venerdì 24 aprile 2015

L'italiano medio e la lettura. Ignoranza, portami via

"Mi sento male". Le prime tre parole che mi sono venute in mente dopo aver visto questo video di Fanpage.it. Guardate e soffrite. Alla faccia della giornata mondiale del libro.
Una fiera del libro a caso, una delle tante che attraversano l'Italia ogni anno.
Una videocamera, un microfono e una semplice domanda: "Quanto è importante leggere?".
E poi, per tutti gli intervistati, le medesime risposte: "Moltissimo" e, alla successiva domanda ("Gli ultimi tre libri che ha letto?"), il pezzo forte: "Ah, io non ho letto mai".
Due gli elementi che emergono da queste interviste: 1) L'italiano medio predica bene e razzola male, in qualsiasi ambito. Leggere è importantissimo, ma io un libro non l'ho mai aperto...
2) Parlare dell'Italia come di una "super potenza" a livello culturale significa non sapere dove si vive.

La domanda che mi tormenta è una sola: perché tutti affermano che leggere è importantissimo, quando non lo fanno? Ve lo dico io, perché.
Perché l'italiano medio non ammette mai di essere in difetto, di aver sbagliato, di mancare in qualcosa. Negare, negare, sempre negare. Perfino di fronte all'evidenza. Ce lo insegnano i nostri politici, andando in tv ad affermare, con piglio risentito, "Io non c'entro nulla" salvo poi essere smentiti tre ore dopo da un'intercettazione. Ce lo insegna, ahimé, la scuola, che nel 2015 ancora soffre della sindrome da "lettura imposta", trasformando la meravigliosa avventura dell'immersione in un libro in un obbligo fastidioso, aggravato dallo stress di un'interrogazione fatta di domande assurde per sincerarsi che il libro sia stato effettivamente letto.
Io sono fortunata: nonostante l'impostazione scolastica (in prima superiore, a 14 anni, mi fecero leggere "La coscienza di Zeno", ovverocome scoraggiare anche i più volenterosi...) non mi sono arresa. La mia mamma mi aveva insegnato a leggere e ad amare la lettura ancora prima di andare a scuola. Le favole si raccontano e si ascoltano, ma leggerle è ancora più belle.
Non solo.
La lettura, l'ho scritto spesso, permette di vivere mille avventure senza mai muoversi da casa. Io e la Magnifiche Sei, le mie fedeli malattie croniche autoimmuni, difficilmente ci allontaniamo da casa. Eppure viaggiamo, scopriamo, immaginiamo, viviamo emozioni. Grazie ai libri.
Non è mia intenzione farvi l'ennesimo predicozzo sulla (reale!) importanza della lettura, bensì attirare l'attenzione su come anch'essa, insieme a mille altri esempi, rappresenti l'ignoranza di un Paese che si ferma.
Anziché progredire, l'Italia sta regredendo. Saranno i tagli alla scuola, sarà la trasformazione della "cultura" in una moda (alcuni fra gli intervistati dichiarano di aver letto un solo libro: Cinquanta sfumature di grigio. "Mi sento male" l'ho già detto?).
I mass media ci dicono cosa dobbiamo comprare, mangiare e leggere. Cercano anche di dirci cosa dobbiamo scrivere, ma per fortuna alcuni di noi resistono.
Nonostante le ore di navigazione, che credo restituiscano chiaramente il mio profilo di lettrice, Amazon mi invia newsletter con la selezione delle "migliori novità nei romanzi rosa".
Il romanzo rosa, appunto, è la moda del momento. In tanti mi hanno chiesto: ma perché non ne scrivi uno? Vendono un sacco. Eh. Perché non ne scrivo. "Perché non mi va" non è una buona rispost. "Perché non ne sarei in grado" è molto più verosimile. La verità pura e semplice è che non saprei da che parte cominciare: non ne leggo, non apprezzo, non conosco. Non potrei. Punto.
Non è questione di snobismo, è questione di misura: sono fermamente convinta che spaziare fra i generi sia fondamentale per arricchirsi.
Così come adoro i film in costume e gli horror, la fantascienza e la commedia, il noir e l'action movie, allo stesso modo leggo di tutto. Tranne i romanzi rosa: ne ho letti tre o quattro a suo tempo, da adolescente, e poi sono passata oltre.
E no, non ho letto Cinquanta sfumature di grigio, sebbene ne abbia "analizzato" qualche pagina per scoprire che è scritto piuttosto male, oltretutto. E no, non vedrò il film: mi rifiuto di uniformarmi al successo di qualcosa che solo il marketing mi dice essere meritevole, appunto, di successo.
Sto preparando il prossimo bookaholic, che da molti mesi ho trascurato per la stesura degli ultimi due libri (e per scrivere Il mondo de Il trono di spade ho dovuto rileggermi tutto Martin, estrapolando citazioni e osservazioni, il che non è stato proprio un processo velocissimo...).
Attualmente sto leggendo "Parti in fretta e non tornare" di Vargas. E se mi chiedessero quali sono gli ultimi tre libri che ho letto, eccoli qui: "L'avversario" di Emmanuel Carrère, "Nei luoghi oscuri" di Gillian Flynn e "L'uomo che odiava Sherlock Holmes" di Graham Moore. Li troverete nel prossimo bookaholic.
Perché leggere di tutto, spaziando fra generi e stili, mi permette di riflettere su tanti argomenti diversi e di scoprire una moltitudine di punti di vista a riguardo.
E perché sì, certo: leggere è importantissimo.

