mercoledì 11 settembre 2013

Spettatori dell'orrore

Ieri ho riaperto il blog sulle serie tv (d'ora in poi tutto ciò che riguarda la tv andrà solo su Maniaci seriali), e oggi riapro questo spazio che mi sono ritagliata per parlare di tutto quello che NON riguarda il mio lavoro.
Ho pensato di condividere con voi il mio orrore per il video del cane morto soffocato, legato a un cancello dalla polizia dopo l'aggressione a una donna. Il video mi ha fatto stare male. Fisicamente, intendo. Ma pensare a tutti gli spettatori di quella morte atroce, che sono stati lì a commentare e guardare, e FILMARE, senza intervenire... Beh, mi fa sentire anche peggio.

Perché il problema è sempre lo stesso: l'indifferenza.
La gente muore per strada senza che i passanti se ne curino.
E i pochi che si fermano (come la dottoressa uccisa a Chiuduno) pagano a caro prezzo.
Cosa significa?
Che è lecito, o che è addirittura meglio, tirare dritto e farsi i fatti propri per non rischiare?
Lasciamo i feriti per strada perché potrebbe essere pericoloso.
Lasciamo morire i cani legati perché potrebbero morderci.
Lasciamo che il mondo diventi un posto sempre più freddo e impersonale perché "oggigiorno non è più come una volta".
Poco, ma sicuro: una volta c'era meno diffidenza, meno paura.
Ma soprattutto meno indifferenza. Forse perché ci insegnavano ad aiutare gli altri.
Forse perché invece delle contemporanee teorie sul "bisogno di esprimersi" dei bambini ci educavano a ciò che andava o non andava fatto. Magari con un paio di scappellotti, che oggi probabilmente farebbero finire in galera gli incauti genitori. Denunciati dallo stesso figlio scappellottato...
La cosa assurda è che oggi, nell'era di internet, quando le distanze scompaiono e si può entrare in contatto con gente di tutto il mondo, si volta la schiena al proprio vicino.
Il Dio Denaro regna incontrastato, spingendo la gente a mentire, truffare, rubare, uccidere.
Perfino le persone care.
E l'indifferenza è il sentimento più rappresentativo di un momento storico che non può che condurci al peggio.
Non è pessimismo, il mio, sia chiaro.
E' una semplice osservazione di ciò che vedo tutti i giorni, dal "vivo" o in tv.
O su internet.
Che, anziché accorciare le distanze, crea nuove barriere nel mondo "reale"...



5 commenti:

  1. non me la sento di giudicare nessuno, ma penso che fosse piuttosto pericoloso avvicinarsi a quel cane in quel momento, non dimentichiamo che aveva appena aggredito senza motivo una persona.
    Non penso che tutti gli uomani siano buoni e cattivi, come non penso lo siano i cani...ci sono quelli aggressivi e quelli docili...come gli uomani, non si può generalizzare neanche per il mondo animale...magari quel cane avrebbe potuto azzannare un bimbo o uccidere qualcuno, capisco che nessuno si sia avvicinato.
    Claudia

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    1. Vedi, cara Claudia, io proprio non lo capisco invece. Se hai paura, puoi chiamare qualcuno. Cercare alternative. Provare a distrarlo mentre un altro gli allenta la corda. C'erano dozzine di possibilità. Ce ne sono sempre, quando qualcuno ha bisogno d'aiuto. Il problema è che è più "immediato" stare a guardare trincerandosi dietro la paura...

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    2. Claudia posso capire che si ha paura ad avvicinarsi... Ma non c'era alcun motivo di "impiccarlo" così. Piuttosto poteva essere legato normalmente alla sua altezza così da non essere obbligato a stare con il collo in alto. Potevano spingergli una ciotola d'acqua senza avvicinarsi... Erano davvero tante le possibilità come dice Chiara. Ma il problema per l'appunto è fondamentalmente uno: indifferenza verso qualsiasi essere animale, compreso l'essere umano. Spesso mi vergogno di essere umano

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  2. È una cosa terribile e, purtroppo, sottoscrivo tutto ciò che hai scritto. Che tristezza vivere in un mondo fatto di persone così.

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  3. "E i pochi che si fermano (come la dottoressa uccisa a Chiuduno) pagano a caro prezzo." già.
    Come quando ti fermi in autostrada per prestare aiuto a qualcuno che è rimasto a piedi e poi questo ti fa la rapina, ti mena e se sei donna ti violenta anche.
    Purtroppo c'è chi si approfitta della gentilezza delle persone diffondendo la paura. E la paura si sa, fa fare o non fare cose che non o vorremmo fare.

    Per la vicenda del cane morto strangolato, di cui non sapevo nulla, è un'altra questione. Si poteva fare qualcosa di diverso, considerato che l'avevano bloccato. Fosse rimasto morto nel tentativo di allontanarlo dalla donna aggredita si poteva capire. Ma se riesci a fermarlo che motivo c'è di legarlo per farlo morire? Bastava una museruola o legarlo a una zampa, aspettando gente più competente. E lo dico io che non sono una vera amante degli animali.

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