lunedì 18 aprile 2011

L'italica ipocrisia solidale

Non faccio che leggere attacchi pseudo-xenofobi da parte di chi dichiara apertamente di non volerli ed inviti alla solidarietà infarciti di belle parole da parte di chi pensa che dobbiamo accoglierli tutti.
Ma in ogni caso, nessuno si prende alcun tipo di responsabilità.
Se devono tornare indietro, bisogna che le Autorità li mandino indietro.
Se devono restare, bisogna che le Autorità li accolgano.
Ma se chiedete a qualcuno, chiunque, di prenderne 30 in una struttura della sua città, allora no.
Non abbiamo spazio, non abbiamo mezzi, non abbiamo risorse.
Ci pensi qualcun altro.
Come con le centrali nucleari: quelli che sono a favore (ed io non mi capacito di come ancora ce ne siano... ma ce ne sono) non vedono l'ora che siano costruite e funzionanti.
Lontano da casa loro, ovviamente.

Nessuno dice le cose come stanno.
Da quando è iniziata l'emergenza immigrazione, l'ipocrisia dilaga.
"Bisogna aiutarli, poverini". "Dobbiamo fare qualcosa".
Tutti parlano, ma nessuno in realtà li vuole davvero.
E quelli che non parlano sono quelli che danno loro del cibo, dell'acqua, dei vestiti, dei soldi per il treno perché possano provare a raggiungere la loro destinazione. Per riabbracciare i loro cari. O meglio: per sognare di farlo, prima di trovarsi di fronte alle frontiere sbarrate.
Per come la vedo io, ciascuno fa quel che vuole in coscienza. Per carità.
Non mi piace parlarne, quindi non lo farò (perché queste cose non si dicono: si fanno), mi basta dire che io ho fatto le mie scelte in fatto di beneficenza, di donazioni alle Onlus, di 8x1000 mille e di 5x1000.
E col cappero che l'8x1000 io lo mollo alla Chiesa cattolica.
Il Bugiardino (incredibilmente senza un orrore di ortografia - e "orrore" non è un refuso - probabilmente perché è un copia e incolla di una lettera altrui) ci racconta del meraviglioso messaggio di uguaglianza e solidarietà che i Vescovi lombardi rivolgono agli immigrati.
Letto il titolo ("Riflessione dei vescovi lombardi - In ogni immigrante il volto di Cristo"), ho subito condiviso con entusiasmo su Facebook pensando: "Eureka! Grandi notizie! Abbiamo risolto il problema dell'immigrazione! Aprono le Chiese ed i seminari, posto per tutti e subito disponibile! La Chiesa cattolica si fa avanti!".
Ah, no, scusate.
Un attimino solo.
La questione dell'immigrazione "provoca in loro profonda emozione e li invita ad atteggiamenti di responsabilità". Che belle parole, hanno usati i Vescovi della Lombardia. Grande stima nei loro confronti.
Oh, pardon...
Un altro attimino.
Leggo meglio: "Sarà opportuno ospitarli in maniera decentrata e diffusa, con un attivo coinvolgimento delle comunità civili locali [...] Parrocchie, enti, istituzioni religiose sono chiamati a continuare il loro servizio per un'autentica integrazione".
Ah, okay.
Benissimo.
Loro aiutano ad integrarsi (magari cercando di convertirli, già che li integrano).
Ma a dar loro da mangiare, un tetto e l'aiuto di cui hanno bisogno ci pensi qualcun altro, eh.
Mi raccomando.
Qualcuno tipo noi.
Ah, no, vero. Noi non li vogliamo.
Allora ci pensi qualcun altro ancora.
Tipo voi, per esempio...

3 commenti:

  1. Come con le centrali nucleari: quelli che sono a favore (ed io non mi capacito di come ancora ce ne siano... ma ce ne sono) non vedono l'ora che siano costruite e funzionanti.
    Lontano da casa loro, ovviamente.


    AMEN! Io ti adoro per come riesci sempre a esprimere ciò che pensi, condivisibile o meno eh, non metto in dubbio questo, ma con una semplicità e linearità disarmante! Il più delle volte poi mi trovi pienamente d'accordo con te e il mio livello di stima aumenta sempre più! Con questo non parlo solo di questo post in particolare ma di tutto quello che ho visto e letto da quando ci conosciamo! Poi uno può condividere o meno quello che scrivi ma come lo dici è troppo perfetto!

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  2. che poi uno pensa che la chiesa sia l'ultima monarchia assoluta esistente, e come tale tesa a parlare con una voce sola
    salvo poi scoprire nella mia provincia (loro dicono diocesi, nèh?) che esiste il rettore di un santuario che dice apertamente di non volere profughi nelle stanze della sua struttura (che accolse, più di dieci anni fa, i kosovari in fuga per esempio) perché in montagna è freddo e poi lassù non hanno nulal da fare e sarebbero dediti all'ozio. E un parroco di periferia che ha una specie di casa-famiglia-ufficio di collocamento per badanti senza documenti che, credo, lo pone ogni giorno a rischio di denuncia per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
    Oppure, più in grande, i vescovi che dicono che la fecondazione assistita è peccato e l'ospedale fondato e gestito da un prete che ha un centro all'avanguardia per praticarla...

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