZn7mmEptBMgxnecRnRpdGN_DgapWCYS74g0c3_5ROFzO-9JInOcvd64MwBrZK-iF_XH4l4o/s1600/4120948.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="250" data-original-width="250" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3NjaI5iGesJquALkqrRl-hmyMXPIrY1Dt-CWB0Ee3BSLUqRNHIT4tvd0MTQpyHbMj2UzzZn7mmEptBMgxnecRnRpdGN_DgapWCYS74g0c3_5ROFzO-9JInOcvd64MwBrZK-iF_XH4l4o/s200/4120948.jpg" width="200" /></a></div>
<b>I segreti per presentare i piatti di Cara Hobday</b><br />
Colta dalla mania dell'impiattamento, utile prima di fotografare le mie ricette, mi sono lanciata "al buio" nell'acquisto di questo libro (irreperibile, se non su Amazon).<br />
I consigli sono preossoché inutili: tutte cose che chiunque voglia impiattare bene sa già. Perché ci si arriva anche da soli.<br />
Non c'è granché da imparare: francamente ho imparato molto di più durante un singolo corso di cucina con uno chef, della durata di una serata. Per imparare a impiattare bene, forse, è più utile guardare MasterChef che leggere questo libro... Che oltretutto presenta decorazioni piuttosto datate. Sconsigliato.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdb7f2xIb6hJ7PBJo2CdXyq6hdMlIphX8Qo8WJ17zo2chIdEf9Q4DLSFlVzAbn__ydkTeMXnz8a9mGAuxZ7pSYAR1FgZ-8oBMavxuWaWMb3Sfvh3K_HyYPjTS_-IAmSLJzL4S3DI5wWaA/s1600/perche-si-diventa-grassi-libro-77548.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="759" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdb7f2xIb6hJ7PBJo2CdXyq6hdMlIphX8Qo8WJ17zo2chIdEf9Q4DLSFlVzAbn__ydkTeMXnz8a9mGAuxZ7pSYAR1FgZ-8oBMavxuWaWMb3Sfvh3K_HyYPjTS_-IAmSLJzL4S3DI5wWaA/s200/perche-si-diventa-grassi-libro-77548.jpg" width="126" /></a></div>
<b>Perché si diventa grassi (e come evitarlo) di Gary Taubes</b><br />
Per me rimarrà sempre un po' "Il libro che mi hanno costretta a leggere". Scherzo, ma non troppo: me l'ha suggerito il mio medico.<br />
Forse pensava di convincermi a rinunciare all'alimentazione vegana che, dato il mio pessimo stato di salute in quel periodo, non vedeva di buon occhio. E cos'è successo, poi? Che questo libro non ha convinto me a cambiare alimentazione e che i miei esami del sangue hanno convinto lui a lasciarmi mangiare vegano!<br />
Quindi: è un testo che consiglierei? No. Innanzitutto perché non è scritto da un medico, ma da un giornalista (documentato quanto volete, ma non laureato in medicina e soprattutto non supportato da una valida esperienza nel campo). In secondo luogo, ho trovato molte affermazioni in contraddizione con quelle riportate dai molti testi medici sull'alimentazione che ho letto e sto leggendo, il che non depone certo a favore dell'autore.<br />
Infine - e questo secondo me è il difetto più grande - funziona come uno di quei manuali in cui allungano il brodo a suon di "Vi mostrerò come fare per...", "Scoprirete il segreto per...", "Andate avanti a leggere e vi cambierà la vita..." senza mai, in realtà, arrivare davvero al punto. Oppure arrivandoci, ma senza che "il punto" sia questa grande rivelazione. A mia volta, quindi, ho dato "Il cibo dell'uomo" al mio medico. Chissà che non suggerisca quello, poi, al posto di questo...<br />
<br />
<div class="p1" style="color: #454545; font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
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<div class="p2" style="color: #454545; font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal; min-height: 20.3px;">
<span class="s1" style="font-family: ".sfuitext"; font-size: 17pt;"></span><br /></div>
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<span class="s1" style="font-family: ".sfuitext"; font-size: 17pt;"></span><br /></div>
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<br />Chiara Polihttp://www.blogger.com/profile/17688180410147827961noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1709962432920185600.post-64177809677497236802017-05-23T09:03:00.006+02:002017-05-23T09:03:51.366+02:00Nei panni degli altri: di Nicky Hayden, della strage alla Manchester Arena, del ricordo di Giovanni Falcone<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghCSku5n3di_D3aucKxSVbT5Of4Giem_5XcCnZ03GFRc7fiOmsMc16SRSTWZa9iQGl4VcbBmfU99BFkEiy7qkEwgyu9pU_5yfHgCdzmN6UXEM92U9RjqMEiH1-sTlnc0WG6PX2T39ed_w/s1600/023342879-b6d55357-6846-4011-a391-0000e36ab2ad.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="149" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghCSku5n3di_D3aucKxSVbT5Of4Giem_5XcCnZ03GFRc7fiOmsMc16SRSTWZa9iQGl4VcbBmfU99BFkEiy7qkEwgyu9pU_5yfHgCdzmN6UXEM92U9RjqMEiH1-sTlnc0WG6PX2T39ed_w/s200/023342879-b6d55357-6846-4011-a391-0000e36ab2ad.jpg" width="200" /></a></div>
Ci pensavo ieri, quando è arrivata la notizia della morte di <b>Nicky Hayden</b>, a poche ore dalle discussioni sul filmato dell'incidente che in seguito lo avrebbe ucciso.<br />
Immagini che, stando alle notizie, dimostrerebbero la sua responsabilità: il pilota sarebbe uscito dritto da uno Stop in sella alla sua bici, finendo contro all'auto che sopraggiungeva proprio in quel momento.<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjq9y-MevJhLIjTMyGas3a2y_ec7z3b8PKOwVqGqM6gHjqDg5LwUlQRITgFF8m9MymDy4cQNbfoaeFJVhRuqiyt9mtaL3g5fO74N4IaOP2j_08VI-0AtSKArgAU2Ks9GxFmO4SSRHv3ym0/s1600/immagini.quotidiano.net.jpeg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="115" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjq9y-MevJhLIjTMyGas3a2y_ec7z3b8PKOwVqGqM6gHjqDg5LwUlQRITgFF8m9MymDy4cQNbfoaeFJVhRuqiyt9mtaL3g5fO74N4IaOP2j_08VI-0AtSKArgAU2Ks9GxFmO4SSRHv3ym0/s200/immagini.quotidiano.net.jpeg" width="200" /></a>L'impatto è stato violentissimo e, dopo giorni di agonia, Hayden si è spento ieri pomeriggio.<br />
Aveva solo <b>35 anni</b>.<br />
Fin dall'annuncio dell'incidente, i leoni da tastiera si erano scatenati: chi crocifiggeva <i>"l'automobilista assassino"</i>, chi dava addosso ai <i>"maledetti ciclisti"</i>, chi piangeva come se fosse successo a <i>"uno di famiglia anche se non lo conoscevo"</i>.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
