martedì 28 aprile 2015

La Polee Bookaholic: i primi libri del 2015

Ta-daaa! Finalmente ce l’ho fatta! Dopo aver trascurato i bookaholic e la lettura in generale a favore della scrittura, dopo svariati saggi in inglese per lavoro, sono finalmente tornata a leggere libri di ogni genere. E quelli che seguono mi sono piaciuti tutti, più o meno. Quindi questo primo bookaholic del 2015 promette bene. Come sempre, le mie recensioni non contengono spoiler sulla trama, ma solo impressioni e sensazioni che, spero, vi ispireranno per future letture. Particolaremente consigliati "L'orribile karma della formica", "L'avversario", "L'uomo che odiava Sherlock Homes", "Il peso"... 


Nei luoghi oscuri di Gillian Flynn
Terzo romanzo della Flynn, terza conferma: il suo impianto narrativo non delude mai. Mentre esplora i retroscena di fatti terrificanti, la scrittrice ci restituisce ritratti di personaggi accattivanti, imperfetti, insopportabilmente umani. E questa volta, nella storia dell’unica sopravvissuta alla notte che vide lo sterminio della sua famiglia, la Flynn si spinge anche oltre: ci restituisce l’immagine di una protagonista che non spinge automaticamente il lettore a stare dalla sua parte. Libby è una bugiarda, una ragazza incapace di affrontare la quotidianità, un personaggio perfino un po’ antipatico. Il suo passato spiega la personalità che si è costruita, ma non la giustifica. E solo in un avvincente viaggio fra presente e passato, fino al climax degli omicidi e dei loro segreti, Libby ci aiuterà a trovare l’unica cosa sensata in una storia assurda: la verità. 

L’avversario di Emmanuel Carrère
L’ho letto subito dopo la Flynn, così mi sono trovata fra le mani due libri incentrati su una strage famigliare. Solo che questa era vera: Carrère ha raccontato la sua corrispondenza e le sue interviste con Jean-Claude Romand, che il 9 gennaio del 1983 aveva sterminato la sua famiglia. Lo scrittore ci conduce per mano in un viaggio spaventoso e al tempo stesso tanto ordinario da essere agghiacciante. Romand aveva costruito la sua intera esistenza sulla menzogna, ma nessuno fra i suoi amici o parenti lo sospettava. Poi, bugia dopo bugia, il suo castello di carte inizia a crollare e lo porta ad ammazzare la moglie e i due figli. Perché? Se lo chiede Carrère, ce lo chiediamo noi, per tutto il libro. Ma una risposta definitiva, alla fine, non c’è: restano solo l’orrore e l’incapacità di spiegarsi un gesto tanto spaventoso. Restano un viaggio all’inferno e una vita intrappolati in una quotidianità fatta di un nulla che si trasforma nell’inferno.

L’orribile karma della formica di David Safier
Earl Hickey, il protagonista di “My Name is Earl” era solito dire che “prima o poi il karma viene a morderti il culo”. A quanto pare aveva ragione, perché la bella e famosa star della tv Kim Lange lo sperimenta di persona. Attraverso un’esilarante viaggio da una forma di vita all’altra, con la speranza di guadagnarsi la reincarnazione in un essere umano, David Safier ci ricorda il concetto più semplice del mondo: altruismo, gentilezza e generosità sono la base per la felicità, perché raccoglieremo ciò che seminiamo. 
Badate bene, però: “L’orribile karma della formica” non è una noiosa o pedante parabola sulla necessità di essere “buoni”, anzi. È l’esilarante esperienza di una donna che esplora nuovi modi di esistere, memore degli errori di un passato al quale, forse, avrà finalmente l’occasione di rimediare. Ma solo se si comporterà bene…

Guerra e amore. Lettere dal fronte della Prima e Seconda Guerra Mondiale di Claudia Cencini
Noi siamo la memoria, siamo la storia, siamo il frutto del nostro passato. Raccogliendo lettere, cartoline e messaggi scritti dal fronte a fidanzate, mogli e famiglie, Claudia Cencini ci ha restituito un pezzo prezioso di quel passato. Questa raccolta di lettere dalla Prima e dalla Seconda Guerra Mondiale commuove e tocca il cuore, immergendoci nello stato d'animo di uomini di cui non sapevamo nulla, e del cui futuro spesso non ci è dato sapere. Una cosa, però, è certa: amavano, speravano, credevano. E volevano lasciare una testimonianza delle loro vite, dell'orrore della guerra e della fede nell'unico sentimento che dava loro la forza di andare avanti: l'amore.

Epidemia di Robin Cook
Quella del dottor Jack Stapleton non è solo una lotta contro il tempo per salvare vite umane. È soprattutto una discesa nell’inferno della corruzione, della menzogna, delle falle di un sistema sanitario che rischia di compromettere la sopravvivenza di un’intera nazione. Jack, anatomo-patologo, è il primo a identificare le cause delle morti di alcuni pazienti che provengono dallo stesso ospedale. Ipotizza la presenza di un’epidemia che mette a rischio l’intera città di New York (e oltre) e inizia la sua crociata per svelare i retroscena di un contagio che lo metterà al centro di situazioni sempre più pericolose. Cook ci racconta una storia avvincente, ricca di dettagli medici (frutto della sua esperienza professionale) che contribuiscono a renderla verosimile e costellata di personaggi che svelano solo in seguito la loro vera natura. “Epidemia” è un thriller che ti cattura e ti spinge, poco alla volta, in un vortice di tensione da cui non vedi l’ora di riemergere…

L’uomo che odiava Sherlock Holmes di Graham Moore
Sarà che io amo molto le storie che si svolgono su binari paralleli, fra presente e passato, come questa. Sarà che sono una grande fan di Sherlock Holmes e mi riconosco in quegli svitati con la pipa che si radunano per celebrare la loro passione. Fatto sta che questo romanzo mi è piaciuto molto. Gli sviluppi sono interessanti, i colpi di scena non mancano, la prosa è scorrevole. Staccarsene è difficile, e quando proprio sei costretto a smettere di leggere assapori l’attesa del prossimo momento che potrai dedicargli. Intrattiene senza troppe pretese, ma con una trama curata e con un’appassionante immersione in un mondo di “pazzi” che basano le loro vite e le loro esperienze su un personaggio frutto della fantasia di uno scrittore… Eppure in grado di insegnarci tanto. 

