lunedì 22 febbraio 2010

Poli, l'entità virtuale

Sapete perché dopo dieci anni ed una non invidiabile selezione di casi umani (conduttori inclusi) il Grande Fratello se lo guardano ancora, in Italia (e in buona parte del resto del mondo)?
Perché il GF offre "emozioni forti".
Questi poveracci, altrimenti buoni a nulla, offrono il loro corpo alla scienza (dei poveri): piangono, ridono, si amano, si picchiano e diventano amici con la facilità con cui il mio cane si lecca la punta della coda (e non solo). Seguendo rigorosamente le istruzioni di autori e conduttori, per un semplice motivo: sono RECLUSI.
Non come i carcerati, certo. In un modo diverso.
Non hanno contatti con il mondo esterno ed entrano in quel bizzarro status che ti convince che al mondo non ci sia altro se non ciò che ti circonda nelle immediate vicinanze.
Lo stesso status in cui io vivo da anni.

Io sono un'entità virtuale.
Senza il web non esisto.
Senza la rete non lavoro, non comunico.
Senza la rete sono sola.

Gli immunosoppressori mi costringono, di fatto, a starmene per i fatti miei, "chiusa" entro i confini della mia casa (e, viva Dio, del mio giardino: ah, l'aria fresca!).
Ma questo non mi fa sentire sola: quando mio marito è al lavoro, anche io lavoro.
E quando sono un po' sottotono, perché il mio è un lavoro "solitario" e non parlo quasi mai con nessuno: scrivo, ci sono tutti i miei amici di Facebook a farmi compagnia.

Fra social network, newsgroup e forum c'è sempre qualcuno on line. Sempre. Giorno e notte.
Ed ecco che una frase banale, trita e ritrita, per me assume un grande significato: la rete è la mia finestra sul mondo.
Grazie al web non mi sento sola. Grazie al web posso fare shopping, visitare "virtualmente" tanti luoghi diversi, restare in contatto con gli amici per me troppo lontani e conoscere nuova gente.

Ecco perché, il giorno del mio compleanno, a 7 ore dall'interruzione del servizio ADSL da parte di Tiscali per problemi tecnici (segnalati continuamente dal 2008), ho avuto un attimo di panico.
La linea non torna. Sono le otto di sera e la linea non torna!
Non posso lavorare, domattina.
Non posso inviare via e-mail i documenti che devo inviare.
Non posso pagare una fattura on line.
Non posso comunicare con i miei amici.

Oddio, oddio, moriremo tutti! 


Calma. Pensa, Chiara, pensa. Un modo alternativo c'è sempre.
"Maurizio, ti prego, corri a portarmi la tua chiavetta Vodafone così almeno posso scaricare la posta e tentare di lavorare domattina".
"Amore, per cortesia: la chiavetta non funziona tanto bene. Trova il modo di connettermi alla rete del nostro vicino, che ci ha appena fornito i dati d'accesso".

Uno pensa che sia un attimo risolvere e riconnettersi al mondo.
Ma non funziona mai niente, maledizione? PC o Mac, quand'è così, non fa differenza.

Sono tecnopriva!

E allora stai sveglio tutta la notte a cercare di risolvere il problema, finché non ce la fai.
Finché Firefox non la smette di dirti "sto lavorando non in linea".
Finché quella linea, virtuale e sottilissima, alla quale senti che il tuo futuro è appeso, in qualche modo ricompare.

Che brutta esperienza, ragazzi, scoprire di essere un'entità virtuale!
Ma bisogna cercare sempre il lato positivo, no?
Beh, eccolo qui: ora, almeno, lo so.

2 commenti:

  1. Hahaha! :D
    Ecco qui presente una che non dorme sul serio se ha problemi al laptop o alla linea ADSL... puro panico! :P Il web è il mondo, la libertà, la democrazia... credo che nessuno debba farne a meno! Hai tutta la mia solidarietà! ^^

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  2. siamo tutti connessi, wired (anche se col wi-fi o il cell), come in un film di fantascienza. antropologi e filosofi salutano la nuova fase evolutiva della specie umana. certo è che quando la connessione è down anche noi lo siamo. ieri sera ero in giunta di un'importante associazione datoriale, il relatore ospite era un giornalista di grido del corriere, io e il mio vicino di seggio ci siamo incriccati sui ns smartphone x googolare il nome dell'ospite e...la connessione era rallentata e il browser stentava (troppo acciaio in quell'aula magna?). terribile sensazione di impotenza, che come un'onda si è propagata tra gli altri in sala, chi apriva il communicator, chi picchiettava con la pennina sul touchscreen...tutti frustrati dalla banda ballerina.

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