E poi, ieri, il culmine: "ecco, vedete, è uscito dritto da uno Stop, <i>se l'è cercata</i>".<br />
Come se avesse fatto apposta, a sfidare la sorte. Proprio lui che era sopravvissuto una vita a corse in moto a 300 chilometri orari.<br />
Nicky Hayden non era a casa sua. Non conosceva la strada che percorreva, con ogni probabilità. Magari non ha fatto in tempo ad accorgersi, di quello Stop. Non lo sapremo mai.<br />
Una cosa, però, la sappiamo: la rete sembra aver <b>cancellato definitivamente la pietà </b>dai nostri cuori.<br />
La pietà per il<b> dolore</b> di parenti e amici di un ragazzo che non c'è più.<br />
La pietà scaturita dall'umana - innata, una volta - capacità di mettersi per un attimo <b>nei panni degli altri</b>.<br />
<br />
Quella capacità chiamata<b> empatia</b>, che le tastiere dei computer sembrano aver cancellato.<br />
Quella stessa capacità che stamattina, al risveglio con la terribile notizia della strage di ragazzini alla <b>Manchester Arena</b>, sembra essere scomparsa.<br />
Sto leggendo un po' di tutto. Per fortuna, c'è anche chi si mette nei panni dei genitori di quei ragazzini presi di mira. Volutamente presi di mira.<br />
Ma c'è soprattutto chi si erge<b> al di sopra dell'umana pietà</b>, con deliranti discorsi (ne ho sentito uno durante l'intervista telefonica a un giornalista che si trovava a Manchester) incentrati su un unico argomento: non fermare l'accoglienza.<br />
Per collegare la strage di Manchester al fenomeno dell'immigrazione bisogna essere davvero determinati. <i>Lucidi</i>. E incapaci di pensare a ciò che dovrebbe contare in circostanze come queste: <b>l'umana pietà</b> per le vittime, per le loro famiglie, per i loro amici.<br />
Centinaia e centinaia di vite, ieri sera, sono state <b>sconvolte</b>.<br />
Niente, per loro, sarà più come prima.<br />
Io lo so bene.<br />
Ma politologi, sociologi e deliranti dell'ultima ora sembrano non saperlo.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIDj_H-Mp3JDtSkveyLZ6sj2907Rie8gmp7RE9Bbz5s8CUiYvqwLDYumjUR7j6iL4TCDyf4fLGxbZUt_3RV37e5AlPQWTyyOV-FeztgbzkrnsQY8NjiROkDgI6Nu8y0G-TwR4pLfK6kNo/s1600/giovanni_falcone_00014.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIDj_H-Mp3JDtSkveyLZ6sj2907Rie8gmp7RE9Bbz5s8CUiYvqwLDYumjUR7j6iL4TCDyf4fLGxbZUt_3RV37e5AlPQWTyyOV-FeztgbzkrnsQY8NjiROkDgI6Nu8y0G-TwR4pLfK6kNo/s400/giovanni_falcone_00014.jpg" width="400" /></a></div>
Devono essere fortunati: evidentemente, non hanno mai perso nessuno. Non sanno cosa si prova, si limitano a immaginarlo... Ma <i>da una certa distanza</i>.<br />
Dov'è finita l'empatia? Dove sono le lacrime, le parole di cordoglio, la comprensione, la solidarietà?<br />
Nascoste nel solito posto:<b> dietro all'odio</b>, <b>dietro all'ignoranza</b>. E, naturalmente, <b>dietro ai soldi</b>.<br />
Quelli che finanziano i signori della morte. Quelli che arricchiscono gli spietati sfruttatori di anime. Quelli che girano attorno alla politica.<br />
Alla fine, pare, è solo <b>l'atteggiamento politico</b> a contare: si mandano messaggi di cordoglio e si continua a occuparsi delle solite beghe, dei soliti ladri (noti), delle solite bugie.<br />
Perché siamo vicini alle elezioni.<br />
Ebbene, signori miei, io oggi alle elezioni proprio non ci voglio pensare.<br />
Non voglio saperne nulla.<br />
<b>Io, oggi, penso alle famiglie</b> di quei ragazzini - 22, mentre scrivo, ma il numero temo sia destinato ad aumentare.<br />
<b>Io, oggi, penso alla famiglia</b>, agli amici e ai tifosi di Nicky Hayden.<br />
<b>Io, oggi, penso a Giovanni Falcone</b>, a ciò che rappresenta, al momento - indelebile, nella mia memoria - in cui sentii alla radio la notizia della sua morte.<br />
<b>Io, oggi, penso a Francesca Morvillo, a Vito Schifano, ad Antonio Montinaro e a Rocco Dicillo</b>.<br />
<b>Io, oggi, penso con dolore ai sentimenti di chi resta</b> - con il cuore spezzato - e alla paura di chi non c'è più.<br />
Io, oggi, penso a come si sta<b> nei panni degli altri</b>.<br />
Perché quei panni sono stati anche i miei.<br />
E proprio non capisco - davvero, <i>non ci riesco</i> - come si possa pensare ad altro, oggi.Chiara Polihttp://www.blogger.com/profile/17688180410147827961noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1709962432920185600.post-86253360184064363522017-05-19T09:19:00.000+02:002017-05-19T09:19:29.826+02:00(Cellulite a parte): la mia coppetta delle meraviglie<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihlOdet8XUMruxKhbSKXf9NDSMXl1JV9dTDRftM7T2tYi5kaGeyXArl8YqN1uaiNNPbIlIJwsW5LBwRzu-SzW2phrOxb16F5iUv3WIUyMGPT77eYV3fDKCu0eYFJ3xhFDp8KuFYZe7-9o/s1600/IMG_4817.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihlOdet8XUMruxKhbSKXf9NDSMXl1JV9dTDRftM7T2tYi5kaGeyXArl8YqN1uaiNNPbIlIJwsW5LBwRzu-SzW2phrOxb16F5iUv3WIUyMGPT77eYV3fDKCu0eYFJ3xhFDp8KuFYZe7-9o/s200/IMG_4817.JPG" width="200" /></a></div>
<b>Premessa</b>: io <i>non ho </i>la cellulite. Io <i><b>sono fatta di </b></i>cellulite. Non <i>ho</i> smagliature, le ho <i>inventate</i> io.<br />
Ne sono ben consapevole, per via della mia situazione medica, dei farmaci che ho preso, delle variazioni di peso da 40 chili alla volta (in poco tempo) che il mio fisico ha subìto negli ultimi vent'anni.<br />
Ecco perché, quando mi sono imbattuta in un'amica che decantava le lodi della <a href="https://www.slimcup.it/" target="_blank">SlimCup</a>, ho sorriso.<br />
<i>"Combattere la cellulite"</i>, ho pensato "<i>è una cosa che non mi è mai manco passata per l'anticamera del cervello</i>". Perché io sono da sempre concentrata sulle conseguenze <b>mediche</b> dei miei problemi, <b>l'estetica</b> è proprio <b>l'ultimo dei miei problemi</b>.<br />
Poi, però, un <b>dettaglio</b> ha attirato la mia attenzione.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
