giovedì 16 aprile 2015

La rabbia e il dolore

Stramaledetto mese di aprile. Dannatissima Pasqua.
E odiosi, terribili pensieri che non riesco a scacciare.
Non ho visto l'incidente. Non c'ero.
Eppure ce l'ho davanti agli occhi, e non riesco a smettere di rivederlo nella mia mente,né a cacciare indietro le lacrime.
Quante ne ho versate in questi 4 anni?
Quante ne abbiamo versate, tutti noi?
Non abbastanza, pare.
Perché non è stato un incidente: l'ho considerato tale solo finché non ho saputo che la persona alla guida era ubriaca. Per poi scoprire, con orrore, che questo le ha impedito di essere punita per ciò che ha fatto.


In Italia il Codice penale prevede che chi causa un "incidente" mentre è alla guida sotto l'effetto di alcol o droga non sia capace di intendere e di volere, di conseguenza non viene considerato responsabile delle sue azioni e non è perseguibile.
E ogni volta che si parla del reato di omicidio stradale, il tuttologo di turno (perché viviamo in un Paese di tuttologi) salta fuori con la stessa frase, trita ritrita: "le leggi ci sono già, basta applicarle".

Eh no, caro mio. Ci sono, ma sono assurde. Bisogna introdurne una che lo dica chiaro e forte: chi si mette alla guida ubriaco o drogato è un delinquente. Un potenziale assassino. Una persona che gioca con la propria vita e con quella degli altri. E se quello che per questa persona è solo un gioco finisce male, bisogna chiuderla in galera e buttare via la chiave.
Invece la persona che ha ucciso (incidente? Macché) mio fratello il 23 aprile del 2011, perché era ubriaca alle 5 del pomeriggio, se l'è cavata con seicento euro di multa (il prezzo corrente di una vita?) e la sospensione di un anno della patente. Da tre anni, quindi, è in giro. Pronta per rifarlo.

Eppure, nessuno ci pensa. La cronaca fa salire alla ribalta la sentenza europea che accusa la polizia italiana di tortura, e in 48 ore il Governo ha già pronta la bozza per l'introduzione del reato, appunto, di tortura. Una lacuna nel nostro ordinamento, la definiscono. Mentre ogni giorno la gente muore per strada, falciata da automobilisti ubriachi o drogati, e il Governo non alza un dito. Quella non è una lacuna, pare.

Sapete cos'è il reato di omicidio stradale in Italia? Uno strumento di promozione in campagna elettorale (il premier non eletto, per esempio, se n'era servito. Come molti prima di lui).
A nulla servono i servizi in tv, le richieste disperate dei parenti delle vittime, la cassa di risonanza mediatica che coinvolge alcuni casi. A nulla servono la rabbia e il dolore.
Perché una sentenza europea conta più dei nostri morti.
I nostri morti sono sconosciuti, distanti, sono nomi e volti che spariscono in fretta dalle cronache.
Finché non succede a te.
E allora, cosa devo pensare? Che solo quando la vittima sarà il figlio, il marito, la mamma o il fratello di un politico che conta, le cose cambieranno? Solo allora il decreto sul reato di omicidio stradale arriverà in Parlamento?

Forse. O magari non servirà comunque. Magari si faranno giustizia da soli, a suon di conoscenze e influenza politica. Perché in Italia funziona così. I telegiornali ce lo ricordano tutti i giorni.

Mente io sono qui, sveglia, alle due di notte, per l'ennesima notte da 4 anni a questa parte.
Con la nausea e la tachicardia, lo stomaco attorcigliato, la rabbia e il dolore.
Sono qui, impotente.
Incapace di smettere di chiedermi cos'ha provato mio fratello negli attimi che lo hanno separato da una morte orrenda e ingiusta.
In un Paese orrendo e ingiusto.
Mentre la vita, implacabile, continua. E gli assassini continuano ad affollare le strade e a uccidere, restando impuniti.

4 commenti:

  1. Il dolore per la morte di un fratello credo che non passi mai e nel tuo caso si aggiunge anche la rabbia di come è morto

    Sono perfettamente d'accordo con te sul tema dell'omicidio stradale.

    Fra l'altro, mi chiedo come vengano applicate le leggi in Italia, anche quelle che già ci sono. Si ritorno da una cena fuori un sabato sera, un amico di mio fratello è stato fermato dalla polizia per un controllo casuale (non aveva causato nessun incidente) e il tasso alcolico riscontrato ha fatto sì che, oltre a prendere una multa, gli fosse sequestrata la macchina e ritirata la patente (che ha dovuto riprendere come se non l'avesse mai avuta) e ha dovuto frequentare per diverso tempo degli incontri degli al anon e presentarsi per un anno a dei controlli del tasso alcolico. Come mai chi ha provocato l'incidente di tuo fratello se l'è cavata con una sospensione della patente per un anno e con una multa?

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    1. Per via dell'indulto. Ha patteggiato un anno di pena, sospesa appunto per l'indulto. E poi perché, appunto, è stata ritenuta "incapace di intendere e di volere", quindi - paradossalmente - se non succede nulla, a scopo preventivo ci vanno più pesanti, se invece ammazzi qualcuno, non potendoti perseguire seriamente, te la cavi con nulla. Contraddizioni del Paese delle contraddizioni... Un abbraccio, e grazie!

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  2. Innanzittutto mi dispiace tantissimo per tuo fratello...non oso nemmeno immaginare il dolore che hai provato, alla quale ora si aggiunge la rabbia.
    Perchè è davvero assurdo che uno venga punito perchè magari ha bevuto la grappa dopo il caffè durante una cena, quando una donna alle 17 girava ubriaca in città...dobbiamo giustificare gli alcolizzati? Come hai scritto tu, chi si mette alla guida ubriaco o, addirittura, drogato, è un deliquente. Non dovrebbero esserci attenuanti di nessun genere, a mio parere.
    Invece sembra che a pagarla siano sempre gli innocenti...

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