sabato 15 giugno 2013

Game of Thrones - Il trono di spade: la stagione 3 e il finale mozzatutto

Caro George R.R. Martin,
che hai adattato per il piccolo schermo quei capolavori dei tuoi romanzi, dando vita a un altro capolavoro... Sei una brutta persona!
L'abbiamo pensato tutti assistendo agli ultimi due episodi, ieri sera.
Scioccati e confusi.
Tu e quell'altra gentaglia lì: Weiss, Benioff... Siete dei cattivoni!
Non si fa così!
O forse sì?
Certo che sì. E' proprio così che si fa. E ora vi spiego perché.

(ATTENZIONE: non proseguite se non avete visto TUTTA la stagione 3 di Game of Thrones: SPOILER)

Ero miracolosamente riuscita ad evitare spoiler, ma sapevo che sarebbe morto qualcuno. Certo, non sospettavo che si trattasse di mezzo cast...
Ieri sera su SKY abbiamo visto il finale di stagione di Game of Thrones 3: una bella mattanza, non c'è che dire. Infilata senza preavviso (anche se si capiva che il banchetto era una trappola, era comunque troppo tardi per prepararsi!).
Ma dico, ma saranno cose da fare?
Sì. Certo che sì.
Perché sono episodi come questi, serie come queste, che attirano i maniaci seriali come noi.
Serie in cui tutto può succedere, in cui l'imprevisto e il colpo di scena sono sempre dietro l'angolo, in cui nessuno è al sicuro.
Serie come Lost, The Walking Dead, I Soprano... Tanto per citarne tre. Serie in cui i personaggi possono scomparire, evolversi, reinventarsi da un momento all'altro.
Questi ultimi dieci episodi di Game of Thrones sono stati davvero emozionanti.
Dopo un (secondo) finale di stagione di quelli che lasciano il segno (l'assedio ad Approdo del Re, che faceva tanto Signore degli anelli), abbiamo assistito a una grande stagione.
La stagione delle donne.
Questa è stata la stagione che ha ufficialmente riscattato i personaggi femminili della serie: Daenerys Targaryen, "il" personaggio ispiratore per definizione, è passata ragazza indifesa e ignara di come gira il mondo, tiranneggiata dal fratello, a sposa contro la propria volontà, a oggetto sessuale, a sposa amata e rispettata, a regina, a madre... Dei draghi. E di tutto un popolo. Anzi, due.

Nella terza stagione la troviamo a capo di un grande esercito, che la ama e la rispetta. Promotrice della libertà e del diritto di scegliere - lei che di scelta ne aveva avuta poca finché c'era il fratello - Daenerys (che avanza verso il trono che le spetta) è il simbolo della ribellione alle leggi ingiuste della società, ai pregiudizi, agli intrighi che anche in un fantasy come questo vogliono trasmetterci un messaggio molto chiaro: il crimine non paga.
Ecco perché Cersei Lannister sta per sposare un uomo contro la sua volontà: ha manipolato e mentito, e altre cosine deplorevoli che sappiamo bene, in nome di una libertà d'azione che non le veniva da nobiltà d'animo o carattere, bensì da un potere semplicemente... Ereditato. Ma il ritorno dello Sterminatore di Re la premia, e ci fa intuire che il matrimonio non voluto non sarà celebrato. Perché ieri sera Cersei ha mostrato il suo volto umano, il suo lato materno. Pieno d'amore per i suoi figli perfino per il personaggio più odioso di tutti i tempi, Joffrey.
A uno sguardo superficiale potrebbe sfuggire, ma Game of Thrones è incentrata sugli stessi meccanismi di Bene/Male, Giustizia/Ingiustizia, Premi/Punizioni che reggono le grandi serie.
Alla fine, in un modo o nell'altro, sopravvivono solo i più forti. Ma gli onesti e i puri di cuore in qualche modo vengono premiati. E mostrare umanità, fare la cosa giusta, amare - perfino personaggi odiosi - riscatta: tutti meritano qualcuno che li ami. Tutti.
I puri di spiriti avanzano, già, mentre i tiranni - poco alla volta, perché più avvincente e più credibile - sono destinati a pagare il prezzo delle loro azioni.

