mercoledì 14 marzo 2012

Il trucco c'è. E si vede

In terza media una mia compagna di classe mi regalo due mini-trousse della Naj Oleari con un fard e due ombretti color pastello.
Mia madre la prese come se mi avessero regalato il kit del Piccolo Terrorista.
Ovviamente ero troppo piccola per truccarmi e i le trousse vennero sequestrate.
Così mi toccava rubarle i cosmetici e presentarmi in classe con un mix di rossetto arancio e ombretto azzurro che mi faceva (cito testualmente la mia prof d'italiano) "Sembrare una malata di cuore".
Poi sono arrivati gli anni delle superiori e i sotterfugi: mega-borsa fantozziana con cotone, latte detergente formato famiglia (in quegli anni te le sognavi le salviettine struccanti) e tutto il maltolto al materno corredo.
Una volta uscita, raggiungevi il primo bagno disponibile (quello del bar della mia zona, un bugigattolo buio e sporco in fondo a una scala ripida. Brr..) e iniziavi a truccarti.
Prima di rientrare ti scartavetravi la faccia per togliere ogni traccia.
Puntualmente, arrivavi a casa ricordando vagamente un procione che ha preso un pugno in un occhio e le sentivi su tutte.
Ma proprio tutte.
Poi, però, a un certo punto arrivava la libertà.
Oh.
Posso truccarmi.
Apriti cielo, devo sfogarmi.
Di conseguenza, giù a comprare ai grandi magazzini ogni genere di pastrocchio esistente.
Fra le mie compagne di classe sottrarre un cosmetico in un noto negozio della città era un rito di passaggio.
Io non l'ho mai fatto e sono stata derisa per questo.
Beh, mi tengo volentieri le prese in giro.
Non ho mai rubato nulla (sono troppo codarda, temo) però almeno, finalmente... potevo truccarmi.
Peccato che naturalmente, come tutte le ragazzine dell'epoca, non ne ero assolutamente capace.
Il rigone di fondotinta arancione (vi ricordo che era l'epoca dei paninari, o poco dopo, e il fondotinta andava di moda solo come surrogato di lampada) che ti faceva sembrare la testa staccata dal collo, la terra color cioccolato fondente messa a casaccio (sfumare? e che significa?) e l'ombretto spantegato generosamente sull'occhio erano un must dell'epoca.
Poi, piano piano, iniziavi a frequentare le profumerie, a farti consigliare, a leggere sulle riviste femminili e sui libri appositi (io avevo quello sul trucco scritto da Mary Quant, non ce n'erano molti altri in circolazione) per procurarti un minimo di know-how.
Tanto per non sembrare sempre la testa mozzata de Il silenzio degli innocenti. Non so se rendo.
Non era mica facile, eh.
Quando sei adolescente, comprensibilmente, le commesse delle profumerie ti raggelano con lo sguardo quando arrivi in negozio con la tua mandria di amiche e cominci a tocchinare tutti gli epositori e a far danni a colpi di zaino.
Ah, la gioventù.
Ora è diverso.
Per anni ho frequentato saltuariamente varie profumerie.
Nella vita centrale della mia città ce n'è una con delle signore molto simpatiche, ma con una certa non-affinità fra me e le marche vendute. O con i prodotti che mi hanno venduto. Chi lo sa.
Ad ogni modo, io so bene quello che voglio.
Perché circa tre anni e mezzo fa mi sono imbattuta nei video di una ragazza di nome Clio che studiava a New York per diventare make-up artist e una volta tornata da scuola raccotava su YouTube i segreti che aveva imparato.
Era la prima (o una delle prime) a fare tutorial di trucco in italiano.
E a me si era appena aperto un mondo.
Oggi Clio ha milioni di visualizzazioni ai suoi video, decine di migliaia di iscritti, due libri all'attivo e un programma tutto suo su Real Time.
E io ho imparato a truccarmi come si deve grazie a lei, alle mie ricerche sul web e soprattutto ai prodotti di alcune marche (God Bless Benefit!), distribuite in esclusiva dalla mia profumeria di fiducia, che mi hanno cambiato la vita.
Prima truccarmi era una noia.
Poi è diventato simbolo di "mi tiro insieme, ma solo per me", pratica che ho abbandonato circa un anno fa, dopo la morte di mio fratello.
Qualche mese fa, però, ho deciso di rimettermi in gioco.
Sono entrata in profumeria e ho trovato un'atmosfera amichevole, tanti consigli, il Brow Bar della Benefit (una volta provato, non vivi più senza), una ragazza che si chiama come me, Chiara, che è diventata mia consigliera ed amica e che insieme alle sue colleghe - tutte ragazze sveglie, simpatiche e per nulla "spocchiose" (sfatiamo 'sto mito) - mi invoglia a passare in negozio appena posso.
Mi hanno aiutata a ritrovare il piacere di prendermi cura di me, in barba alla salute che non c'è, al fisico sul quale va steso un velo pietoso e alle lacrime che ancora affiorano, spesso.
Beh. Esistono i cosmetici waterproof.
E chi se ne frega della tiroide che non funziona e del cortisone.
Viva iddio, ho sempre un cervello che funziona.
Si può piangere, star male, avere le coliche e la febbre ma... essere comunque "in ordine".
E vi assicuro che guardarsi allo specchio dopo un ricovero in ospedale o dopo tre giorni a letto, di nuovo truccate, cambia il senso che dai alla tua immagine riflessa.
Sono piccoli espedienti, ma aiutano.
E' diventato un gioco divertente: osare con i colori, saper scegliere il trucco più adatto alle varie occasioni, "paciugarsi" il viso per poi struccarsi e ricominciare.
Così ho pensato di condividere anche sul mio blog questa passione, con un serie di speciali dedicati ai miei produtti must.
Non sono certo Clio, ma ho una visione che penso possa essere d'aiuto a qualcuno: il make-up può trasformarsi in un'efficiente fonte di ottimismo.
Può rappresenteare una sana autoinfusione di buonumore.
Perché paciugarsi il viso, a volte, aiuta a mantenere alto il morale.