6 commenti:

  1. Sono nuovo del blog, cos'è il prossimo bookaholic? Un post che recensisce tutti i libri letti nel 2015?

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  2. Ciao Carlo! Sì, sono le recensioni delle mie letture (rigorosamente senza spoiler sulla trama). Di solito sono mensili, ma visti i due libri sfornati :-D sono ferma dalla fine del 2014. Ma arrivo, eh! Ci saranno un po' di libri che consiglio e (spero pochi) che sconsigliio :-). Trovi i precedenti nell'archivio del blog. Grazie, a presto!

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  3. Ciao Chiara,
    bellissimo questo post e sono totalmente d'accordo con quello che dici e sappi che io sono una lettrice post scuola (dai 20 anni), ebbene sì sono una di quelle persone che sono state vittime della sindrome da "lettura imposta"!!!!
    Da quando ho iniziato ho letto un po' di tutto gialli, horror, classici, romanzi rosa (gli harmony che mi passava mia mamma proprio non ce la facevo), fantasy... quindi sono passata per S.King, Poe, Lucarelli, Volo, Moccia (ebbene sì da brava ventenne leggevo Moccia), tutto Harry Potter ( e ne vado fiera ), Giobbe Covatta, Chiara Poli (ho praticamente letto tutto), Trilogia di Hunger Games, la Mazzantini (che ansia), John Green (che ho scoperto grazie a un tuo bookaholic ) e molti altri...
    Ultimi libri letti:
    - I cattivi nelle serie TV
    - Città di carta
    - 100 giorni di felicità
    Lettura attuale:
    - La nave di Teseo (impegnativo...)
    Ma la cosa a cui tengo di più ora è che mio figlio di 9 anni ha una grande passione per la lettura e sto cercando di mantenerla viva... quando per Natale o per un compleanno riceve un libro è sempre molto soddisfatto e incuriosito... non so più dove metterli gli Stilton e gli altri libri adatti all'età ma va benissimo così... poi siamo già a quota 3 Harry Potter (i miei ovviamente)...
    ...spero anche che il fratellino (che imparerà a leggere a settembre) possa avere la stessa passione e che comunque quando andiamo in vacanza lo zainetto pieno di libri ci sia sempre, anche se con 2 ereader la mole è molto diminuita per fortuna!
    Scusa se mi sono dilungata, ma anche se in questo periodo non ho molto tempo per impegni vari, questo è un tema a cui tengo moltissimo e sapere che c'è moltissima gente che non legge o che legge solo un libro nella vita perché l'hanno letto tutti è veramente tanto triste (per la cronaca "50 sfumature" l'ho letto anche io, solo il primo però... una noia...)
    Dalila (lettrice da grande ma ora lettrice fiera di esserlo)

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    1. Carissima Dalila, grazie per esserti dilungata! Lo scambio d'esperienze non fa che arricchirci. Mi fa un po' specie essere nella tua lista degli autori di cui hai letto tutto :-D e ovviamente ne sono onorata. Io devo dire che la passione per la lettura viene dall'approccio ai libri che ho imparato da mia madre, quindi non posso che essere felice di sapere che ci sono genitori come te, che incoraggiano i loro figli a leggere e lo fanno senza imposizioni. Perchè è l'unico modo per farli appassionare al più prezioso dei passatempi :-) un bacione!

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  4. Ho sempre letto da quando (a cinque anni, da sola) ho imparato a leggere e, fortunatamente, le mie figlie sono come me. C'è una cosa che mi fa sempre tristezza: in vacanza riconosci gli ombrelloni degli italiani da quelli degli stranieri per l'assenza/presenza di un libro. Quante volte, appena arrivata, gli animatori mi parlano in inglese giustificandosi con un "eh, ma stavi leggendo". Credo basti.

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