Ho fatto ricerche in rete sulla tecnica di massaggio riproposta in versione casalinga da SlimCup e ho trovato dozzine di riscontri positivi sull'effetto <b>profondo </b>del massaggio come stimolo alla <b>circolazione</b>.<br />
Per chi, giovane e soprattutto <i>sano</i>, non ha mai sperimentato problemi circolatori - beato lui - le parole che seguono non avranno senso. Ma per chi ne ha sofferto...<br />
Ecco <b>cosa succede</b>: senso di pesantezza e irrequietezza alle gambe, palpitazioni, dolori di varia intensità agli arti inferiori, insonnia, difficoltà a trovare una posizione che non dia fastidio...<br />
Tanto per descrivervi solo i <b>sintomi principali</b>. Nel mio caso, i problemi circolatori sono dovuti ai <b>farmaci</b> che assumo da vent'anni, e che continerò ad assumere.<br />
Quindi non se ne esce. O almeno, così pensavo.<br />
A parte lo<b> sport</b> (avete presente la sensazione delle gambe che <i>"frizzano"</i> dopo l'attività sportiva? Ecco: se avete problemi circolatori, quella che sentite è la circolazione che <b>si rimette in moto</b>) pensavo di non poter fare altro per alleviare i miei disturbi. Che si sommano ad altri ben più gravi, per carità, ma - appunto - <i>disturbano</i>. Parecchio.<br />
Ho fatto dei massaggi, in passato, ma la mia attuale situazione di (non) salute non mi consente di farne altri. Senza contare il <i>costo,</i> che non è esattamente irrilevante...<br />
Quindi mi son detta: <i>"Proviamo"</i>. Con <b>poca convinzione</b>, ho acquistato la coppetta. Già sapendo, conoscendo la mia pigrizia, che probabilmente l'avrei usata una volta o due, per poi stufarmi.<br />
E invece... DONNE!<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQlBk7_2P5MwxBYByLkGrX-PloLOxrLqX74bfRyB2Yn1xN1vkLxEH6TQfAUHuw0fKRlxWsQtPOGX-c35pyy5NtG0icWf_Tm_GnovnvKZH8GWj8PujyXdO8DDqVBGZY4BOgXVmc2MpTmxM/s1600/IMG_4814.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQlBk7_2P5MwxBYByLkGrX-PloLOxrLqX74bfRyB2Yn1xN1vkLxEH6TQfAUHuw0fKRlxWsQtPOGX-c35pyy5NtG0icWf_Tm_GnovnvKZH8GWj8PujyXdO8DDqVBGZY4BOgXVmc2MpTmxM/s320/IMG_4814.jpg" width="240" /></a></div>
Sono la prima a stupirmene, ma sono passati <b>7 giorni</b> e non posso più<b> farne a meno.</b><br />
Il massaggio della sera è diventato un<b> rituale</b> che attendo con ansia. Lo faccio di solito prima di cena, subito dopo la doccia quando torno dal mio giro in bici (o dopo aver usato l'ellittica in casa).<br />
Non mi pesa, anzi: i <b>benefici </b>sono enormi.<br />
<b>Attenzione però</b>: io parlo di <b>circolazione</b>, non di cellulite. Per quella, pare ci vogliano almeno <b>30 giorni</b> per vedere dei risultati, ma nel mio caso non importa: il mio obiettivo era un altro, e l'ho già raggiunto.<br />
Durante il massaggio - con l'olio a base di sale marino integrale consigliato dal produttore - sento la circolazione risvegliarsi prepotentemente. <i>Davvero</i> in profondità. La sensazione di <b>benessere</b> è incredibile, ecco perché attendo il mio appuntamento serale con ansia. Sto facendo il massaggio 2 giorni sì e uno no, per il momento.<br />
Impiego 15-20 minuti per distribuire l'olio, eseguire il massaggio (le istruzioni e i video indicano di procedere dalle ginocchia verso le cosce, ma io parto dalle <b>caviglie</b> e beneficio della ritrovata circolazione su TUTTA la gamba) e poi completare con la crema (della stessa linea dell'olio).<br />
La crema l'ho presa qualche giorno dopo la coppetta insieme ad altro olio e alla seconda coppetta per velocizzare il massaggio (con il 20% di sconto incluso nel primo ordine, quindi con una certa soddisfazione!) perché, sempre leggendo commenti e recensioni, pareva fosse un ulteriore stimolo per la circolazione... E <b>lo è</b>. Oltre a essere - requisito indispensabile - <b>non testata</b> sugli animali.<br />
Nel mio caso, <b>prolunga notevolmente</b> l'effetto del massaggio. E finalmente me ne vado a letto con le gambe <i>leggere</i>.<br />
Insomma: ho fatto un acquisto insospettabilmente intelligente. Se, come me, soffrite di problemi di circolazione, ve lo consiglio (sul sito trovate tutte le informazioni del caso, incluse le importanti <b>avvertenze</b> su come modulare l'intensità del massaggio: io ovviamente sono partita in quarta e mi sono riempita di lividi... Ma già alla seconda applicazione avevo imparato. Come in tutte le cose, è solo questione di pratica).<br />
Credo sia la prima volta in vita mia che recensisco un prodotto del genere, e ammetto di sentirmi un po' a disagio: non ho una grande esperienza nel settore, proprio perché non mi sono mai interessata della questione "cellulite". Tranne quella volta che il dottor Kelso l'ha diagnosticata a un paziente in <i>Scrubs</i>, insomma.<br />
Ribadisco: la coppetta SlimCup viene venduta come rimedio anticellulite. Io <b>non l'ho testata</b> in tal senso. Non so dirvi se funzioni. So solo che, per me, è diventata <i>indispensabile</i>.Chiara Polihttp://www.blogger.com/profile/17688180410147827961noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1709962432920185600.post-70725580341691514652017-05-15T08:59:00.000+02:002017-05-15T08:59:36.185+02:00Del bullismo, del nonnismo e del valore del servizio di leva<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqgIVkKgyFauXBJ2mqYe1Fq1KCpURs2yq9-EzvIcBe_A0qivZb7aYXAZ60fuqm9P_LHQAznMn9tMABxadYiJ7USymY2WKodKIsVeIGrGCs5EX1Vy4lqJn3PykZIP-oxI042kbo5CNwjHE/s1600/highres_00000402261760.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="186" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqgIVkKgyFauXBJ2mqYe1Fq1KCpURs2yq9-EzvIcBe_A0qivZb7aYXAZ60fuqm9P_LHQAznMn9tMABxadYiJ7USymY2WKodKIsVeIGrGCs5EX1Vy4lqJn3PykZIP-oxI042kbo5CNwjHE/s320/highres_00000402261760.jpg" width="320" /></a></div>
Ci stavo pensando proprio nel momento in cui la Pinotti ha fatto una dichiarazione a riguardo.<br />