Il peso di Liz Moore
Arthur Opp è uno di quei personaggi che ti conquistano in tre righe. Il suo essere diventato schiavo di una casa vuota e opprimente, e di un peso che (letteralmente) gli impedisce di liberarsene, stimola da subito l’empatia del lettore. Il finale, questo devo dirlo, forse è un po’ deludente. Ma non perché non abbia senso, semplicemente perché arriva troppo presto. Ci si appassiona così facilmente alla gentilezza e alla ricchezza interiore di Arthur, al suo coraggio nell’affrontare il proverbiale elefante rosa nella stanza (che a tratti coincide con la sua stessa percezione di sé), che si vorrebbe leggerne ancora. E si è costretti a farsi bastare quanto ci offre la Moore: un’esperienza preziosa. Forse troppo breve. O forse perfettamente misurata, ma tanto riuscita da sembrare tale.

Parti in fretta e non tornare di Fred Vargas
Un’epidemia di peste, a Parigi, nel Nuovo Millennio? Forse. Un banditore che rievoca l’usanza di leggere messaggi di cui solo gli autori capiscono il senso? Sì. Un ispettore di polizia che non incarna l’ideale del “buono” in senso classico? Anche. In questo romanzo, che ti dà l’impressione di leggere una storia ambientata nell’Ottocento pur ricordandoti puntualmente che siamo invece nel Duemila, c’è tutto questo. E molto di più. Perché quando qualcuno inizia a disegnare strani simboli sulle porte delle abitazioni di Parigi e alcuni cadaveri anneriti vengono ritrovati per strada, la Vargas getta le fondamenta per una storia dal ritmo volutamente lento e calibrato, ma sempre attento, che ci condurrà a una verità insospettabile. E al rapporto con una schiera di personaggi che credevamo soltanto di aver imparato a conoscere al primo incontro.

Anatomia di CSI. Echi letterari e culturali di un fenomeno televisivo di Alessandra Salvoldi
Alessandra Salvoldi mi ha contattata chiedendomi di leggere il suo lavoro su CSI, frutto della sua tesi all’Università. E devo dire che il risultato è evidente: l’editore non ha fatto il suo lavoro (le citazioni in inglese, che in una tesi si possono lasciare, in un libro vanno sempre tradotte), ma Alessandra sì. Eccome. Il libro è ben scritto, ricco di ispirazioni, e per chi ama leggere - come me - i capitoli che accostano CSI e i suoi personaggi ai lavori di Shakespeare, Poe, Conan Doyle e molti altri rappresentano una grande soddisfazione. La letteratura è il campo principale di Alessandra, che ha scelto un approccio originale e interessante alla serie che ha rivoluzionato il poliziesco in tv. Una serie che conosco bene, ma che mi trovo per la prima volta ad analizzare dal punto di vista dei riferimenti letterari in modo così puntuale. Che altro dire, se non che sono proprio contenta che Alessandra mi abbia chiesto di leggere il suo lavoro?

Di calcio non si parla di Francesca Serafini
Conosco Francesca più o meno dai tempi della pubblicazione di “Questo è il punto. Istruzioni per l’uso della punteggiatura”. Perciò mi sono accostata alla sua ultima fatica letteraria con grande curiosità, e ho trovato ciò che mi aspettavo: una scrittura puntuale e precisa, un mix fra un saggio sul mondo del calcio e un’autobiografia, una ricchissima schiera di citazioni di ogni genere (così ricca che l’autrice le ha dedicato un’appendice, un elenco di ottimi consigli su libri da leggere e film o serie tv da vedere). La sua descrizione di Roma è piena di passione, e la sua “imitazione di sceneggiatura” per raccontare una cena in famiglia è originale. E ve lo dice una che davvero, di calcio non parla. Odio il calcio, con tutto il marciume che lo accompagna (e che, ci ricorda la Serafini, non è certo una novità), con tutti i soldi che lo hanno trasformato in un business cancellandone l’aspetto sportivo, con tutta la violenza che lo accompagna ogni domenica. Eppure capisco la passione di Francesca, perché tanto tempo fa l’ho condivisa. Ho un passato da tifosa, abbonata alla Gazzetta e frequentatrice di stadio. Questo libro su di me ha avuto uno strano effetto: da un lato mi ha ricordato le ragioni per cui odio il calcio, dall’altro quelle per cui, un tempo, l’ho amato. Ed è stata un’esperienza decisamente interessante.

La casalinga ideale di Giorgia Giorgi
Giorgia Giorgi non è una scrittrice, si percepisce subito, ma questo non è affatto un difetto, anzi. Giorgia ci parla come se tenessimo con lei una conversazione fra amiche, divertendoci con gli aneddoti famigliari e incuriosendoci con consigli e metodi "alternativi" per risolvere ogni incombenza domestica. "La casalinga ideale" è un testo fresco, immediato e divertente. Impossibile, per una donna, non riconoscersi in una parte delle esperienze dell'autrice. Perché la casalinga davvero "ideale" non esiste, ma la vita quotidiana è comune a molti...

Nessun commento:

Posta un commento