13 commenti:

  1. Condivido tutto ciò che hai scritto nell'articolo. Cominciai a truccarmi all'età di 12 anni, ricordo ancora il mio primo ombretto, un verde lime di deborah (terribile!!!). Devo dire che di problemi non ne ho mai avuti da parte dei miei genitori, anche perché mia madre ha la mia stessa passione. Il trucco, che a tanti può sembrare una cosa frivola per persone frivole, mi ha aiutata in tanti momenti di sconforto durante la mia adolescenza, durante i quali non volevo neanche uscire di casa...Finito il liceo, mi sono iscritta all'università e a 4 esami dalla laurea, ho deciso che nella mia vita mancava l'arte che mi ha contraddistinta ed accompagnata sempre; così ho deciso di frequentare parallelamente all'università, un corso da makeup artist cine-tv-teatrale e non potrei essere più contenta di aver fatto questa scelta. Alla fine ciò che ci rende felice è importante per noi, e se gli altri ci dicono: "ma davvero non esci senza trucco?" "Ma sprechi tutto quel tempo e denaro per quelle str*****ate?"...come si dice...non ti curar di loro ma guarda e passa.

    Grazie Chiara per questo articolo, tu sei la prova che le persone intelligenti esistono ancora.

    Baci Vale <3

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  2. Ma grazie a te!
    Per condividere le mie passioni (tutte e due, a quanto mi risulta :-) e per aver condiviso le tue esperienze.
    Un bacione

