venerdì 20 dicembre 2013

Le mie letture: Anno 2013 - Parte 1 (RECENSIONI dei titoli da 1 a 25)


Il primo obiettivo era leggere 120 libri entro il 2013. Il secondo, ancora più ambizioso, recensire tutti e 120 i libri letti. Facendo affidamento sulle recensioni che avevo già scritto su alcuni libri (portarsi avanti è sempre una buona idea), questo secondo obiettivo inizia oggi. Pubblico i primi 25 titoli, con relative recensioni. Il primo obiettivo invece probabilmente fallirà: sono al 117° libro e ho in casa, oltre alle mie tre bionde, una cucciolotta del canile in stallo. Ho un filino da fare, con quattro cani per casa (e naturalmente piove…), quindi la lettura è passata in secondo piano. Almeno temporaneamente. Per arrivare alla cifra tonda di 120 dovrei leggere anche di giorno, oltre che di sera e di notte, ma a quanto pare è meglio aiutare un cane in difficoltà. I libri non scappano :-)


Però è stato un anno comunque molto ricco da questo punto di vista: grazie all'inseparabile Kindle (leggi ovunque, sfruttando i ritagli di tempo, e compri molti più libri perché gli ebook costano parecchio meno), ho letto ancora di più rispetto allo scorso anno.
Nel 2012 mi ero fermata a 99 libri (numero elevato sempre "grazie" alla scarsa salute e al Kindle). Questa volta, mettendoci il ricovero (10 giorni per leggere 24 ore al giorno), l'insonnia (il tempo passa molto più in fretta se leggi, quando non dormi!), i molti giorni costretta a letto (il Signor Crohn e le Altre Magnifiche Croniche Autoimmuni si danno sempre da fare) e la disoccupazione (ahimé), leggere così tanto è stato un attimo.
Mettiamola così: leggere significa mettere a frutto tutto il tempo che uno passerebbe a letto a lamentarsi. O anche sveglio a lamentarsi, volendo.
Quindi, ecco qui: si parte! Comincio dal libro letto più recentemente e vado indietro.
L'ordine cronologico di lettura non è proprio precisissimo (non tengo aggiornata la libreria di Anobii, sono una sfaticata!). Nemmeno le recensioni sono omogenee: in qualche (raro) caso ci sono soltanto due o tre righe, in tutte le altre occasioni mi sono dilungata decisamente di più.
L'unico elemento in comune, per precisa scelta, è L'ASSENZA DI SPOILER.
Ci sono cenni sulla trama, a volte, pari a quelli che potreste trovare in un qualsiasi store on line o sul retro di copertina. Ma niente di più. Se il finale mi è piaciuto ve lo dico, ad esempio, ma non vi dico certo di quale finale si tratti!
In buona sostanza, questo è una sorta di promemoria per me, sul mio anno di letture, e di consigli per altri appassionati lettori. Alcuni libri, parecchi della lista per fortuna, sono proprio da leggere. Altri li avrei evitati, potendo. E spero di evitarli ad altri ;-)
I prossimi 25 titoli arriveranno presto. Entro i primissimi giorni del 2014 farò in modo di aver pubblicato la lista completa sulle letture di questo 2013. Abbiate fede e buona… lettura!

1. Corto viaggio sentimentale di Italo Svevo
La solitudine, il viaggio, il matrimonio, la famiglia, la solidarietà. Il viaggio sentimentale di Svevo sarà anche breve, ma non è certo privo di interesse. Il nostro viaggiatore, il signor Aghios, affronta tutti gli argomenti possibili grazie a due elementi: la sua immaginazione, fervida benché anche ricca di contraddizioni, e le occasioni offerte dagli incontri sul treno durante il suo viaggio. Svevo si conferma il grande narratore che conosciamo, pronto a restituirci l’immagine di un’Italia d’epoca che non delude chi è alla ricerca della “magia” di un viaggio nel passato.

2. Lui è tornato di Timur Verdes
Sono in difficoltà. Da un lato mi è piaciuta la provocazione: Hitler si risveglia (inspiegabilmente) nella Berlino del 2011 e finisce per diventare protagonista della vita mediatica. Dall’altro lato, l’operazione fin troppo furba mi ha infastidita: un tedesco che scrive un libro narrato in prima persona da Hitler non può non diventare un caso letterario. Passi la furbizia, visto che ci sono delle parti esilaranti e delle altre parti che danno (parecchio) da pensare. Ma ancora i conti non mi tornano: la lunga post-fazione che segue il romanzo è a metà fra uno sfoggio di ricerca storica e un’articolata autodifesa dell’autore, che pare giustificare ogni affermazione sconveniente fatta nel libro. Senza post-fazione sarebbe stato meglio. Ma forse anche senza Hitler. 

