giovedì 24 dicembre 2015

Il post di Natale

Il tradizionale post natalizio ci vuole, dai.
Quantomeno per parlare del post natalizio da social network che ci affligge in questi giorni.
Quello in cui si fanno gli "auguri a tutti, belli e brutti" (e vi assicuro che non è il meno originale in cui sono incappata oggi).
Il post in cui si espone, con ricca documentazione fotografica da varie angolazioni, il menu da 37 portate che ci si prepara a scofanare (noi siamo in quattro, a proposito, e mangeremo pizza fatta in casa e pandoro. Punto).
Il post in cui si sparge ammmmòre per il mondo, anche quando per gli altri 360 giorni l'anno (il buonismo natalizio dura in media 5 giorni, sui social (indagherò per vedere se c'è una ragione scientifica) ci si lamenta e basta: del caldo in estate, del freddo in inverno, dell'assenza di freddo in inverno, dello smog, del capo, del collega, della moglie e del marito, del cane e del gatto.


Il post con candele/fiaccole/panettoni/alberi/regali in cui si taggano 400 persone, che anche se non lo sai ti odiano e ricambiano gentilmente gli auguri perché si sentirebbero troppo bastardi a mandarti a cagare a Natale. (Non taggatemi, vi prego. Pietà).
Il post con "Io ho regalato questo a Tizio e ho ricevuto questo da Caio. Ma il regalo di Caio mi fa schifo, e niente paura tanto gli ho nascosto il post".
Il post con "La famiglia è sacra", seguito da tre giorni di coloriti insulti ai parenti che hanno scassato lo scassabile nella tre giorni mangereccia.
Il post con le suggestive foto della messa di Natale a mezzanotte, scattate da partecipanti che non mettono piede in chiesa dal 1992 e, come intercalare, vanno avanti a bestemmie.
Il post italianissimo che, in un'oretta e mezza, e a distanza di 23 anni dall'uscita, è pancora erfettamente rappresentanto e concentrato in quel capolavoro cinematografico che è Parenti serpenti, visto dalla sottoscritta un centinaio di volte e imparato rigorosamente a memoria. Se non lo sapete ancora a memoria rimediate, finché siete ancora in tempo.
Il post stile servizio da tg di basso livello, con le interviste ai parenti su "Cos'ha comprato? Sì, ma quanto ha speso? Un fiorino!".
Il post che, grazie al cielo, non scriverò mai più perché sono abbastanza vecchia e saggia, ho già dato.
Disgraziatamente, continuerò a dare per il resto della mia vita coi post natalizi da social di molti.
Io ho scritto questo, ricordando cene della vigilia di molti, molti, ma davvero molti anni fa, quando c'era ancora un senso nel ritrovarsi tutti insieme: "Tenetevi stretti quelli che amate e... Alla larga chi non se lo merita".
Perché col cappero che a Natale siamo più buoni.
Lo dirò con una sottile metafora letteraria, una di quelle cose da scrittori: gli stronzi restano stronzi e c'è un'unica cosa da fare, evitarli come la peste. O come i post col panettone e i 400 tag.
Auguri!



2 commenti:

  1. essendo pure io uno stronzo, rimango tale, ma non ho mai avuto difficoltà ad ammetterlo,e non ho mai praticato la mimesi pseudonatalizia XD

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    1. Ah, io sono una sostenitrice della coerenza 😂 Buon Natale 😁😊

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