lunedì 26 giugno 2017

Un grosso, enorme problema culturale

Senz'ombra di dubbio è un problema culturale.
Un grosso problema culturale.
Ci rifletto da molto, e credo sia arrivato il momento di portarlo all'attenzione di tutti: l'Italia ha la stramaledetta sindrome di Paperino.
Quando le fa comodo, naturalmente.
L'Italia - l'avevo già accennato qui, ma è meglio ampliare il concetto visto che non è cambiata una virgola - dimentica, accantona, mette da parte.
L'Italia ripete gli stessi errori.
L'italia perdona. Anche quando non dovrebbe.


Solo quando ci guadagna qualcosa, s'intende. Siamo italiani, no? Maestri, ma che dico, campioni del mondo d'opportunismo.
Oppure, semplicemente, brave persone che pensano che l'empatia sia fondamentale. Ma che, puta caso, tirano fuori quell'empatia solo con la gente in vista.
Così, quando un personaggio famoso finisce su tutti i giornali perché ha evaso le tasse, noi perdoniamo.
Quando un personaggio famoso investe un povero pensionato con una manovra da delinquente, noi perdoniamo.
Quando un personaggio famoso ammazza qualcuno perché guida drogato - infrangendo il divieto di guidare perché già gli avevano ritirato la patente dopo averlo beccato alla guida drogato - noi perdoniamo.
Per carità: la punizione deve arrivare, la giustizia farà il suo corso, ma insomma l'umana pietà per questo povero Cristo non può mancare.
Eh, no.
Umana pietà un par di palle, cari miei.

Perché non leggo giustificazioni, comprensione o solidarietà per quei poveri cristi che si addormentano al volante dopo turni di 18 ore e investono qualcuno, uccidendolo?
Perché non trovo i social network invasi da sentimenti di umana vicinanza quando una persona comune commette un errore causando gravi danni a qualcun altro?
Ve lo dico io: perché non frega niente a nessuno. A meno che quella persona non sia famosa.
Allora sì, tutti a predicare la fiducia nella giustizia (che "farà il suo corso") e a condannare un atto criminale, ma poverino dai poteva capitare a tutti.
Giustizia un corno.
Per l'omicidio stradale - nonostante la nuova legge - non si paga. Non come dovrebbe succedere in un Paese civile.
Per la corruzione, l'evasione, la falsificazione non si paga, se si è famosi.
I politici condannati continuano a prendere il loro bravo stipendio, pagato coi soldi di noi pirla onesti e rispettosi delle leggi.
I vip che hanno commesso azioni deplorevoli continuano a essere gli idoli del Paese, a essere amati e venerati oltre ogni limite.
Gli assassini evadono durante i permessi premio, perché dai - accidenti - sarai pure uno che ha ammazzato della gente, ma santiddio, un po' d'umana pietà! Vai a farti un giro, caro, prego, però torna eh! Ti aspettiamo per le otto...

Questo è il nostro Paese, questo è diventato,
Un Paese in cui ci si accanisce sui pensionati a cui si chiede di vivere con 200 euro al mese, portando loro via la casa se non pagano l'affitto.
Un Paese in cui ai disabili vengono decurtati i già scadenti e inadeguati servizi e stanziamenti per pagare i vitalizi a qualcuno che si è fatto 50 giorni in Parlamento e ha diritto a una cifra mensile con la quale faremmo vivere dignitosamente decine di pensionati.
Un Paese in cui qualcuno è riuscito a farci credere con tanta convinzione che essere politicamente corretti significa perdonare, capire, comprendere, essere solidali.
E noi, imbecilli, ci siamo cascati.
"Ah, non giudicare, sono cose che potrebbero capitare a chiunque".
No, belli miei. Chiunque un cazzo. Perdonate il francesismo.
Io non mi metto al volante dopo aver bevuto.
Io non guido senza patente.
Io non evado le tasse.
Io non allungo una mazzetta a qualcuno per ottenere qualcosa in cambio.
Io non falsifico documenti.
Io non metto i collant nel rimborso spese della regione.
Chiunque un cazzo.

Bisogna smetterla di fare i comprensivi con quelli che ci piacciono (i vip, per dire) e sparare contro quelli che ci stanno antipatici (i poveri cristi, sempre per dire).
Bisogna, soprattutto, finirla - ma davvero - di pensare di "conoscere" i pensieri degli altri, magari solo perché sono famosi, li vediamo in TV e abbiamo l'illusione di sapere per certo che sono brave persone.
Ho una rivelazione: i delinquenti, i criminali, i ladri, i corrotti e gli assassini sono ovunque.
Anche fra le persone famose.
Ma in Italia godono di una posizione privilegiata.
Perché in tutti gli altri Paesi la certezza di un reato corrisponde all'assenza di giustificazioni (e alla successiva caduta in miseria), com'è giusto che sia.
Si dice tanto che gli americani siano ignoranti ("Ma guarda te, queste capre, hanno eletto Trump").
Vero. Saranno anche ignoranti (come la maggioranza di quelli che scrivono sui social network non facessero errori di grammatica da quinta elementare...), ma hanno un profondo senso comune della giustizia.
Negli Stati Uniti, se ti beccano a evadare le tasse, sei un delinquente. E se sei famoso, i tuoi fan (in gran parte) ti voltano le spalle. Qualche irriducibile resta, ma sono più quelli che hanno strappato dalle pareti i poster di O.J. Simpson di quelli che hanno continuato ad amarlo, per intenderci.
Negli Stati Uniti, se infrangi la legge, hai sbagliato. Punto.
Qui ci sono i "mah, eh, però, bah".
Qui c'è la stramaledetta "comprensione", come se tutti i casi fossero uguali e la meritassero a prescindere.
Qui quelli che ammazzano sono "uno di noi, non giudichiamo".
Uno di noi un cazzo, ripeto.

Ci sono due modi di vivere la propria vita: onestamente e no.
Onestà significare rispettare le leggi perché si ha rispetto degli altri, della società, della comunità in cui si vive. Una comunità che, guarda caso, sarebbe molto più sicura, piacevole e amabile se tutti rispettassimo le leggi.
Ma ci mancherebbe: non siamo tutti uguali. Ci sono le persone cattive. Esistono. Ci sono i delinquenti, per piacere o per necessità. Per volere o per dovere. Ci sono anche loro.
Ecco perché esistono le leggi. Ecco perché abbiamo creato le regole. Ecco perché chi giustifica, spiega o esprime vicinanza a uno come Domenico Diele sbaglia.
Un conto è provare pena e umana pietà (sì! Quella!) per un genitore che dimentica il figlioletto addormentato sul sedile posteriore dell'auto, causandone la morte.
Un altro paio di maniche è compiere azioni deliberate, che la "giustizia" ti aveva già imposto di non ripetere.
L'umana pietà è giusta quando la situazione lo richiede.
In tutti gli altri casi, viene da persone che evidentemente hanno un'idea distorta dell'importanza del rispetto della legge. Ma soprattutto, della vita altrui. E del dolore di chi perde qualcuno perché un altro, deliberatamente, infrange quella stessa legge.

2 commenti:

  1. Concordo con te e apprezzo sempre i tuoi commenti "sociali" se tutti cercassimo di comportarci solo un pochino meglio l'umanità farebbe un gran passo avanti: basterebbe anche solo un pò di senso civico eh mica santificarsi. brava Chiara penso tu sia una bella persona. Roberta

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