"Mi pare abbastanza evidente che la gentile signorina non ha bisogno di una mia risposta politica o programmatica, ma ha bisogno di affetto. E sinceramente, per come sto combinato (alza la mano ingessata) non credo di poterle dare assistenza. Ci sentiamo dopo le elezioni, via".
Così Vincenzo De Luca ha risposto, durante il confronto su SkyTG24, a una donna del pubblico che gli ha aveva fatto una domanda.
Non credevo ai miei occhi e alle mie orecchie.
Ma è vero: l'ha fatto. Nel 2015 ha risposto a una donna come avrebbe fatto un maschilista ignorante degli anni Cinquanta.
Non sapendo - evidentemente - rispondere con la politica, ha usato il maschilismo più becero che si possa usare: quello che maschera "elegantemente" un "ma stai zitta vieni qui che ti trombo, zoccola" (perché quello è, il senso, suvvia).
Ora, la domanda è una sola: quelli che l'hanno votato in Campania, i garantisti del garantista-sì-ma-solo-quando-fa-comodo-a-me, l'hanno visto durante questa memorabile performance? L'hanno sentito rispondere col sessismo e con la violenza quando non aveva risposte migliori da dare? E l'hanno votato anche quelle che scendevano in piazza al grido di "Se non ora, quando?".
Me lo chiedo perché mi sono stupita di non aver mai visto servizi televisivi a riguardo, e di non aver trovato titoloni sulle prime pagine dei giornali. Evidentemente, per i miei colleghi non è stata un'affermazione grave. Oppure l'amicizia di De Luca con il premier, che lo ha sostenuto affermando cose sul genere "Non prendiamo lezioni di legalità da nessuno" e "Non ci sono imprensentabili nel PD" (ma negli altri partiti sì, molto democratico, bravo), lo ha messo al riparo.
Magari anche la riuscita parodia di Crozza, che dipinge De Luca per quello che è, ha contribuito al "ma sì, prendiamolo così".
Fatto sta che io, ben lontana dall'essere una femminista (la Boldrini si tenga il suo Ministra e Magistrata, per carità), mi sono sentita offesa e oltraggiata, come donna.
Sono tornata indietro due volte, col telecomando (che mondo sarebbe senza MySky?), per sincerarmi che avesse davvero pronunciato quelle parole. E mi sono ritrovata con un diavolo per capello.
Ma come? Si parla tanto di femminicidio e violenza contro le donne, di parità (...), di educazione al rispetto, e poi si fa passare inosservato un episodio del genere?
In qualsiasi altro Paese più civile del nostro, la cosa sarebbe costata cara al candidato.
Qui, invece, è finita subito nel dimenticatoio.
Ma certo. Laddove nemmeno la definizione di "impresentabile" da parte della Commissione Antimafia non sortisce effetti, contro uno che si autodefinisce persona perbene (vedi foto), perché mai dovrebbe farlo una dichiarazione sessista e vergognosamente squallida di questo personaggetto?
L'affannato mentale, il cafone, se risponde così, è lui. Quello che ha fatto la campagna "Cafoni zero" a Salerno, per poi uscirsene così.
Già.
Il cafone è lui. E tutti quelli che l'hanno votato pur avendolo visto mentre lasciava trapelare la sua vera natura, quella di anziano cafone ignorante e sessista.
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