venerdì 3 aprile 2015

La disinvoltura


Già da qualche tempo rifletto su una delle contraddizioni (una fra le molte dell'italico territorio) che più m'infastidiscono del Belpaese: l'indignazione generale per l'evasione fiscale, da un lato, e la disinvoltura nel parlare di compensi in nero dall'altro.
Siccome, passatemi l'espressione, siamo sempre noi poveri pirla a pagare le tasse anche per gli stronzi che le evadono (con la pressione fiscale arrivata al 50.3%, elargisco un complimentone al Governo e agli evasori: fate proprio una bella coppia!), mi pongo delle domande.
Per esempio: il famoso servizio de Le Iene su Tacconi e il mancato pagamento all'imbianchino ha impensierito solo me? Nessun altro - tantomeno Le Iene - ha notato che al telefono si pattuiva "al momento" la cifra da saldare con bonifico, a fronte di nessuna fattura precedentemente emessa con una cifra già pattuita?
Il ragazzo "arrotonda" nel weekend facendo l'imbianchino, ma come? In contanti? Perché sembra sottinteso, ma nessuno ci fa caso.
E ancora: mentre d'Alema denuncia gente a caso e s'indigna, sentendosi "perseguitato" per la pubblicazione di intercettazioni che lo riguardano, oltre a morire dal ridere (eddai, su...), mi chiedo se tutti i magnamagna che abbiamo letto sui giornali relativi ad acquisti di libri e di vino non siano una palese dichiarazione di accordi sottobanco alla faccia del fisco.
Non ho finito: il Presidente della SIAE (!) evade le tasse sul diritto d'autore. Gino Paoli, ti saluto. Mi sei scaduto definitivamente, e sei finito nel dimenticatoio insieme a Valentino Rossi (che tifavo spudoratamente, prima) e a tutti gli altri VIP evasori che patteggiano cifre irrisorie a fronte di milioni di evasione.
Perché mentre noi facciamo la fame e ci ammazziamo (anche in senso letterale) per pagare il fisco, i ricconi, i politici e i privilegiati d'Italia se la ridono alla faccia nostra.
Mafia capitale, la speculazione sugli esseri umani ("gli immigrati rendono più della droga", per citare un'altra celebre intercettazione), le spese folli con i soldi pubblici, gli impiegati assenteisti, i recenti scandali della regione Sicilia e del sindaco di Ischia: tutto fa brodo. Eppure, non cambia nulla.
In tv fanno tanto clamore per la messa in onda di 1992, la serie su Tangentopoli, e nessuno nota come, di fatto, ad oggi Tangentopoli non abbia cambiato nulla.
Il sistema era marcio prima ed è marcio adesso.
Questa gente dovrebbe stare a casina a fare la calza, non al proprio posto con un richiamo o una "indagine in corso".
Perché oltre a rubare i nostri soldi, fa di peggio. Contribuisce a sdoganare ogni giorno l'evasione fiscale. Con una disinvoltura tale che, in tv, il fatto che il pagamento in oggetto sia probabilmente in nero passa in secondo piano.
Disinvoltura.
Così io contatto un artigiano per una sistemazione in casa, quello mi chiede se voglio la fattura, io rispondo di sì e mi sento chiedere: "Ma perché?".
Disinvoltura.
Vado a comprare della biancheria in un negozio e, quando chiedo lo scontrino (al suo posto mi danno il foglietto con il conteggio del totale dalla calcolatrice, facendomi anche passare per scema), vengo guardata male.
Disinvoltura.
Gente che ha notoriamente evaso le tasse per anni parla in pubblico della necessità di combattere l'evasione. Abbiamo quelli che fanno i corsi anti-corruzione beccati a intascare mazzette.
Un numero spropositato di falsi invalidi e nullatenenti con gli yacht.
Mentre i miei colleghi giornalisti continuano a chiamarli "furbetti" anziché "ladri evasori delinquenti".
Come beccare l'insegnante di italiano a scrivere: "Non s'hai come si dice".
Cosa che, per altro, nel Belpaese non è infrequente.
Perché è tutta una questione di disinvoltura.


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