3. Una banda di idioti di John Kennedy Toole 
L’ho scoperto cercando “libri divertenti” su Google. Ho riso, tanto. Ma ho anche riflettuto. Ignatius è uno dei personaggi letterari più riusciti di sempre, uno di quelli che ti infastidiscono e ti conquistano con quel sentimento di odio-amore che lascia il segno. Immerso in un contesto perfetto, fatto di personaggi-satellite che non fanno altro che offrire a Ignatius pretesti per pontificare su qualunque argomento, il nostro protagonista ci incanta. Colto, indolente, ingenuo, immaturo, egoista, sognatore... Un insieme di tante personalità cucite insieme, con la maestria che solo un grande scrittore possiede. John Kennedy Toole ha la mia attenzione: leggerò tutti i suoi libri che riuscirò a procurarmi (in ebook non ci sono, e io sono avversa alla carta... Li leggerò in ebook in lingua originale, pazienza. Su Amazon si trovano tutti).

4. World War Z di Max Brooks
È probabilmente il miglior romanzo di genere che abbia letto. E guardate che ho letto (quasi) tutto il leggibile sull'argomento “zombie”. È originale, regala un interessante ritratto dell'umanità (di molti Paesi e di molte culture) e un'ancor più interessante riflessione sui nostri modi e tempi di reazione quando l'assurdo, lo spaventoso e l'incredibile diventano realtà. O meglio, diventano la cifra rappresentativa di un mondo che d'improvviso non è più nostro. Fin dove siamo disposti ad arrivare per riappropriarcene? In quanti e quali modi siamo capaci di lucrare perfino su un'epidemia che rischia di cancellarci dalla faccia della Terra? Quante e quali bugie raccontiamo ai nostri amici, famigliari, conoscenti? E cosa possiamo (o dobbiamo) credere di quello che ci raccontano i mass media? Questi sono gli interrogativi attorno ai quali ruota il lavoro di Max Brooks, che io consiglio vivamente di leggere. Con due raccomandazioni: se avete visto il film, dimenticatelo prima di avvicinarvi al romanzo. Ne vale davvero la pena.

5. Suicidio Culinario - Io e il mio pesce palla di Gioele Urso 
Il libro che ho letto per “Narcisi allo specchio”, per il numero 2 della rivista digitale Colophon. Le mie impressioni sono nel pezzo pubblicato (le ho scritte per Colophon e lì restano ;-)

6. Scritto sul corpo di Alan Bennett
Alan Bennett, lo sapete già se vi è capitato di seguire i miei post sulla lettura, per quanto mi riguarda potrebbe anche scrivere un romanzo sulla vita sociale delle pantegane nelle fogne e io lo troverei un capolavoro. Ciò premesso, qui siamo davvero di fronte a un capolavoro. “Ecco uno dei miei scrittori preferiti alle prese con i tatuaggi”, ho pensato di fronte al titolo. Mi sbagliavo: il vero nocciolo della questione, come s’intuisce fin dalle prime pagine, è la difficoltà di darsi una definizione, di cucirsi addosso un’etichetta. Questo lavoro è noto per aver rappresentato il coming out ufficiale di Bennett, ma per me è molto di più. È la storia universale del viaggio alla scoperta di se stessi e della difficoltà di capirsi, prima, e di accettarsi, poi.

7. Zombie Story di Max Brooks
Deludente. Pagato caro, come tutti i libri di carta, a dispetto in questo caso dello scarso contenuto (un libro minuscolo, stampato a caratteri giganti!). Contiene poco materiale, in parte già pubblicato in altri libri che io avevo già acquistato. Insomma: una scelta editoriale bizzarra. Saltare a piè pari, se volete un consiglio.

8. Maledetta Cina di Paolo Rumiz
Io non ci ho visto tutta la maestria del “grande narratore dallo sguardo acuto che si posa sull’inquinato cuore pulsante della Cina” (cito dalla presentazione). Forse perché non sono l’editore di Rumiz. Fatto sta che ho trovato il libro interessante, certo, ma anche un po’ troppo pieno di pregiudizi fin troppo semplicistici. Lo spunto, la visita al figlio che si è trasferito in Cina per lavoro, avrebbe potuto offrire molto di più. Il potenziale c’era, e in alcune parti emerge con chiarezza. Peccato non sia stato sfruttato fino in fondo.

