venerdì 3 gennaio 2014

Le mie letture: Anno 2013 - Parte 5 (RECENSIONI dei titoli da 101 a 118)

Ce l’ho fatta! Obiettivo secondario, recensire tutti i libri letti nel 2013, raggiunto. Obiettivo primario, arrivare a 120 libri letti nell’anno… Mancato. Però sono lieta di non aver aperto il mio Kindle per alcuni giorni, verso la fine dell’anno, per dare uno stallo alla piccola Donata, adorabile cagnolina in cerca di una famiglia. Sono anche contenta di essere comunque riuscita a far fruttare (mi ripeto, lo so) le disgrazie :-D del 2013 trasformandole in tempo per leggere. Come dicevano i Monty Python: always look on the bright side of life!
Buona lettura (nel frattempo io ho iniziato il primo libro del 2014: Rot & Ruin. Lo zombie si intona con tutto!). 

101. Guerra e pace di Lev Nikolaevic Tolstoj
È stato il primo libro letto nel 2013. L’ho iniziato nel 2012 (ah, che ricordi: il mio Kindle sosteneva che mi mancavano 45 ore di lettura, scoraggiandomi a più riprese… :-D). Volevo leggerlo da una vita, uno dei pochi “grandi” russi che mi mancava. Mi è molto piaciuto, proprio perché i “grandi” russi sanno il fatto loro. Come descrivono ambienti e personaggi loro, senza contare la complessa situazione politica che fa da sfondo alla vicenda… Insomma, credo mi sia piaciuto ancor più di Anna Karenina. Sì, certo, è il classico “mattonazzo” che richiede un certo impegno di tempo e una certa pazienza nel capire che starà sul nostro comodino a lungo. Ma per me ne è valsa la pena.

102. La peste scarlatta di Jack London
L’ho letto in quest’anno di “mania per la pestilenza”, celebrando ancora una volta la mia passione per il genere catastrofico e post-apocalittico. Un genere che amo perché mette alla prova l’uomo nel momento più difficile, facendone emergere la vera natura (vedi zombie, bombe nucleari, macchine ribelli, eccetera). Che London sia un grande scrittore non è in dubbio. E che La peste scarlatta sia un romanzo di fantascienza e di storia al tempo stesso è altrettanto certo. Infine, che io mi ci sia imbattuta giusto nel 2013, anno in cui prende piede la vicenda post-apocalittica (una bella data per la fine del mondo, pare), è una bella coincidenza. Dal 2013 si passa a un futuro che vede il ritorno alle origini, a un’era senza elettronica, elettricità, comfort moderni. Se è vero che il cerchio della vita e quello della storia sono sempre pronti a ripetersi, eccoci qui: la modernità di London si traduce nel racconto di un uomo ai suoi nipoti. Un racconto sul mondo di prima (il nostro) e quello di poi (quello che segue il nostro nel romanzo, ma lo precede nella storia). Due mondi incapaci di convivere ma anche di dimenticarsi l’uno dell’altro.

103. Una vita da lettore di Nick Hornby
Non so voi, ma io sono sempre alla ricerca di buoni consigli sui libri da leggere. Per questo mi sono imbarcata in questa folle impresa, recensire tutte le letture dell’anno, che magari ripeterò nel 2014. Ma se i consigli arrivano da uno dei miei scrittori preferiti, cosa posso volere di più? Una vita da lettore e Shakespeare scriveva per soldi sono i due libri attraverso i quali Hornby ci parla della sua passione per la lettura, prima ancora che per la scrittura (prospettiva che condivido) e dei libri che hanno in qualche modo segnato la sua vita (o che gli sono stati commissionati per la sua rubrica e hanno lasciato il segno). Da leggere per… Leggere ancora. Di più, e meglio!

104. C’è un cadavere in biblioteca di Agatha Christie
Un superclassico fra i gialli e fra le immortali opere della Christie. Con una trama appassionante, una buona dose di ironia, personaggi sempre gradevoli e quella capacità unica di appassionarti, pagina dopo pagina, fino alla soluzione del mistero. 

105. Venticinque film per sopravvivere ai morti viventi di Matteo Tortora
L’ho pagato meno di un euro su Amazon, ma se potessi mi farei rimborsare. Per una questione di principio, quantomeno. Parte dei film segnalati sono irreperibili (legalmente, almeno); altri sono inspiegabili (sostituiscono pietre miliari che non sono state inserite). E fin qui, vabbè: questione di gusti, uno dice. Peccato che l’elenco sia inutile: dati tecnici, un riassuntivo della trama e un commentino, meno di una pagina per ogni film. Se fai un lavoro del genere, scegliendo solo 25 titoli, devi approfondire, inserire punti di vista originali, analisi, curiosità. Soprattutto perché, essendo un titolo molto “specifico”, sai già che il tuo lettore sarà appassionato della materia, se non esperto. E molto più esperto di chi scrive, evidentemente. 

