Il Signor Crohn ha preso una brutta piega. Il mio gastroenterologo è preoccupato (è la prima volta che lo vedo così, in tanti anni) e mi visita ogni tre giorni da più di due settimane. Sono sotto stretto controllo e sto facendo una cura molto aggressiva, quindi sono piuttosto debole.
Ma - ed è a questo punto che arriva il "ma" - non ci penso nemmeno, a starmene a letto con le mani in mano tutto il tempo.
Quindi, ecco qui: ho un nuovo hobby. Dopo un maglione prodotto in gioventù e un tentativo (fallito) di riprendere in mano i ferri (l'artrite non aiuta), ho scoperto il loom knitting, cioè i telai per la maglia.
E se il Signor Crohn mi costringe a letto, io rispondo a suon di sciarpe e berretti!
Lo so, sembra banale, ma certe volte non basta leggere e guardare la tv.
Certe volte hai bisogno di una testimonianza concreta del tuo impegno, della tua voglia di "banalizzare" la malattia con attività ordinarie, che le sottraggano attenzione.
Non so se chi mi legge riesce a capirlo, se non ha mai avuto problemi di salute, ma io l'ho provato tante volte sulla mia pelle.
E con un investimento di 7 euro (sette, siore e siori! Venghino!) ho acquistato il mio primo telaio, nel quale mi ero imbattuta per caso, incuriosita dalla scritta "facilissimo!".
Più che altro, volevo verificare se si trattava di pubblicità ingannevole, così l'ho comprato. Insieme ai miei primi due gomitoli.
Poi, mentre ero costretta a letto tutta sofferente, ho deciso di concentrarmi sulle istruzioni - scarne, a dire la verità - e provare a imparare come usare quello strano aggeggio circolare.
Incredibile, ma vero: ho imparato. Perché è davvero facilissimo!
Ho cercato su internet suggerimenti e consigli e mi si è aperto un mondo: dozzine di video su youtube, tutti dedicati al loom knitting. Quasi tutti in inglese (come i libri: non ne esistono, in italiano) ma facimente comprensibili, visto che il supporto visivo aiuta parecchio, e va bene anche se non masticate l'inglese).
Così, eccomi qui.
In poche settimane ho prodotto sciarpe, scaldacollo, guanti, berretti con e senza pon pon, a singolo o doppio filo, di uno o più colori...
E ogni giorno sperimento qualcosa di nuovo.
La fantasia non solo aiuta a creare prodotti originali, è prima di tutto fondamentale per distrarsi e concentrarsi su qualcosa che non sia "e adesso come arrivo a stasera?".
Devo dire che sono anche diventata piuttosto bravina: in circa due ore e mezza produco un berretto. Fatto, finito e rifinito.
Il che, per una che se l'è sempre cavata molto meglio coi lavori di concetto, anziché con la manualità, non è roba da poco.
Ne sto facendo per me e per mio marito, e per un'associazione di volontariato che li venderà sulle bancarelle di Natale, investendo il ricavato in opere di bene.
Ho un callo da uncinetto (ma mi sentite? :-D) che mi fa male e la cervicale un po' incriccata, ma vado alla grande.
Alla faccia del Signor Crohn.
Perché, quando veniamo messi alla prova, la nostra creatività nel trovare nuovi modi di rispondere alle sfide, fa la differenza.
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