venerdì 8 ottobre 2010

Mostri e mass media

Cogne, Erba, Garlasco, Perugia. E adesso Avetrana.
Mostri.
Sui giornali li definiscono così.
Noi, fra chiacchiere al bar e commenti alle notizie di giornali e telegiornali, li chiamiamo così.
Mostri.
Perché è quello che sono.
Il problema è che non sono solo questo.
Grazie alla morbosa attenzione dei media, sono di fatto delle star.
Non sarebbe ora di darci un taglio?

Non so nemmeno più quante volte ho rivisto il video, su qualsivoglia rete tv, o quante volte ho letto le stesse parole sui giornali e su internet. Argomento: "Le lacrime dello zio Michele".
Era andato a piangere in tv, il mostro. Maledetto lui e tutti quelli come lui.
So che è in carcere in isolamento. Una misura preventiva, immagino. Perché mi risulta che in carcere esistano certe leggi non scritte, secondo le quali pare che i detenuti non apprezzino particolarmente i pedofili e gli assassini di ragazzini. Perché questo era Sarah Scazzi: una ragazzina.
Una ragazzina molestata dallo zio, che ora è al centro - insieme a lei, povera anima - di un circo mediatico.
L'ultimo. L'ennesimo.
Quello che ha toccato vette insospettabili con la comunicazione "in diretta" alla madre di Sarah, che si trovava proprio a casa dell'assassino quando ha appreso da una giornalista tv della presunta confessione del cognato.
Nessuna conferma ufficiale: l'avvocato della famiglia Scazzi non riusciva a contattare il PM.
Nessuno ha telefonato a casa, nessuno ha pensato che essendo in diretta su Chi l'ha visto? i familiari avrebbero potuto apprendere l'orrenda verità da persone alle quali non spettava dare questa notizia.
Certo, per carità, la Sciarelli c'ha visto lo scoop della sua vita. E andava come un treno, con un tono inquisitorio, con il suo continuo rivolgersi a "Concetta, Concetta, Concetta...", con il suo incessante tentativo di far comparire Sabrina di fronte alle telecamere.
Le hanno detto di proporre, per rispetto, lo spot alla diretta.
Glielo hanno detto. Si vede chiaramente. Cercatevi il video su youtube, se non ne siete convinti.
Allora lei si dev'essere resa conto che la situazione le era sfuggita di mano e ha insistito per assicurarsi che l'avvocato riaccompagnasse a casa Concetta. A casa sua. Fuori dalla casa del mostro.

Io ero allibita.
Per la notizia, per il modo, per il tono.
Ma non è di questo che voglio parlare.
Voglio parlare della Franzoni, di Rosa e Olindo, di Amanda Knox. E di Michele Misseri.
Voglio dire che non mi interessa vedere le loro lacrime.
Non voglio più ascoltare le loro bugie.
Non voglio più leggere le loro lettere e i loro deliri.
Non voglio sapere come sta la mamma di Sarah. Perché non lo saprò mai, come sta. E quasi non riesco ad immaginarlo, nonostante una fantasia piuttosto spiccata.
Non voglio sapere cosa fa Alberto Stasi in questo momento, né mi interesso al film tv sulla storia di Meredith con Hayden Panettiere nel ruolo di Amanda. Mi sono ben guardata dallo scrivere una news a riguardo, nonostante si tratti di un'attrice "da serie tv", quindi "di mia competenza".
Me ne sono ben guardata perché sono stanca di sentire questi nomi, di vedere queste immagini, di ascoltare queste parole, queste lacrime e queste confessioni.
Sono stanca.
Non voglio far parte di questo circo mediatico.
Se è necessario, spengo la tv. O resto sintonizzata sui miei canali tematici, news-free. Ma potrò farlo fino a quando sarà "passata"? Ne dubito: non passerà mai, vero?
Perché continuare a parlare di loro equivale a farne delle star.
Star che in carcere ricevono lettere di ammirazione da gente che probabilmente è malata tanto quanto loro, o che semplicemente li usa come "valvola di sfogo" per sopravvivere alla quotidianità senza... beh: senza sbroccare. Non mi viene in mente un termine più calzante.
Solo che la vita è dura per tutti, e io non voglio sapere più nulla.
Una ragazzina è stata uccisa in modo atroce, da una persona di famiglia.
E' mostruoso.
E' un fatto che non potremo dimenticare presto.
E' un fatto, purtroppo, come tanti altri fatti orrendi di cui si parla (più o meno, a seconda delle scelte del circo mediatico) tutti i giorni, in tutto il mondo.
E' mostruoso. E questo mi basta.
Non voglio conoscere i segreti del mostro, perché sono sicura che non serve a nulla.
Non riporterà indietro Sarah.
Non affievolirà il dolore di chi la conosceva.
E non servirà certo a me per tentare di spiegarmi l'orrore che vive dentro l'uomo... E che non capirò mai.
Circo mediatico o no.

1 commento:

  1. Tutto condivisibile, tranne accomunare tutti i "mostri", lo zio di Sarah è reo cofnesso, Amanda è sta condannata da u tribunale quindi per la legge è colpevole, ma sul modo in cui sono state condotte le indagini ci sarebbe motlo da dire. Io dico sempre forse Amanda è colpevole, forse no, certo se lo è, è stato un grosso colpo di fortuna degli inquirenti che così non avranno sulla coscienza di non aver condannato un'innocente. Siamo molto al disotto del ragionevole dubbio, troppi ce ne sono di dubbi. L'Italia è un paese dove la giustizia non funziona e dove s eè vero che non c'è certezza della pena per i rei che escono troppo presto è vera anche l'altra faccia della medaglia che si sbattono in prigione tante persone di cui non è stata provata la colpevolezza, perchè qui l'importante specialmente davanti a certi casi che sconvolgono la pubblica opinione è trovare in fretta un colpevole.

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