martedì 7 ottobre 2014

La Polee Bookaholic: i libri di luglio-agosto-settembre 2014

Ci ho messo un sacco per compilare questa lista, ho saltato ben due mesi. Ma ho un valido motivo: oltre ai (pochi, devo dire: il brutto tempo e il freddo mi hanno spinta più a strafarmi di serie tv che a leggere) libri letti in questa estate che non c’era, ho attaccato tutta la saga de Il trono di spade (Le cronache del ghiaccio e del fuoco). Avevo già letto il primo tomo, ma siccome era passato parecchio tempo (tanto che nemmeno ero riuscita a recensirlo), ho ricominciato daccapo. E mi sono sparata, in totale, qualcosa come 5300 pagine. Più o meno. Quindi, come dire… Ci ho messo un attimo! Ma finalmente ho finito anche il libro successivo (una rilettura) alla saga di Martin, quindi eccomi qui. Si riparte! 
Come sempre: ordine cronologico di lettura, ordine numerico che prosegue per l'anno in corso, e naturalmente niente spoiler!
Buona lettura :-)

62. Un calcio in bocca fa miracoli di Marco Presta
Mi aspettavo un romanzo divertente e sono rimasta soddisfatta. Divertente ma garbato, ricco di quell’ironia che prende in giro vizi e virtù del Bel Paese e che fa scorrere velocemente le pagine, una dopo l’altra, questo romanzo si legge in fretta perché scorre liscio come l’olio. E fra un sorriso e l’altro offre molti spunti di riflessioni sulla vita, l’età che avanza, i sogni della gioventù che si infrangono contro il muro della realtà. E sulla generosità, che è sempre una gran cosa, ma lo è ancora di più quando arriva senza un perché.



63. Grace di Monaco di Jeffrey Robinson
Non è la prima biografia di Grace Kelly che leggo, ma è sicuramente la migliore nella quale mi sia imbattuta. Se c’è un modo per scrivere una biografia ben fatta, è esattamente questo: testimonianze dirette di chi ha conosciuto il personaggio in questione, fatti reali (e realmente comprovati), curiosità mai morbose e ricche di spunti per ricostruire una delle personalità più influenti dell’epoca. Cronologicamente parlando, forse avrei preferito maggiore ordine: l’autore salta un po’ di palo in frasca, a volte, ma lo si sopporta di buon grado perché il libro è ben scritto e, come dicevo, ricco di notizie interessanti. E privo, cosa rara per una biografia su un personaggio così noto, senza l’intento di voler creare o distruggere miti. Avrei fatto volentieri a meno della prefazione di Nicole Kidman, però…

64. Lord John e una questione personale di Diana Gabaldon
Ci sono gli elementi che ci si aspetta leggendo la quarta di copertina, ma anche qui manca qualcosa. Forse l’originalità nella quale si poteva sperare viste le premesse. L’autrice avrebbe potuto osare molto di più, invece ha scelto di restare ancorata alla realtà dell’epoca e alla limitazione della libertà d’azione dei personaggi, lasciandosene condizionare tanto da limitare anche la propria libertà d’azione. Il romanzo si legge scorrevolmente, ben inteso. Ma non lascia un ricordo di quelli indelebili.



65. Lord John e i fantasmi del passato di Diana Gabaldon
È abbastanza raro che io abbandoni un libro senza finirlo. Soprattutto se ho superato la metà. Con questo, però, mi è successo: troppo simile al primo per certi versi e troppo carente rispetto al primo per altri. Capisco che l’ambientazione e la fauna siano sempre quelle, ma tutti gli altri autori di serie investigative hanno trovato il mondo di diversificare il lavoro e di renderlo sempre interessante. Qui lo sviluppo sa troppo di déjà vu, a cominciare dai dialoghi e dalle descrizioni. Non mi sento proprio di consigliarlo. Se volete indagare sull’approccio della Gabaldon al poliziesco in costume, leggete il primo. Ma poi fermatevi.


66. La stanza del vescovo di Piero Chiara
Premessa: io adoro il modo di scrivere di Piero Chiara. Finora avevo letto solo La spartizione (recensito QUI), che continuo a trovare geniale per l’idea di base, oltre che per lo stile. Ma anche La stanza del vescovo, pur basandosi su un’idea meno “forte”, cattura per la scorrevolezza e il garbo dello stile, semplice ma preciso, e per l’approfondimento dei personaggi, efficacemente tratteggiati in poche mosse. Di questo romanzo mi resta il ricordo di un’atmosfera suggestiva, che rammenterò tramite le immagini mentali costruite sulla base delle brillanti descrizioni dell’autore. 

