giovedì 24 settembre 2015

L'età è uno stato mentale

L'età è uno stato mentale. Ed è relativa, sempre.
Per esempio: Bruce Springsteen ha compiuto 66 anni.
Questo significa che io devo averne almeno 40!
Santi numi!
Dai, l'abbiamo fatto tutti: sconvolgerci per la nostra età, e poi ricordare il nostro sport preferito da giovani. Cioè alzare gli occhi al cielo, storcere il naso o borbottare qualche protesta quando gli adulti ci dicevano "Ai miei tempi non ci si comportava così". "Ai miei tempi era tutta un'altra cosa".
Siamo stati tutti bambini, poi ragazzini, e poi adolescenti. E ce lo siamo sentito ripetere infinite volte, da molte persone diverse.
Sapete perché? Perché è vero.
I tempi cambiano. Ed è innegabilmente un bene, sotto certi aspetti.
Ma ci sono anche alcune cose che cambiano in peggio.
Tanto per cominciare, il Boss sesssantaseienne non mi piace per niente.
Io voglio ancora il giovanotto che trascinava Courteney Cox sul palco nel video di Dancing in the Dark (regia di Brian De Palma, n.d.r.).
Poi però mi guardo in giro e mi accorgo che certe cose sono irrimediabilmente cambiate, anche vicino a me. Una mia amica ha scritto su Facebook di aver assistito, allibita, a un bambino delle elementari che bestemmiava e insultava un suo compagno per una sciocchezza. Così, quasi come intercalare, sotto gli occhi (e le orecchie) indifferenti delle maestre.
Anche a me è capitato di rimanere sconcertate da certe espressioni proferite da minuscole boccucce (si presume) innocenti. Non che sia una novità: se in casa qualcuno bestemmia o dice certe parole, è matematico che prima o poi il bambino le ripeta. La differenza sta nell'intervento successivo.
Ai miei tempi, succedeva un pandemonio per una cosa del genere.
Oggi pare che ci si limiti a un'educata "ripresina" da parte degli educatori, che non vogliono certo passare un guaio (se si comportassero come faceva la mia maestra delle elementari, con tirate d'orecchie e gente messa nell'angolo per giornate intere, finirebbero in galera. Poco ma sicuro).
Visto? Sono una vecchia signora pronta a proferire il verbo: "Ah, i giovani d'oggi"...
E al tempo stesso collezioni pupazzetti, gioco coi videogames e mi ostino a indossare esclusivamente coloratissime scarpe da ginnastica. Nonostante - come dice il mio reumatologo - abbia "le ossa di un'ottantacinquenne".
Già. E' proprio vero: l'età è uno stato mentale. Ed è relativa.
Avrò anche l'artrosi e l'osteoporosi di un'ottantacinquenne, ma la sera, quando leggo, alterno i libri di Dostoevskij ai fumetti. E' un modo come un altro per convalidare la mia teoria: l'eclettismo è la chiave della felicità. O quantomeno della conoscenza, e dell'alternativa alla noia.
Poi sarò anche quella che si sente ventenne finché arriva un ventenne vero a dirle: "Prego, signora".
Mi prendo il "signora" e me lo porto a casa.
Per presentarmi il giorno successivo alla nuova inaugurazione di una fumetteria, con la mia brava maglietta di The Walking Dead.
Se dovessi dirvi quanti anni mi sento davvero, quindi, entrerei in crisi.
Quando sto seduta al computer da un po' e mi alzo, con le anche inchiodate, zoppico vistostosamente e me li sento tutti, quegli ottantacinque anni.
Quando mi sono "scaldata" e saltello (si fa per dire) sull'ellittica, me ne sento... Diciamo 38, via.
La cosa importante è che l'ho capito, finalmente: non è un problema.
Non dobbiamo sentirci per forza gli anni che abbiamo.
Certo, sarebbe carino vestirci come gente "vicina" agli anni che abbiamo (ho visto settantenni che voi umani...).
Ma resta il fatto che l'età non necessariamente condiziona le nostre scelte di vita, o come impieghiamo il nostro tempo libero.
Perché è uno stato mentale. E finché la mente funziona... Va tutto bene.

2 commenti:

  1. sì, l'importante è che la mente funzioni, me lo ripeto sempre anch'io, quando tutto il resto scricchiola XD ma quello che non ho mai fatto, e non farò mai (me lo ero giurato, quando ero giovane) è diventare uno di quei "giovani dentro" che si lamentano dei giovani fuori, o che dice "ai miei tempi", non sono più quei tempi, e se si è davvero mantenuta un pochino di elasticità mentale, ci si adatta ai tempi nuovi

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    1. Verissimo. I tempi cambiano, vero anche questo. E pure "Ai miei tempi le cose andavano diversamente" sarà sempre vero. Ma non significa che dobbiamo/possiamo/vogliamo lamentarcene continuamente! :-D

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