Una dichiarazione di quelle sensate, cioè <i>da campagna elettorale</i>, di apertura al servizio civile obbligatorio per i giovani.<br />
Mio marito recentemente si è trovato con i suoi <b>ex commilitoni</b>, nella città in cui ha fatto il servizio militare, per festeggiare i <b>20 anni </b>dalla loro "avventura".<br />
Al matrimonio di mio fratello c'erano alcuni dei suoi ex commilitoni. Molti altri miei amici sono<b> in contatto</b> con i loro compagni di naja.<br />
Perché durante il servizio militare nascevano <b>amicizie destinate a durare tutta la vita</b>.<br />
Si creano<b> legami unic</b>i, fra persone di provenienze diverse e lontane da casa.<br />
Per questo, e per molto altro, ho concluso che la cancellazione del servizio di leva abbia <b>gravemente danneggiato</b> la nostra società.<br />
<a name='more'></a>Fu <b>Sergio Mattarella</b>, l'attuale Presidente della Repubblica e l'allora Ministro della Difesa, a volerla.<br />
Come naturale conclusione della <b>drammatica morte</b> di un povero ragazzo, che scatenò furiose polemiche sul cosiddetto nonnismo, sulla sicurezza nelle caserme e sulla vita militare.<br />
Il <i><b>nonnismo</b></i> però - vi svelo un segreto - non era un'invenzione nuova. Perché non è altro che una <b>forma di bullismo</b>. E il bullismo, ahinoi, c'è sempre stato. Sempre esistito, ovunque.<br />
Ritenendo i comandanti incapaci di controllarlo, si è pensato di chiudere le caserme.<br />
Il che, fatemelo dire, sarebbe come decidere di chiudere le scuole oggi, ritenendo i presidi incapaci di controllarlo - e di morti, drammatici suicidi, ce ne sono stati <b>molti di più</b> per il <b>bullismo scolastico</b> che per quello militare.<br />
<br />
In alcune caserme, perlopiù in località disagiate o isolate dove non c'era granché da fare, il fenomeno poteva assumere dimensioni preoccupanti, non lo nego. Ma gli ufficiali facevano in modo che la situazione restasse <b>sotto controllo</b>. L'hanno fatto per decenni.<br />
A volte, come sempre accade, le cose sfuggivano di mano. Bastava parlare con la gente, per saperlo. Ma la soluzione non era certo cancellare il servizio di leva: sarebbe bastato <b>assicurarsi </b>che ci fossero i controlli, che la <b>sorveglianza</b> aumentasse, che ufficiali e sottufficiali facessero in modo che la <b>sicurezza</b> venisse garantita.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQLEQ5Di9_VkjDTgGtWm495U9MyeD_lVVxFBV2-tltdvxCWgKxz-NeAEtFLy67O3CA-88cbuEXso5-Ad9AncVSNEiSZmtXhPWWY1ZfJ7s-GtyzOckrxeke3HHxs9FpqMVq-OLw1XExHyU/s1600/sergio-mattarella2-1000x600.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="192" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQLEQ5Di9_VkjDTgGtWm495U9MyeD_lVVxFBV2-tltdvxCWgKxz-NeAEtFLy67O3CA-88cbuEXso5-Ad9AncVSNEiSZmtXhPWWY1ZfJ7s-GtyzOckrxeke3HHxs9FpqMVq-OLw1XExHyU/s320/sergio-mattarella2-1000x600.jpg" width="320" /></a></div>
Come succedeva del resto in tutte le caserme - ed erano <b>la stragrande maggioranza</b> - in cui non si verificavano episodi gravi: si faceva in modo che ai soggetti che intendevano far del male ad altri <b>passasse la voglia</b>. E lo si faceva<b> nel modo corretto</b>: a suon di turni di guardia su turni di guardia, turni di pulizia su turni di pulizia, permessi negati e controlli serrati. Funzionava.<br />
E i ragazzi, durante il servizio militare, <b>crescevano</b>. Imparavano ad organizzarsi, a gestirsi, a rispettare gli orari. Molti non si erano mai<b> rifatti il letto</b>: imparavano anche quello.<br />
Veniva loro insegnato <b>il rispetto delle regole</b> - fondamento di ogni società civile - venivano curati e seguiti.<br />
A questo punto so bene cosa state pensando: <i>ma che ne sai, tu, il militare mica l'hai fatto</i>.<br />
Verissimo. Però ho fatto<i> ricerche</i>. Ho letto, ho intervistato, ho chiesto.<br />
Soprattutto, ho conosciuto tante persone che il militare l'hanno fatto - e altrettante che gli hanno preferito<b> il servizio civile</b> - e so che sono <b>profondamente diverse</b> da chi non ha idea di cosa significhino entrambi.<br />
<br />
Il <b>servizio civile </b>insegnava a chi lo preferiva alla caserma a <b>guardare il mondo</b> con occhi diversi.<br />
A <b>ridimensionare</b> i propri problemi, a rendersi conto che nel mondo ci sono tante persone con tanti problemi diversi dai propri, ad apprezzare <b>il valore dell'aiuto</b> reciproco.<br />
Queste sono cose che chiunque abbia fatto volontariato ha toccato con mano.<br />
E anche qui si imparavano regole, orari, rispetto di procedure e tanto, tantissimo altro.<br />
Ecco perché ritengo che sia necessario reintrodurlo nella vita dei nostri ragazzi. E ragazze, naturalmente.<br />
Soprattutto in un Paese in cui si vive con i genitori fino a un'età inconcepibile per quasi tutto il resto del mondo, passare un anno "fuori casa", o comunque con un impegno di questo genere, rappresenta la salvezza per tanti di quei giovani che non sanno che fare del loro tempo.<br />
E lo impiegano <i>in pessimo modo</i>. Spesso, solo perché non hanno alternative.<br />
Il servizio di leva ha formato generazioni di italiani. Il servizio civile ha aperto loro gli occhi.<br />
A giudicare da come vanno le cose oggi, non vi sembra che <b>l'impatto</b> della loro cancellazione sia stato molto <b>più forte</b> di quanto si pensi?<br />
Provate a rifletterci, se avete l'età giusta per fare un confronto fra ieri e oggi. Sono certa che sarete d'accordo con me...<br />
