giovedì 4 marzo 2010

Tanti auguri, signor primario!

"Dai nemici mi guardi Dio, che dai dottori mi guardo io". È una frase della mia amica Marina, che in quanto a guai con la salute mi fa una discreta concorrenza e quindi - come tutte le persone che non hanno la fortuna di andare dal medico solo una volta l'anno per un controllino - capisce perfettamente come stanno le cose. Cioè così: fra i medici italiani (così come in tutte le altre categorie: perché la classe medica dovrebbe fare eccezione? Solo perché è responsabile delle nostre vite? Certo che no...) c'è una preoccupante percentuale di incompetenti.
Ho sulla punta delle dita questo post da ieri sera, ovvero dal momento in cui ho appreso che il medico che con me ha clamorosamente sbagliato diagnosi (e che in città tutti definiscono “Braviiissimo”), e che mi ha prescritto per anni farmaci dannosi per una nelle mie condizioni, è stato recentemente nominato primario presso il principale ospedale della mia città. Ottimo: so dove non andare la prossima volta che avrò bisogno del Pronto Soccorso. Perché, disgraziatamente, da una quindicina d'anni a questa parte mi capita di averne bisogno piuttosto spesso e assai raramente riesco ad uscirne senza passare attraverso l'ennesimo ricovero (e, di conseguenza, sotto le attenzioni del primario del caso). Ecco perché ho una discreta esperienza, quando si parla di Sistema Sanitario Nazionale. Se raccontassi tutta la mia esperienza, probabilmente finirei per scrivere un libro. Non mi va. Sono costretta a pensare al mio stato di salute già tutto il santo giorno. Ci manca solo di ripensare agli errori che hanno contribuito a fare del mio caso “un caso estremamente complesso”. Per carità. Ho imparato (più o meno) a convivere con me stessa, con le mie sei (finora) malattie autoimmuni, con le mie (quasi) trenta pastiglie al giorno, con gli effetti collaterali, con le privazioni, con le rinunce, con le limitazioni, con il dolore. All'inizio di novembre (quando si dice: piove sul bagnato) sono caduta e mi sono fratturata il naso in due punti; vi assicuro che durante i primi tre giorni avrei ucciso per un qualsivoglia antidolorifico o antinfiammatorio. Ma non posso prenderne, per nessun motivo. Pazienza. Però posso, questo sì, sottolineare come convivere con la propria condizione sia spesso un gravoso compito da sommare a quello di imparare a convivere con il beneamato SSN. Potrei raccontarvi tanti aneddoti e farvi tanti esempi a convalida di ciò che dico. Non è necessario: mi basta ricordare come, per vent'anni, siano quasi riusciti a convincermi di essere pazza, salvo poi scoprire che tutto ciò che avevo era riconducibile a delle malattie autoimmuni. Quando i medici non capiscono che diavolo hai, o non sanno riconoscerlo, ti dicono che è lo stress. Ci vuole un certo pelo sullo stomaco per dire ad una ragazzina di undici anni che le sue mani stanno cambiando perché “è stressata”. Ci vuole anche poco per convincere quella ragazzina di essere la causa del suo male e di farle scambiare la spensieratezza con la frustrazione di chi non riesce a smettere di “sbagliare”, pur non volendo. La buona notizia è che nonostante gli incompetenti, gli arroganti e gli idioti (perché ci sono stati anche quelli), quella ragazzina alla fine ha preso coscienza di sé, ha imparato ad apprezzare ciò che ha piuttosto che a rimpiangere ciò che non ha e, viva Dio, ha la capacità di condividere con gli altri la sua esperienza. Sono sicura che tutti, fra coloro che mi leggono, per esperienza diretta o per sentito dire, abbiano in qualche modo avuto a che fare con un medico incompetente. Anche voi sapete già tutto, quindi. Ciò che vorrei aggiungere a quanto sapete è quanto sia importante ricordarsi che i medici sono persone come tutti noi. Persone piene di difetti, persone che commettono errori, persone con un brutto carattere e, spesso, persone esageratamente piene di sé. Certo: dev'essere esaltante salvare una vita. Ma immagino che dovrebbe anche essere devastante perderne una per un proprio errore. Non lo saprò mai, probabilmente. Soprattutto perché è finito E.R. Fin da piccola, ho visto la mia mamma entrare in agitazione ogni volta che veniva il dottore a casa: ha sempre avuto – e, inspiegabilmente, ancora ha – un enorme rispetto per la classe medica. Me lo ha inevitabilmente trasmesso, ovviamente, ma alla luce della mia esperienza con i medici, nel corso degli ultimi 25 anni io l'ho trasformato: da rispetto per la professione è diventato semplice educazione nel rivolgersi a chi mi sta intorno, classe medica inclusa). Il rispetto, con me se lo devono guadagnare. Come devo fare io, del resto. Come dovete fare tutti voi. Come dobbiamo fare tutti noi. Noi che non  indossiamo un camice bianco e non ci trinceriamo dietro titoli altisonanti, convegni ai tropici e conferenze in lussuosi alberghi con bizzarri bonus aziendali.
Tanti auguri per il nuovo incarico, dottore.
E tanti auguri a tutti i suoi attuali e futuri pazienti.

3 commenti:

  1. A me un 'luminare' (che primario era già) ha sbagliato un operazione al ginocchio (di routine, ma tanto è sempre routine per loro) e io sto da capo con i legamenti andati. Secondo altri luminari mi servirebbero 2 operazioni: una per riparare al danno, l'altra per risistemare i legamenti. Garanzie? Nessuna, ovvio. Tranne gli 8 mesi che dovrei stare ferma col tutore... Chi vuole essere il primo a dire le parolacce?

    p.s.
    poi la Provvidenza ha messo sul mio cammino un fisiatra olistico e il mio ginocchio ha ricominciato a funzionare (oltre al fatto che non ho più la cefalea...)

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  2. gli agenti immobiliari x legge devono accendere un'assicurazione RC rischi professionali con massimali ben definiti. i medici e i chirurghi no.

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  3. ...premesso che tutti sono umani e sbagliano...(ma capisco che un conto è sbagliare a fare che so.....un mobile...e un conto è sbagliare facendo il medico - e l'assicurazione c'è!)....la rovina della sanità italiana è la politica! Comunque concordo con Chiara quando dice "Il rispetto, con me se lo devono guadagnare".....anche se considera quanti medici (e non ) fanno il loro lavoro in condizioni disagevoli e senza il personale e le strumetazioni ideonee.
    Concludo dicendo una cosa...i cafoni e gli incompetenti fanno allontanati e "puniti"...ma non generalizziamo... ;)

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