giovedì 21 gennaio 2016

La Polee Bookaholic - I libri di gennaio 2016 (parte 1)

Manco da un po' di giorni dal blog, così approfitto per iniziare il bookaholic mensile, che chiuderò come sempre dopo fine mese.
Ho sei titoli pronti, e svariati altri in lettura, quindi ho iniziato l'anno alla grande :-)
E visto che mio marito - d'ora in poi noto come "L'Untore" mi ha attaccato l'influenza - prevedo qualche giorno nel lettone a leggere. Bisogna tirarsi su come si può :-)
Ecco le prime recensioni, come sempre di libri molto diversi fra loro, e come sempre senza spoiler. Spero che troviate spunto per qualche lettura interessante.



Lttra Vlc - La Bibbia della Lettura Veloce con 37 tecniche e strategie per la lettura super rapida di Susan Norman e Jan Cisek
Sì: mi sono data allo studio delle tecniche di lettura veloce. Facendo i test preliminari presenti nei vari testi, ho scoperto di essere già molto veloce, ma l’argomento mi interessava e ho pensato di studiarlo a dovere. Di conseguenza, sono stata attratta dalla “bibbia” della lettura veloce e dalle recensioni positive. Speravo di aver trovato un manuale dettagliato, che spiegasse accuratamente le varie tecniche di lettura veloce. Invece mi sono imbattuta in un testo ripetitivo, pieno di refusi (ma davvero pieno!) con una pessima realizzazione della versione ebook (nonostante il prezzo elevato). Sì, certo, vengono descritte alcune tecniche di lettura veloce, ma purtroppo rappresentano solo una minima parte del libro; ci sono le mappe mentali, gli esercizi “fisici” per gli occhi (discutibili, a meno che non siano medici quelli che li hanno selezionati) e un orientamento molto preciso: il libro è rivolto principalmente a chi deve studiare, non leggere. Le tecniche di memorizzazione hanno la precedenza sulla lettura. Insomma: una delusione. Anche perché i metodi delle mappe e le tempistiche sono piuttosto discutibili: ciascuno dovrebbe adattarle alle proprie esigenze, com’è ovvio, qui invece si tende a dare schemi rigidi con la pretesa di rappresentare verità assolute. Un libro pretenzioso. Come il titolo, del resto. Completa il tutto un inutile glossario finale, con termini comprensibilissimi, che sembra scritto apposta per aumentare il numero delle pagine, proprio come le numerose ripetizioni. Sconsigliato. 

Nelle terre estreme di Jon Krakauer
Chris McCandless era uno sconsiderato. Un incosciente, e arrogante, che pensava di poter fare senza preparazione e senza equipaggiamento ciò che molti più preparati di lui non eran riusciti a fare. O forse era solo un giovane idealista, un amante della natura. Un ragazzo innamorato della vita all’aria aperta, sebbene incapace di recare il dovuto rispetto alla natura. Jon Krakauer spende molte parole sui risvolti della storia di Chris. Cerca, con minuziose informazioni scientifiche, di ricostruire la vera causa della sua morte. Probabilmente il ragazzo aveva ingerito delle bacche tossiche, anziché morire di fame come si era pensato inizialmente. Fatto sta che i suoi resti erano quelli di un uomo adulto che pesava trenta chili. Gli autoscatti che lo ritraggono mostrano un ragazzo sorridente, con chiari segni di denutrizione. E poi ci sono le altre foto. Quelle di pessimo gusto. Le foto con gli animali uccisi, con il segno di vittoria o il fucile a mo’ di trofeo. Le foto che deridono la morte delle creature che gli hanno permesso di sopravvivere oltre cento giorni in Alaska. Le foto dalle quali traspaiono tutta l’arroganza e la stupidità di un ragazzino che ha, magari inconsapevolmente, cercato la morte e l’ha trovata, e le contraddizioni di chi si è sentito in colpa per aver ucciso un alce solo per non essere riuscito a conservarne la carne. Le contraddizioni di chi, forse, ha anche devastato i rifugi vicini senza usarli per rimettersi in forze, che ha creduto di essere migliore di altri perché aveva scelto di avventurarsi nella foresta senza portarsi nulla a parte qualche chilo di riso.
Chris McCandless non era migliore di altri. Era solo un uomo libero che ha fatto la sua scelta ed è morto per quella scelta. Ha chiesto aiuto, prima di morire, ma non c’era nessuno ad aiutarlo perché egli stesso aveva voluto così.
Ho sottolineato molti passaggi del libro di Krakauer, che è andato a fondo della storia di Chris perché in prima persona ha raccolto delle sfide come le sue, sfiorando la morte mentre era immerso nella natura. Al contrario di Chris, però, Jon Kraauer ne è uscito vivo e ha avuto l’umiltà di capire che è stata solo fortuna.
E che ciascuno è padrone del proprio destino. Chris McCandless ha scelto il suo.
Nonostante “Nelle terre estreme” sia un libro difficile, che ti mette addosso una gran voglia di giudicare Chris superficialmente, come molti hanno fatto, la mia conclusione è una sola: McCandless ha scelto il proprio destino. Non va santificato né demonizzato, per questo. La sua storia è solo una testimonianza di come l’uomo, a volte, sia libero di scegliere dove, come e quando morire. Anche di fame, se necessario. Senza rimpianti. Senza recriminazioni o rimorso. Liberamente.

