venerdì 21 giugno 2013

In difesa dei fratelli Winchester

Da pochi giorni ha debuttato in Italia la settima stagione di Supernatural.
Come ogni anno, sto registrando gli episodi per poi vederli tutti insieme, in una maratona estiva di due/tre giorni che anche il consorte gradisce molto (Supernatural è una delle sue serie preferite. Il ragazzo ha buon gusto. O l'ho educato bene. Scegliete voi). Anche perché se poi saltano/spostano/raddoppiano ci pensa il registratore, vai a fidarti della tv generalista coi telefilm...
Premesso quindi che NON ho visto gli episodi del settimo ciclo, colgo l'occasione per ribadire il mio amore per questa serie. E per rispondere (perché sto invecchiando e non ricordo se l'avevo già fatto) alle numerose critiche rivolte alla sesta stagione che avevo letto in rete...
Fra Facebook, Twitter e i (pochi, il tempo non c'è) siti che frequento abitualmente, ricordo di aver collezionato un certo numero di lamentele sulla "piega" presa dalla narrazione nella sesta stagione.
Io non sono d'accordo: la "piega", se così vogliamo chiamarla, apocalittica presa da Supernatural dopo le prime stagioni secondo me è appassionante, ben congegnata, ricca di adrenalina e di personaggi di quelli che ti rimangono impressi.
Castiel e Crowley, tanto per citare i miei preferiti, sono entrambi legati a questa guerra fra gli Angeli, il Paradiso, l'Inferno, il mistero del Purgatorio... E non in stile banalmente dantesco (che oggi Dante va tanto di moda. Grazie, Dan Brown...)
La storia è stata sviluppata così bene da aver ricondotto tutta la mitologia della serie (che è molto vasta, dato il grande numero di eventi, creature e la complessità della storia famigliare dei Winchester) al vero ruolo di Sam e Dean.
Entrambi sono stati fatti risalire al Bene e al Male, ai personaggi-simbolo della lotta fra Luce e Tenebre. Io non l'ho trovata una svolta banale, noiosa o "già vista", come è stato per altri fan, perché è stata studiata a tavolino e ci è stata svelata un pezzettino alla volta. Da manuale, insomma.
Inoltre, gli autori sono riusciti a spostare il grosso della narrazione facendolo ruotare attorno alla questione senza perdere di vista la struttura narrativa-base, quella che ha fatto il successo della serie. Una caccia a creature mostruose, che tutti pensano vivano solo negli incubi ma che i fratelli Winchester sanno essere più che reali...
Per non parlare dell'ironia. Le (ormai proverbiali) battutacce di Dean, le continue citazioni, i riferimenti alle altre serie, alla cultura contemporanea, alla moda e alla tecnologia, senza dimenticare una colonna sonora da urlo (a base di AC/DC e rock vero, quello che ha fatto storia), sono i marchi di fabbrica di un racconto che non ha cambiato rotta, si è semplicemente arricchito.
Supernatural ha solo ampliato il proprio materiale, i riferimenti mitologici, la questione religiosa (se ci ha pensato perfino Dexter Morgan, perché non avrebbero dovuto farlo due che con i mostri infernali hanno a che fare da tutta la vita?). E lo ha fatto alla grande.
La sesta stagione non è né lenta né "diversa". Basta leggere il cambiamento di registro nell'ottica di questo ampliamento delle tematiche.
E poi, come non tenere conto di episodi memorabili, di quelli che fanno la storia di una serie tv, come sempre presenti in ogni stagione e in dose massiccia anche nella sesta?
Parlo di Tutti pazzi per Twilight, Tutti pazzi per la verità, La madre di tutte le cose (draghi, madri... vi ricorda per caso qualcosa?), Attori per forza, Il mito del Titanic, Terra di frontiera (Ritorno al futuro, fai largo!)... Ma potrei citarne molti altri.
Insomma: cos'avete da lamentarvi? Ci sono i fratelli Winchester!

(Se avete voglia di dargli uno sguardo, ecco il mio video di Supernatural, girato un po' di tempo fa ma sempre buono :-D)



2 commenti:

  1. Intanto salviamoli dalla trasmissione italiana che come sempre salta gli appuntamenti, li sposa da un giorno all'altro senza farci capire niente.
    Detto questo adesso attacco con il mio lunghissimo commento :D (sembra una minaccia...)
    Il problema della sesta serie deriva, secondo me, dal fatto che c'è un nuovo modo di mostrare il "problema" di turno. Se nelle altre stagioni il tema fondamentale o il nemico principale era chiaro fin dall'inizio, nella sesta non è cosi. Ci fanno credere che prima sia Crowling, che poi sia Eva e il Purgatorio per poi approdare all' alleanza insolita tra Castiel e Crowling. Penso che sia questo che abbia reso questa stagione un pò meno amata (anche dalla sottoscritta); anche se ci sono episodi (quelli che hai citato) che sono davvero geniali. Poi io ho adorato il finale di questa stagione, con Castiel che si proclama Dio. Poi un secondo fattore credo che sia il "cambio di nemico" non più l'Inferno o il Paradiso ma il Purgatorio. La settima, che io ho già visto come l'ottava (tranquilla niente spoiler ;D) continua sulla stessa linea della sesta, con dei nuovi mostri mai visti prima ma questa volta il problema è posto fin dall'inizio e quindi viene a mancare l'eventuale senso di disorientamento che poteva esserci nella sesta. Poi l'ottava è tutt'altra cosa. E' un chiaro ritorno alla quarta e quinta stagione, e forse è per questo che è piaciuta di più.
    Nonostante tutto, questa è la mia serie tv preferita, insieme a Buffy e non credo di sbagliare se per certi aspetti può esserne considerata l'erede.

    Piango già all'idea della fine della serie (come è successo con Buffy ...) :(
    Ciao :DD

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    Risposte
    1. Ciao Cristina!
      Sì, credo che tu abbia proprio centrato il punto: il cambiamento rispetto alla formula "tradizionale" delle stagioni precedenti. Probabilmente la stagione 6 ha avuto un po' di reazioni non proprio positive perché i fan si sono trovati un po' spiazzati.
      Io vivo i cambiamenti come "movimentazione" narrativa, quindi per me sono sempre positivi. Forse perché tendo a vederli sempre dal punto di vista del ritmo della sceneggiatura.
      Però in effetti capita spesso che i cambiamenti in corso vengano vissuti con qualche perplessità :-)
      Grazie, a presto!

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