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  3. Chiara sei un mito!!! Hai scritto cose che condvido moltissimo soprattutto: "Si può piangere, star male, avere le coliche e la febbre ma... essere comunque "in ordine".
    E vi assicuro che guardarsi allo specchio dopo un ricovero in ospedale o dopo tre giorni a letto, di nuovo truccate, cambia il senso che dai alla tua immagine riflessa."
    Io non ho mai avuto problemi a casa perché mia mamma non andava nemmeno al cassonetto senza trucco, anzi per un periodo mi ha detto che mi troccavo poco....
    Adesso, anche io ho trovato truccatrici di profumeria molto carine e disponibili che mi consigliano, e poi ovviamente anche da Clio prendo spunto.
    Ho solo un limite....l'ombretto arancione....lo usava sempre la mia mamma e non ce la faccio a guardami allo specchio con il SUO obretto, anche perché piùi nvecchio e più le somiglio... anche se sono passati 8 anni faccio verametne fatica a vedere la sua immagine su di me allo specchio.... MA la ringrazio tantissimo per avermi passato questa passione che mi sfa star bene soprattutto con ME STESSA!!!!!

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  4. Grazie a te, Daly.
    Hai testimoniato anche tu che dietro il "banale trucco" c'è molto di più. Significati, segreti e ricordi che molti non immaginano, ma che noi teniamo stretti stretti.
    Per farci coraggio, per ricordare, per rendere omaggio.
    Tutte cose che fanno parte di noi.
    Che contribuiscono a renderci le persone che siamo (e che vogliamo essere)

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  5. mito la clio e mito tu!!!!!
    Addy

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  6. ecco, io che non mi trucco mai dopo averti letto vorrei avere sottomano almeno un mascara :D

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  7. Grazie Chiara, per aver messo per iscritto anche quelli che erano i miei pensieri e che io non avrei mai saputo descrivere. Grazie di cuore.

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  8. Ciao Chiara! Evviva le persone come te, che imparano a "tirarsi su" in barba alle avversità della vita! Ti quoto su tutto, anch'io seguo il programma di Clio, sono un pò troppo anzianotta per osare con certi colori, ma mi rilasso! E sempre la faccia di Monti dobbiamo vedere, porco Giuda?
    ..e ora un piccolo O.T. Segui Game of Thrones? Se si, che ne pensi?
    Ciao
    Illy

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  9. Cara Illy,
    innanzitutto non si è mai anzianotti per i colori (disse la Polee con un trucco turchese-marrone fresco fresco).
    Osa, osa, starai benissimo ne sono certa :-)
    E poi... Ah. Io ADORO Game of Thrones! Lo ADORO!
    Sono in trepidante attesa della seconda stagione (a maggio su Sky, se non ricordo male, quindi ci siamo. Infatti stanno replicando la stagione 1 e già che ci sono ogni tanto mi riguardo qualche episodio).
    La trovo magnifica: curatissima in ogni dettaglio, avvincente per le sue storie, spettacolare per paesaggi, costumi ed effetti e al tempo stesso in grado di approfondire la psicologia dei personaggi. Certo: parte da una saga letteraria, quindi ha un ottimo materiale di base... Ma stanno facendo un gran lavoro.
    E pare che la stagione 2 sia all'altezza della prima, se non meglio!
    Un bacione :-)

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  10. E grazie a tutti per i vostri commenti,
    un bacio grande!

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  11. Dio solo sa se non posso comprenderti quando dici che guardarsi allo specchio, finalmente di nuovo truccate, dopo un ricovero in ospedale risolleva il morale!
    E sempre sia lodato il trucco waterproof ^_^

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  12. Bellissimo post. Condivido "lo strano percorso" (per dirla alla Max Pezzali): dalle trousse Naj-oleari o Pupa (ne ero invasa a Natale grazie alle mie compagne), passando per cosmetici low-cost adatti al portafoglio di una adolescente, saltando tra grandi make-up artist self-made di you-tube e approdando ai consigli delle commesse in profumeria. L'effetto terapeutico è poi indiscutibile. Ricordo che mia madre tanti anni fa persino in chemioterapia nel letto d'ospedale non rinunciava ad una nuvola del suo profumo preferito e ad un velo di rossetto...le piccole cose che aiutano il morale...e la guarigione! un abbraccio e complimenti!

    Sibilla

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  13. Ciao Sibilla,
    grazie mille! Anche per aver condiviso le tue esperienze.
    Un abbraccio a te,
    Chiara

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