mercoledì 7 luglio 2010

Il viale dei ricordi

Così imparo a prendere in giro tutti quelli - marito incluso - che organizzano cene di ex compagni di scuola tramite Facebook.
Perché se è vero che uno si registra al grido di "uuuhhh, ritroverò i miei compagni dell'asilo!" è anche vero che in linea di massima, poi, su Facebook si finisce a fare ben altro.
Fatto sta che in quel giro, nel giro degli "uuuuuhhhh ma sei uguale-uguale-uguale a come ti ricordavo", ci sono finita anch'io.
E il risultato è stato un pranzo domenicale a casa mia con le ex compagne delle medie.

Eravamo in otto. E ci siamo divertite un sacco.
C'è questa convinzione diffusa - da me condivisa, in linea di massima - che il viale dei ricordi sia una strada triste, che è meglio non ripercorrere. Spesso è vero, ma nel mio caso è stato proprio il contrario: ho ritrovato le mie amiche di una volta tutte in forma, realizzate, con delle belle famiglie e dei lavori soddisfacenti.
Certo: tutte hanno avuto i loro problemi. Chi non ne ha?
Ma non importa, perché una reunion delle medie che va com'è andata la mia, alla fine non può che farti pensare positivo.

C'era un po' di tensione, prima dell'arrivo. Non ci vedevamo da.. quanto? Oltre vent'anni?
L'innescarsi dei soliti meccanismi - e-se-non-mi-riconoscono / e-se-sono-completamente-diverse / e-se-mi-trovo-a-disagio - era inevitabile. Tanto che io ritengo abbiano avuto la meglio su alcune di quelle che non erano presenti. Qualcuna sarà stata impegnata. Qualcun'altra avrà pensato che era meglio tenersi stretti i suoi ricordi e cari saluti.
Ma noi no.
Noi, intrepide otto, ci siamo salutate, riconosciute, sedute a tavola.
Mentre apparecchiavo mi sono chiesta, da padrona di casa della situazione, come avrei risolto in caso di imbarazzanti momenti di silenzio.

Ma quali momenti di silenzio... Ad un certo punto ho pensato che sparare sulla folla sarebbe stato l'unico modo per farle stare zitte!
Siamo state insieme per circa sei ore e non c'è stato un attimo di silenzio.
Mio marito dev'essere sopravvissuto per miracolo.
Ci siamo proprio ammazzate di chiacchiere.
Come vere donne.
Che soddisfazione.

Otto vere donne, con le loro passioni e i loro problemi, sedute attorno a un tavolo per raccontarsi in trenta parole vent'anni di vita.
C'ero io. E poi c'erano le altre.

Savannah, l'intrepida organizzatrice dell'evento - che ringrazio ancora - mamma sportiva e disinvolta (nel senso di "sicura di sé" e "odiosamente portata per saperci fare con i bambini, al contrario della sottoscritta"), eccezionale cuoca di dolci (ehi, ragazza, ho qui in ostaggio un simil-tupperware che ti appartiene: vieni a riprendertelo così ci vediamo?) che mi ha commossa per l'energia e l'entusiasmo che ha messo in questa idea.

Belinda, l'incontenibile artista dalle ottomiladuecento parole al minuto, che ti fa sganasciare dalle risate e che è ancora esattamente come te la ricordavi: semplice, diretta, entusiasta. Guida una Porsche come fosse una Cinquecento con problemi d'avviamento - la fa sembrare una macchina vera, tangibile, raggiungibile anche per noi comuni mortali - e che ovviamente è libera come l'aria, sempre in giro, cittadina del mondo.

Elle, che dai tempi delle medie ha subìto una radicale (e, per come la vedo io, eccezionale) trasformazione acquisendo un aspetto (fisico, emotivo, caratteriale) che trabocca dallo sbiadito ricordo della ragazzina di poche parole con le trecce. Elle è una docente di latino, con un irresistibile modo di fare da docente, una passione per i cani (i suoi, i miei...) e un'avversione per la cucina ("Guarda che compro le torte pronte perché non so cucinare"). E ci ha messe in riga tutte. Subito.

Che meraviglia: ragazzine timide che si sono trasformate in donne espansive con sicurezza da vendere.

C'erano Eve e Mariah, le due che - ne sono certa - hanno passato gli ultimi vent'anni in una cella frigorifera e sono state scongelate per l'occasione. Va bene somigliare al mio ricordo. Ma così, uguali-uguali-uguali, mi hanno fatto un po' impressione e un po' dispetto: ma gli anni sono passati solo per me?

Ad ogni modo, se Savannah è una mamma disinvolta, Eve è una mamma super-sprint. Una di quelle che assumono uno sguardo dolcissimo quando parlano dei loro bambini ma che parlano prima di sé. Come donne, come lavoratrici, come persone appassionate. E, certo, anche come mamme (il che le rende, secondo me, fra le madri migliori: quelle che si getterebbero nel fuoco per i loro figli ma fanno in modo di ricordarsi di essere prima di tutto donne, e poi mamme).

