“Allarmismo” non era sufficiente. “Terrorismo” rende molto meglio l’idea: si diffonde il terrore. Immotivato, perlopiù, cosa ancora più grave.
Sappiamo tutti (o forse no, a quanto pare…) che non bisogna mai usare internet per farsi autodiagnosi mediche. Il web trasforma chiunque in un potenziale ipocondriaco d.o.c.
Cercare i sintomi di un malessere può essere pericolosissimo, e può innescare un meccanismo a catena dal quale è poi difficile uscire.
Lo dimostra uno dei molti articoli salutar-terroristici che ho trovato in rete l’altro giorno, linkato su Facebook da qualche incosciente, con i “sintomi che potrebbero rivelare un tumore”.
Sintomi che, ça va sans dire, potremmo manifestare in qualsiasi momento, per un miliardo di validissime ragioni che nulla hanno a che vedere con il cancro. Indicare tosse, affanno, gonfiore addominale, sudori notturni e (dulcis in fundo) perdite vaginali come potenziali indicatori di tumore è da incoscienti, lasciatemelo dire. Io per esempio, da almeno un decennio, la notte (e non solo) sudo come una pazza per via del cortisone, che mi fa venire le “scalmane” a orari precisi. Ci posso rimettere l’orologio. E sono in affanno, sì, spesso, per via dell’anemia e della tachicardia data dalla disfunzione alla tiroide. Ah, dimenticavo: il morbo di Crohn talvolta causa gonfiore addominale (seguito da coliche con presenza di sangue, altro sintomo “incriminato”).
Stando a questa “guida all’autodiagnosi tumorale” diffusa in rete, che purtroppo è solo una delle tante, quindi, dovrei essere già morta da un pezzo. Perfino io, che a quasi vent’anni dalla diagnosi di Morbo di Crohn ho l’85% di possibilità di sviluppare un cancro al colon, non mi fascio la testa preventivamente. Soprattutto, avendo sette - e dico sette - malattie croniche autoimmuni mi guardo bene dal cercarne sintomi e complicanze in rete.
Esistono i medici apposta, in caso di dubbi. E ho imparato sulla mia pelle che non basta una laurea in medicina per non far danni, anzi. Gli allarmisti-terroristi-incompetenti-incoscienti abbondano anche fra le file dei medici, fatevelo dire da una che ne ha incontrati tanti e all’alba dei 40 anni aveva già 13 ricoveri alle spalle, in strutture diverse.
Il web rappresenta spesso un’amplificazione della realtà: rispetto a quanto accade nella vita “reale”, si incontra molta più gente che di mestiere scrive e commette errori imbarazzanti, molti più “dottori autodidatti” che diffondono informazioni errate, molti più “tuttologi” pronti a sparar sentenze su qualsivoglia argomento.
La rete è una grande invenzione. Ha cambiato il mondo. Non va mai dimenticato, però, che è anche ricca di insidie. Di pericoli che non si nascondono solo dietro bugiardi, truffatori, pseudonimi o falsi profili di gente dalla quale stare alla larga, ma anche dietro “verità” che tali non sono e che potrebbero causare danni. A cominciare da un’immotivata, deleteria paura.
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