<br />Chiara Polihttp://www.blogger.com/profile/17688180410147827961noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1709962432920185600.post-23038654869350506262017-04-19T09:12:00.001+02:002017-04-19T20:31:21.787+02:00Una (sola) vegana al corso di cucina vegana<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Helvetica; line-height: normal;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhji79pK_WJrZRu9ZqW4F4ihwauFQGoEDAJOPnOd5pC3J9WGy5pMFkIvUJRkHrBOjsRNjIRVrOhghiBcIlbX3hQV6zZ2c8evT-S2w2pSyaj8z13WBLjBC9Wf-0FzXbH2iYTWgzfuQZRQVY/s1600/Chef.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhji79pK_WJrZRu9ZqW4F4ihwauFQGoEDAJOPnOd5pC3J9WGy5pMFkIvUJRkHrBOjsRNjIRVrOhghiBcIlbX3hQV6zZ2c8evT-S2w2pSyaj8z13WBLjBC9Wf-0FzXbH2iYTWgzfuQZRQVY/s200/Chef.jpg" width="200" /></a><span style="-webkit-font-kerning: none;">Essere appassionati di cucina e non conoscere <b>Chicco Coria</b>: altamente <i>improbabile</i>.</span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Helvetica; line-height: normal;">
<span style="font-kerning: none;">Essere bergamaschi appassionati di cucina e non conoscere Chicco Coria: <i>impossibile</i>.</span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Helvetica; line-height: normal;">
<span style="font-kerning: none;">Essere<b> vegani</b> e non partecipare al suo corso di cucina vegan all’<b>Agnelli Cooking Lab</b>: <i>inammissibile</i>.</span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Helvetica; line-height: normal;">
<span style="font-kerning: none;">Così l’ho fatto: mi sono iscritta. Ho partecipato al mio <b>primo corso di cucina</b>.</span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Helvetica; line-height: normal;">
<span style="font-kerning: none;">Già. Io, autodidatta che fino alla tenera età di 35 anni non aveva mai messo a bollire nemmeno l’acqua per la pasta, e che tutt’oggi maneggia i coltelli come <i>un bradipo ubriaco</i> (uscendone miracolosamente indenne, il più delle volte), ho partecipato al mio primo corso di cucina.</span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Helvetica; line-height: normal;">
<span style="font-kerning: none;"></span></div>
<a name='more'></a><br />
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Helvetica; line-height: normal;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6AMpr_AqD_VWpSYYGYPR_Y6-5kxrwzMdONHDup7aj9sVLjEPTR9bX1oOCIr32iXx6G76vaxxpmLqza4-N_NiSYmk6DOGQCAgBhPAkHtvwsu8yfwEqb7f6-Iw4ijqVtrVLxTpjyrKoQUQ/s1600/Secondo.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6AMpr_AqD_VWpSYYGYPR_Y6-5kxrwzMdONHDup7aj9sVLjEPTR9bX1oOCIr32iXx6G76vaxxpmLqza4-N_NiSYmk6DOGQCAgBhPAkHtvwsu8yfwEqb7f6-Iw4ijqVtrVLxTpjyrKoQUQ/s200/Secondo.jpg" width="200" /></a><span style="font-kerning: none;">L’Agnelli Cooking Lab è un posto che ti colpisce subito. Un ambiente <b>moderno</b>, pulito e organizzato fa da anticamera al suo cuore pulsante: <b>12 postazioni in una grande cucina professionale</b>, sfalsate su tre file disposti su livelli differenziati. Come in una grande aula universitaria.</span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Helvetica; line-height: normal;">
<span style="font-kerning: none;">Dotato di tutti gli attrezzi necessari, e naturalmente di <b>pentole, padelle e casseruole Agnelli</b> che si fanno notare per la loro qualità e versatilità, il Cooking Lab emana <b>un’atmosfera di festa</b>.</span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Helvetica; line-height: normal;">
<span style="font-kerning: none;">L’emozione dei partecipanti, i colori delle</span></div>
<br />
materie prime preparate con cura da <b>Nuccio Longhi </b>(materie prime di grande qualità, fatto non scontato), la simpatia della vulcanica <b>Gemma</b>, che assiste i partecipanti e gli chef e mette ironicamente in riga i disordinati… E naturalmente la grande <b>personalità</b> di <b>Chicco Coria</b>: tutto ha contribuito a regalarmi una serata speciale, durante la quale ho imparato molto. Davvero molto.<br />
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Helvetica; line-height: normal;">
<span style="font-kerning: none;">Tre ore e poco più per preparare quattro ricette creative, ideate dallo chef Coria per <b>un menu completo</b>: antipasto, primo, secondo e dessert.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5vX9tam-uD7AaY6zXtX4D8mrOcEsUqHoqiSa7x6kkNYe6c_OOxsz_J-Jvz_7eVcDs-bxFnRf27rzxHuzBVztAi0lrR3MKTKsMl1LhvOlknhIFcIwL1LOijjolIzgOs0S-tv1c-O_hXlk/s1600/Antipasto.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5vX9tam-uD7AaY6zXtX4D8mrOcEsUqHoqiSa7x6kkNYe6c_OOxsz_J-Jvz_7eVcDs-bxFnRf27rzxHuzBVztAi0lrR3MKTKsMl1LhvOlknhIFcIwL1LOijjolIzgOs0S-tv1c-O_hXlk/s200/Antipasto.jpg" width="200" /></a></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Helvetica; line-height: normal;">
<span style="font-kerning: none;">Confesso che non mi aspettavo una tale disponibilità da uno chef del suo calibro. Ma in fondo, Chicco Coria è come lo vedi in TV: una persona alla mano, che fa trasparire la <b>passione</b> per il suo lavoro da ogni piccolo gesto e che ci tiene <i>davvero. </i>Vuole che chi partecipa ai suoi corsi impari a <b>rispettare</b> il cibo e le tecniche di preparazione.</span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Helvetica; line-height: normal;">
<span style="font-kerning: none;">Certo, direte voi: facile fare un corso di cucina quando si è uno chef pluripremiato, che ha lavorato per vent’anni in tutto il mondo e si è costruito una solidissima reputazione. Invece <b>no</b>. Perché un conto è essere <i>bravi</i>, un altro conto è <b>saper insegnare</b>. Non tutti ci riescono. Chicco Coria, invece, lo fa alla grande: fa in modo che tutti tengano il passo, riprende con simpatia gli indisciplinati, risponde pazientemente a qualsiasi domanda, anche quando gli viene posta tre volte di seguito da chi si era distratto.</span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Helvetica; line-height: normal;">
<span style="font-kerning: none;">Il corso si è aperto con <b>una panoramica</b> dello chef sui principi della cucina vegana. (<b>Nota per il lettore</b>: numero di vegani presenti: <i>uno</i>. La sottoscritta…). Dopo una rapida descrizione del menu, siamo passati subito all’azione: per imparare a fare qualcosa, bisogna provarci.</span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Helvetica; line-height: normal;">
