domenica 1 ottobre 2017

7 anni

7 anni. Ma avrebbero potuto essere 2.
7 anni. 3 ricoveri gratis. 45 chili in eccesso causati da un farmaco di troppo.
7 anni. 3 medici. 2 cure sbagliate.
7 anni oggi, fra la me che vedete a sinistra e la me di destra.
7 anni in cui ho imparato l'unica cosa che avrei voluto imparare molto prima: mai, MAI fidarsi ciecamentequando si tratta della propria vita.

Io sono cresciuta col sacro rispetto dei medici, tramandato da mia madre.
Tramandato perché - giustamente - il nostro medico di famiglia era il miglior medico del mondo, e anche la migliore persona.
Ci ho messo un po', quindi, a capire che non tutti quelli con una Laurea in Medicina erano come lui.
Ho provato sulla mia pelle la differenza fra i medici veri, quelli la cui prima regola resta - dal giuramento di Ippocrate - "Non nuocere".
Ho buttato al vento quasi 17 anni di cure su 20 di malattie.
Sono tanti, vero? Troppi.
Ne pagherò le conseguenze tutta la vita. Le pago ogni giorno. E probabilmente saranno loro a uccidermi. Più di tutte le mie malattie.
Mi sono fidata di ciò che mi dicevano i medici sbagliati, per anni.
Ho preso i farmaci che mi prescrivevano, ho seguito le diete che mi imponevano, ho ascoltato le "verità" che mi insegnavano. E ho preso delle cantonate mostruose.
Soprattutto, ho giocato con la mia vita.
Senza saperlo.

Ho passato mesi in ospedale, mesi di troppo.
Ho ascoltato gente che non sapeva ciò che diceva, ma indossando un camice si sentiva autorizzata a dire qualsiasi cosa.
Poi, un giorno, ho detto basta. Meglio tardi che mai, come si dice.
All'ennesima provocazione, all'ennesima umiliazione, all'ennesimo "altro che non nuocere...", mi sono ribellata.
Ho firmato per uscire da quello stesso ospedale in cui mi vedete ricoverata nella foto di sinistra.
Sono tornata a casa che stavo peggio di prima, non avevo più uno specialista per la principale fra le mie malattie, non avevo più una terapia.
Ma finalmente, dopo tanti ciarlatani (e ciarlatane), ho avuto fortuna. Ho incontrato il medico che mi avrebbe restituito la mia vita, la mia libertà, la mia voglia di tornare a combattere.
Perché di questo si tratta, cari miei: di fortuna.
Probabilmente è capitato anche a voi, e sicuramente a qualcuno che conoscete: tutti, prima o poi, c'imbattiamo nel ciarlatano di turno. Quando va bene, i suoi errori ci costano un po' di tempo e un pochino, solo un pochino, di salute.
Quando va malissimo, la gente muore.
Non è rassicurante pensare che si tratti di fortuna, dunque, ma è la verità.
Ecco perché sono qui a raccontarvi di 7 anni di stupidaggini, di ricoveri insensati, di esami inutili, di farmaci non solo inutili ma anche dannosi. Gravemente dannosi.
Sono qui a raccontarvelo per dirvi che sì, si tratta di fortuna, ma di una fortuna alla quale possiamo contribuire.

Non accontentatevi mai, quando si tratta della vostra salute. Mai.
Non ascoltate un solo parere. Non date retta al primo "professorone" che vi hanno consigliato.
Parlate con i vostri amici e i vostri parenti.
Cercate informazioni sui medici a cui affidate le vostre vite.
Confrontatevi con gli altri pazienti.
Verificate le diagnosi. Fate domande. Chiedete spiegazioni.
Non prendete per oro colato tutto ciò che esce dalla bocca di uno che, a differenza vostra, si è laureato in Medicina: vi basta leggere i giornali o guardare la TV, per sapere che non basta una laurea per ottenere un bravo medico.
Rispettate i medici che si sono guadagnati il vostro rispetto e non abbiate paura di "offendere" quelli sbagliati, smettendo di farvi curare da loro.
C'è in ballo la vostra vita.
Io ho avuto la sfortuna di ammalarmi quand'ero molto giovane. Ascoltare i medici di cui tutti parlavano bene (per poi scoprire che molti ne parlavano male, ma troppo tardi...) è stata una sorta di scelta obbligata.
Ho sprecato 17 anni di terapie mediche su 20 per molte ragioni: la ricerca era indietro (allora non si sapeva che le mie malattie erano tutte autoimmuni); i medici erano impreparati (non c'era modo, per il paziente di vent'anni fa, di informarsi a dovere e soprattutto di entrare in contatto con tanti altri pazienti dello stesso medico o con molte altre persone affette dalle stesse malattie); ero giovane, e pensavo - illudendomi - che tutti i dottori fossero come il grande uomo che mi curava quand'ero bambina...
Sono tanti i motivi per cui, ormai, è andata così.

Non posso recuperare il tempo perso.
Non posso rimediare ai terribili danni che questo ha causato.
Ma posso condividere la mia esperienza. Posso garantirmi ADESSO la migliore qualità della vita possibile, compatibilmente con la mia condizione.
Posso dirvi, dal profondo del cuore, di NON fidarvi mai, a meno che non ne abbiate validi motivi.
Non accontentatevi. Non credeteci, quando vi dicono che dovete per forza stare peggio, per poi migliorare. Non è sempre vero.
Io sono qui per testimoniarlo.
Per raccontarvi dei 7 anni che hanno separato due vite diverse.
Dei 20 anni che mi hanno resa la persona che sono oggi, nel bene e nel male.
Sono qui per dirvi che ho imparato a non mollare, ma che non è stato facile.
Sono qui per raccontarvi che io corro, perché posso.
Sono qui per me, e sono qui per voi.
E per tutti i moltissimi bravi medici che prendono seriamente il loro lavoro. Cambiando le nostre vite. Restituendoci speranza.
Ridandoci la libertà.

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