mercoledì 8 giugno 2016

Il meglio del nostro peggio. La cultura dell'odio, round 2

Contraddizione: affermare di ODIARE una persona (che nemmeno si conosce) perché diffonde una cultura dell'ODIO.
Gianluca Buonanno, appena cinquantenne e padre di due bambini, è morto in un incidente stradale.
Subito dopo la diffusione della notizia, sui social network si è scatenata la festa: foto di fuochi d'artificio, messaggi di derisione, ma soprattutto espressioni di gioia per la morte di una persona.
Ora.
Che Buonanno non fosse Mister Diplomazia, e magari nemmeno Mister Intelligenza, e che l'avesse fatta fuori dal vaso ben più d'una volta, è cosa nota e indiscutibile. Ma da qui a festeggiarne la morte ce ne passa.

Sono rimasta basita dall'ampio utilizzo del termine "karma", perlopiù da parte di gente che il karma non sa nemmeno cosa sia.
Sono, lo confesso, rimasta anche un po' schifata dall'esultanza di gente che lotta per sentirsi accettata sempre e comunque, con tutte le sue idee, e poi stigmatizza un altro - alla sua morte - per le sue idee.
Se mi leggete, sapete bene che sono una fervente sostenitrice della libertà d'espressione.
Per me è e resta sacrosanta, ma il pandemonio scatenato dall'incidente di Buonanno mi ha fatta riflettere.
Non ho bloccato nessuno e non ho tolto l'amicizia a nessuno per il suo modo di "reagire" alla notizia, però mi sono fermata a pensare.
Soprattutto dopo che sui giornali e sui social si sono moltiplicati i messaggi di chi l'ha avuto come Sindaco e lo ringraziava per la generosità. E dopo il messaggio di Paolo Del Debbio, diffuso sui social, che ne ha svelato la generosità e la volontà che non si sapesse.
Certo, se penso a Buonanno mi viene in mente quell'immagine agghiacciante con la pistola in mano in diretta TV (avevo anche scritto qualcosa a riguardo, all'epoca), ma mi sono sforzata di pensare a lui anche come padre, marito, amico, benefattore di tanti sconosciuti.
E ho pensato: sono proprio queste le parole che accendono l'odio.
Odiavi lui (politicamente) per le sue discutibilissime affermazioni? Bene. Fai un passo avanti: mostrati superiore.
Nessuno dice di esprimere dispiacere per la morte di uno sconosciuto, ma non è nemmeno obbligatorio farci sapere cosa ne pensi.
Non so.
Forse è l'incidente: la sua famiglia e i suoi amici non si riprenderanno più da questa "botta" improvvisa.
Parlo per esperienza.
Anche solo per rispetto a loro, visto che più che uscirsene con affermazioni (molto) infelici Buonanno non ha fatto, forse sarebbe il caso di riflettere sul vero nodo della questione: da odio nasce odio.
Spezzare la catena è la cosa più sensata da fare, se si vuole che le cose cambino.
Certo: lo stesso Buonanno se n'era uscito con "Uno di meno da mantenere" alla notizia del suicidio di un detenuto.
Uscita che avrebbe proprio dovuto evitare.
Ma chi giustificava l'esultanza per la sua morte con questa frase, di fatto, lo paragonava a un assassino che aveva derubato, ammazzato e poi bruciato il suo anziano vicino di casa.
Sta a noi giudicare?
Parlare di karma (ripeto: a sproposito), non è come giudicare la vita di un uomo che non conoscevamo, e le cui buone azioni sono state volutamente taciute, per sua volontà, mentre era in vita?
Ci ho pensato tanto.
E ho concluso che per nessuna morte, NESSUNA, c'è da gioire.
Nemmeno per quella di un assassino.
Ma resta il fatto che se un assassino in libertà muore, cesseranno le vittime.
Se un uomo che aiutava anche il prossimo muore, cesserà quell'aiuto.
O magari no: speriamo di avere da imparare da vicende come queste.
La massima: "Il bene si fa, ma non si dice" mi ha sempre trovata d'accordo.
Mi piacerebbe anche che il male non si augurasse più.
Imparando da chi aveva sbagliato ad augurarlo... E non ha avuto il tempo di capirlo e di ricredersi.

6 commenti:

  1. Cara Chiara, è vero, l'odio c'è da entrambe le parti di qualunque confronto, quando il confronto è fra masse.
    Ti voglio raccontare però di gente che non odia, non ha augurato né augura del male, che non crede al karma, che non gioisce delle disgrazie altrui, che non crede alla inimicizia ma al confronto e che crede che posizioni estreme vengono sempre e solo da ignoranza, paura, traumi o patologie mentali, e nessuna di queste quattro cose ha nulla a che vedere con il Male Assoluto né è una ragione sufficiente per sguinzagliargli contro istinti animaleschi repressi.

    Tutto questo considerato, va ricordato a chi osasse celebrare quella di Buonanno come una figura ANCHE buona relativamente a certe cose, solo perché è appena morto e "i morti meritano rispetto", che non è vero: i morti meritano rispetto come i vivi, e anche da morti, come i vivi, si prendono la responsabilità delle loro azioni. Proprio perché la moralità non esiste davvero e la morte non è una punizione, non è nemmeno un perdono.

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    1. Concordo che non sia un perdono, la morte.
      Non concordo sul fatto del non diffondere le cose ANCHE buone, se uno in vita non voleva che si sapessero.
      So bene che ce n'è, di gente che non odia, non augura il male e non gioisce delle disgrazie altrui. Ma non è di questa gente che stiamo parlando.
      Stiamo parlando di gente che, magari, dovrebbe riflettere un attimo prima di sparare fuochi d'artificio quando muore qualcuno. Non so se mi spiego...

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    2. Sì infatti, c'è questa gente qui, ma almeno su internet (dove le amicizie si possono selezionare) andrebbe evitata. Mi è dispiaciuto vederti subire tutto il campionario di nefandezze :) :(

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    3. Sei un tesoro. Ma come vedi mi è servito a riflettere, quindi ne è uscito qualcosa di buono :-) Smack <3

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  2. " sapete bene che sono una fervente sostenitrice della libertà d'espressione" <- siamo rimasti in pochi, molti, specialmente fra i giovani, ti diranno che la libertà d'espressione non è un diritto, e che è giusto limitarla o vietarla, se contrasta con gli interessi di un gruppo o categoria... ti risparmio cosa mi hanno detto, quando gli ho fatto presente che no, non è un diritto, è IL diritto, quello da cui conseguono tutti gli altri, e che stavano allegramente buttando nel wc, felici di farlo, quello che hanno solo perchè tanti uomini e donne, per secoli, si sono fatti ammazzare per arrivarci

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    1. Davvero? I GIOVANI? Questa cosa è spaventosa. Adesso mi metto a lurkare i giovani sui social... :-D

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