<span style="font-kerning: none;">Sotto la guida attenta di Chicco e Nuccio, che gira per le postazioni ad aiutare i partecipanti per ogni esigenza (dal funzionamento del piano induzione alle singole preparazioni), ho realizzato dei <b>piatti gustosi, bellissimi e innovativi</b>.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8-aH4wd67AR1hdOGitqnm2dKNjF6c7VAiscBDSZbbB2VPWGE-oD4c53JmdaILVTN700sMfgoVmVfUzWpPUFezsv0nDJY3WtfIPYrR2LFRRGkqatOqaOvSmPdVIclnm6vEeuEtpmLMgEA/s1600/Dessert.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8-aH4wd67AR1hdOGitqnm2dKNjF6c7VAiscBDSZbbB2VPWGE-oD4c53JmdaILVTN700sMfgoVmVfUzWpPUFezsv0nDJY3WtfIPYrR2LFRRGkqatOqaOvSmPdVIclnm6vEeuEtpmLMgEA/s200/Dessert.jpg" width="200" /></a></div>
<br />
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Helvetica; line-height: normal;">
<span style="font-kerning: none;">Da brava <i>secchiona</i> - del resto, ero l’unica vegana presente, poi Nuccio è mio zio ed era la prima volta che lo vedevo all’opera, ci tenevo molto - ho conquistato la postazione in <i>pole position </i>per seguire attentamente ogni dettaglio. Ma sarebbe bastato piazzarmi in qualunque “banco”: gli <b>schermi</b> appesi per la sala inquadrano la postazione dello chef dall’alto, in modo che sia possibile vedere tutto ciò che fa.</span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Helvetica; line-height: normal;">
<span style="font-kerning: none;">Sì, me ne rendo conto: forse mi stupisco per elementi scontati. Ma quando c’è <b>cura per il cliente</b> - e i corsisti sono di fatto clienti - tendo a compiacermene. E io, ieri sera, mi sono sentita a casa.</span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Helvetica; line-height: normal;">
<span style="font-kerning: none;">Ho adattato ogni ricetta alle mie esigenze - niente cipolla, per me: non posso mangiarla - e ho fatto del mio meglio per seguire alla lettera tutti i preziosi consigli.</span></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Helvetica; line-height: normal;">
<span style="font-kerning: none;">Il risultato?<b> Quattro splendidi piatti</b>, alcuni preparati per la prima volta (il risotto con il riso venere è stata una splendida scoperta), una serata che è volata via, un’atmosfera piacevole e famigliare.</span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfX0qzP0fifSP3_v9JsBHUQ8cQq9q7HCNzkChcQ7K2xTpbEyCE0tzavTEAs96wvzWgS642w6t2tSldoGH_Ve-Wjq8wQa_yrWgtRSnkUAhVkKFnR94sYeI-YqlLWxD_Sp4D21ogaQY57-w/s1600/Io+e+Nuccio.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfX0qzP0fifSP3_v9JsBHUQ8cQq9q7HCNzkChcQ7K2xTpbEyCE0tzavTEAs96wvzWgS642w6t2tSldoGH_Ve-Wjq8wQa_yrWgtRSnkUAhVkKFnR94sYeI-YqlLWxD_Sp4D21ogaQY57-w/s200/Io+e+Nuccio.jpg" width="200" /></a></div>
<div style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: Helvetica; line-height: normal;">
<span style="-webkit-font-kerning: none;">Probabilmente ero la più motivata fra i partecipanti, visto che gli altri erano tutti onnivori (con l’eccezione di due vegetariani). Fatto sta che, per me, il corso ha portato al <b>risultato sperato</b>: pur non essendo digiuna di cucina vegana, ho imparato a sostituire alcuni ingredienti in modi che non conoscevo, ho eseguito nuove tecniche di cottura e ho impiattato con risultati che ai miei occhi apparivano strepitosi. E anche al mio palato… Non male, per una serata. Davvero niente male.</span></div>
Chiara Polihttp://www.blogger.com/profile/17688180410147827961noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1709962432920185600.post-17927794836038158092017-04-04T18:33:00.004+02:002017-04-04T18:43:21.783+02:00Piccola storia sull'amore<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_pMvIpWiYmHOKtIHRsBeACvoOUJk50wMJIiaepS-EKw03E3d9rhYvlUfQOdUbjq9ruTGaG_FEjWRPIb39bLVU43H9oqbN5IAmRs0UVqRpLGwm6_JBrei7QvrOg8DT_a8NG2NDQO-mICM/s1600/15697838_10209248832792642_6932984294612728899_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_pMvIpWiYmHOKtIHRsBeACvoOUJk50wMJIiaepS-EKw03E3d9rhYvlUfQOdUbjq9ruTGaG_FEjWRPIb39bLVU43H9oqbN5IAmRs0UVqRpLGwm6_JBrei7QvrOg8DT_a8NG2NDQO-mICM/s200/15697838_10209248832792642_6932984294612728899_n.jpg" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Si trovava in Puglia, in uno di quei canili lager tristemente famosi, in cui ogni settimana i volontari - quei <i>santi</i> dei volontari, persone che ti ridanno <b>fiducia nell'umanità</b>, e vale per <i>qualsiasi</i> settore del volontariato - assistono a scene indescrivibili.</div>
<div style="text-align: justify;">
Uno di quei volontari, in contatto con <a href="http://www.animaliberaonlus.it/" target="_blank">Animalibera</a>, aveva chiamato chiedendo disperatamente di farla arrivare a Grignano. Così è stato: lo scricciolo che vedete in foto è arrivato in provincia di Bergamo e dicembre.</div>
<br />
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
Le volontarie hanno pubblicato subito l'appello per la sua adozione. Le informazioni, visti i tempi ristretti, non erano ancora complete: la cagnolina che mi ha rubato il cuore era messa molto peggio di quanto sembrasse. A me, però, <b>non importava</b>: io la volevo proprio perché non era messa bene.</div>
<div style="text-align: justify;">
