lunedì 11 aprile 2016

22.11.63 - Recensione del primo episodio

Su FOX ha appena debuttato la serie di Hulu che ha messo al lavoro Stephen King e J.J. Abrams. Due menti brillanti con abilità e competenze differenti, che hanno dato vita a un grande episodio pilota. Ecco la mia recensione (allarme spoiler per chi non l'ha visto!) che, naturalmente, vi consiglia di seguire questo nuovo gioiello del piccolo schermo.
22.11.63 Episodio 1: La tana del Bianconiglio
La storia che Harry Dunning legge in classe è solo un antipasto: la perfetta introduzione a 22.11.63 con quello che potrebbe essere un racconto di Stephen King, e che il professor Jake Epping premia con il massimo dei voti.
I suoi studenti di scrittura, al corso serale per il diploma degli adulti nel liceo di Lisbon (nel Maine, e dove altro?) sono l’antipasto di una storia che cattura fin dal primo minuto.
Per chi ha letto il romanzo (recensito qui) da cui è tratta la serie, l’atmosfera è perfetta. La tavola calda di Al è esattamente come potevamo immaginarla. E Jake…

James Franco lo rende un personaggio perfetto. Rende da subito l’impressione di una brava persona. Un insegnante che tiene al suo lavoro per migliorare la vita delle persone. Uno scrittore che non scrive più. Un uomo innamorato che accetta di firme le carte del divorzio, tenendosi il cuore spezzato, per rendere felice l’ex moglie.
Un uomo che, in effetti, sembra venire dritto dritto dagli anni Sessanta.
Lo conosciamo così: come un uomo sfortunato ma gentile. Generoso e comprensivo. Paziente e, in fondo, ordinario.
Una comune brava persona. Il segreto della sua storia straordinaria è tutto qui: un uomo adulto che ha paura dei ragni e odia il buio, ma che è anche un amico su cui contare.
Il migliore amico, per Al. L’unico a cui si può svelare un segreto come un ripostiglio che ti spedisce direttamente nel 1960…
In questo primo, perfetto episodio, ci vengono presentati personaggi e ambientazione, ma soprattutto ci viene sottoposto il grande interrogativo: una sola vita può cambiare la storia?
Secondo Al sì: salvare la vita a JFK avrebbe, di conseguenza, salvare la vita a suo fratello Bob. E magari impedire la guerra del Vietnam, salvando migliaia di ragazzi morti in guerra. E tutte quelle persone, restando in vita, avrebbero cambiato il mondo intero.
Quello di Al è un progetto grandioso, che ricrede sacrifici grandiosi.
Purtroppo, lui non ha più tempo per compierli: ha dedicato la sua vita a un’idea per la quale è costretto a passare il testimone.
E solo un vero amico, come Jake, è degno di riceverlo.
La ricostruzione storica è degna di nota: ci troviamo immersi negli anni Sessanta sotto tutti i punti di vista.
E Jake, l’uomo dei nostri giorni, deve stare attento a cosa dice (sa cose che nessun altro sa), a chi lo dice (ha le indicazioni di Al ma non la sua discrezione), e a un passato che non vuole essere cambiato.
Il tempo agisce contro di lui, fino a bruciare tutti gli appunti che l’avrebbero guidato in questa avventura.
Jake, proprio come noi, non sa cosa lo aspetta. Non sa se sia stato davvero Harvey Lee Oswald a uccidere JFK.
Sa solo che ha l’opportunità di districare il più grande mistero della storia americana, e non saranno certo un incidente e un incendio a fermarlo.
Il cast di 22.11.63 ci regala interpretazione straordinarie, coinvolgendoci nella storia fin dal principio e portandoci con sé fra presente e passato.
Alla ricerca di risposte, di emozioni e di una nuova possibilità, mantenendo intatta tutta la tradizione del viaggio nel tempo legata agli anni Sessanta (da Ritorno al futuro a Star Trek).
Jake è ingenuo, sprovveduto (pretendere di vincere una scommessa 35 a 1 senza che nessuno lo noti è da sprovveduti), ma è intelligente e impara in fretta.
Il tempo reagisce alla sua presenza, e gioca sporco. 
Ma quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare.
E mentre decide di andare avanti, nonostante tutto, prende un'altra decisione importante. cambiare la storia raccontata da Harry Dunning. Salvare la sua famiglia. 
Mettersi contro il tempo, trasformandosi da brava persona a eroe.

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