Mariah è rimasta uguale in tutto e per tutto, ancora timida e garbata come una volta. Me la immaginavo angelo del focolare, ideale di donna materna... E invece è un avvocato evidentemente pronto a tirar fuori le unghie quando servono (come ha dimostrato quando Elle ha incautamente insultato la sua squadra del cuore). Mariah è intelligente, ha un forte senso dell'umorismo, è una persona dalle ampie vedute.

Che meraviglia: ragazzine timide trasformate in donne di successo.

Come Tabatha, l'unica di cui sapevo quasi tutto perché ci eravamo parlate per telefono la sera prima (e che parlare: come se fossero passati solo cinque minuti, eh?). Era una delle mie amiche più care, ai tempi della scuola. Un po' impacciata, forse, ma con quello sguardo aperto e sincero. Una di quelle persone che non ti nascondono mai niente. Che sono così come le vedi. Tabatha è ancora così, ma è anche diventata una bellissima donna e la mamma affettuosa di una splendida bambina.

Che meraviglia: ragazzine timide che hanno evidentemente vinto le loro insicurezze.

Ne manca ancora una, Tammy, che è rimasta deliziosa com'era una volta e che si è fatta strada nel viale dei miei ricordi con il garbo, l'educazione e la semplicità che l'avevano impressa nella mia memoria. Tammy è una di quelle persone che fa sempre piacere avere intorno. Una di quelle che ti danno fiducia nel genere umano: si possono avere tante qualità senza il bisogno di sbatterle con arroganza in faccia agli altri.

Che meraviglia: ragazzine timide che hanno saputo fare della riservatezza il loro punto di forza.

Ragazzine raccolte attorno ad un tavolo, vent'anni dopo, per raccontare.
Raccontarsi.
Ricordare.
Farsi domande.
Scherzare sul passato.
L'immancabile carrellata sui professori è stata perfetta: breve ed intensa.
Il tormentone della giornata era il ricordo di Pescalatrota: era bella, bravissima a scuola, eccezionale negli sport. Quella una spanna avanti a tutte. Quella che andava bene in ogni materia, e senza sforzo. Quella che era un po' il  metro di paragone per certi professori.
Quella che, a quanto mi dicono, oggi si aggira perennemente incazzata.

Che meraviglia.
Ragazzine perfette che diventano esseri umani.

6 commenti:

  1. Che meraviglia.
    Ragazzina che non era apprezzata dalla prof d'italiano e che si è trasformata in una fantastica scrittrice e donna di successo! Grazie Chiara: x questo, x quella fantastica domenica.. x l'ospitalità della tua casa e della tua famiglia. Ciao

    RispondiElimina
  2. Manca una persona sai nel tuo racconto, ma certamente non puoi scrivere di te stassa così come potremmo scrivere noi, volontarie testimoni di come la vita la forgi una persona e non viceversa.

    Quindi ecco l'ultima descrizione (da quella delle ottomiladuecento parole al minuto..... anche se scritto faccio Molta ma Molta più pena..... lo so lo so, chi a detto che non la faccio anche a voce???)
    Comunque non divaghiamo, ma parliamo della nostra ospite, a cui come nome di fantasia appioppo Calliope, ma che il suo vero nome è secondo me più azzeccato, perché ragazzi.... è veramente luminosa! Come me anche lei non era timida alle medie, ed è rimasta ancora così.......... anzi, è peggiorata! Inoltre, ammettiamolo, è la "ragazzina" delle medie che ha raggiunto i traguardi nella vita più invidiabili, con un marito fantastico, una bella casa e un lavoro stratosferico. E sai cosa mi colpisce di più che lo hai ottenuto al di la dei tuoi "problemi", che vivi la vita come vuoi, ottenendone sempre il massimo, passando su tutto con la tua ironia sferzante e quel sorriso, a mezza bocca, ironico e strafottente, con quegli occhioni che guardano, studiano, analizzano, immagazzino e ridono di continuo, si perché Calliope ride veramente con gli occhi.

    Che meraviglia: passano 20 anni e ritrovi persone che puoi ammirare.

    Belinda XD

    RispondiElimina
  3. Ovviamente è stato un immenso piacere conoscervi ed ospitarvi... siete sempre le benvenute... soprattutto se vi presentate con il tiramisù! :)

    RispondiElimina
  4. Io devo ringraziare te per la bellissima giornata, per la tua incredibile forza di volontà e per il coraggio che dimostri nell'affrontare tutto con un sorriso.
    Grazie per i complimenti che mi hai fatto...ne meriti tu di maggiori !
    Scrivi benissimo...alla faccia di chi sappiamo noi!
    Con tanto affetto ELLE

    RispondiElimina
  5. Ogni riferimento a "pescalatrota" è asssssolutamente casuale?????
    XD

    RispondiElimina