9. Inganno di Philip Roth
Philip Roth è probabilmente uno dei pochi, grandi scrittori in grado di confezionare un intero romanzo sotto forma di dialogo senza mai risultare banale, noioso o inverosimile. Il dialogo che costituisce l’inganno di Roth non è ciò che sembra (okay, si capiva dal titolo, ma non era scontato). Sfida il lettore, che lo scrittore depista e, appunto, inganna. Questo è uno di quei libri dai quali non riesci a staccarti. Non fino alla fine, che ti lascia il ricordo di un’esperienza letteraria meritevole di essere vissuta e che io ho trasformato in una lettura senza sosta. Avete presente quando si dice di aver “divorato” un libro? Ecco. Io questo me lo sono divorato e proprio gustato.

10. L’assassino ipocondriaco di Juan Jacinto Munoz Rengel
Divertente e irriverente parodia del genere più in voga in letteratura, il giallo/thriller. Con un protagonista senza nome e “senza faccia” perfetto sotto ogni punto di vista: uno dei migliori romanzi che ho letto quest’anno. La storia del killer a pagamento afflitto dalla “malasorte”, come la chiama lui, ti cattura grazie alla simpatia e alla curiosità. All’inizio non capisci subito (il titolo aiuta molto, in questo) se il nostro assassino ci è o ci fa. Col procedere della lettura ti rendi conto che a prescindere dalla sua visione un filino pessimistica della vita (del resto fa il killer...), in effetti la sua esistenza è complicata. La sfortuna regna sovrana... Ma diverte anche.

11. Tutto ciò che sono di Anna Funder
Ho dato 5 stelle su 5 a questo romanzo nella mia (non aggiornata, disgraziatamente, ripeto) libreria di Anobii. Perché in effetti quello di Anna Funder è un capolavoro: l’ascesa nazista vista dai giovani intellettuali di sinistra che cercavano (e speravano) di fermare la follia prima che esplodesse. Una riflessione sulle persecuzioni naziste anche al di fuori della Germania e sui molti modi in cui il mondo, e l’Europa in particolare, hanno contribuito a spianare la strada a Hitler. Carico di tensione, ti tiene con il fiato sospeso fino alla fine. Soprattutto, ti convince tanto da farti credere che fermare l’orrore sia possibile. Anche se sai già com’è andata a finire

12. Odore di follia di Claudio Marinaccio
L’epub era un po’ un disastro: frasi che vanno a capo a metà, interlinea prima singola e poi doppia... Ho segnalato all’autore, che conosco, l’opportunità di rifarlo per rendere agevole la lettura e spero che abbia accolto il mio suggerimento :-). Per il resto, questo non è esattamente il mio genere di libro. L'ho trovato un po' sopra le righe in diverse parti (soprattutto la "spiegazione" esplicita, troppo didascalica, che Judas dà ai lettori, più che al protagonista, nel momento in cui si scopre la “rivelazione” della trama). Le idee ci sono, questo è indubbio. Però è anche un po' troppo sgrammaticato ("gli" per dire "a lei", in tutti i casi, sempre; tempi verbali che cambiano da una frase all'altra, in qualche occasione; congiuntivi e condizionali mischiati in un calderone confuso)... Avevo giusto scritto da poco, quando l’ho letto, il pezzo sul blog dicendo che io faccio molta, molta fatica a leggere i libri che non sono "perfetti" dal punto di vista linguistico. I refusi possono scappare (ce ne sono in abbondanza anche nei miei libri), ma sulle questioni grammaticali il discorso è ben più serio. Quindi, ricapitolando: curando e rivedendo la forma, potrebbe uscirne un prodotto interessante.

13. Open - La mia storia di Andre Agassi
Una partenza strepitosa, che ti fa esclamare: “Ah, ecco perché tutti ne parlano così bene!”. Poi però c’è un forte calo di qualità: l’equilibrio viene un po’ a mancare (certi match vengono descritti in modo quasi maniacalmente dettagliato, altri inspiegabilmente saltati a piè pari, altri ancora usano sempre gli stessi termini - non tecnici, intendo - e sono ripetitivi). Soprattutto, c’è molta indulgenza dell’autore verso se stesso nella questione “droga”, che rimane molto secondaria. Ovvio, trattandosi di un’autobiografia, ma a me la cosa ha comunque dato fastidio: con tutte queste recensioni mi sarei aspettata molto più coraggio e sincerità. Ciononostante, lo consiglio.

