lunedì 15 maggio 2017

Del bullismo, del nonnismo e del valore del servizio di leva

Ci stavo pensando proprio nel momento in cui la Pinotti ha fatto una dichiarazione a riguardo.
Una dichiarazione di quelle sensate, cioè da campagna elettorale, di apertura al servizio civile obbligatorio per i giovani.
Mio marito recentemente si è trovato con i suoi ex commilitoni, nella città in cui ha fatto il servizio militare, per festeggiare i 20 anni dalla loro "avventura".
Al matrimonio di mio fratello c'erano alcuni dei suoi ex commilitoni. Molti altri miei amici sono in contatto con i loro compagni di naja.
Perché durante il servizio militare nascevano amicizie destinate a durare tutta la vita.
Si creano legami unici, fra persone di provenienze diverse e lontane da casa.
Per questo, e per molto altro, ho concluso che la cancellazione del servizio di leva abbia gravemente danneggiato la nostra società.
Fu Sergio Mattarella, l'attuale Presidente della Repubblica e l'allora Ministro della Difesa, a volerla.
Come naturale conclusione della drammatica morte di un povero ragazzo, che scatenò furiose polemiche sul cosiddetto nonnismo, sulla sicurezza nelle caserme e sulla vita militare.
Il nonnismo però - vi svelo un segreto - non era un'invenzione nuova. Perché non è altro che una forma di bullismo. E il bullismo, ahinoi, c'è sempre stato. Sempre esistito, ovunque.
Ritenendo i comandanti incapaci di controllarlo, si è pensato di chiudere le caserme.
Il che, fatemelo dire, sarebbe come decidere di chiudere le scuole oggi, ritenendo i presidi incapaci di controllarlo - e di morti, drammatici suicidi, ce ne sono stati molti di più per il bullismo scolastico che per quello militare.

In alcune caserme, perlopiù in località disagiate o isolate dove non c'era granché da fare, il fenomeno poteva assumere dimensioni preoccupanti, non lo nego. Ma gli ufficiali facevano in modo che la situazione restasse sotto controllo. L'hanno fatto per decenni.
A volte, come sempre accade, le cose sfuggivano di mano. Bastava parlare con la gente, per saperlo. Ma la soluzione non era certo cancellare il servizio di leva: sarebbe bastato assicurarsi che ci fossero i controlli, che la sorveglianza aumentasse, che ufficiali e sottufficiali facessero in modo che la sicurezza venisse garantita.
Come succedeva del resto in tutte le caserme - ed erano la stragrande maggioranza - in cui non si verificavano episodi gravi: si faceva in modo che ai soggetti che intendevano far del male ad altri passasse la voglia. E lo si faceva nel modo corretto: a suon di turni di guardia su turni di guardia, turni di pulizia su turni di pulizia, permessi negati e controlli serrati. Funzionava.
E i ragazzi, durante il servizio militare, crescevano. Imparavano ad organizzarsi, a gestirsi, a rispettare gli orari. Molti non si erano mai rifatti il letto: imparavano anche quello.
Veniva loro insegnato il rispetto delle regole - fondamento di ogni società civile - venivano curati e seguiti.
A questo punto so bene cosa state pensando: ma che ne sai, tu, il militare mica l'hai fatto.
Verissimo. Però ho fatto ricerche. Ho letto, ho intervistato, ho chiesto.
Soprattutto, ho conosciuto tante persone che il militare l'hanno fatto - e altrettante che gli hanno preferito il servizio civile - e so che sono profondamente diverse da chi non ha idea di cosa significhino entrambi.

Il servizio civile insegnava a chi lo preferiva alla caserma a guardare il mondo con occhi diversi.
A ridimensionare i propri problemi, a rendersi conto che nel mondo ci sono tante persone con tanti problemi diversi dai propri, ad apprezzare il valore dell'aiuto reciproco.
Queste sono cose che chiunque abbia fatto volontariato ha toccato con mano.
E anche qui si imparavano regole, orari, rispetto di procedure e tanto, tantissimo altro.
Ecco perché ritengo che sia necessario reintrodurlo nella vita dei nostri ragazzi. E ragazze, naturalmente.
Soprattutto in un Paese in cui si vive con i genitori fino a un'età inconcepibile per quasi tutto il resto del mondo, passare un anno "fuori casa", o comunque con un impegno di questo genere, rappresenta la salvezza per tanti di quei giovani che non sanno che fare del loro tempo.
E lo impiegano in pessimo modo. Spesso, solo perché non hanno alternative.
Il servizio di leva ha formato generazioni di italiani. Il servizio civile ha aperto loro gli occhi.
A giudicare da come vanno le cose oggi, non vi sembra che l'impatto della loro cancellazione sia stato molto più forte di quanto si pensi?
Provate a rifletterci, se avete l'età giusta per fare un confronto fra ieri e oggi. Sono certa che sarete d'accordo con me...

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