mercoledì 13 marzo 2013

Pensieri sparsi - Round 2

Io non lo so se è la febbre che mi ispira sempre questi sproloqui su varie ed eventuali...
Fatto sta che era proprio ora di aggiornare il blog e non ero ispirata da nulla in particolare, pur avendo tanti pensieri che mi frullano in testa (o, come diceva il mio fratellone, che rimbalzano nervosamente sulle pareti del cranio)...

Sarà il conclave (fumate nere: si va sotto con le costine, come dice mio marito), sarà che sto finendo "Il vangelo secondo Biff", che penso diventerà uno dei miei libri preferiti in assoluto perché fa riflettere "seriamente" (chi è senza peccato scagli la prima pietra, è inutile piangere sul latte versato e tutti gli altri validissimi insegnamenti "universali" ci sono, forti e chiari) mentre ti fa spanciare dalle risate, con un'ironia geniale e... "accurata".


Sarà la politica: ho disgusto dei soliti, vecchi imbroglioni ma ho anche paura di quelli che si sono trovati lì tutto d'un tratto e mostrano inequivocabilmente di non avere la più pallida idea di cosa fare.

Sarà la primavera, che anche se stiamo per tornare sotto zero (di qui la febbre: noi immunodepressi non amiamo i cali repentini di temperatura) e anche se ogni anno fra febbraio e marzo il Signor Crohn tenta di uccidermi (le malattie croniche, si sa, si ringalluzziscono in primavera come non mai), resta la mia stagione preferita.

Sarà la tv, che a suon di zombie e manicomi negli anni '60 mi fa fare orari improponibili per un'anzianotta malata come me, ma dà sempre tante soddisfazioni.

Sarà la rabbia per tutti gli abbandoni, i maltrattamenti, le torture e le uccisioni a danni degli animali che sono costretta ad affrontare ogni giorno. La rabbia che si lega alla mia anima animalista (l'accostamento dei due termini è voluto), quella che ho scoperto di avere anno dopo anno, grazie alla vicinanza con tante creature sfortunate che però quando si tratta di dare e di capire non si tirano mai indietro.

Sarà che ti sei fatta un mazzo tanto per nuotare, con mesi e mesi di quotidiano impegno e sacrificio, e dopo essere stata costretta all'immobilità per tre mesi riprendi ad andare in piscina e ti rendi conto che è come se non avessi mai fatto una bracciata in vita tua. E che diamine.

Sarà l'indifferenza per gli altri da parte di quelli che di problemi veri non ne hanno, eppure stanno comodi comodi sul loro piedistallo a sparar sentenze. Finché, con tua grandissima soddisfazione, non fanno un sano capitombolo atterrando sul proprio culone.

Sarà la mancanza di rispetto per la sofferenza altrui, si tratti di persone disabili, malate o semplicemente sole. O si tratti di persone solo impegnate a fare il loro lavoro e per questo martirizzate da quella parte dell'opinione pubblica che, chissà poi perché, deve sempre e per forza fare "l'alternativa".

Sarà la disperata voglia di cioccolato, che cerco d'ingannare pensando a bei piatti di riso bollito (...), conscia del fatto che se mangiassi qualcosa a base di cacao ne pagherei le conseguenze per giorni e giorni.

Saranno quelli che ti passano davanti in coda in farmacia, al supermercato, in posta, in banca. E sarà l'evoluzione della mia reazione nei loro confronti: per anni non ho detto nulla, poi ho imparato a far notare con gentilezza che non è cosa da farsi, dopodiché sono arrivata alla fase del menefreghismo.
E lasciali passare: sono come quelli che ti sorpassano in auto col rosso mentre tu ti fermi al semaforo giallo. Prima o poi, li vedrai schiantati dopo una curva e farai come Nelson ne I Simpson: "A-ah!".

Sarà che non ci vedo più un tubo, ma per mia fortuna il Kindle permette di ingrandire i caratteri e mi ritrovo a trasformare i miei ebook nell'equivalente dei telefoni coi numeri giganti per gli anziani, avete presente? Ecco. Fa sentire vecchi, ma finché ancora ci vedo ho intenzione di leggere, anche perché è l'unico valido metodo per passare le nottati insonni: di cassetto delle mutande ne ho uno, e messo a posto quello poi non so cosa fare di me stessa, alle 3 di mattina.

Sarà che non c'è trucco e non c'è inganno: quello davanti a te in fila alla cassa ha immancabilmente un oggetto dal codice illeggibile, e tu guardi quelli delle altre file che pagano e vanno a casa pensando che se la cassiera e il tizio davanti a te non si danno una mossa, al ritorno tua madre non ti riconoscerà perché sarà passato troppo tempo dall'ultima volta che ti ha visto.

Sarà che gli incompetenti (soprattutto in campo medico) restano saldamente ancorati ai loro posti di lavoro, lautamente ricompensati per prendere decisioni che rovivano vite altrui, mentre tu non sei mai sicuro del tuo futuro, né di quello dei tuoi cari.

Sarà anche che, vacca boia, si va sotto zero ma le formiche se ne fregano perché per loro è arrivata la primavera quindi ti invadono casa in processione. E tu, che hai tre cani e di spargere veleno non ti sogni neanche, sai che è inutile combatterle e inizi a chiamarle per nome. Una per una. Gilda, Calliope, Ruggero, Pino, Piera e Bertoldo: uscite subito da questa casa!

Sarà...
Fatto sta che avevo un po' di pensieri che rimbalzavano nervosamente sulle pareti del cranio.












6 commenti:

  1. Ah, come mi sento simile a te in questi ragionamenti! Un abbraccio.

    Simona

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    1. Un abbraccio grande a te!
      (e... ho sostituito la foto. Ho levato il cioccolato, faceva troppo male. Il Kindle in formato "quasi cieco" va meglio :-D)

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  2. Quasi quasi me lo segno il titolo di questo libro :)
    ps: io ho l'influenza per colpa di questi maledetti sbalzi di temperatura. E più tardi devo pure andare a lavorare.
    Uff...
    Buona ripresa (ad entrambe ;-D ) e un abbraccio :D

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    1. Non so se s'è capito, ma è consigliatissimo :-D
      Buona ripresa cara, un bacione (germoprivo, s'intende)

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  3. Fantastica..ma adoro i nomi che hai dato alle formiche!

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    1. :-D grazie! Se vuoi venire a conoscerle non fare complimenti, temo saranno qui a lungo :-D

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