mercoledì 9 febbraio 2011

Siamo tutti dei professionisti

Scrivo un po' per sfogarmi e un po' per rispondere all'annosa domanda: ma io sono l'unica italica idiota fissata col concetto di professionalità, o cosa?
No, perché in base alla mia - ahimè - vasta esperienza posso asserire che (ladri, truffatori e bugiardi a parte: a quelli riserverò un post ad hoc. Non vedo l'ora) in linea di massima la gente "lavora" come se non ne andasse del suo buon nome, della serietà e del rispetto altrui.
Nessuno è responsabile dei difetti o dei danni a ciò che ti ha venduto. Mai. Trovatemene uno: ve lo pago a peso d'oro.
Nessuno risponde del suo lavoro: è sempre colpa tua; se ti lamenti di aver ordinato (e già pagato) una cosa tonda e rossa, quando ne ricevi una quadrata e gialla, se ti lamenti sei un rompicoglioni.
E' colpa tua. E' colpa del tempo, dell'inflazione, dei comunisti, di Suor Germana, della pappa al pomodoro, del gatto dei vicini e di Pippo, Pluto e Paperino. E semmai, dei Romani (gli estimatori di Brian De Nazareth capiranno). Ma per l'amor di iddio, non scherziamo. Non osiamo pensarci: non è colpa del "professionista" al quale ti sei rivolto!

Cito dal devoto Devoto (Oli): "Professionalità: il carattere professionale di un'attività economica; la capacità di svolgere la propria attività con competenza ed efficienza".
Efficienza, competenza: concetti sconosciuti ai più, pare.
Chiami uno per fare due lavori in giardino, ti spara un preventivo atomico, facendoti un mazzo tanto lo accetti e alla fine questo si presenta col conto aumentato del 20% rispetto al preventivo. Senza previo consenso, chiaro. Tu ti lamenti e chiedi spiegazioni - ovvio: sei un rompicoglioni - e  lui, tutto offesso, ti risponde che "monetizzare continuamente" è brutto, quindi non gli sembrava il caso. E comunque lui ha "fatto un buon lavoro". Estiqaatsi. (Esclamazione greca di stupore e maraviglia).
E ancora: uno viene per fare dei lavori in casa, ti fa un preventivo, ti descrive il lavoro, il lavoro lo fa diversamente da come avevate concordato ma tu paghi. Quindi chiedi di sistemare. "Certo, vengo venerdì". Non lo vedrai mai più. Sette anni dopo, sconfortata dal suo aver cambiato numero di telefono, città e probabilmente anche connotati, chiami la Sciarella e quella ti dice che vorrebbe tanto aiutarti ma sfortunatamente hanno rinunciato a questo tipo di appelli, altrimenti a Chi l'ha visto? ci sarebbero state solo storie di artigiani fuggitivi. Estiriqaatsi. (Rafforzativo dell'esclamazione greca di stupore e maraviglia precedente).
Fai acquisti - mal volentieri - in un negozio che tratta un determinato tipo di articoli che a te servono e non trovi altrove, e per ben quattro volte consecutive i titolari (tutti, indistintamente: mamma, papà, figlio... Anche il gatto, se chiedi a lui), non ti danno lo scontrino. Fanno finta di niente. Lo chiedi (io le pago, le mie tasse. Tutte, le pago, da sempre. Io pago, quindi accidenti a loro, ai falsi invalidi e a quelli con le multiproprietà che chiedono i sussidi statali... Mi sa che dovrò parlare anche di questi, mi sa) e... puff! Ti sei trasformato in un rompicoglioni che chiede lo scontrino.
Io non chiedo mai uno sconto. Mai. Io non tratto. Se mi dici il prezzo, valuto: se per me va bene, acquisto. Altrimenti grazie e arrivederci. Ma è ovvio che se sono tua cliente e tu, senza che io te lo chieda, mi fai lo sconto... io tornerò da te. Anche questo fa parte della professionalità: trattare quelli che non rompono i coglioni in un certo modo. O no?
Onde evitare di far concorrenza alla Divina Commedia per lunghezza e vastità di metafore (sempre meno eleganti, temo, cantico dopo cantico), salto il capitolo salute (mi pare di aver già esemplificato la questione qui, se non ricordo male...) sui medici, ma una parolina sugli odontoiatri la vorrei dire.
Vai da uno a farti curare i denti. Quello dice che bisogna limare senza spiegarti cosa e perché. "Come va?" Ti chiede dopo che ha finito. "Ora è a posto, dovresti sentirti meglio". Come no. Chiudi la bocca e scopri con orrore che fai contatto con un dente solo. UNO. Non so se rendo. Mr. Magoo chiudeva meglio.
Dopodiché, ti dice con aria contrita (quasi ti par di sentire, sullo sfondo: "E' morto il bischeroooo") che hai due denti sui quali è impossibile fare la cura canalare. Bisogna estrarre. E' spiacente. Tu sei più spiacente di lui e scappi a gambe levate con una scusa ("Chiedo perdono, il cane ha messo la testa del canarino in forno per giocare, è un'emergenza"). Fuggi da un altro dentista, e quello - miracolo! - ti cura.
Oh, accidenti. Un professionista. La mia dentista, grazie a Dio, non è solo preparata. E' anche incredibilmente attenta e gentile. Quasi quasi te li fai mettere volentieri, i punti nelle gengive, da una così.
Una professionista che quando ti prescrive le lastre è così premurosa da segnalarti le cliniche della città in cui usano le apparecchiature più all'avanguardia, quindi con meno emissioni nocive. Una professionista che - accidenti a me - vent'anni fa ho mollato dopo essermi trasferita. Tu guarda quanto si diventa stupidi per non perdere tempo a fare qualche chilometro in più. Così imparo. Ben mi sta. Perché quando trovate un professionista, date retta a me, è bene che ve lo teniate stretto.
Io uno l'ho trovato. Viva la pappa col pomodoro! Col dentista sto a posto.
Ma su tutto il resto, che si fa?

4 commenti:

  1. Estiqaatsi, polee!
    Chris

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  2. Il cosiddetto Paese reale si è molto deteriorato, negli ultimi lustri, in un circolo vizioso, di generica corruzione e degrado delle coscienze, con la classe di politica e di potere che ha espresso.
    Eppure, e per fortuna, credo che quanto descrivi sia solo una linea di tendenza a cui non si è assoggettata la totalità della nostra popolazione, e che, come la tua scrupolosa ex-dentista, restino nutrite schiere di resistenti, che ritengono imprescindibili i loro conti con la propria coscienza, e dignità, e qualità vera della vita.
    Quando si ha a che fare con loro si ha lo stesso sollievo di trovare un proprio simile in una moltitudine di alieni con cui è impossibile intendersi.

    Un saluto.

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