Le mutazioni del signor Rossi - Gli italiani tra mito e realtà di Nando Pagnoncelli
Il nuovo libro di Nando Pagnoncelli, Presidente di IPSOS, è come una raccolta di fotografie. Istantanee dell'italiano medio, il signor Rossi, che ci parlano della nostra storia e ci spingono a riflettere su tematiche interessanti e molto attuali. Come la percezione emotiva ed emozionale - più che razionale - delle notizie, ampiamente sfruttata dai media. Come i social network che si trasformano in legittimatori di opinioni, a prescindere dal contenuto e in base al numero di “Mi piace” o di retweet. O come la condizione femminile in Italia, la sharing economy e l’applicazione di legge di marketing sempre più spietate.
Ne “Le mutazioni del signor Rossi”, poi, non mancano un po’ di storia e di metodologia del sondaggio, argomento che aiuta a capire meglio anche la strumentalizzazione politica e mediatica che a volte viene fatta dei sondaggi stessi, al fine di orientare l’opinione pubblica in un certo senso. Perché se ci si limita al titolo di un articolo, traendo le proprie conseguenze senza leggere tutto il resto, una sola domanda nel contesto di un sondaggio complesso può fare la stessa cosa. L’analisi di Pagnoncelli e il suo lavoro di ricercatore (non chiamateli sondaggisti! La ricerca è una cosa seria, e si vede) sottolineano come i giornalisti si sentano defraudati dai sondaggi, visti come concorrenza “sleale” nella lettura dei gusti, del sentimento e delle idee comuni. E ve lo dice una giornalista.
Con un linguaggio semplice e chiaro, ma anche molto preciso, l’autore ci parla dell’evoluzione pubblicitaria dal Carosello al consumismo sfrenato, del “neurone specchio”, di omologazione e società molecolare, e di moltissimi altri argomenti. E lo fa con un saggio scorrevole e piacevole, che arricchisce e insegna senza inondare il lettore di informazioni che lo confondano. Un saggio che secondo me andrebbe letto. Perché potrebbe insegnarci qualcosa su noi stessi.

Diario di un cinico gatto di Daniele Palmieri
Avete presente i numerosissimi ed esilaranti meme che girano in rete e che hanno per protagonisti gatti infastiditi dai bipedi? Ecco, questo libro è una sorta di lungo, divertentissimo meme in forma scritta.
Gatto ci racconta la storia della sua vita - tenendoci volutamente col fiato sospeso fra un passaggio e l’altro -mentre, all’insaputa degli stupidi umani che gli sono stati affidati, tiene un diario.
Le avventure quotidiane, gli incontri con altri gatti del quartiere e gli imprevisti in famiglia ci fanno compagnia in questa deliziosa opera di Daniele Palmieri, ben scritta ma soprattutto perfettamente calata nell’ironia felina che va tanto di moda. Gatto non ha mai paura: se fa un salto, è solo per la sorpresa. Gatto non teme il nuovo arrivato nel vicinato: vuole evitare di spaventarlo troppo, per questo si allontana di gran carriera ogni volta che lo incontra. Soprattutto, Gatto non perde tempo a comunicare con gli stupidi umani, tanto non lo capiscono. Nonostante l’invidia del pollice opponibile, infatti, Gatto rivendica la superiorità della sua specie sugli uomini (e naturalmente sui cani, che ve lo dico a fare). E lo fa parlandoci in modo diretto, per raccontarci il mondo visto da un gatto e restituirci un’immagine perfetta della nostra quotidianità.