In canile l'avevano chiamata <b>Tatina</b>. Una cagnetta minuscola, 8 chili di pelo biondo (ora 9 e mezzo, quasi...), con <b>un occhietto </b>distrutto (probabilmente da una bastonata), con le <b>mammelle</b> che indicavano chiaramente una gravidanza recentissima e con la peggior <b>dermatite</b> che io abbia mai visto e che l'aveva ridotta a essere un adorabile cagnolina <i>un po' spelacchiata</i>.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKpWCJJ0vKZQxNYPvKz6juP8Klltptks4UUdeyeiIKI-y36A1Ghwg0zoveKykTicoYqE_Qze67c_3U3ElY6PF5gPpdJ25LXJ5nm18-pSSsINCls4iL1IqbTp-P21HdfHoFzMi_FfskhmU/s1600/17103400_1260250817403082_6491909858011646257_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKpWCJJ0vKZQxNYPvKz6juP8Klltptks4UUdeyeiIKI-y36A1Ghwg0zoveKykTicoYqE_Qze67c_3U3ElY6PF5gPpdJ25LXJ5nm18-pSSsINCls4iL1IqbTp-P21HdfHoFzMi_FfskhmU/s200/17103400_1260250817403082_6491909858011646257_n.jpg" width="150" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><i>Tatina</i></b>. Ho capito subito cosa sarebbe successo: nessuno avrebbe chiamato per lei, per via di quell'occhietto. E avevo ragione: 250 condivisioni sui social e nemmeno una telefonata. Nemmeno una... <b>A parte la mia</b>.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Conosco Animalibera da molti anni. Ho scritto <b>Marley chi? La mia vita con tre Labrador</b> (poi trasformato ne<b> <a href="http://www.epikaedizioni.it/book-72.html" target="_blank">Il ritorno delle Bionde</a>) </b>per raccogliere fondi a favore di questa associazione, e ci sono riuscita (grande, <i>grande </i>soddisfazione). Aiuto le volontarie ogni volta che posso, come posso.</div>
<div style="text-align: justify;">
Soprattutto, però, <i>Animalibera conosce me</i>.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sa come tengo i miei cani, quindi non hanno esitato a portarmi la piccola, per <b>provare l'inserimento</b> con le altre due Bionde di casa (temevo reazioni avverse da parte di <a href="http://chiarapoli.blogspot.it/2010/08/un-agosto-controcorrente.html" target="_blank">Dharma</a>, sono arrivate dalla Pimpa. Ma sono durate poco).</div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3mrYLLM6FBiju-pOJiXzvNOLk005EhwyHKxFMakvdY5A1mqkwYHrWFuClAxCABZb3DQpxlmtdjaZThe4s3HIXt-Ko7EE41JJmAXVkGs0TNXklmdTcZOSJaYipCPewbX8VUstW3AlrYJY/s1600/17353625_10209972097593810_8645003632618896001_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3mrYLLM6FBiju-pOJiXzvNOLk005EhwyHKxFMakvdY5A1mqkwYHrWFuClAxCABZb3DQpxlmtdjaZThe4s3HIXt-Ko7EE41JJmAXVkGs0TNXklmdTcZOSJaYipCPewbX8VUstW3AlrYJY/s200/17353625_10209972097593810_8645003632618896001_n.jpg" width="150" /></a><br />
<div style="text-align: justify;">
Era il <b>22 dicembre</b>. Abbiamo aggiunto un "Pa" davanti a Tatina e abbiamo accolto <b>Patata</b> nella nostra casa. L'abbiamo curata, con pazienza e amore. Le abbiamo insegnato a<b> fidarsi</b> di noi (è stata picchiata, il suo comportamento non lascia spazio ai dubbi). L'abbiamo portata dal nostro veterinario e abbiamo seguito le sue indicazioni: i molti noduli alle mammelle andavano rivalutati una volta eliminato il latte. Il soffio al cuore dipende dall'età (ha fra gli 8 e i 10 anni) e non è preoccupante. Le paure si curano con l'amore.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il <b>17 marzo</b> Patata è stata operata. Le mammelle a destra sono state tutte rimosse. Gli esami istologici hanno rivelato che si trattava di un <b>carcinoma al primo stadio.</b> Siamo arrivati in tempo: ora dovremo solo fare delle lastre di controllo ogni tre mesi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il <b>pelo è ricresciuto</b>, forte e sano. Patata è diventata <b>allegra, giocosa, molto più sicura di sé</b>.</div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEHcedux8ndj91EIlVg1Ba3Iqf-nlUhUkBfr59vvLgLOhveebsyYuucco0Nv5-2i_lGm-S1KQLZw9NPYGdi5OUAYxgpqYp9TBuVaBIcB2yuPOisyxAWzc0NuexHrC7hiw9XJZGP7QZ_cw/s1600/16938691_1252962868131877_2650211550421635033_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEHcedux8ndj91EIlVg1Ba3Iqf-nlUhUkBfr59vvLgLOhveebsyYuucco0Nv5-2i_lGm-S1KQLZw9NPYGdi5OUAYxgpqYp9TBuVaBIcB2yuPOisyxAWzc0NuexHrC7hiw9XJZGP7QZ_cw/s200/16938691_1252962868131877_2650211550421635033_n.jpg" width="200" /></a><br />
<div style="text-align: justify;">
Oggi è un <b>cane felice.</b> Un cane che era abituato in casa (sporca solo sull'erba). Un cane di una bontà, di una tenerezza e di una bravura mai viste.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Un cane che è un <i>tesoro </i>vero. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il cane che nessuno voleva perché ha un occhietto fuori uso.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il cane che ci ha confermato ciò che gli altri nostri cani ci avevano già insegnato: <b>l'amore cura tutto.</b> L'amore fa passare la paura, i brutti ricordi, l'insicurezza.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'amore, quando viene rivolto a un animale, viene <b>sempre ricambiato</b>: ne ricevi più di quanto ne dai.</div>
<div style="text-align: justify;">
Con gli esseri umani, purtroppo, non è sempre così.</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Andate in canile</b>. Prendetevi la<b> responsabilità </b>di salvare una vita, di <b>rendere felice</b> una creatura indifesa, magari malata e magari non più giovanissima.</div>
<div style="text-align: justify;">
Scegliete di dedicare del tempo a un gesto che <b>vi ripagherà</b> mille volte di ogni sforzo, di ogni spesa, di ogni sacrificio.</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Scrivete anche voi</b> una nuova, piccola storia che parli d'amore.</div>
Chiara Polihttp://www.blogger.com/profile/17688180410147827961noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-1709962432920185600.post-57025292883997957272017-03-22T20:58:00.004+01:002017-03-22T20:58:28.471+01:00Vergogna? Finita!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmHlHZBuPCp4Y4rXGGfIFDPfsW5zsSYgKr_4nfN40mRJy8y9sM8pDSNkNglkgvJO70KZ1E1R0cHwF8rvd13YIJRUJ-2DPD4fWza5qMs6JDUagcs1ljDmdu_JqGNEvU9Q1M_rQKxWT0C-A/s1600/17426374_10210007602841419_6896707523161934824_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmHlHZBuPCp4Y4rXGGfIFDPfsW5zsSYgKr_4nfN40mRJy8y9sM8pDSNkNglkgvJO70KZ1E1R0cHwF8rvd13YIJRUJ-2DPD4fWza5qMs6JDUagcs1ljDmdu_JqGNEvU9Q1M_rQKxWT0C-A/s320/17426374_10210007602841419_6896707523161934824_n.jpg" width="320" /></a></div>
<i>"Esaurita la vergogna! La già rarissima merce è definitivamente scomparsa dagli scaffali di tutta Italia. Se ne sono perse le tracce".</i><br />