67. Il richiamo del cuculo di Robert Galbrath
La ragione che mi ha spinta ad acquistare e leggere questo romanzo è la stessa, credo, che ha ispirato gli altri lettori: Robert Galbraith è lo pseudonimo di J.K. Rowling. E io avevo già adorato Il seggio vacante (recensito QUI). Sul fatto che questo sia un buon romanzo poliziesco non c’è dubbio. L’ho letto scorrevolmente, perché lo stile è scorrevole. Ma non sono sicura che leggerei un seguito. Cormoran Strike non mi ha impressionata molto positivamente. Forse perché è il personaggio più stereotipato fra tutti quelli proposti dalla storia. Mi sarei aspettata qualcosa di più, qualche “invenzione” più originale, ma è evidente che la Rowling qui ha voluto seguire le tappe classiche del racconto poliziesco. Lo fa bene, ma manca qualcosa. Quel qualcosa che farà sì che, dopo aver letto questo libro, lo dimenticherete piuttosto in fretta.

68. Il trono di spade (ai numeri 69 - 79 ci sono gli altri 11 volumi della saga, da Il grande inverno a La danza dei draghi) di George R.R. Martin
Per Le cronache del ghiaccio e del fuoco faccio un’unica recensione, rigorosamente spoiler free. Perché se c’è poco da rovinar sorprese per un romanzo, figuriamoci per una saga! Una saga che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo, ed è facile capire perché. Si intuisce più o meno dopo trenta pagine del primo romanzo, anche senza aver visto la spettacolare serie tv che ne è stata tratta. Non è solo il mondo fantastico dei Sette Regni (e oltre), con tutte le sue regole ordinarie - io adoro l’ambientazione medievale, Martin sfonda una porta aperta - e straordinarie - fantasy ma non troppo: tutto molto ancorato alla realtà dei personaggi e dei loro intrighi. Non è solo un mondo con una schiera di personaggi talmente vasta e variegata da conquistare chiunque (troverete almeno un personaggio, fra mille, che vi appassiona. No?). Non è solo questo. È anche e soprattutto la capacità di perdersi in descrizioni dettagliate di banchetti e costumi senza annoiare. È la maestria nel far valere tanto il dettaglio quanto il colpo di scena che ti lascia a bocca aperta. È l’arte di farti sognare a occhi aperti, anche quando ciò che vedi non ti piace (perché muore qualcuno - e muore un sacco di gente in questi romanzi - o perché il colpo di scena è sconvolgente). George R.R. Martin non ha solo creato un mondo tanto complesso da far girare la testa. George R.R. Martin è nato per raccontarlo. E che abbiate visto la serie tv o meno (fedelissima al primo tomo, ma poi piuttosto libera e indipendente per gli sviluppi narrativi), la saga delle Cronache del ghiaccio e del fuoco va letta. Perché non è solo una saga fantasy amatissima in tutto il mondo: è anche, e soprattutto, un grande esempio di letteratura moderna.

80. La chimera di Sebastiano Vassalli
L’ho riletto a decenni di distanza, dopo averlo già amato alla follia in quella lontana estate che me lo vide assegnare fra i libri da leggere nelle vacanze. A scuola ne parlammo tutti entusiasticamente, ma rileggere a distanza di tempo i romanzi che ti hanno impressionata da giovane secondo me è una di quelle cose che vanno fatte. Perché in certi casi svelano ingenuità della trama o dello stile, in altri mostrano come siano esplicitamente rivolti a un pubblico giovane. E in altri ancora, confermano di essere dei capolavori. Il diario di questa ragazza accusata di stregoneria nel 1600 lascia il segno per tanti motivi. Motivi che non voglio svelarvi, perché non voglio rovinare a chi ancora non l’ha letto una piacevole scoperta. Mi limito a consigliarlo a tutti. Perché ha le carte in regola per piacere a tutti.

2 commenti:

  1. Che bei libri *__* mi ispirano parecchio! Li leggerò u.u (Ovviamente escluso il Trono di Spade, che sto già leggendo e che adoro follemente! *__*)

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