venerdì 4 dicembre 2015

La volta buona 'sto ceppo (Ovvero: Malati cronici, malati occasionali, malati immaginari e tagli alla sanità)

Approfitto della compianta Signora Ceppo (l'attrice Catherine Coulson, recentemente scomparsa ma indimenticabile e indimenticata Signora Ceppo in Twin Peaks) per una riflessione sui tagli alla sanità di questo governo (non eletto, e ci tengo a precisarlo così non mi potrete mai dire: te lo sei votato, tienitelo).
Mi tengo 'sto ceppo, appunto.
Perché mentre il Renzie nazionale si compra l'aereo più grosso (sennò sfigura con gli altri, ma tanto è in leasing, state sereni) e accumula leggi ad personam che manco il Berlusca dei tempi migliori si sarebbe mai sognato - e sulle quali, per inciso, nessuno dice alcunché - noi facciamo i conti del ceppo.


I tagli alla sanità (che ci sono, benché il National Renzie continui insensatamente a negarlo) ci hanno messi nei guai. E per la prima volta in vent'anni che sono malata, uno dei miei specialisti non sa se e quando riuscirà a ricoverarmi per i consueti (sgradevoli, molto sgradevoli) esami necessari per i grossi rischi delle mie malattie e per la consueta terapia-botta direttamente in vena.
Perché pare proprio che il Sistema Sanitario Nazionale sia al collasso. A forza di tagli, ruberie (impunite per anni), leggi stupide e burocrazia ottusa (noi italiani siamo campioni del mondo in "Complicazione Cose Semplici") e quant'altro - i falsi invalidi, giusto per fare un esempio.
Sia chiaro: io mi pago tutto, inclusi una marea di esami in via privata (perché i tempi d'attesa nel pubblico non sono compatibili con il mio stato di malata cronica e preferisco pagare che morire, grazie) e una cospicua differenza nei farmaci che teoricamente dovrei avere gratuitamente.
Perché forse non tutti sanno che - e io di certo non lo sapevo, prima di provarlo sulla mia pelle - che il farmaco generico ha una tolleranza del venti per cento sulla quantità "reale" di principio attivo (non sono un medico, ve la "vendo" come l'hanno venduta a me), mentre quelli di marca solo del cinque per cento. Cosa vuol dire? Ve lo spiego subito. Vuol dire che per quindici anni ho preso l'Asacol (mesalazina, indicazioni terapeutiche: colite ulcerosa e morbo di Crohn - fine indicazioni terapeutiche) e poi è uscito il generico, che attualmente mi costa 9 euro di differenza ogni tre settimane e che mi ha fatto venire subito una bella recidiva. Col cappero che "sono uguali". Il mio Asacol 800 può avere al massimo un 5% di principio attivo inferiore rispetto a quello indicato sulla confezione, quello generico arriva fino al 20% di meno. Il che spiega la mia recidiva.
Ciò detto, fatemi scrivere un paio di righe di protesta: sto per andare a fare una risonanza magnetica (e non sarà divertente, essendo claustrofobica) che servirà al mio specialista per capire quanto grave è l'attuale situazione del Signor Crohn (che ultimamente ha preso una brutta piega). Ma anche se e quando riuscirà a giustificarci un ricovero, con quella situazione, se dovesse essere necessario.
Speriamo che non lo sia, ovviamente (il Capodanno in ospedale me lo sono già fatto, ma il Natale lo eviterei con gioia), ma riflettiamo un attimo sull'ipotesi contraria.
Il SSN è al collasso, dicevo.
Le cause non sono segrete, né difficili da intuire. Basta ragionarci un attimo su:
- prima di tutto i tagli, che ci sono. Il personale è sotto dimensionato, spesso mal pagato e con secoli di straordinari arretrati persi nei meandri del "sono il Governo e me ne frego". Date retta a una che nella sua vita si è dovuta subire la bellezza di 13 ricoveri: gli infermieri sono angeli che andrebbero santificati per ciò che fanno e per le condizioni in cui lo fanno, e i medici lavorerebbero molto meglio, e con serenità, se avessero i mezzi per farlo.
- aumento della richiesta. Faccio solo un esempio: tutti gli immigrati che abbiamo accolto negli ultimi tre anni, centinaia di migliaia, giustamente usufruiscono del SSN. Al loro arrivo, durante la loro permanenza e in moltissime altre occasioni (mi riferisco a gli "irregolari" che per legge ovviamente vanno curati in tutto e per tutto). La richiesta aumenta ma le risorse restano le medesime: i conti non tornano. Bisognere aumentare gli investimenti nella sanità, in casi come questi, non tagliare!
- uso delinquente (sì, ho scritto delinquente) del Pronto Soccorso da parte di chi non ha un medico di base, o non ha voglia di andarci, o lo trova antipatico, o ha di meglio da fare, o ha bisogno di fare una radiografia e non vuole aspettare. Il che, per inciso, intasa il Pronto Soccorso per chi ne ha davvero bisogno. Fate un giro (ma vi auguro di no) in un Pronto Soccorso qualsiasi e ve ne renderete conto.
Le cause di questa disgraziata situazione non sono solo queste, naturalmente, ma non voglio scrivere 300.000 parole, quindi arrivo al punto.
Che è il seguente: la sanità NON è qualcosa su cui si può tagliare mentre ci si compra un nuovo aereo per i voli di stato. La sanità è la prima cosa su cui investire, in un Paese civile.
Ottanta euro ai fortunati che hanno un lavoro e un tot ai giovani che non avranno una pensione (e mi ci metto anche io, che non sono giovane in senso ampio :-D) non solo non risolvono la situazione, ma la peggiorano.
Un Ministro della Salute che ha fatto il classico, magari, sarà sicuramente ben consigliato ma certamente meno preparato di qualcuno che nel settore c'ha messo il naso per qualche tempo.
La Sanità è il nostro presente e il nostro futuro.
La Sanità italiana gioca con la vita delle persone (infinti i casi di malati terminali in attesa di esami urgenti... Con liste d'attesa che finiscono dopo la loro morte).
La Sanità italiana è vergognosa, quando offende la dignità dei malati.
E non mi ci metto io come esempio, sia chiaro: i malati siamo tutti noi. I malati cronici e quelli che si rompono una gambia sciando a Cortina. Gli anziani parcheggiati in ospedale ad agosto e quelli che hanno un incidente.
I malati siamo noi, tutti.
E con la Sanità non dovremmo scherzare.
Invece...

2 commenti:

  1. La questione del 20% te l'hanno "venduta" molto male. Non è vero che il generico può contenere il 20% in meno di principio attivo. Il 20% (in meno o in più) è riferito alla bioequivalenza, e non riguarda solo i confronti tra farmaco generico e farmaco di marca ma è un principio che si segue in generale per verificare l'equivalenza di due medicinali con lo stesso principio attivo (per esempio due lotti di Asacol provenienti da diversi stabilimenti o prodotti in periodi differenti).

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    1. Grazie mille per il chiarimento. In effetti l'ho rivenduta male allora. Chiedo venia, è evidente che l'ho presa per buona perché non ne so granché. So solo che le differenza fra il generico e la marca ci sono: gli eccipienti, per esempio, in qualche caso mi hanno dato reazione. Anche da una "marca" generica all'altra. Con la mesalazina generica, provata solo quando è uscita (dopo moltissimi anni di Asacol) sono finita in ospedale. Un ricovero gratis che avrei gradito evitarmi :-D Grazie ancora Lucio! :-)

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