Se ci fossero ancora gli <b>strilloni</b> agli angoli delle strade, queste sarebbero le parole che rivolgerebbero ai passanti, enfatizzandole il giusto.<br />
Perché in un giorno solo abbiamo battuto ogni <b>record di indecenza</b>. Ve lo dimostro con <b>3 esempi </b>(ma ne avrei molti altri).<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
1. <b>Abbiamo</b> <b>ucciso la Grande Barriera Corallina</b>. L'abbiamo uccisa: è stata ufficialmente dichiarata morta.<br />
Non è stato facile, ma ci siamo riusciti. Proprio noi, adesso. C'è di che esserne fieri: anziché svegliarci, continuiamo a dormire.<br />
Non che ci sia rimasto molto da fare, ormai: il pianeta è<b> in agonia</b>. Cambiando radicalmente abitudini, però, potremmo prolungarne un po' la vita. Salvarlo no, ma farlo vivere un po' di più sì. Potremmo. Ma non lo stiamo facendo.<br />
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Il che mi porta direttamente al <b>punto 2</b>: <b>Capitan Findus s'è venduto anche l'anima</b>.<br />
L'agghiacciante - e di pessimo, <i>pessimo gusto</i> - slogan <b>"Il sapore <i>della</i> vita" </b>usato sui surgelati di pollo è l'emblema del disprezzo che le multinazionali e i produttori di alimenti hanno per la sostenibilità. Per la vita. E per il consumatore.<br />
Descrivere i resti di animali una volta viventi (perché questo sono) come "sapore della vita" ha qualcosa di inquietante, di mostruoso, di bestiale. Qualcosa di <b>primordiale</b>. Qualcosa che cancella centinaia d'anni di evoluzione e ci riporta dritto alle <i>puttanate</i> - perché questo sono - sull'uomo che nasce cacciatore e <i>bla, bla, bla</i>.<br />
Al di là del fatto che l'uomo nasce <b>frugivoro</b>, e <b>diventa</b> cacciatore per necessità e praticità (perché cacciare è più facile di coltivare, per coltivare ci vuole una certa intelligenza, e ci siamo arrivati solo dopo), abbiamo <b>applicato la rivoluzione industriale alla cultura della morte</b>.<br />
Dopo le prove generali durante la Seconda Guerra Mondiale, abbiamo trovato il modo di <b>farci dei soldi</b>, anziché limitarci a dispensare odio, morte e dolore.<br />
Abbiamo massimizzato i processi di sterminio degli animali che finiscono sulle nostre tavole.<br />
Roba che se avessimo impiegato <b>un decimo di quell'impegn</b>o nella salvaguardia ambientale, adesso non saremmo sull'orlo della catastrofe.<br />
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Signore e signori, il pianeta <i><b>è fottuto</b></i>. E noi con loro.<br />
Ma anziché dire: <i>"Okay, gente. Siamo alla frutta"</i> e agire, con soluzioni concrete, si fanno<b> ridicoli piani</b> per un futuro che <b>non ci sarà</b>.<br />
Il che mi porta a riflettere: mentre sempre più persone, proprio perché le <b>conseguenze </b>sono sotto i nostri occhi, prendono coscienza dei provvedimenti con cui possono contribuire alla salvaguardia di quel che resta dell'ambiente, la logica del cambiamento climatico va avanti.<br />
Perché è equivalente alla <b>logica del profitto</b>. E lo sappiamo tutti cosa fa girare il mondo: i soldi con cui ci siamo venduti il futuro.<br />
Improvvisamente, <i><b>The Day After Tomorrow</b></i> non sembra più così fantascientifico.<br />
Improvvisamente, <i><b>Leonardo Di Caprio</b></i> non è più un eccentrico e annoiato riccone di Hollywood, ma una persona che usa la propria fama per fare propaganda <i>a favore </i>dell'ambiente.<br />
Improvvisamente, perfino nelle <i><b>serie tv</b></i> gli uomini che vengono dal futuro sono tutti vegani, perché un altro tipo di alimentazione non è sostenibile (e perché se non fossero diventati tutti vegani, il futuro non ci sarebbe stato. Parola di <i>Travelers</i>).<br />
Improvvisamente,<b> i pescatori delle Eolie</b>, lamentandosi dei delfini che "mangiano il loro pesce" (ed ecco il <b>punto 3</b>) non hanno<i> automaticamente</i> la solidarietà di tutti.<br />
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Perché, sebbene <i>meno</i> intelligenti dei delfini, anche noi ogni tanto ci arriviamo: al diavolo i pescatori delle Eolie, responsabili tanto quanto ciascuno di noi di aver<b> svuotato i mari</b>. I geni <b><i>scioperano contro i delfini</i></b> (<i>"O noi o loro"</i>. Hmm. Che scelta <i>difficile</i>). Cambiassero lavoro (non si capisce perché tutti noi possiamo restare anni, o una vita intera, senza lavoro, ma pescatori, lavoratori Alitalia e operai Fiat sono <b>categorie protette</b>. Gli altri si arrangino. Mai capito perché. O forse sì...). Eolie <b><i>santuario dei cetacei</i></b> e fine del discorso.<br />
Per la prima volta in vita mia, sono <i>felice</i> di non aver potuto avere figli.<br />
Sono <b>sollevata</b>.<br />
Perché se non toccherà a me (e spero proprio di<i> no</i>), certamente sarebbe toccato a loro <b>assistere</b> alla catastrofe.<br />
Quand'ero una ragazzina e l'argomento "ambiente" iniziava a circolare, si parlava di <b>centinaia di anni</b>. Discorsi sul genere: se andiamo avanti così, entro duecento anni il pianeta sarà morto.<br />
Un paio di decenni dopo, siccome siamo sempre <i>meno </i>intelligenti dei delfini ma molto più bravi di loro a far soldi, abbiamo <b>accelerato</b> a tal punto che siamo passati dalle centinaia di anni alle decine.<br />
E forse meno.<br />
Sì, lo so: non frega un cazzo a nessuno.<br />
Siamo ancora tutti così stupidi e poco evoluti da continuare a pensare di non poter fare la differenza.<br />
Beh, cari miei: io <b>ho scelto di fare la differenza</b>.<br />
Io <i><b>faccio</b></i> la differenza.<br />
Ogni giorno.<br />
E quando arriverà la catastrofe, se avrò la sfortuna di essere ancora qui a vederla, avrò anche modo di dire a me stessa di aver sprecato <b>gran parte della mia vita</b> senza far nulla per evitarla, ma non tutta.<br />
Non <i><b>tutta</b></i>.Chiara Polihttp://www.blogger.com/profile/17688180410147827961noreply@blogger.com0