14. Nuoto Master - Pratica e teoria dell’allenamento di Luca Madini Moretti e Luca Bianchini
Utile sotto certi punti di vista, troppo specifico sotto altri. Ma trattandosi di un manuale sportivo non mi lamento: è ben comprensibile, quindi fa il suo lavoro!

15. Invisible Monsters di Chuck Palahniuk
Questo è il primo romanzo di Palahniuk che ho letto e prima ancora di finirlo già twittavo frasi assolutiste sul genere: “Fate un favore a voi stessi: leggete Palahniuk”. Ecco, appunto. Fate un favore a voi stessi. Leggete un po’ quello che volete, di Palahniuk, ma non tralasciate questo libro: è appassionante, geniale, coinvolgente. I personaggi non si dimenticano più (a partire da Brandy Alexander: non potrete più fare a meno di lei). Mi ha ricordato tanto Transamerica (che sicuramente da questo romanzo ha preso spunto). L’omosessualità è come un fondale sul quale l’autore dipinge un viaggio alla ricerca di se stessi. Sì, lo so: il tema potrebbe sembrare trito e ritrito. E forse lo è... Ma non quando a metterci le mani è Chuck Palahniuk.

16. L’anno del contagio di Connie Willis
Uno dei romanzi che ho preferito fra tutti quelli letti nel 2013. Il viaggio nel tempo, il fascino della storia, un dramma nel passato e uno nel presente, una buona dose di catastrofismo (genere che adoro, ho anche l’apposita raccolta “Catastrofici” sul mio Kindle) e tanto amore per un mondo tutto da scoprire. La figura dello storico si trasforma da quella del “topo da biblioteca” a quella dell’action man (o woman...) pronto a tutto pur di verificare le sue informazioni e dare un contributo alla cultura contemporanea. Mi sono imbattuta in questo libro per caso e penso che lo rileggerò, l’anno prossimo. Ci sono avventure che meritano di essere vissute ancora, e ancora, e ancora... Ma solo nella sua versione originale (ne parlerò più avanti, nella recensione di Timeline di Crichton, che ha scopiazzato da qui).

17. Il lato positivo di Matthew Quick
Visto il successo del film, con tanto di premio Oscar a Jennifer Lawrence, ho pensato di leggere prima il libro. Ho sbagliato. Questo è uno dei rari casi in cui la pellicola è migliore del testo di partenza. Va bene: il narratore è mentalmente instabile, immaturo, tutto ciò che volete. Ma questo non giustifica la banalità di alcune affermazioni, l'eccessivo indugiare (e soprattutto le ripetizioni) sui racconti legati al football (dopo un po’, anche con tutta la buona volontà, che rottura!). Inoltre lo scarso approfondimento psicologico di tutti i personaggi, esclusi i due protagonisti (ma in realtà è solo uno quello su cui ci si focalizza) non aiuta. Nemmeno il lettore più ottimista. Insomma: niente di nuovo. Niente di originale. Ma per fortuna, ogni tanto Hollywood compie un miracolo...

18. Acqua nera di Joyce Carol Oates
Cominciamo col dire che la Oates partiva avvantaggiata, visto che il suo romanzo ricorda moltissimo la storia di Blow Out, il mio film preferito. Solo che questa volta non la viviamo attraverso gli occhi di un osservatore esterno (il John Travolta scelto da De Palma): siamo all’interno dell’auto. Un’auto nella quale un senatore degli Stati Uniti e la giovane Kelly Kelleher sfrecciano diretti verso un traghetto che forse non prenderanno mai. Il tema degli scandali politici s’intreccia a quello delle speranze giovanili e di quell’ingenuità che ti fa vedere il mondo con occhi incapaci di concepire l’orrore che può aspettarti dietro l’angolo.

19. Apocalisse Z - L’ira dei giusti di Manel Loureiro
Io l'ho trovato più appassionante e meno noioso del capitolo precedente di questa saga zombie. Forse per l'interessante risvolto "farmaceutico" (non approfondisco per evitare spoiler), forse per l'evoluzione del protagonista e la innegabile grandezza di Prit, il co-protagonista... O forse per la quasi totale assenza di zombie che, paradossalmente, non sono proprio il forte dell'autore. Cambiando argomento, potrebbe andargli meglio.

