Sono a letto da sabato scorso, il che significa: tanta tv.
Tanti telegiornali.
E, come sempre, tante notizie che fanno arrabbiare, pensare, polemizzare.
Quindi eccola qui, la mia vena polemica.
Scatenata dalle notizie degli ultimi giorni, o dagli sviluppi degli ultimi giorni; dall’esperienza personale; dai racconti degli amici… E dalla proverbiale goccia che fa traboccare il vaso: due nomi, devono fare. DUE. Tredici votazioni a vuoto (finora).
E questi sono quelli che dovrebbero rimettere in sesto il Paese…
Così mi è scappato un post. Che ci ricorda quanto siamo indietro, civilmente parlando, mentre ci facciamo vanto di essere “moderni”. “All’avanguardia”, finanche.
Un post che sembra un po’ una poesia.
O meglio una canzone.
Triste.
Nei Paesi civili si può disporre della propria vita. Non si è costretti per legge a restare vent’anni attaccati a una macchina, pesando sulla propria famiglia e finendo seppelliti nel proprio corpo (in Belgio, non in Italia).
Nei Paesi civili, chi ha bevuto o si è drogato prima di mettersi alla guida e ammazza qualcuno, va in galera. E ci resta (in tutto il mondo, non in Italia).
Nei Paesi civili, i mezzi pubblici funzionano con regolarità, e fino a tarda sera (in Inghilterra, non in Italia).
Nei Paesi civili, viene insegnato che quando si esce per bere una birra, l’autista di turno non beve. E porta a casa tutti gli altri (in Germania, non in Italia).
Nei Paesi civili, chi governa è stato eletto dal popolo (in Francia, non in Italia).
Nei Paesi civili, tutti vanno in pensione. E viene consentito loro di vivere con dignità. Fino alla fine dei loro giorni (in Danimarca, non in Italia).
Nei Paesi civili è vietato il circo con animali (in Grecia, non in Italia).
Nei Paesi civili chi è malato non fa l'untore, non fa il martire che va a lavorare con la febbre alta. Se ne sta a casa e, se proprio non può, si mette guanti e mascherina per non far ammalare gli altri (in Giappone, non in Italia).
Nei Paesi civili, chi viene sorpreso a complottare per far cadere il governo viene destituito (in America, non in Italia).
Nei Paesi civili si rispetta la cosa pubblica, non si deturpano monumenti e non si getta la spazzatura per strada. Non si buttano i frigoriferi nel mare e non si lasciano le bottiglie e i resti del picnic al parco (in Svizzera, non in Italia).
Nei Paesi civili, se difendi la tua casa e la tua famiglia non vai in galera (negli Usa, non in Italia).
Nei Paesi civili, non si assolvono per due volte i sospettati di omicidio, per poi processarli una terza volta, a sette anni di distanza dal delitto, sulla base di “nuove prove” (in India, non in Italia).
Nei Paesi civili, quando la gente si ammazza per una partita di calcio si chiudono gli stadi. E si sbattono i violenti in galera. E si fa in modo che allo stadio non mettano mai più piede (in Inghilterra, non in Italia).
Nei Paesi civili, il comandante di una nave naufragata, che ha causato oltre trenta morti, va in galera. Non alle feste mondane. E non a parlare di “come si gestisce il panico in situazioni di emergenza” (in tutto il mondo, non in Italia).
Nei Paesi civili, chi non paga le tasse non è un “furbetto”, è un delinquente (in Venezuela, non in Italia).
Nei Paesi civili, chi è stato condannato a quattro ergastoli non esce in permesso premio. Per rubare al supermercato (in Argentina, non in Italia).
Nei Paesi civili, chi agisce in modo gravemente negligente sul lavoro viene licenziato (in Ungheria, non in Italia).
Nei Paesi civili, chi promette le riforme necessarie a far sì che tutto questo non succeda più, le fa. Ma non in Italia.
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