martedì 24 dicembre 2013

Le mie letture: Anno 2013 - Parte 2 (RECENSIONI dei titoli da 26 a 50)

La fine dell'anno si avvicina ed è tempo di proseguire con la mia analisi-lista di consigli (e naturalmente anche s-consigli!) delle mie letture targate 2013. Ho deciso di darmi come data ultima per questo (faticoso) lavoro il 3 gennaio 2014, perciò aspettatevi tutti gli altri titoli entro quella data.
Nel frattempo, ecco qui gli altri libri della lista, dal numero 26 al numero 50. L'ordine è sempre quello di lettura nel corso dell'anno (più o meno, Anobii fa fede fino a un certo punto, il Kindle è già più affidabile). Le recensioni sono sempre rigorosamente SENZA spoiler sulla trama.
Di nuovo, buona lettura. E Buon Natale. Speriamo ci regalino tanti libri :-)


26. Inferno di Dan Brown
La conferma del vero, incontestabile mestiere di Brown: uno scrittore per turisti. La storia è sempre quella, i colpi di scena e gli sviluppi sono tutti abbastanza prevedibili. Non c’è niente di nuovo, insomma. Ho retto fino alla fine solo grazie al “viaggio” vivido e dettagliato che Brown mi ha fatto fare, questa volta come le altre, fra le vie, i musei e le opere d’arte delle nostre città. La sua capacità di farti visualizzare i monumenti come se li stessi osservando è innegabile. Come il fatto che, forse, dovrebbe concentrarsi più su questa sua abilità piuttosto che sul confezionamento dell’ennesimo thriller che segue gli stessi schemi.

27. Un lavoro sporco di Christopher Moore
Moore è diventato da subito uno dei miei scrittori preferiti, lo ripeto quasi in ogni recensione dei suoi libri letti quest’anno. Visionario, ironico, profondo conoscitore dei generi nei quali si cimenta per prenderli in giro, riscriverli, rivoluzionarli... Per quanto mi riguarda, leggerei anche le sue liste della spesa. Questo romanzo l’ho letto quasi tutto d’un fiato: una storia appassionante con un gruppo di personaggi simpatici e profondi al tempo stesso. Un crossover con un altro dei suoi romanzi (queste cose mi fanno impazzire!). E un finale non scontato, che ovviamente non vi rivelo.

28. Una cosa divertente che non farò mai più di David Foster Wallace
Non mi ha fatto ridere come mi aspettavo, ma mi ha sicuramente fatto scoprire un mondo: quello dei viaggi organizzati, delle crociere, del giornalismo turistico dell’incaricato di turno che parte e va all’avventura, finendo spesso per trovarsi di fronte qualcosa che non si aspettava. Il romanzo è ben scritto. Probabilmente, però, non è il mio genere. Non penso che leggerò libri simili.

29. Il gabbiano Jonathan Livingtstone di Richard Bach
L’ho riletto come faccio periodicamente fin da quando ero piccola. Lascio passare qualche anno e cerco di scoprire se le avventure di Jonathan, il suo volo verso la libertà, il suo anticonformismo e la sua voglia di cambiare il mondo, spalancando la mente dei suoi simili, mi toccano ancora come fecero la prima volta. E la risposta, immancabilmente, è sì!

30. Non tutti i bastardi sono di Vienna di Andrea Molesini
Un grande romanzo storico, dallo stile molto gradevole, preciso, appassionante. Una storia che ti immerge nell’atmosfera di un momento che chi ha vissuto cerca inutilmente di dimenticare mentre chi non l’ha visto con i propri occhi, come me, può conoscere grazie alle fedeli ricostruzioni ambientali e psicologiche dell’autore. Una gradevole scoperta. La storia mi ha coinvolta più di quanto mi aspettassi e anche questo libro l’ho letto piuttosto in fretta: avevo voglia di sapere come sarebbe andato a finire, cosa ne sarebbe stato dei personaggi e soprattutto se le mie aspettative sarebbero state soddisfatte fino alla fine. Ed è stato proprio così.