20. La torre nera: L’ultimo cavaliere di Stephen King
Lo so che mi direte tutti la stessa cosa, perché molti miei amici l’hanno già fatto: tieni duro, Chiara, vai avanti. La saga poi diventa fantastica. Mi fido: non lo metto in dubbio, soprattutto conoscendo bene il lavoro di King... Però non posso tenere duro se il primo capitolo non mi fa appassionare alla storia, ai personaggi, agli orizzonti di riferimento. Non posso tenere duro se non sono curiosa di scoprire cosa succederà. Ho mollato. Mi perderò sicuramente qualcosa, ma non cambio idea. Ho concesso lo spazio di un (lungo!) libro a questo “nuovo inizio” e non sono stata convinta. Come direbbe Melinda Gordon: passiamo oltre. 

21. Tre millimetri al giorno di Richard Matheson
Il genio di Matheson non si smentisce mai nella storia di un uomo che rimpicciolisce di tre millimetri ogni giorno, fino a... Il finale non ve lo rivelo, naturalmente. Ma merita: la tensione cresce attimo dopo attimo nella trasformazione del protagonista che non è solamente fisica, anzi. È soprattutto psicologica e, in un certo senso, mentale: quando tutto cambia, bisogna cambiare orizzonti. Riscrivere il proprio modo di guardare il mondo. Aprirsi a quella elasticità mentale che può salvarti la vita.

22. Cronache del dopobomba di Philip K. Dick
La modernità di Dick mi stupisce ogni volta. Questo romanzo di fantascienza, nonostante l'età (che per libri come questi, in effetti non conta), è completo: ci sono i rischi della guerra nucleare, le conseguenze delle radiazioni e della follia degli armamenti, l'isolamento contrapposto alla sovrappopolazione, il razzismo, la discriminazione sociale, il bisogno di credere in qualcosa di superiore... Qualcosa che a volte si trasforma in orrore. L'impossibile diventa possibile così, come per magia. Perché se è Philip Dick a raccontartelo, allora ci credi. Credi a tutto ciò che ti dice: che l'unico, vero pericolo per il mondo è uno soltanto

23. Le notti bianche di Fedor Dostoevskij
Breve ma intenso, come si dice. Che Dostoevskij vada letto si sa. Ma che anche le sue opere più brevi riescano a risultare incisive e durature nel tempo e nella memoria del lettore, come i suoi titoli più “corposi” e noti, io l’ho scoperto leggendo Le notti bianche. L’autore ci fa diventare il sognatore protagonista del suo libro: non  ci limitiamo a stargli vicino, impariamo a guardare il mondo attraverso i suoi occhi, anche solo per un attimo. Un attimo destinato a durare per sempre.

24. La spartizione di Piero Chiara
Mi è stato consigliato da un’amica, certa che lo avrei apprezzato. Ebbene: è stato così. Questo è un gioiello della comicità all’italiana, quella vera. Quella costruita sull’ipocrisia dell’italiano medio, che vuole apparire in un modo agli occhi della comunità e della parrocchia ma finisce irreparabilmente per dare seguito ai suoi istinti. Una commedia degli equivoci che coinvolge una famiglia di sorelle zitelle che, messe insieme, potrebbero rappresentare la donna perfetta. O forse solo una donna italiana con tutti i suoi pregi e i suoi difetti. Mi ha ricordato tanto Vitali, in tutto e per tutto: la descrizione dei personaggi, l’atmosfera, l’ironia, perfino il lago. Ora so da dove Vitali ha preso la sua ispirazione. E consiglio a voi, come è stato fatto con me, di leggere questo romanzo.

25. Cuore di cane di Michail Bulgakov
Provocatorio, cruento, spesso crudele: il lavoro di Bulgakov è come un pugno nello stomaco. Ma è uno di quei pugni che prendi volentieri perché ti servono. Ti fanno pensare agli uomini, agli animali, alla scienza. Ti costringono a prendere posizione, senza suggerirtela: ci siete voi e la storia. Sta a voi scegliere come e “quanto” viverla. Ciascuno fa le proprie scelte, basandole sui propri orizzonti di riferimento. Io credo che un libro come questo, se letto con la dovuta attenzione, possa contribuire a costruirli o ampliarli, quegli orizzonti di riferimento. Una cosa è certa: questa è una di quelle storie che ti rimangono impresse, anche a distanza di anni.

2 commenti:

  1. Ho segnato 4 letture, tra queste, cui vorrò sicuramente dedicarmi :) vado avanti nelle tue minirecensioni per trovare qualche nuova brillante idea!
    Grazie della condivisione :)

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    1. Ma grazie a te! E, naturalmente, se ti imbatti in qualche lettura degna di nota, segnala a tua volta please! :-) Bacioni

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