Eccomi qui! Rediviva, nonostante il corso di sopravvivenza improvvisato durante le ferie.
Presto in arrivo un ricco Bookaholic (agosto è il mese più proficuo dell'anno), ma prima...
Una riflessione doverosa.
Le vacanze estive sono, per molte famiglie, l'unica occasione annuale per stare insieme tutto il giorno. Risultato? Discussioni continue, malumori e parole che volano.
Italiani procreatori di mini-umani urlanti e maneschi, italiani litigiosi fin dalle prime ore del mattino, italiani intolleranti con i rispettivi coniugi e figli, mi rivolgo a voi: state a casa.
Vi stanchereste di meno. E soprattutto evitereste di stressare gli altri, quelli che le vacanze sanno godersele.
Mi sono chiesta come mai la succursale di Milano che mi circondava in montagna (nello specifico: i vicini di sopra, quelli a destra, quelli a sinistra, quelli di fronte, quelli due case più in là... Tutti di Milano e provincia) passava le giornate a litigare.
Mamme che sgridavano esageratamente i figli per un nonnulla (e tacevano quando questi strillavano come aquile a mezzanotte). Papà che scappavano la mattina e ricomparivano magicamente la sera. Mogli arrabbiate che urlavano ordini ai mariti. Mariti inviperiti coi figli, che rispondevano a tono alle mogli... Un delirio di litigi. Dalla mattina alla sera. Tutti i santi giorni.
All'inizio ero stupita: ma perché vi stressate a litigare tutto il giorno in vacanza? Che fatica!
Poi ho capito: tutte le famiglie a me vicine (in un residence costruito in modo che tutti si vedano e con le pareti di carta, tanto che se uno starnutisce trecento metri più in là, ti sveglia) si trovavano insieme per la prima e unica volta durante l'anno.
Ero circondata da gente abituata a salutarsi all'alba e a rivedersi a casa la sera. Salvo palestre, corsi, hobby vari. Generalmente praticati anche nel weekend, con un'inevitabile ulteriore separazione.
La convivenza forzata (sì, quella che dovrebbe essere alla base del matrimonio e della famiglia) delle vacanze stipa nello stesso spazio ristretto (gli appartamenti sono tutti di dimensioni contenute) membri di una famiglia che non è abituata a convivere davvero.
E' cosa nota: la parte difficile del matrimonio è la convivenza. Abituati a disporre dei propri spazi, ci si trova costretti a condividerli. E ci si pestano i piedi a vicenda.
Ho raccolto materiale a sufficienza per un'edizione aggiornata de Il milanese imbruttito, ma non è questo il punto.
Non scrivo per lamentarmi (beh, un po' sì, dai: con tutte le urla, per riuscire a capire quello che leggevo, a volte, dovevo tornare indietro sette volte sulla stessa riga). Scrivo soprattutto per constatare come i ritmi frenetici di oggi ci costringano a vivere un'idea falsata di famiglia.
Io lavoro da casa, per i noti problemi di salute di cui ho già scritto. Mio marito lavora part-time: siamo quindi abituati a stare insieme per la maggior parte del tempo. Nel tempo libero abbiamo sempre fatto tutto insieme: gite, passeggiate, perfino lo shopping (è un sant'uomo: sopporta).
E in vacanza andiamo d'amore e d'accordo: siamo in vacanza, appunto, lontani dalle quotidiane rotture di scatole della casa, della vita, della burocrazia, delle bollette, delle faccende domestiche...
Anche i nostri amici più cari sono così: nonostante la separazione forzata durante le ore lavorative, stanno insieme sempre volentieri. E fanno tutto insieme, quando possono. I nostri vicini hanno casa al primo piano e ufficio al piano terra: sempre insieme anche loro.
Di conseguenza, per noi gli "alieni" sono la maggioranza: la maggior parte delle famiglie italiane. Quelle che vivono insieme la notte, qualche ora la sera (impegni permettendo) e una parte del weekend. Quelle che in vacanza, quindi, litigano dalla mattina alla sera. Mi guardo bene dal criticare la loro vita quotidiana, durante l'anno: bisogna lavorare, e bisogna prendersi gli spazi necessari a sfogare lo stress (come andare in piscina o in palestra), quindi la separazione forzata è normale.
Mi permetto, invece, di criticare l'approccio alle vacanze: se ci si sforzasse di riflettere sulla ragione delle continue tensioni, cioè la mancanza di abitudine l'uno all'altro, che porta a diventare intolleranti, sarebbe facile provare a godersi il tempo insieme, anziché subirlo. Oppure fare una bella vacanza (o una parte di essa) a casa, condividendo spazi che di solito non si condividono.
Sarebbe molto, molto carino nei confronti dei vicini, che non dovrebbero sentire urla e litigi tutto il santo giorno...
Parole sante, per non parlare poi di un'altra categoria di vacanzieri che in questi ultimi anni sta prendendo sempre più piede: quelli che non litigano semplicemente perchè sono più interessati al telefonino.
RispondiEliminaIo e la mia compagna passiamo la maggior parte delle nostre vacanze in Alto Adige, e, a differenza degli ospiti di altre nazionalità negli albeghi che frequentiamo gli italiani si distinguono (oltre che per il casino prodotto) per lo sfoggio continuo e incessante del proprio adorato smartfontabletaipad.
Noi quando siamo in vacanza il cellulare lo lasciamo nella cassaforte tranne quando dobbiamo chiamare casa per sentire come va, invece sempre più coppie o famiglie se lo portano appresso tutto il giorno e a cena li vedì li seduti tutto il tempo in adorazione del proprio cellulare ingnorandosi completamente.
Anche noi ci sentiamo sempre più spesso alieni...
Ciao!
chiuffo
Ciao chiuffo! Hai ragione, solo noi riusciamo a "smanettare col telefonino" sempre, anche in vacanza. Io ho un po' la sindrome giapponese (abbondanti foto di tutti i luoghi visitati), e le foto per comodità le faccio col telefono. Ma in effetti ho notato più volte, nei ristoranti, coppie in attesa delle portate che si ignoravano guardando i rispettivi telefoni. Una tristezza...
EliminaUn abbraccio!