Ecco perché questa è stata la stagione delle donne: il "mostro" Joffrey Baratheon viene "controllato" abilmente dalla promessa sposa, Margaery, più furba e intelligente di lui.
Lady Olenna Tyrell ci regala  uno dei personaggi più straordinari visti ultimamente in tv. E una delle migliori donne, naturalmente. Una di quelle che non si piegano nemmeno di fronte al Re.
Brienne di Tarth si trasforma da guerriero sgraziato a donna consapevole del proprio fascino, leale e determinata per scelta - e non per costrizione - a mostrare la propria forza.
Lady Stark viveva per il marito e per i figli; dopo l'uccisione del marito e del suo primogenito, non ha più ragione d'esistere. Paga con la vita e con il dolore più grande (assistere alla morte del figlio) il suo ruolo di simbolo di donna-compagna-madre-leader.
La moglie di Robb, Talisa, che porta in grembo il futuro Re, viene trucidata per aver conquistato il posto che secondo Walder Frey non le spettava. Un posto che si era conquistata con la compassione e la modernità (curava i feriti, indipendentemente dall'esercito di appartenenza).
Ygritte, l'agguerrita compagna di Jon Snow, è una che non ha paura di nulla e che sa badare a se stessa. Tanto che è disposta a uccidere l'uomo che ama perché ha tradito il suo popolo. Del resto, lo aveva avvertito...
E poi c'è lei, Arya. Arya Stark, il personaggio su cui punterei tutto. Voi no?
La ragazzina che ha saputo reagire all'orribile spettacolo della decapitazione del padre, che è fuggita e che ha intrapreso un cammino verso la maturità. E verso la vendetta, con il suo primo omicidio in un mondo in cui uccidi o vieni ucciso.

Game of Thrones non ci ha deluso. Ci ha stupito, scioccato, sconvolto, provocato, appassionato...
Ma ci ha regalato un'altra grande stagione.
Una di quelle che solo noi maniaci seriali comprendiamo davvero: una di quelle che ci fanno capire quanto può entuasiasmarci, ispirarci, o invogliarci a riflettere una serie tv...

6 commenti:

  1. Sono d'accordo: la stagione è stata spettacolare. Ovviamente mi spiace per il finale splatter, ma tant'è. Ho tuttavia trovato esagerato il compiacimento mostrato dagli autori nel mostrare la violenza delle Nozze di Sangue. Quell'indugiare eccessivamente sadico nelle scene della tonnara (soprattutto le ripetute coltellate nella pancia della puerpera) mi ha provocato fastidio, a differenza dei film di Tarantino o degli horror più sanguinolenti. E non sono uno tanto debole di stomaco!
    Aggiungo solo che dopo l'episodio ho passato mezz'ora su Wikipedia a spoilerarmi tutti gli ultimi libri di Martin per evitarmi altre brutte sorprese. Ed è una cosa che non faccio mai.

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  2. Devo essere l'unico essere vivente sulla terra al quale questa serie ha provocato degli enormi sbadigli e molti nemici.
    Piu' sento parlare di capolavoro piu' rimango perplesso.

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  3. per me Game of Thrones è davvero una serie bellissima, ispirata a bellissimi romanzi..con personaggi complessi e caratterizzati splendidamente, personaggi credibili e "veri"

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  4. va detto che pure Catelyn non è solo "moglie/madre/fedele compagna"..è un personaggio di spessore..complesso come anche gli altri

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  5. Io ho apreri contrastanti sulla serie. Da purista de "Le cronache del ghiaccioe del fuoco" ci sono futilismi che non sopporto, soprattutto troppe scene di sesso decontestualizzate e storie d'amore inutili che riescono solo a far perdere tempo senza aggiungere nulla.
    ODIO letteralmente poi quando un personaggio viene snaturato, come ad esempio Shae, la prostituta di Tyrion Lannister innalzata a donna innamorata. Disgusto.
    Oppure tutta la parte relativa a Roccia del Drago e alla Donna Rossa, snaturati completamente.
    Mi rendo conto che non è facile rendere un'opera così vasta ed accontentare tutti e che si tratta comunque di un'opera bella da vedere e sicuramente innovativa.

    PS. Cersei non farà una bella fine ed è tutt'altro che materna: te lo assicuro!!!

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  6. phoebe, io non mi aspetto fedeltà assoluta, l'importante è rispettare lo spirito dell'opera e questo c'è. Non ho trovato affatto decontestualizzate le scene di sesso che mi sono sembrate tutte necessarie alla trama come era necessaria l'estrema violenza delle Nozze Rosse. Quanto alle storie d'amore..nè Talisa/Robb, nè Ygritte/Jon Snow (che mi pare rispetti il romanzo) sono inutili anzi.
    Anche il cambiamento del personaggio di Shae ci può stare, vederemo come si svilupperà..comunque secondo me è bene che ci siano differenziazioni tra romanzo e serie-tv (senza snaturare lo spirito dell'opera originale) anche per rispettare la diversità intrinseca di queste due forme d'arte altrimenti tanto varrebbe guardare solo la serie e snobbare i romanzi o viceversa invece secondo me è bene conoscerli e apprezzarli entrambi

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