L’autore di Fabio Girelli
Confesso: non avrei mai letto questo libro se l’autore non mi avesse contattata dopo aver letto la mia recensione di un’altra sua opera (“Tutto il villaggio lo saprà”). Fabio Girelli mi ha scritto scusandosi per la versione non revisionata in cui ero incappata, acquistando il suo romanzo su Amazon. E mi ha chiesto se ero disposta a leggere qualcos’altro di suo. Io ho accettato ma ho voluto acquistare anche il libro successivo - per mantenere la mia completa oggettività - chiedendogli solo quale titolo avrebbe preferito sottopormi. Così mi sono imbattuta ne L’autore, un thriller davvero ben scritto. Fabio sa scrivere, senza dubbio. La versione “scappata” lasciava intendere il contrario (non c’erano solo refusi, gli errori erano molti e piuttosto gravi: doveva proprio essere una bozza), ma sono ben lieta di essermi dovuta ricredere. L’autore ha personaggi ben tratteggiati, crimini spaventosi (ispirati a veri fatti di cronaca) che s’intrecciano in un gioco perverso e in una lotta contro il tempo, per arrivare al gran finale che svela tutti i legami fra i personaggi. L’atmosfera è molto cupa e, sebbene ci siano dei dettagli un pochino inverosimili (per esempio un viaggio fino negli Usa per un lavoro dopo una sola e-mail), alla fine tutto torna. In una storia che s’intreccia con una grande opera letteraria, un classico della letteratura a cui sono molto affezionata.

The Order of the Guardians: l’Ombra del Male di Marco Ternavasio

Inizio con una premessa: per quanto sia una lettrice onnivora, che ama leggere di tutto e cambiare drasticamente genere da un libro all’altro, sono pur sempre una donna. Adulta. Quindi - a meno che non si tratti di Tolkien o di Martin - ho fatto il pieno di fantasy. I romanzi fantasy, dal punto di vista femminile e in particolare quando si raggiunge una certa età, sono tutti abbastanza simili: un ordine di cavalieri, un oggetto o una persona con poteri soprannaturali, minacce contro la pace del regno di turno, necessità di sacrificarsi e di mostrare come l’onore sia l’unica vera arma per sconfiggere il male. Il tutto condito da romantiche storie d’amore, tornei, duelli e battaglie più o meno epiche. Questo romanzo di Marco Ternavasio, primo di una nuova saga,  non fa eccezione. Gli elementi tipici del fantasy ci sono tutti (in questo caso abbiamo i Guardiani, la loro Iniziazione, il Gran Maestro…). Va detto che è molto ben scritto: qualche refuso non intacca minimamente la capacità dell’autore di descrivere con minuziosità, eppure con termini semplici e senza annoiare, il mondo fantastico che ha creato. La storia è piuttosto avvincente e, come in ogni fantasy che si rispetti, i personaggi sono moltissimi. Occorre un attimo di pazienza per orientarsi fra i vari nomi (legami di parentela inclusi), ma leggendolo con calma si segue con facilità l’evoluzione degli eventi. A colpirmi più del resto sono state la giovane età dell’autore e una premessa narrativa che mostra come il Male possa prendere possesso del corpo degli uomini più onesti e valorosi, trasformandoli in nemici che non lasciano altra scelta ai loro fratelli se non quella di eliminarli. E di continuare a combattere quello stesso Male in ricordo del loro affetto…

4 commenti:

  1. essendo sempre stato anch'io (se confrontato con la media degli italiani XD) un lettore abbastanza veloce, in passato feci qualche cauta esplorazione sull'argomento, ma sempre col tuo risultato, libri su tecniche di studio e memorizzazione

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    1. O ce lo scriviamo da soli, o leggiamo a raffica e ce ne freghiamo :-D

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  2. Terrò presente il nuovo libro di Pagnoncelli. Se ti interessa approfondire l'argomento ti consiglio Mentire con le statistiche di Darrell Huff.
    E' un libro del 1954 ma lo ritengo ancora oggi uno dei migliori libri divulgativi sulla statistica e sui metodi utilizzati dai media per distorcere la realtà, fosse per me lo farei leggere nelle scuole.
    E' un libro vecchio di 60 anni è quindi non ci si deve aspettare che parli di cellulari o internet, però più si prosegue con la lettura e più si resta basiti da quanto poco le cose siano cambiate nella comunicazione da allora. E credo che tu da giornalista apprezzerai particolarmente :)
    Ciao
    chiuffo

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