mercoledì 4 gennaio 2012

Pressapochismo tutto italiano

Lo spunto viene dal video (l'ho inserito qui sotto) che ho girato per il mio canale del tubo, con i conisigli - tutti legati al mio personalissimo punto di vista, è evidente - per diventare giornalisti specializzati.
Quando ho postato il video, mi è stato scritto da più persone su Facebook, Twitter e YouTube che i miei consigli sembravano esagerati. Leggasi: un percorso di studi, più tanta pratica, più uno studio continuo e la visione (nonché la lettura) di tutto quello che c'è in circolazione per fare analisi approfondite delle serie tv e poi scriverne (senza trascurare l'importantissimo punto di vista della lingua italiana).
Ecco, tolto il fatto che questo "per me è troppo, basta un'infarinatura di base" per me è totalmente fuori dal mondo (infarinatura di base per un mestiere specializzato?) mi ha fatta riflettere sul pressapochismo del giornalismo italiano.




Su Studio Aperto ho già detto la mia, ironicamente, e non tornerò sull'argomento (lasciatemi però dire che quando vedo i servizi sulle mutande di Belen fatti da gente che ho sentito per anni parlar male di Mediaset e del giornalismo "di secondo livello" dei suoi TG, rido molto).



Stenderò un velo pietoso sul TG1 (sappiamo già).
Del TG2 posso dire che pur impegnandomi non ce la faccio a contare gli errori-orrori di ortografia e grammatica fra i servizi e le scritte in sovrimpressione.
Il TG4 è un caso a sé (è spettacolo-intrattenimento, non informazione).
Fatemi quindi dire due parole sul TG5, ad esempio.
Perché trovo che sia rappresentativo: un vasto pubblico, giornalisti conosciuti, rubriche di ogni genere.
Premesso che io, quando guardo il TG, guardo prevalentemente quello di Sky, conosco il TG5 abbastanza da ricollegarmi al discorso del pressapochismo (leggasi: infarinatura di base... o anche meno).
Per dire: Maria Luisa Cocozza ormai ha la rubrica fissa sugli animali la domenica e non distingue un border collie da un labrador. Infarcisce i suoi servizi di informazioni datate, luoghi comuni o addirittura credenze popolari. Per come la vedo io: se fai una rubrica sugli animali, ti leggi un po' di libri e ti informi a dovere. Almeno un minimo. O no?
Altro caso: Anna Praderio, che io ho sempre trovato preparata e puntuale - per anni - oggi appare un po' diversa ai miei occhi. Voglio dire: possibile che dopo vent'anni e più di servizi sul cinema non riusciamo ancora a pronunciare UN nome inglese corretto? "I" (io) con l'acca aspirata, accenti a casaccio, nomi storpiati (hairobò - I, Robot - uilliamsciante - William Shatner...).
Dico: ho anche letto il suo libro sulle "ragazze di Hollywood", che era ben fatto... Ma possibile che non le sia mai venuto in mente di farsi uno straccio di corso di inglese? Ma anche solo la fonetica!
Poi, per carità: per contro, c'è Andrea Pamparana che in veste di indignato speciale presenta servizi puntuali dietro ai quali, è evidente, c'è un grosso lavoro di preparazione di redazione.
Il punto, però, è che ci sono pochi Andrea Pamparana e tante Cocozze in tv.
Questo perché? Perché pare che su argomenti "leggeri" come animali da compagnia, spettacolo o cucina (la Parodi fa scuola. Non mi stupisco: sua sorella riesce ad imbastire un servizio da 5 minuti sugli stivali di gomma di Kate Middleton...) il pressapochismo debba regnare sovrano.
Poi la Cocozza fa servizi su altro e va benissimo: allora perché non ci leggiamo questi tre libri sui cani, due sui gatti e un paio sugli animali in genere e la facciamo finita?
Non saprei proprio, perché...
Fatto sta che non mi metto a parlare di quello che leggo da anni, ogni giorno, sulle serie tv: come avevo già spiegato qui, è PALESE quando chi scrive di serie tv non ha visto ciò di cui sta scrivendo.
E non parliamo solo di dilettanti allo sbaraglio, qui ci sarebbero da fare un sacco di nomi illustri...
Ma potrò leggere un riassunto di Dollhouse su una rivista specializzata che riassume la trama con: "Una ragazza inizia a sospettare che nel suo lavoro c'è qualcosa di marcio e comincia a indagare"?
Eh?
Allora, cari colleghi giornalisti: qualunque sia il vostro campo d'interesse, fate uno sforzo.
Tenetevi al passo coi tempi.
Leggete, guardate, studiate, cercate.
Dimostrate che siete all'altezza dei compiti che vi vengono assegnati (o che magari vi scegliete).
Restituite un po' di dignità ad un lavoro che - lo so perché me lo scrivono tutti i giorni - ha fatto del pressapochismo la sua bandiera, in ogni settore.
In Italia ci sono moltissimi giornalisti bravi, preparati, perfettamente in grado di fare il loro lavoro e di restituire informazioni precise e contestualizzate a chi li legge o li ascolta.
Perché non viene voglia a tutti di essere così?

2 commenti:

  1. In Gran Bretagna hanno aperto gli archivi, rimasti finora segreti, di documenti governativi del 1981, era Thatcher, era di crisi economica tosta e crisi politica in Irlanda del Nord. Su The Guardian hanno sviscerato le reazioni dei potenti allo sciopero della fame di Bobby Sands, il dibattito se far parlare o no il Papa a camere riunite, temendo di dare un segnale pro-cattolici in Irlanda, la proposta choc di un viceministro di abbandonare a se stessa la cittò di Liverpool dove la percentuale spaventosa di disoccupati stava creando rivolte popolari...
    Titolo del Corriere della Sera: la Thatcher si comprò il ferro da stiro con soldi suoi e non dello Stato...

    (tanto per fare un esempio, nèh?)

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  2. Canna, che dire... Forse siamo noi che non guardiamo nel posto giusto.
    In effetti dopo la storia degli stivali di gomma francesi di Kate Middleton a rischio di incidente diplomatico, la mia vita non è più la stessa...

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