31. Un amore di zitella di Andrea Vitali
Il solito (nel senso buono) Vitali: ironico, maestro nel restituire il microcosmo di personaggi che popolano questa storia come sempre gradevole, che si legge volentieri. Vitali mi rasserena. Me lo tengo per i momenti difficili. Questo libro l’ho letto in un momento difficile, uno fra i molti vissuti quest’anno. Ha funzionato: mi sono appassionata alla storia e ai suoi protagonisti, mi sono lasciata trasportare altrove, nel mondo così semplice ma al tempo stesso così articolato che Andrea Vitali costruisce ogni volta.

32. Furto di luna di Andrea Vitali
Rubare la Luna è la massima aspirazione per ogni sognatore che si rispetti. Anche quando quel sognatore è un ladruncolo noto in paese come “Animalunga”, che vuole solo un futuro migliore per la moglie e il figlioletto. Con la consueta perizia, Vitali ci restituisce la storia di un personaggio che si muove fra ingenuità e dedizione ai propri sogni, non sempre per vie “ufficiali” ma con tanta voglia di cambiare un mondo. Il suo, almeno.

33. Olive comprese di Andrea Vitali
Leggendo questo libro, uno dei più riusciti fra i molti grandi successi di Vitali, non potrete non affezionarvi subito al maresciallo Maccadò, personaggio che ti conquista mostrandosi subito per ciò che è davvero: il centro nevralgico del consueto universo dell’autore; personaggi di ogni età si mescolano alla perfezione sullo sfondo di vicende semplici ma pronte a diventare intricate per volere dei protagonisti... I colpi di scena non mancano e il divertimento neppure.

34. La signorina Tecla Manzi di Andrea Vitali
Romanzo delizioso, con un finale forse un po' deludente perché un tantino troppo frettoloso, ma comunque delizioso. Personaggi come di consueto ben caratterizzati, che mi muovono sullo sfondo di una caserma dei carabinieri sul lago che riunisce esponenti di varie regioni d'Italia. E l'impagabile signorina Tecla Manzi, “vecchietta” di zona che si trova al centro di un furto tutto da risolvere. Fra i molti libri di Vitali, questo credo sia in assoluto il mio preferito. Almeno finora.

35. Babbo Natale giustiziato di Claude Lévi-Strauss
Piuttosto noioso e anche scontato. Le provocazioni da pamphlet sono prevedibili, il linguaggio un po’ troppo pretenzioso rispetto al contenuto. Non lo consiglierei, in effetti avrei potuto risparmiarmelo abbandonandolo dopo l’inizio ma piantare i libri già iniziati mi scoccia parecchio (anche se talvolta è inevitabile).

36. Festa di Natale di Rex Stout
L’unico libro che ho letto della saga di Nero Wolfe. Ben scritto, ben congegnato... Ma non abbastanza da catturarmi e convincermi ad affrontare anche gli altri. Pur riconoscendone il valore, preferisco di gran lunga Agatha Christie. Ma di gran lunga. 

37. L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello di Oliver Sacks
Un libro di cui tutti mi hanno sempre parlato bene e che invece a me ha dato molto fastidio. Forse è troppo, davvero troppo deprimente, visto che affronta delle tragedie personali con l’occhio clinico, ma anche un po’ cinico, del medico che le ha vissute dall’altra parte. Cioè quella opposta al lato “paziente” e io, con i miei ricoveri annuali, per partito preso sto sul lato opposto a quello di Sacks. Sto dalla parte del paziente, sempre e comunque. Soprattutto, pur comprendendo che si tratta di una questione epocale, non sono riuscita a farmi andare giù il modo politicamente scorretto in cui l’autore affronta l’argomento “ritardo mentale” e simili dei suoi pazienti. Non lo rileggerei mai. E se potessi tornare indietro, eviterei di affrontare anche la prima lettura.

38. Il seggio vacante di J.K. Rowling
Probabilmente come molti, molti altri lettori, mi sono accostata alla mia prima fatica “non potteriana” della Rowling con un certo scetticismo. Ma mi sono ricreduta presto: Il seggio vacante descrive minuziosamente un microcosmo cittadino fatto di gelosie, pettegolezzi, salvaguardia delle apparenze e volontà di ritagliarsi un posto su quel piedistallo al quale molti ambiscono. Un posto nel consiglio cittadino diventa sinonimo di potere e riscatto, ma anche ragione di contrasti e imprevisti che  l’autrice racconta con la dovuta ironia e una buona dose di (innocua, ma non del tutto) cattiveria.

39. Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico di Luis Sepùlveda
Come sempre Sepùlveda ci parla di amicizia, amore, altruismo e tolleranza attraverso una “favola” abbastanza intensa da farci fermare per chiederci se siamo un gatto o un topo. E quanti gatti o topi abbiamo incontrato nella vita, magari senza preoccuparci ci valutarli per ciò che erano al di là delle apparenze. Questa storia si legge in fretta e ne vale la pena: in modo semplice, insegna cose semplici. Come il rispetto per gli altri, a prescindere dalle etichette e dai pregiudizi.

40. Uomini e topi di John Steinbeck
Se si chiamano “classici” c’è un motivo: sono senza tempo, insegnano sempre qualcosa, aiutano a vedere il mondo con occhi diversi. Gli occhi che dopo aver letto la drammatica e commovente storia di George e Lennie sono pronti a guardarsi intorno per cogliere il messaggio di base di Steinback: il tempo passa ma certo cose non cambiano mai. I più deboli finiscono per essere emarginati, in qualche modo; i detentori del potere fingono solamente di interessarsi a loro, e se non fingono e si interessano davvero non ci mettono abbastanza impegno. Quando si fa parte della schiera dei deboli, poi, la conclusione è (quasi) sempre la stessa

41. Canne al vento di Grazia Deledda 
Uno di quei libri che senti spesso nominare a scuola (in particolar modo dalle prof. di italiano fissate con la letteratura femminile), un capolavoro senza tempo che restituisce come per magia l’atmosfera di un’epoca. Un classicone da leggere se si è disposti ad accettare le regole stilistiche e comportamentali di un’Italia ben diversa da quella che conosciamo.

42. 2017 A.D. Di Vera Q.
Non ho scritto le mie impressioni su questo libro subito dopo averlo finito e ora è piuttosto difficile ricordare cosa ci fosse che non andava. Ma sicuramente qualcosa c’era, perché per quanto lo spunto - sebbene non originale - fosse stato ben sfruttato e per quanto i personaggi fossero abbastanza interessanti, c’era qualcosa di artificioso. Forse il loro modo di esprimersi. O forse un’evoluzione un po’ frettolosa degli eventi. Più probabilmente, un mix di entrambe le cose. 

43. La chiave di Sarah di Tatiana De Rosnay
Senza dubbio commovente. Addirittura struggente, in alcuni punti. Un romanzo ambientato  durante il nazismo, ovvero il momento storico che per definizione esplora e rappresenta il sentimento del senso di colpa, alla base di questo racconto. Il senso di colpa di chi non ha potuto fare altrimenti si accosta al senso di colpa del mondo, che non ha voluto fare altrimenti. Infinitamente più profondo e coinvolgente della (perdibile) trasposizione cinematografica con Kristin Scott Thomas.

44. Le cinque W di Anna Rita Rossi
Ho acquistato questo ebook su Amazon dopo aver letto le recensioni positive di altri lettori. Tutti si sperticavano in lodi per la tensione crescente e il finale a sorpresa. Immagino sia per colpa della mia deformazione professionale, che da sceneggiatrice mi ha fatto studiare approfonditamente tutti gli strumenti e i “trucchi” degli scrittori... Fatto sta che io non sono affatto rimasta stupita dal finale. L’ho trovato più un esercizio di stile, questo racconto, come del resto indica il titolo stesso. Un esercizio di stile sullo schema classico del giallo... Che proprio essendo classico, però, risulta prevedibile.

