martedì 19 maggio 2015

I perché dei social network: amletici dubbi sulla nostra vita in rete

Ho delle domande che mi assillano, da tempo. I miei perché dei social.
Li riduco a dieci, con grande sforzo, e le condivido con voi, nella speranza di: a) sentirmi meno sola (ditemi che ci avete pensato anche voi!); b) illudermi che esistano risposte sensate ai quesiti (provateci, vi prego); c) accettare con rassegnazione il fatto che no, non possono esistere risposte sensate ai seguenti quesiti.
1) Perché, Grande Giove, tutti quelli che decidono di "andarsene dai social per fare una pausa e vivere la vita vera" (?) lo annunciano in pompa magna, per poi passare settimane a rispondere a tutti quelli che commentano con un "Nooooo ma dai, resta!"?
2) Perché, santi numi, perché?! Perché vi fate le foto dei profili mezzi ignudi mentre tentate (malamente) di imitare una Blue Steel quando l'unica cosa che vi riesce è l'imitazione di un imbuto incrociato con uno scolapasta? Perché, maledizione?


3) Perché - e a questo ci tengo parecchio - quando girano screenshot di figure barbine fatte da qualcuno, su profili pubblici, si nasconde sempre il nome dell'autore? Ma vogliamo una buona volta diffondere le generalità degli imbecilli, al grido di "se li conosci li eviti"?
4) Perché, Grande Giove, quando la gente posta delle foto orrende/ridicole/impietose di sé, tutti commentano con "Bella!" e "Wow!"? Non capisco mai se è una presa per i fondelli o una roba serio-consolatoria. Mah.
5) Perché mai - e questa è quella più importante - nel 2015 la gente continua a credere a tutto quello che legge su internet? Perché continua a condividere - anche per anni - appelli/annunci/resoconti bufale che tutti sanno essere opera di qualche burlone con molto tempo libero? L'altro ieri mi hanno girato la famosa foto dei cuccioli di Golden che "se non trovano subito casa il padrone li sopprime". E' roba (fintissima) di almeno OTTO anni fa.
6) Perché quelli che non hanno nulla da dire si sentono in dovere di attirare l'attenzione insultando a vanvera la gente, e ottenendo così (ecco il vero: ma perché?) il risultato sperato? Abbiamo la versione 2.0 dei Paolini, quelli che si infilano dietro ai giornalisti durante il TG per fare i gigioni. Solo che lo fanno a parole e nickname, senza manco metterci la faccia o il nome.
7) Perché mai il culo della Kardashian e le tette di Belen hanno più follower di, che so, Bruce Springsteen o Salman Rushdie? (Fermi, questa la so: tira più un pel de pota...)
8) Perché quelli che non hanno il senso dell'umorismo (rassegniamoci: non è stato distribuito a tutti. Proprio come l'intelligenza, il buongusto, la prestanza fisica o l'abilità manuale) insistono nel cercare di essere spiritosi? Definendo, per fare un esempio a caso, "meravigliosa parentesi rosa" una legge incostituzionale e "simpatico bonus" la parziale restituzione di quanto dovuto ai pensionati? Non fate ridere, eh. Sappiatelo.
9) Perché - perché, perché, accidenti - la gente si ostina a scrivere status criptici e generici del tipo "Ah! Chi la fa l'aspetti! Non me li metterai più i piedi in testa, preparati!". Ma chi? Fate nomi e cognomi, santo cielo! Oppure scrivete delle condizioni meteo, che fate una figura migliore.
10) Perché - infine - si pensa ancora che i social siano un modo per condurre una "doppia vita" con falsi profili, fatti di età, sesso e affermazioni lontane dalla realtà, quando ormai siamo tutti in rete, nel bene e nel male? Quanto ci vorrà perché la gente smetta di nascondersi dietro uno pseudonimo e affronti con coraggio le conseguenze delle sue parole?


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