106. Colluttorius di Pino Cacucci
Io l’ho trovato fantastico. La trama, originale e divertente, richiama il genere da me molto amato del complotto. Il protagonista è simpaticissimo: si trova in mezzo a un sacco di guai eppure non sembra determinato a mollare la sua idea. Un’idea che dal suo punto di vista potrebbe cambiare il mondo e che dal punto di vista dei suoi oppositori lo migliorerebbe troppo, causando loro un danno economico. Un libro non lungo, ma delizioso.

107. I lettori di libri sono sempre più falsi di Gianni Celati A me non è piaciuto. L’ho acquistato dopo aver letto delle recensioni positive che parlavano di un’analisi dei meccanismi commerciali dietro alle professioni legate al mondo dell’editoria… In realtà io l’ho trovato piuttosto banale e anche un po’ superficiale. Sbrigativo, in una parola. Come se l’autore avesse avuto un’idea interessante ma poi non fosse stato in grado di svilupparla come avrebbe dovuto.

108. Due storie sporche di Alan Bennett
Sarete anche stufi di vedermi ripetere le stesse cose in ogni riga quando parlo di lui, ma che posso farci? Bennett è sempre lo stesso: un grande osservatore dell’umanità che restituisce con ironia e profondità le peculiarità, le bassezze, le debolezze e la grandezza umane. La signora che s’improvvisa “guardona” e quella che s’interroga sul perché il figlio abbia sposato una donna brutta e scialba come sua nuora sono protagoniste di due racconti destinati a divertire e intrattenere ma anche, come sempre, a far riflettere.

109. La signora nel lago di Raymond Chandler
Philip Marlowe non è un investigare, è l’investigatore per definizione. Humphrey Bogart, Powers Boothe e Robert Mitchum, fra gli altri, gli hanno dato vita sul grande schermo, ma il migliore a restituirne l’immagine è il suo creatore, Raymond Chandler. In questa avventura, il nostro detective si occupa del caso di una signora scomparsa, moglie di un celebre produttore di cosmetici. Pubblicato per la prima volta nel 1943, il romanzo (portato sul grande schermo da Robert Montgomery nel 1947) ha ispirato molte produzioni letterarie e cinematografiche successive (e anche svariate scopiazzature, ricordiamolo). E a distanza di settant’anni, è ancora in grado di far mangiare la polvere a molti giallisti.  

110. Furious Love: la storia d’amore del secolo di Sam Kashner e Nancy Schoenberger
Leggendo i primi capitoli non si ha proprio l'idea del grande amore fra Liz Taylor e Richard Burton. Ci sono i dietro le quinte (interessantissimi) della realizzazione dei film, lo scandalo, i pettegolezzi e un resoconto piuttosto confusionario, con informazioni anche superflue. Il tutto innaffiato dai litri di alcol che hanno sempre caratterizzato la vita dei due protagonisti. Poi però gli autori ingranano e arriva la magia: le lettere d'amore, le dichiarazioni, le tragedie personali che si riversano nella storia d'amore del secolo. Perché questa lo è davvero: una storia d'amore senza fine, un "né con te, né senza di te" per l'incapacità di stare lontani ma anche di limare il proprio carattere per andare incontro all'altro. Due grandi attori, una donna abituata ad avere tutto e un uomo che si è costruito un futuro diverso... Pensando sempre che non fosse un lavoro "vero". Da leggere. Perché racconta i retroscena dei film che hanno fatto la storia, della passione che ha monopolizzato la cronaca ma soprattutto dei meccanismi che intervengono nelle relazioni fra uomini e donne.

111. Benito Mussolini: il Duce e la sua storia di Riccardo Allegri
Sono rimasta molto impressionata dalla giovane età dell’autore, visto il suo modo preciso e circostanziato di scrivere. Penso che leggerò gli altri suoi lavori: ricostruire un periodo storico (perché è questo ciò che cercavo, accostandomi a questo libro, più che la biografia di un personaggio già studiato a scuola) così bene non è facile. L’atmosfera, quando si parla di storia, è tutto. E Allegri sa come crearne una nella quale il suo lettore si possa immergere. Fa sempre piacere imbattersi in qualche giovane scrittore che non delude.

112. Timeline di Michael Crichton L’ho letto a velocità supersonica subito dopo essermi accorta che è scopiazzato (ma tanto, davvero tanto) da L’anno del contagio, che come sapete dalle recensioni precedenti ho amati moltissimo. Il romanzo di Crichton è praticamente identico, nelle premesse, a quello della Willis: il viaggio nel tempo degli storici, l’incidente spazio-temporale, il modo in cui si viaggia, l’epoca scelta… In una parola, io l’ho trovato insostenibile. Magari se non avessi letto prima la Willis non sarebbe stato così; però sono contenta di essere stata in grado di capire subito che era un’idea (molto) poco originale. 

113. Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry Anche questo è uno di quei libri che rileggo periodicamente per scoprire se “da grande” hanno qualcosa da dirmi in più di ciò che mi avevano detto leggendoli da piccola. Naturalmente, se per una bambina la storia è comprensibilmente ricca di metafore, non tutte le metafore sono chiare. Per un’adulta, il progetto narrativo dell’autore emerge chiaramente. I personaggi, i pianeti, i passatempi, gli animali, i disegni… Tutto contribuisce a rendere Il piccolo principe una favola immortale, che insegna ad avere compassione e rispetto; insegna a essere amichevoli, disponibili e generosi; insegna a guardare la vita sotto diversi punti di vista, ricordando che l’amicizia - quella vera - è così preziosa che anche se dura poco ci lascia un ricordo meraviglioso per tutta la vita.

114. E’ facile smettere di fumare se sai come farlo di Allen Carr Ho fatto un esperimento. Ho riletto a distanza di oltre otto anni il libro con il quale ho smesso di fumare. Notare bene: non ho scritto il libro “che mi ha fatto smettere di fumare” perché io avevo già deciso di smettere di fumare (e ne pago ancora oggi le conseguenze, visto che ho l’unica malattia al mondo che si cura con le applicazioni dei cerotti di nicotina…). Ho semplicemente “colto” l’occasione per associare la mia decisione a un momento e a un evento preciso: la lettura di questo libro, che mi sento di consigliare. Ovviamente se volete smettere di fumare. Io ho smesso il 22 agosto del 2005 e per anni ho sognato, disperandomi al primo risveglio, di aver ricominciato buttando via tutto il tempo trascorso. Da quattro o cinque anni non mi capita più. Mi capita invece di aver voglia di fumare: se dicono tutti che la voglia ti resta per tutta la vita, è perché è la verità. La voglia resta, già, ma i vantaggi sono innegabili ed è proprio su questo che Carr ha puntato: i vantaggi. Niente terrorismo su malattie e problemi: solo stimoli positivi, riflessioni oggettivamente condivisibili su quanto una vita libera dal fumo sia una vita… più libera, appunto. L’ho riletto per ricordare un momento per me importante ma anche per scoprire se, non avendo “l’ansia” di mettere in pratica i suggerimenti del libro, l’avrei trovato ancora efficace. E sì, penso ancora che lo sia.

115. L’amore per i libri di Richard de Bury Ancora una volta mi trovo di fronte a un libro “antico” che colpisce per la modernità. I casi, qui, sono due: o tutti gli scrittori nei quali mi sono imbattuta erano incredibilmente avanti (cosa senz’altro vera per alcuni di loro), oppure noi esseri umani non siamo così imprevedibili e originali come ci piace pensare. Fatto sta che de Bury, collezionista di libri che nel 1300 ci regala un testo in cui sono già presenti tutte le buone ragioni per amare la lettura, ci fa pensare. Riflettiamo su come i libri e le storie che contengono - a dispetto del genere e dell’epoca che li ha visti nascere - siano in grado di stimolare la nostra immaginazione, allargare i paraocchi che a volte ci limitano nella visione del mondo, esercitare quell’elasticità mentale che è tanto preziosa. Oggi come nel 1300. 

116. A volte ritornano di Stephen King Questa è in assoluto la mia raccolta preferita di racconti (di qualsiasi genere). Sono legati a ricordi (e paure!) della prima lettura, ai tempi dell’adolescenza. Ricordavo in particolare I figli del grano, letto con un’amica seduta ai bordi di un grande campo di grano (Colui che cammina tra i filari…). Ricordavo Il bicchiere della staffa, legato alla mia vecchissima passione per i vampiri. Ricordavo A volte ritornano e il film che ne era stato tratto. Ma volevo rileggere tutto, tanto per fare un’altra visitino al baobab, tornare a Jerusalem’s Lot, riscoprire la Primavera di fragole, ricominciare a temere La falciatrice, pensare a quando ho smesso di fumare rileggendo Quitters Inc. Così ho riletto tutto. E ho continuato ad amare la mia raccolta preferita di racconti. 


117. Il deserto dei tartari di Dino Buzzati L’ho letto nel 2012… E l’ho riletto nel 2013. La storia di Giovanni Drogo e della Fortezza Bastiani è in realtà - lo si intuisce fin dal principio - la storia delle aspettative e dei sogni che s'infrangono sulle mura di cinta della realtà. La nostra incapacità di andare avanti, restando legati all'attesa di qualcosa che non arriverà mai, se non al momento più inopportuno, viene raccontata alla perfezione da Buzzati... Che ci dice di andare avanti e cercare di vivere appieno ogni singolo giorno. E con i piedi ben piantati per terra. Ottimi motivi per leggere (e rileggere, e rileggere…) questo incantevole romanzo.

118. Fatto e bene! Come vivere organizzati e contenti di David Allen
Un manualino pieno di consigli utili ma anche di esagerazioni un po’ superflue. Non lo sconsiglio, ma avviso: sta al lettore distinguere il buon senso (ed ecco i buoni consigli) dall’approccio un po’ maniacale alla vita (ed ecco le esagerazioni). La vita organizzata fa risparmiare tempo, denaro e preoccupazioni. Ma bisogna anche vivere, appunto…

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