45. Il corvo di Edgar Allan Poe
La vita, l’amore, la morte: i grandi temi dei poeti trovano spazio insieme, con un tocco di misticismo e di soprannaturale che spaventa più il protagonista che il lettore, in questa poesia di Poe. Senso di colpa, dolore per la perdita, incapacità di adattarsi alla vita futura dopo la morte della persona più cara: ne Il corvo c’è tutto questo, insieme a una riflessione sull’autolesionismo dell’uomo che, incapace di sopportare le sfide più ardue della vita, spesso sceglie di lasciarsi andare

46. Survivor di Chuck Palahniuk
Non ci girerò intorno: questo romanzo, avvincente e ricco di colpi di scena, è un capolavoro. La scrittura pungente di Palahniuk è perfetta per raccontare la storia di un sopravvissuto, l’unico sopravvissuto di una setta di suicidi che ora sembrano intenzionati a dargli la caccia. Poco alla volta Tender Benson - che ci regala un’ouverture di quelle che non si dimenticano - imparerà a conoscere il valore della vita. Un valore che nessuno gli ha mai insegnato davvero. Un valore che imparerà a condividere con altri personaggi, tutti altrettanto interessanti. Un valore che ricorda al lettore come il dono più prezioso vada salvaguardato... Anche quando tutto e tutti sembrano volerti dire il contrario. 

47. A volte ritorno di John Niven
Ironico, attuale, velenoso. Niven non risparmia niente e nessuno: questo mondo NON va, e non c'è certo bisogno del ritorno del figlio di Dio per accorgersene... Ma la parabola raccontata da questo romanzo unico nel suo genere è tutt'altro che banale: fa riflettere sulla violenza, sull'ossessiva ricerca dei famigerati quindici minuti di celebrità, sull'egoismo e sulle piccole e grandi "pecche" dell'anima che corrompono tutto. Ho scoperto questo romanzo (e John Niven, di cui ho deciso che leggerò tutto) chiedendo ai miei amici su Facebook consigli per romanzi "leggeri" da acquistare prima di essere ricoverata. A volte ritorno è il primo libro che ho letto in ospedale e sì, certo: è “leggero” per il tono, le battute, l'idea geniale (Dio è molto arrabbiato per come vanno le cose sulla Terra e decide di rimandare giù Gesù a fare un giro...), ma è anche molto, molto profondo. Si parla di generosità, di solidarietà, della fama di successo che rovina la società contemporanea), di controllo delle armi, di violenza, di perdono... Di tutto. Ho già detto fin troppo. Mi limito a un accorato: leggetelo!

48. Biancaneve deve morire di Nele Neuhaus
Un bel thriller. Piuttosto prevedibile, in effetti, soprattutto per chi è piuttosto esperto del genere. Eppure è abbastanza ben scritto da spingerti a proseguire nella lettura. L’atmosfera è molto gotica, i personaggi ben tratteggiati, lo stile avvincente. Penso che cercherò gli altri lavori di Neuhaus perché Biancaneve - contro ogni aspettativa - mi è piaciuto e ne conservo un buon ricordo.

49. La commedia degli orrori di Christopher Moore
Sì, lo so: prendere il titolo di una delle commedie di Shakespeare può sembrare pretenzioso. In realtà si tratta di un prestito ben gestito. Sarà che è il mio pane (l’argomento). Sarà che è esattamente lo stile che amo (ironico, colto, ricco di citazioni e parodie senza mai scadere nella banalità). Fatto sta che qualsiasi cosa scriva Moore mi piace. In particolare questo racconto di una cittadina, Pine Cove, alle prese con un demone e il suo guardiano. Due personaggi fantastici che potrebbero essere i protagonisti di una stagione di Supernatural: spiritosi, spaventosi quando serve, carichi di mitologia, pronti a darsi da fare per far convivere millenni di storia con il mondo moderno (avete presente Castiel? Ecco...). Consigliatissimo agli amanti del genere.

50. Cuccette per signora di Anita Nair
Non è facile affrontare il tema della ricerca della felicità senza risultare banali o addirittura stucchevoli. Ancor meno facile è farlo quando si tratta della felicità femminile in una società che impedisce alla donna di esprimere se stessa e di seguire i propri istinti e desideri. Cuccette per signora centra il bersaglio grazie a storie di donne che toccano tutti gli aspetti dell'esperienza umana - e dell’esperienza femminile in particolare - e che puntano sull'universalità dei sentimenti. Anita Nair costruisce ritratti di donne diverse per età e provenienza ma accomunate per aspirazioni, sentimenti, volontà. E i loro racconti lasciano il segno, in un modo o nell'altro, nella coscienza di ciascuno.

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