venerdì 6 dicembre 2013

Ciao Madiba. Riposa in pace… e perdonaci

La notizia è ovunque. Nelson Mandela ci ha lasciati.
Ha vissuto una vita unica, che dovrebbe essere d'esempio a tutti noi.
Eppure la sua scomparsa, una grande perdita per tutta l'umanità, è stata l'ennesima occasione di sfoggio dell'italica ignoranza.
Il bello di internet è che i quotidiani possono anche correggere le bestialità pubblicate, ma gli screenshot sono più veloci.
Il Giornale e Il Messaggero (ce n'era anche un terzo, perché la moda del copia e incolla non passa mai, ma me lo sono perso nella frenesia - aggiornamento successivo, recuperato: era Il Mattino) hanno titolato "Nelson Mandela, il padre dell'apartheid, muore a 95 anni".

Che la gente sia ignorante e metta negli status su Facebook e nei tweet che è morto "l'uomo che aveva un sogno" (confondendo Mandela con Martin Luther King), non stupisce. Soprattutto se quella "gente" è Paris Hilton. Per dire.
Ma da qui a scrivere bestialità sull'uomo che ha combattuto l'apartheid sacrificando in nome di quella lotta la propria libertà e la propria vita, ce ne passa.
Su Amazon.it in home page troneggia un banner commemorativo per Nelson Mandela, che rimanda al suo sito ufficiale. Si possono lasciare messaggi di cordoglio e si possono scoprire le iniziative legate al grande nome di Madiba.
I commercianti battono (ma di gran lunga) i colleghi giornalisti.
Eppure, è brutto dirlo ma è così, Nelson Mandela era malato da tempo.
Era molto, molto anziano.
Portava sulle spalle il peso di una vita di sacrificio in nome di un ideale.
Una di quelle vite che possono cambiare il mondo. E l'hanno fatto.
E' brutto dirlo, quindi, ma la notizia della sua morte era nell'aria.
Almeno per quelli che, per mestiere, avrebbero dovuto occuparsene.
Definirlo il padre dell'apartheid, stravolgendo il senso di tutta la sua missione, non è solo una grave mancanza di rispetto. Non è solo il sintomo di un'ignoranza che andrebbe curata con metodi risolutivi (darsi all'ippica, per esempio).
E' soprattutto la conferma del qualunquismo (parola che detesto, ma che oggi rende l'idea) con il quale certa gente affronta il suo mestiere.
Hanno avuto tutta la vita per documentarsi.
Hanno avuto dei mesi per prepararsi a questo triste evento.
Evidentemente, li hanno passati a giocare a Farmville.
Madiba, perdonaci.
Noi conosciamo il vero valore della tua vita, lo rispettiamo e lo celebreremo per sempre.
Perché, come hai detto tu (tu, e non altri) "Un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso".
E se c'è qualcuno che ha dimostrato con i fatti, e non solo con le parole, cosa significa non arrendersi… Quello sei tu.
Ciao Madiba.
Riposa in pace.

1 commento:

  1. Su Twitter quell'essere chiamato Flavia Vento lo ha confuso con Morgan Freeman, l'attore.
    Ora. Io spero solo un modo per farsi vedere perchè se fosse vero.... c'è da piangere.

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