giovedì 20 ottobre 2011

Io, sono indignata!

Non voglio scrivere un post chilometrico riassuntivo-illustrativo sulla manifestazione degli "indignados" di sabato scorso a Roma (nella foto: Er Pelliccia mentre tenta di spegnere un incendio).
Voglio solo chiarire come la penso perché in questi giorni ho letto, visto e sentito tante di quelle idiozie... che di stare zitta proprio non se ne parla (il gioco di parole è voluto).
Sono indignata, io.
Non fraintendetemi: sono lieta che i miei colleghi abbiano imparato un nuovo vocabolo ("facinorosi") che sarà il tormentone della stagione autunno-inverno 2011. Però, se sabato pomeriggio ho passato 4 ore di fronte alla diretta tv, come imbambolata, incredula e sconvolta, nei giorni successivi l'incredulità ha lasciato il posto alla rabbia e all'indignazione.
Come dicevo: non ho intenzione di scrivere un post chilometrico sul fatto che ritengo sacrosanto il diritto a manifestare, sebbene io ritenga che in Italia ci siano questioni ben più gravi da portare all'attenzione di tutti (tipo, che so, il fatto che ci sono ragazzini disabili che prendono una pensione da fame, che non consente loro una vita dignitosa, mentre migliaia di falsi invalidi truffano lo Stato da anni, togliendo fondi destinati a chi ne ha davvero bisogno. Per dire). No no, non ho intenzione di farlo. Quindi, questa volta, sarò schematica. E vi dirò solo 5 cose:

1) Il diritto alla manifestazione è sacro. Ma se vuoi manifestare devi esercitare questo tuo diritto rispettando il tuo dovere, cioè rispettando i beni di tutti (figuriamoci, poi, quelli di altri). Manifestare è sacrosanto. Farlo seguendo le disposizioni di legge anche. Indi, se ti presenti in corteo col passamontagna, a prescindere io ti porto in Questura. Perché il diritto di manifestare lo perdi.

2) Se sei così stupido da farti riprendere, fotografare e registrare in ogni modo possibile, è giusto che le immagini che ti ritraggono vengano usate per rintracciarti. Quindi evita di gridare alla violazione della privacy e di sparare vaccate che manco in un film di fantascienza scritto da Moccia e diretto da Vanzina reggerebbero (tipo spegnere gli incendi a lancio di estintori, appunto).

3) Se tuo figlio viene identificato mentre delinque, comportati dignitosamente: non cominciare a dire che è innocente a prescindere, che era altrove, che diventerà il capro espiatorio della situazione. Sii dignitoso ed insegna a tuo figlio come ci si comporta. Aiutandoti coi sampietrini che gli sono avanzati, se necessario.

4) Se vuoi trasformare un evento gravissimo in un evento politico (alla faccia dei cartelli "apartitici, non violenti"...) fallo almeno con cognizione di causa. Non spargere la voce che i violenti sono quelli dei servizi segreti inviati dal Governo, perché poi quelli che non ragionano e che non guardano la tv (la diretta degli scontri, intendo, non certo le ricostruzioni faziose delle varie parti), e che pensano che se uno condivide un link su Facebook dev'essere per forza vero, poi ci credono a queste idiozie.

5) Se una ragazza si sente in diritto (ma nemmeno troppo, se i video li fa da incappucciata...) di spaccare tutto perché arrabbiata dalla difficoltà di trovare lavoro, con quell'unico neurone si sforzi di pensare a quelli che il lavoro ce l'hanno perché non possono lavorare, perché sono malati, perché sono disabili, o perché semplicemente hanno perso tutto ciò che hanno, ma non per questo se la prendono con gli altri, mettendo in pericolo famiglie che pensavano di poter esprimere liberamente il loro pensiero e si sono ritrovate ostaggi di potenziali assassini.

Ho letto, visto e sentito di tutto.
La polizia non fa abbastanza (colpa sua, dunque).
La polizia fa troppo (sono dei fascisti).
I responsabili vanno puniti.
I responsabili sono dei ragazzini che sono solo arrabbiati e si sono fatti prendere la mano.

Ho visto i manifestanti marciare con i cartelli "apartitici e non violenti" e ho ascoltato i leader politici giustificare le violenze con un "se crei malcontento questo è il risultato".
Eh, no.
Se non sei contento, manifesti pacificamente.
O ancora meglio, fai qualcosa di concreto per migliorare le cose: sii onesto. Sempre. Anche quando quelli intorno a te non lo sono.E' così che si cambiano le cose.
Ricordati che c'è sempre chi sta peggio di te: non essere egoista e guarda alle fortune che hai (la salute, ad esempio).
Impara ad essere paziente, rispettoso di te e delle persone, degli animali e delle cose che ti circondano.
Sii pronto ad accettare le conseguenze delle tue scelte e delle tue azioni.

Soprattutto, non gridare.
Se gridi perché "nessuno ti ascolta", passi dalla parte del torto.
E allora sì che nessuno ti ascolterà... Mai.


2 commenti:

  1. Ammirazione pura per Polee. E invidia, tanta invidia, darei un braccio di Fabio per saper scrivere così. A oroposito, quando torni a trovarci sul podcast?

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  2. Beh, appena mi recapiti un braccio di Fabio...
    :-)
    Quando vuoi, caro.
    Hai i miei contatti, usali :-)

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