martedì 20 luglio 2010

Blogger al forno - Episodio pilota: Risotto ai porcini

Mercoledì scorso il mio status su Facebook recitava: "Attenzione, gente: sto per lanciarmi nel primo risotto della mia vita. Dopo, il mondo non sarà più lo stesso".
Sabato eravamo passati a "Chiara Poli ha fatto un risotto ai porcini spettacolare e ama il suo Jet Chef" seguito da cuoricino (di cui faccio un uso spropositato da quando ho imparato a farlo grazie alla spiegazione di qualche ciofane).
Sì, lo amo.
Detesto ancora cucinare, ma amo JetCheffare. Mettiamola così.
Ve l'avevo detto, che sono una che non molla.
Così mi sono lanciata nel primo esperimento sparando subito alto (col primo risotto della mia vita) e a distanza di tre giorni ho replicato per dimostrare che imparo dai miei errori e che si può sempre fare meglio. Il tutto sotto gli occhi del marito cuoco criticone e - rullo di tamburi - della suocera.
Non so se rendo.
Ho detto suocera.
Dove diavolo è la mia medaglia al valore?

Ad ogni modo, il primo risotto della mia vita non era malaccio. Un po' crudino (o esageratamente al dente, fate voi) e un po' asciuttino. Ma non malaccio. Me lo sono mangiato tutto e sono qui a raccontarvelo, direi che c'è da vantarsene. Il secondo però era S P E T T A C O L A R E.
Ho visto gente leccarsi il piatto. E ho visto mio marito, col quale condivido la cucina da dieci anni senza aver mai cucinato alcunché (a meno che non conti il toast del 2006 che gli ho preparato quando lui era a letto con 40 di febbre), guardarmi tutto orgoglione. Fra l'incredulo e l'orgoglione, ad essere precisi.
All'inizio avevo deciso di lanciarmi su un piatto da Assisted Chef (nel forno del Signor Whirlpool ci sono qualcosa come trentatre ricette precaricate a prova di fesso, diciamo le cose come stanno). Invece no.
Risotto ai funghi.
Brivido lungo la schiena.
Mezz'ora prima di iniziare, ci avevo già ripensato. Il terrore mi attanagliava lo stomaco. Paura di far esplodere la casa. Già mi vedevo i vicini al tg "Che tragedia, una così cara ragazza...". Paura, paura.
Così ho fatto l'unica cosa che potevo fare: ho scritto su Facebook e su Twitter che avrei cucinato. Se lo annunci al mondo, poi il mondo si aspetta una foto o un commento; non puoi più tirarti indietro (come quando ho smesso di fumare: ho chiamato tutti quelli che conoscevo annunciando che avevo spento la mia ultima sigaretta. Sai che figura, farsi beccare dopo a fumare?).
E poi mi sono fatta coraggio pensando "Non sono sola: ci sono altri blogger al forno". Paolo Franchini, che mixa squisitamente cucina e noi. Luca Viscardi, che mi è fra le altre cose espertone di tecnologia ma mi consola perché si è lanciato subito nella mia seconda scelta (patate con l'Assisted Chef. Grazie, Luca). E Stefano Caffarri (non vale, però, qui giochiamo nella categoria professionisti!) sono quelli che ho scovato finora.

E l'avventura è iniziata. Lanciata che Jack Bauer mi faceva un baffo.
Day 1: panico e paura.
Io in preda all'ansia da prestazione, che sudavo come Mennea durante il suo ultimo record e mi aggiravo confusa come Nicholson dopo l'elettroshock in Qualcuno volò sul nido del cuculo (foto 2).
Cani terrorizzati che non credevano ai loro occhi (foto 3).
Marito criticone che documentava con l'iphone senza perdere occasione per scuotere la testa e acidare consigli.
Suocera che si aggirava rubandomi la ricetta che sentivo di dover leggere almeno settantadue volte, lanciandosi in generici suggerimenti; moderati, devo ammettere. Ha avuto pietà. Sapeva che non avevo mai fatto manco un uovo al tegamino e tutto sommato è stata piuttosto schiscia.
Certo, la copiosa aggiunta di panna alla fine al grido di "E' troppo asciuttino, sai, cara" poteva costarle la vita.
Cioè.
Leva le mani dal mio risotto. Fortunatamente per lei ero troppo esterrefatta di fronte al suo gesto, per reagire.

Day 2: un'incredibile sensazione di potere.
Io che mi aggiro sicura per la cucina, preparando gli ingredienti e rivedendo le dosi in base al numero dei commensali. Come in trance, ho aggiustato le dosi del brodo; ho tritato le mandorle (agguantando il coltellaccio che mio marito non voleva mollare sostenendo che per scrivere mi servono tutte e dieci le dita); ho rivisto i tempi di cottura in base all'esperienza precedente.
E mentre il Jet Chef cuoceva ho perfino riordinato la cucina, lavato due ciotole ed apparecchiato la tavola. Padrona della situazione. Niente panico.
Ho dominato la cucina (sbattendo fuori gli indesiderati familiari pronti a replicare il pessimismo e fastidio della volta precedente).
Alla fine ho visto il marito disperarsi ("Ma non ce n'è più??") e la suocera scavare col cucchiaio nella pirofila, all'imbarazzante ricerca di qualche chicco superstite.
Per la prima volta, ho cucinato e ho raccolto entusiastici complimenti.
Eh, già. Il mondo non è più lo stesso.

3 commenti:

  1. ...ma sei una grande! eqquando ci si rivede???

    Giuliano

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  2. Ah, guarda un po'.
    D'un tratto imparo a fare il risotto ai porcini e si palesano i vecchi amici...
    :-D
    Quando vuoi, caro. A questo punto posso iNVITARE LA GENTE A CENA.
    No, dico.
    Lode al Signor Whirlpool.

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  3. no vabbe' vuol dire che se lo compro ce la posso fare pur io??? adesso lo cerco on line. l'alba di una nuova era

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